mille) e in Liguria (-0,8), mentre è stata ancora elevatissima in Calabria (16,2), Basilicata (15,6), Puglia (14,6), Campania (14,2). Sul piano nazionale la riduzione complessiva della natalità italiana, , erificatasi nei recenti decenni, fa sì che l'Italia stia entrando in una fase di « maturità >> demografica. Le previsioni dei demografi ammettono una ulteriore espansione demdgrafica del Paese, che continuerà per uno o più decenni, fino al 2000; ma per essere seguita da una fase di stazionarietà t poi di lieve declino della popolazione. Il De Meo (21 ) ha avanzato così alcune ipotesi sull'andamento demografico italiano: Secondo una delle sue ipotesi la punta massima si avrebbe verso il 1981,con 51 milioni tli abitanti. Bourgeois-Pichat (22 ) prevede invece che il massimo della popolazione verrà raggiunto, sempre nel 1981, al livello di 52,4 milioni di abitanti (23 ). Appare evidente, dalle previsioni riportate, che l'incremento della popolazione nei prossimi decenni si svolgerà, sul piano nazionale, ad un ritmo decrescente e al disotto dello 0,9°/4 per anno. In condizioni diverse da quelle in cui si trova l'economia italiana, appesantita da una ingente disoccupazione e sottoccupazione, tali incrementi annui di popolazione non porterebbero ad un aggravio sensibile sulla disponibilità di investimenti. Anche nelle condizioni attuali dell'economia italiana l'incremento per il complesso del Paese appare di non eccessiva entità quando si ammetta la continuazione del presente ritmo emigratorio. .. L'aggravam1ento a1ella pressione demografica àovuta ai futuri incrementi della popolazione, appare invece di notevole gravità se considerata nei riguardi del Mezzogiorno. Dato infatti il permanere nel Mezzogiorno di elevati livelli di fecondità, il previsto incre1nento della popolazione italiana sarà localizzato pressochè interamente nel Mezzogior:110. Nel 1953, su un aumento naturale netto della popolazione italia11adi 353.948 individui. due terzi circa sono stati forniti dal Mezzogiorno, che pur costit11isceattualmente appena il 37,2 per cento della popolazione nazionale. Nonostante che già dal decennio 1911-1921l'incremento naturale ( 21 ) SvIMEZ: Popolazione e Forze di Lavoro, Roma 1952. L'ipotesi è al netto del movimento migratorio. I ( 22 ) G. BoRGE01s-P1cHAT: Prospectives sur les Populations, in << Population », n° 1, gennaio-marzo 1953. ~ ( 28 ) Le cifre originarie sono state qui arrotondate. [57] Bibloteca Gino Bianco
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