a Mario Vinciguerra di non aver,lii traditi, rion possono non sott6scrivere nel tono e negli argomenti la sua cc lettera aperta a Francesco Flora ». Perciò si è voluto qui aggiungere la nostra voce a quella di Vincig_uerra, il quale ha manifestato la s.ua fedeltà agli antichi comuni valori con la speranza, forse, di poter ancora fermare coloro ch•e, richiamandosi a Cro,ce, consapevolmente o inco1 nsapevolmente semb,rano aiggrupp,arsi in una triste schiera di gentilliani del co.munismo; restando insensibili di fronte alle rivelazio,ni del rappo,rto Kruscev come lo furono certi genti 1 liani di fro,nte al delitto Matteotti, al discorso del 3 gennaio, e magari alla repub,blica di Salò. Intanto un'altra triste schiera si è venuta aggru,p,pan·do in questi ultimi anni: sono i viaggiatori che tornano dalla Cina, non tanto ,paragonabili, è stato detto, a Marco Polo, quanto agli illuministi europei che visitarono l'Inghilterra, e tornarono in patria recando il seme della libertà politica. Dove ci sembra di riconoscere il prezioso co,ncetto che la funzione che fu dell'Inghilterra 1nel secdlo XVII è passata alla Cina nel secolo ventesimo. Piange iì cuore a leggere di simili scem,piaggini, firmate da uo·mini auto•revoli, da intellettuali che piotreb,bero· e dovrebbero rappresentare il fermento della vita m•orale nel no,stro paese; piange ill cuore a vedere q11esti uomini, invitati 1in Cina, degradare su un piano più basso, di quello s11l c1uale si muovano gli cc inviati speciali » di certi giornali; a dover prendere atto di certa superficialità ,di ,certa autoesaltazione, di certo narcisismo, che avvolgono ,delle loro neblbie i professori e gli scrittori che seguono la moda del ' viaggio in Cina. Sembra dunque che a noi no1n sia concesso di ricevere un'ii-nformazio,11e critica ,obiettiva, di una realtà che presenta grande interesse politico: n·on ci è concesso perchè, se la Cina è di moda, è di moda anche parlarne come del nuovo faro di civiltà, magari come dell'Inghilterra d'altri tempi. E allora, per belli che siano i li,bri o gli articoli cc retour de la Chine », sorge il dub,bio che siano veri solo fino a un certo punto. Ebbene diciamo chiaramente che questi, viaggiatori che tornano dalla Cina ci ricordano i hambini che son·o stati condotti al Luna Park. Diciamo chiaramente che, a confrontarsi con il De Feo tornato dalla Russia, certi autorevoli uomini di cultura che tornano dalla Cina dovreb,bero capire di essersi lasciati, andare incautamente a dir poco, nel senso di un ingiustificabile provincialismo. Diciamo chiaramente infine che 1il sinistrism·o di certi nostri inte1lettuali è altrettanto stuccoso, ·per non dire i,rritante, del destrismo di certi nostri giornalisti ,ed esso non se1nbra meritare maggiore credito di quest'ultimo, malgrado l'alterigi•a moralistica di cui si ammanta. Meno male che, come vf è stato chi ha reagito alle dichiarazio,ni di voto a favo,re ·dei sindaci comunisti, vi è stato pure, fra gli intellettuali laici, chi ha reagito agli entusiasmi tanto eloquenti quanto superficiali per 'la « Cina d'oggi,». In una nota su Tempo Presente, Nicola Chiaromo·nte, ha [48] Bibloteca ·Gino Bianco
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