Nord e Sud - anno II - n. 8 - luglio 1955

da persone favorevoli allo spirito della legge ed esperte dei problemi di • • • 1mm1graz1one. L'altalena emigratoria negli Stati Uniti si è ora fermata alle raccomandazioni di Eisenhower e vorremmo davvero sperare che il messaggio presidenziale avesse facile corso. È una speranza difficile. Volgono tempi duri per l'emigrazione e se, dai paesi immigratori, che oppongono tutte le possibili difficoltà, ci volgiamo all'Italia, ove l'emigrazione dovrebbe essere facilitata in tutti i modi, il quadro appare ben più sconsolante. Ci si batte da · anni perchè venga ricostituito nel nostro paese il Commissariato dell'Emigrazione, in modo che tutta la materia possa avere un indirizzo unitario . e intelligente; e da anni si urta contro la sordità e l'ina1novibilità della burocrazia del Ministero degli Esteri, che stringe confusamente nelle propri~ mani le leve della Direzione Generale dell'Emigrazione di via Boncompag,ni, con l'on. Dominedò, sottosegretario all'emigrazione dal tempo dei temp,i. Si aggiunga la parte che ha nel campo emigratorio anche il Ministero del Lavoro e si comprenderà come la ricostituzione del vecchio Commissariato con uomini esperti dell'emigrazione non riesca a fare uin passo innanzi. A nulla sono valse campagne di stampa, interrogazioni in Parlamento, presentazioni di progetti-legge. Parve di vedere uno spiraglio di luce quando, nel presentare il suo governo a~la Camera, l'on. Scelba prese impeg1no formale per la ricostituzione del Commissariato. È trascorso più di un anno t l'impegno del Presidente del Consiglio si è vanificato. Ora:i mentre si trascina per le secche una strana crisi, nell'interesse dei nostri emigranti, che ,non possono dipendere dall'incertezza dei ministeri, sia lecito chiedere se l'on. Scelba si sente in grado di riformulare_ l'impegno o, se un'eventuale nuova compagine di governo intenda ribadirlo. Intanto un piccolo problema si potrebbe risolvere. È stato chiesto·, pure da anni, che agli emigranti il passaporto venga concesso gratuitamente. È uno sforzo che la nazione può certamente permettersi in favore di cittadini che sono costretti a cercare lavoro al di. là delle frontiere; un atto di governo che non richiede nemmeno i soliti « approfonditi studi ». Sappiamo che l'on. Martino non ha potuto dedicare molto tempo, come Ministro degli Esteri, all'emigrazione; ma non è mai troppo tardi per rimediare. Non foss'altro per attenuare l'amarezza della conclusione che da tutti questi avvenimenti scaturisce: che quando i ministeri degli esteri, in Italia o altrove, mettono mano all'emigrazione, si cade nel caos. S. R . • Bibloteca Gino Bianco

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