Nord e Sud - anno II - n. 8 - luglio 1955

un incremento netto, per il complesso del decennio, di 1,200.000 unità di ìavoro, 900.000 saranno fornite dal Sud e appena 300.000 dal Nord. Si può pertanto affermare che il problema costituito dall'apparizione e dall'assorbimento produttivo di nuove forze di lavoro, nell'immediato futuro, è essenzialmente un problema del Mezzogiorno; anche perchè l'esistenza di una notevole rigidità nelle strutture economiche e sociali italiane ostacola le tendenze verso la equalizzazione del prezzo del fattore produttivo lavoro tra Sud e Nord e tra settori agricoli ed extragricoli. VALUTAZIONE DELL'ECCESSO DI FORZE DI LAVORO NELL'AGRICOLTURA DEL MEZZOGIORNO Gli elevati incrementi della popolazione del Mezzogiorno aggravano la pressione demografica sull'agricoltura. Pressione de1nografica sull'agricoltura può definirsi ogni situazione di forte densità demografica sulla terra lavorabile, superiore ai livelli di una distribuzione ottimale dell'occupazione tra settore agricolo ed extragricolo; distribuzione ottimale che corrisponde a_pprossimativamente al rapporto 20: 80. Una misura di tale pressione demografica in agricoltura è ricavabile sottraendo dal complesso delle giornate lavorative attualmente disponibili in agricoltura il minor numero di giornate lavorative che sarebbero effettivamente richieste dall'agricoltura qualora, in seguito agli incrementi di reddito, alla piena occupazione nel complesso dell'economia, al cambiamento degli ordinamenti culturali, si raggiungesse la distribuzione della popola~ione attiva corrispondente al rapporto precedentemente indicato di 20:80 (32 ). Tale differenza può definirsi eccesso totale di forze di lavoro in agricoltura. ( 32 ) Il piano Vanoni prevede per il decennio 1955-1964 la riduzione della percentuale di attivi in agricoltura sul totale delle forze di lavoro, dall'attuale 41 % al )3% nel 1965. Recentemente (1954), il reddito medio per unità di lavoro è stato di 347.000 lire in agricoltura e di 656.000 nell'industria. È da rilevare, peraltro, che i redditi di lavoro in agricoltura tendono a mantenersi al di sotto di quelli medi dei settori extragricoli anche nei paesi ad economia progredita. Secondo l' << Economie Survey of Europe 1948 » ediz. O.N.U., nei paesi europei maggiormente sviluppati la produttività dei lavoratori dell'industria era, in media, il triplo di quella dei paesi europei arretrati economicamente. La differenza media di produttività saliva nell'agricoltura a sei volte. Ciò è anche da mettersi in rapporto, come rileva la citata << Economie Survey », al differente valore medio di capitali per unità lavorativa nei due settori. r, - I I I I, [61] Bibloteca Gino Bianco

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