finirà per fornire anch'es~a il suo bravo contingente all'affarismo; imperanti e soddisfatte le brame dell'affarismo in tutta la materia delle concessioni ferroviarie; e via dicendo. Ora, si ha il diritto di chiedere al Carocci, che mostra costantemente un disdegnoso compatimento per gli ideali e i p,ropositi liberali della classe dirigente del tempo - roba da manuali di diritto costituzionale! (108 ) - trattandoli da cianfrusaglie non prive, in certi casi, di qualche decoro este.. riore; si ha il diritto di chiedere in che modo egli veda i rapp,orti fra gruppi economici dominanti e classe politica in uno Stato moderno. Perchè certo pressioni affaristiche in gran numero si esercitano e trovano espressione attraverso uomini p,olitici e deputati: ma la funzione specifica della classe politica è appunto di mediare queste pressioni particolari con l'interesse generale su un piano che spesso non annulla la preminenza di quelli, ma insomma li conduce a cooperare anch'essi all'incremento di una determinata società in fase di normale svolgimento. Al contrario, il lettore di questo libro ha la fondata impressione che, per il Carocci, l'opera dei politici anche più sinceramente liber,ali si risolva nella mediazione tra i soli interessi di ristretti gruppi dominanti. E allora bisogna rendersi conto che con ciò si viene a modificare la sostanza stessa del giudizio storico: perchè una classe politica di livello così basso che un Presidente del Consiglio p·uÒdecidersi per la costruzione di una flotta da b,attaglia e non di naviglio leggero << sopratutto >> per la pressione di interessi particolari, commettendo in tal modo un gesto assai simile al tradimento (per fare soltanto uno dei moltissimi esempi), non è più la classe politica di un paese moderno, !Iliaqualcosa di somigliante ai baroni del vecchio Regno di Napoli, caratterizzati appunto dalla deficiente coscienza etico-politica, dall'incapacità cioè di -perseguire gli interessi generali del paese al di sopra dei loro fini privati e particolari. Si sente il Carocci di giungere a una siffatta conclusione? E questo ci apre la via ad una osservazione ulteriore. Anche per il Carocci la storia dello Stato unitario si svolge sotto il segno della gracilità e contraddittorietà dello svilupp.o capitalistico italiano in confronto a quello «d'oltralpe»; e di ciò sarebbe espressione la prevalenza della borghesia speculatrice su quella produttiva, del capitalismo finanziario su quello industriale; e quando questo ottiene un diretto peso politico si fa ( 108 ) Ivi, p. 255. [40] Bibloteca Gino Bianco
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