dall'autore, hanno riflessi negativi sulla ricerca. E anzitutto, va considerata come una diretta proiezione delle tesi del Gr.amsci l' assunzione di Parigi a capitale-modello, e il continuo raffronto tra la funzione di autentico centro economico, politico, morale, eh' essa ha esercitato nella storia di Francia, e quella asSiaiminore di Roma nella storia d'Italia, dove la capitale politica non è mai stata un grande centro produttivo, nè quindi il vero centro della vita del Paese, ma piuttosto una città arretrata e parassitaria, destinata a mediare la supremazia settentrionale sul Mezzogiorno, e riflettente perciò tutti i limiti e i caratteri negativi della soluzione ris,or.. gimentale. Ma, ancora una volta: perchè mai Parigi dev' esser vista come la capitale ideale, la capitale-tipo, quando sono note, p.Ccantoai vantaggi, tutte le passività che alla Francia sono derivate da questa sua città-monstre,. assorbente tutto il meglio della nazione, con danno e impoverimento non piccolo, politico culturale e spirituale del Paese ? E sopratutto, che valore può avere un raffronto fra la cap,itale di uno Stato secolare, con una storia così fortemente unitaria e centr,alizzata come quella francese, e la capitale recentissima del paese classico delle << cento città» ? È questo un tipico esempio del rapporto << provinciale » tra storia italiana e storia francese in cui sboccano inevitabilmente i sostenitori della tesi gramsciana. La stessa arretratezza economica di Roma, d'altra parte, non va vista, come spesso fa il Caracciolo, come il prodotto di una deliber,ata volontà della classe dirigente settentrionale (p. es. del Sella [9R]), ma come un logico risultato del generale sistema economico italiano (e valga l'esempio di Napoli, che, ottenuta nel 1904 quella legge speciale che poi altri invocarono per Roma, e sviluppata una propria zona industriale, non perciò si è riscattata dalla sua miseria ç arretratezza). Per di più, il fatto che Roma non diventasse grande centro produttivo e industriale non autorizza ad accettare le semplicistiche simbologie su Roma delegata da Milano a sede del potere politico ecc. Una capitale non è tale soltanto e neanche principalmente per la sua capacità produttiva: ma per ciò che rappresenta nella coscienza del Paese; per la sua azione di centr,o politico e culturale. Per questa parte il lavoro del Caracciolo appare piuttosto insufficiente. Nelle sue pagine non si coglie infatti una vera intelligenza dei risultati che effettivamente raggiunsero uomini come il Sella nel loro sforzo di fare di Roma una forza attiva e ( 98 ) Ivi, p. 63. [37] Bibloteca Gino Bianco
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