Nord e Sud - anno III - n. 22 - settembre 1956

italiana, che doveva essere << almeno nelle intenzioni, l'intera società italiana, nelle sue varie classi, nei suoi vari gruppi e ceti, nelle sue varie differenze regionali » (113 ) rimane in realtà nello sfondo, assai più presu.pposta che campeggiante in p,rimo piano, come pur accade, assai meglio, in altre opere dedicate anche allo stesso periodo. Ma ancora più grave è questa insufficienza perchè priva del necessario sostegno il nucleo principale di tutta la critica che il Carocci muove alla classe dirigente del tempio, come antipopolare, esclusivista, dedita solo al v,antaggio di pochi, reazionaria. A.ppare accettabile l'interpretazione del trasformismo come schieramento conservatore, volto a frenare la pressione del radicalismo e delle masse: ma rimane da vedere se dietro questo schieramento conservatore non si sia operato anche per il bene del Paese, se l'ordinato sviluppo della società italiana che in tal mo1o venne garantito per un decennio non risolvesse positivamente alcuni problemi anche se gli mancò quel più largo apporto dal basso cl1e ~rebbe stato augura'bile e che veniva intanto maturand.o. In verità, il Carocci era partito dall'osservazione che << bisogna aver sempre ben presente (cosa che tutti dicono di avere ma che non tutti in concreto sembrano ricordare) che l'unità, frutto precipuo della borghesia moderata settentrionale, è stata, nella storia d'Italia, un grande evento positivo. Bisogna aver sempre ben presente che lo Stato italiano dal 1861 al 1914 progredisce, e che progredisce grazie sop,ratutto alla sua classe dirigente, alla borghesia. Bisogna aver sempre ben presente che, fino al 1914, la borghesia italiana fu, in ultima analisi, classe dirigente di diritto e non solo di fatto: che fu classe dirigente, non classe dominante» (114 ). Ma il lettore prova una vera sorpresa, quando, ~Ila fine del vol~me, gli accade di leggere che con l'ascesa del Crispi si avviava la prima << involuzione reazionaria » nella storia della borghesia italiana (115 ). Perchè in realtà quella borghesia noi abbiamo appreso assai prima a conoscerla comt reazionaria. È << antipopolare » già al momento della riforma elettorale del 1882,quando « il partito politico della borghesia italiana... nasceva sulla base negativa di un programma che... era ,anche, nelle sue istanze prof onde ( 113 ) Ivi, pref ., p. 11. ( 114 ) I vi, pref. p. 12. ( 115 ) Ivi, p. 649. Bibloteca Gino Bianco [42]

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