Per quanto riguarda, poi, i rapporti fra la Regione e il Governo, non vorremmo che ci si illudesse di attenuare il suddetto prezzo degli errori; e di ,tendere un velo su quanto è avvenuto, mediante una disordinata irrorazione di benefici e palliativi. Il problema della Sardegna è un problema serio: la Sardegna è lontana, i paesi della Sardegna s·ono lontani. Si deve avvicinare la Sardegna all'Italia: trasporti fra l'Isola e il continente, comunicazioni interne nell'Isola. Ci sia consentito di avanzare una formula che avrebbe un valore d'impegno morale, oltre che politico, del Governo e del paese: non una stazione ferroviaria (noi che scriviamo siamo in/ una città che deve risolvere il problema della stazione), nè una nuova linea ferroviaria (saremmo disposti a sacrificare per il momento anche l'auspicata elettrificazione della Battipaglia-Metaponto, ove altri sapessero rinunziare a metropolitane di lusso e all'impianto di linee che, tenuto conto delle buone condizioni di viabilità, possono essere servite, come sono servite, dai trasporti a ruota), nè autostrade sul continente, fino a quando 110nsarà avviato a solu- , zione il problema dei trasporti per la Sardegna e delle comunicazioni in Sardegna. Quale partito, o quale uomo politico, V11ol farsi promotore di una mozione parlamentare in questo senso? n.d.r. Il << piano Cortese >> Il Sottosegretario al Demanio -on. Guido Cortese ha rimesso al Presidente del Consiglio una relazione sulla politica demaniaìe. Qualcuno (E. D'Albei:go su 24 Ore~ del 22 maggio) ha voluto vedere nell'anzidetta relazione una nuova conferma degli orientamenti della politica generale governativa che sarebbe diretta alla « estensione della attività statale e correlata limitazione, nel duplice senso della contrazione e della espansione relativa, della attività dovuta ad iniziativa privata ». Anzitutto bisognerebbe osservare che -- purtroppo - i governi dell'Italia den1ocratica non hanno saputo esprimere finora precisi e coerenti orientamenti di politica economica generale; se - nel fatto - abbia1no dovµto assistere a qualche mortificazione dell'iniziativa privata, ciò è assai più dovuto alla mancanza di un « programma », che non a velleità dirigistiche; e magari a questo o a quel provvedimento di volta in volta adottato sotto la spinta di determinati interessi di categorie, imprenditoriali o salariali. Quello che i giornali hanno definito il « piano Cortese » non rientra, coII_lunque, in un programma di dirigismo, ma risponde a direttive di saggia amministrazione, approfondendo lo studio di un settore dell'attività statale • Bibloteca Gino Bianco·
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