trazione » o di dover essere cc compensato » di un sacrificio che gli venisse richiesto dall'andamento della crisi o del rimpasto. In questo caso non sii fonderebbe una nuova continuità, ma tale continuità nella direzione politica dell'intervento ~traordinario nel Mezzogiorno sarebbe gravemente e inittilmente compromessa dall'aver degradato la Presidenza del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno a oggetto di scambio tra le correnti del partito I d-i maggioranza, ai fini di un cc dosaggio » del Ministero. Perciò no,i siamo favorevoli a una permanenza dell'on. Camp,illi a Palazzo della Consulta e ci opponiamo risolutamente alle autocandidat·ure affiorate in questi giorni; e delle quali, speriamo, ,che, stampate queste pagine, sia già avvenuta la liquidazione; è perchè questa sia definitiva, anzi, che abbianio voluto intervenire, fra le voci e le indiscrezioni, registrandole e denunciandone l'inconsistenza politica, dopo aver fatto la doverosa eccezione per il caso dell'on. Colombo. FRA I VINCITORI delle elezioni siciliane noi abbiamo collocato in primo piano l'on. Fanfani e l'on. Nenni. Ma, sullo sfondo regionale, è 'Un altro uomo che campeggia: Restivo. Noi abbiamo polemizzato, e duramente polemizzato, contro la formula di governo ·che Restivo ha realizzato in Sicilia dal 1951 al 1955. Ma non abbiamo mai detto, e non avremmo p·otuto dirlo, che Restivo era il Pella, o addirittura il Togni della S.iicilia. Anzitutto si deve dare atto a Restivo di 1tna qitalità che Pella e Togni sono ben lungi dal possedere: l'abilità politica. E non nel senso di saper manovrare nei corrid'oi e blandire o corrompere i fiancheggiatori. Si pensi appunto al caso di Pella, che lasciava condizionare la propria azione di governo da un qitalSiia:si Cantalupa, ficcandosi nel vicolo cieco di Trieste; e alimentava, sorridendo, il clima propizio per l'opposizione di~ fronte po·polare a direzione comunista. Restivo, invece, è riuscito, entro i limiti imposti dalla situazione parlamentare regionale, a ridurre al min,imo il costo politico del tipo di maggioranza cui aveva dovuto adattarsi. È vero che la partecipazione delle deiStre a questa maggioranza ritardò .1. lmeno d:i tre anni l'applicazione della riforma agraria, e poi cercò di rallentarla. Ma è vero anche che, all'applicazione della riforma, Restivo non rinunciò; e la mise in moto non appena i risultati del Congresso di Napoli della D.C. e l'agitazione pro1nossa dall'oppoSiizione gliene affrirono il destro. Res,tivo, cioè, ha lottato e ben lottato, per non farsi condizionare dai sitoi fiancheggiatori: e qui si è spiegata la sua abilità politica decantata da tanti osservatori indipendenti durante le elezioni regionali. Altre due qualità sono state unanimemente riconosci1tte a ReiStivo dagli osservatotti politici: la simpatia e la cultura, qualità, quest'ultima, piuttosto rara al giorno d'oggi. La provenienza liberale, inoltre, lo rende immune dalle suggestioni dell'integralismo. Un uomo politico, dunque, culturalmente provBiblotecaGino Bianco
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