dal 20 settembre 1870 ~!l'avvento del fascismo (97 ). Il Caracciolo ha,.accentrato la sua indagine sui problemi dell'espansione della città collegati alla sua funzione di capitale, sul posto particolare ch'essa assume nel rapporto Nord-Sud, sui dibattiti che precedettero la sua scelta a sede del governo, e su quelli intorno alla funzione che ad essa si attribuiva nella vita del nuovo Stato e nel quadro di tutta la civiltà moderna. Giovandosi di un'abile scelta delle fonti, che potrà servire di guida anche ad altre indagini del genere, il Caracciolo è riuscito a lumeggiare assai bene l'importanza che subito assunsero in Roma la speculazione edilizia e le operazioni finanziarie ad essa collegate; ha illustrato i termini della grande crisi iniziatasi nel 1887, che attribuisce, con le dovute cautele, all'eccessiva concentrazione delle aree in poche mani e all'artificiosa elevatezza degli affitti perciò mantenuta; ha indagato la penetrazione del capitale vaticano nelle società di servizi pubblici, dall'Acqua Marcia alle tramvie ecc. E poi, i vari progetti di espansione e il piano regolatore, i legami di tali questioni con la lotta municipale, i rapporti, tutti particolari, tra municipio di Roma e governo nazionale, i piani garibaldini per la deviazione del Tevere e il p,orto di Roma; e non mancano cenni, se pur sbrigativi, sulla composizione sociale della popolazione, il movimento operaio ecc. Ne è risultato un libro cl1e si legge con estremo interesse, e che suscita l'~ugurio di veder presto indagini analoghe anche per altre città. Anche in qu,esto caso, però, le errate premesse generali, fatte proprie l'espressione della loro incapacità di porre il problema dei rapporti con la Chiesa in termini di « sviluppo della società civile», e della chiusura settaria del regime liberale verso ogni energia contadina del mondo cattolico (si fa eccezione per il solo Cavour, ma si tratta di una distinzione insostenibile). In sostanza, dietro questa costruzione e questa terminologia inconcludente e fumosa, sta l'aspirazione a svuotare il conflitto tra liberalismo e cattolicesimo durante il Risorgimento, allo scopo di propagandare la necessità della nuova rivoluzione classista antivaticana, la quale, nei metafisici sogni che questo gruppo viene (o veniva?) coltivando, dovrebbe finalmente conciliare l'inconciliabile. In realtà, al declassamento storiografico del Risorgimento auspicato da -questo gruppo corrisponde un analogo declassamento politico-morale della rivoluzione proletaria: che si vorrebbe appiattire al livello della << società civile», negandole la funzione storica di portatrice di una integrale concezione del mondo, legata a quella liberale e altrettanto avversa al cattolicesimo. ( 97 ) A~ CARAcc10Lo: Roma capitale dal Risorgimento al.lacrisi dello Stato liberale, Roma, 1956. Assai deplorevole l'estrema scorrettezza tipografica del volume. [36] Bibloteca Gino Bianco
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