DOCUMENTIE INCHIESTE Situazione demografica ed agricoltura nel Mezzogiorno Introduzione Soltanto recentemente il problema deil' eccedenza demografica nel1' agricoltura meridionale e apparso nella sua gravità all'attenzione del Paese. Non che in passato la conoscenza dei dati basilari del problema fosse mancata. Mancava piuttosto la coscienza della gravità del problema. Si ritenne così, negli anni dal 1920 al 1940, che fosse possibile una solu~ zione mediante l'intensificazione dell'agricoltura e la bonifica; senza alterare, cioè, l'economia prevalentemente agricola del Mezzogiorno e senza cercare di arrestare il crescente squilibrio nell'accrescimento demografico tra Nord e Sud. Pregiudiziali religiose e politiche (quest'ultime preminenti nel ventennio tra le due guerre) impedivano una valutazione obiettiva delle conseguenze economiche del rapido incremento demografico del Mezzogiorno, determinato dalla caduta della mortalità, dalla permanenza di elevati livelli di natalità e dalla chiusura dell'emigrazione transoceanica. In sede politica l'ignoranza della gravità del problema giunse a tanto da proibire, nelle leggi contro l'urbanesimo, lo spostamento delle masse lavoratrici meridionali verso il Nord e il Centro, impedendo così ogni possibilità di parziale riequilibrio della situazione demografica S'1 un piano nazionale. Come è stato recentemente rilevato dal Sylos-Labini (1 ), anche in sede di colonizzazione di terre bonificate, come nell'Agro Pontino, si dispose l'immissione di famiglie del Nord, ignorando la realtà delle zone finitime, densamente popolate. ( 1 ) P. SYLos-LABINI: Emigrazione dal Sud verso il Centro e il Nord, in << Atti della I Riunione Scientifica dell'Istituto per la Protezione Sociale», Roma, 1955. [47] Bibloteca Gino Bianco
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