Nord e Sud - anno III - n. 22 - settembre 1956

LETTERE-ALDIRETTORE Caro Compagna} posso fare qualche osservazione all'eccellente articolo del tuo collaboratore Mari•o Unnia (Universitari e professori: due strade parallele; in NORD e SUD} aprile 1956, p. 37 sgg.)? Da ciò che intendo} parla con l'Unnia o u.n rappresentante degli studenti e delle loro associazioni} o comunque uno che conosce e segue da vicino fe loro attività odierne. Quasi tutto ciò che scrive m-i trova conSiensiente) sia quanto ai rilievi' oggettivi che egli fa sulla vita dell~ università, sia quanto alle esigenze che pone. Credo di poter essere annoverato tra quegli « intellettuali militanti e uomini di studio che aveva·no saputo unire all'esercizio della scienza e della ricerca un contributo di opere e di azione all'antifascismo e alla Resistenza »: e se no, non parlerei. Ho soltanto otto awni di effettivo insegnamento universitario, perchè come antifascista ho vinto la mia cattedra in sede di revisiorie di concorso: dico questo per chiarire che, entrato nella vita universitaria riella piena maturità, provenendo da esperienze di vita e di cultura del tutto non conv,enzionali, non avevo nè sono riuscito a farmi - e la ritengo una fortuna - quella men,talità e sensibilità cc accademica » di cui ha parlato il Battaglia. Nemmeno si può dubitare, credo, dei miei interessi per i problemi politici e civili, e in particolare per quelli della scuola e della cultura, e delle organizzazioni relative. Chi mi conosce come professore} infine, sa che, nell' anibito delle possibilità che ogni insegnante possiede, ho praticato e pratico tutte quelle riforme e meto 1di di insegnamento e di lavoro} che sono necessari se si vuole_ far qualcosa di serio per gli studenti e contribuenti} malgrado l'assurdo e inadempientissimo statuto degli studi vigente, che è poi ancora quello suggerito al fascista De Vecchi dai suoi fascisti consiglieri. Soltan,to, a me piace fare e non dire, e tanto men!o fare dichiarazioni e discorsi che poi restano seriza conseguenza. Posso numerare le volte che ho partecipato} per invito, cid iniziative di stitdenti dell'UNURI: pocliissime, e senza sèguito (Co1ivegni studenti architetti, dei CUC, e simili). PoiSso però anche numerare le volte, assai più frequenti, in cui ho domandato e non ho avuto la collaborazione degli studenti, e proprio su questioni che li riguardano da vicino, come le borsè di studio, l'amministrazione dei fondi derivanti dalla Legge promossa da Parigi, la revisione radicale delle cosiddette « tabelle », gli esami, iniziative stabili di cultura, ecc. ecc. [118] Bib~qte.cGa ino.Bianco

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