grammi d'incoraggiamento all'emigrazione definitiva verso l'estero e di abrogazione delle leggi che limitano le migrazioni interne. Un esame approfondito delle reali possibilità di emigrazione all'estero, del resto limitate dagli ostacoli internazionali, ci porterebbe molto lontano Jai limiti che ci siamo qui proposti. È peraltro da rilevare c~e l' emigrazione definitiva all'estero rileva la comunità del solo costo attuale del lavoratore disoccupato, ma non del costo passato, per i capitali già investiti in esso (educazione, allevamento, ecc.). Al fine di favorire un riequilibrio, .sia della situazione demografica che di quella occupazionale, una politica volta a facilitare le migrazioni interne del proletariato rurale meridionale verso aree economicamente più attive, sia dello stesso Mezzogiorno che del Nord, non è più rinviabile. Misura di carattere assistenziale e sociale può ben definirsi, sotto tale aspetto, la abrogazione delle leggi contro l'urbanesimo. La vigente legislazione al riguardo, risalente al 1928 e al 1939, limita gli spostamenti operai verso i centri urbani e tende a trattenere sulla terra larghe masse di sottoccupati agricoli; è in realtà una legislazione ostile alle popolazioni meridionali e ·perpetuatrice di insopportabile disparità di redditi e di salari reali tra Mezzogiorno e Nord d'Italia. La legislazione contro l'urbanesimo· può inoltre ben definirsi una legislazione antisociale, in quanto, col costringere gli spostamenti del proletariato meridionale a rimanere in larga misura clandestini, ìascìa gli emigrati privi di protezione sindacale nelle contrattazioni salariali. Con la ri'mozione degli ostacoli alla mobilità del proletariato rurale sarebbe facilitata una programmazione degli investimenti ~he localizzasse gli stessi nelle regioni del Mezzogiorno che offrono vantaggi comparativi maggiori; così da massimizzare la loro produttività marginale sociale (60 ). Nei programmi di colonizzazione recentemente attuati nel Mezzogiorno, gli investimenti in agricoltura sono stati di frequente localizzati ~otto la spinta di necessità politiche, in zone che offrono relativamente bas- · 5aproduttività agli investimenti (ad esempio,per l'assenza di possibilità di ( 60 ) Sulla influenza esercitata da vari criteri di investimento sulla produttività marginale sociale· dei programmi d'investimento, vedi G. U. Papi: << Teoria e politica dello sviluppo economico», Milano, 1954; P. Saraceno: << Lo. sviluppo economico dei Paesi sovrapopolati », Roma, 1952; W. Roepke: << L'industrialization des pays agricoles » in Revue Economique lnternationale, Bruxelles, luglio 1938. [77] Bibloteca Gino Bianco
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