tevano entrambi, e toglievano al primo il respiro, ìo spazio, anche le difficoltà che gli son proprie; e non riuscivan poi nemmeno a ritrovare e porre le condizioni sufficienti per un libero impegno politico e sociale. Restavano in attesa di una nuova cultura e rifiutavano intanto l'azione. Le proposte dei goliardi venivano così respinte, senza che se ne discutesse il merito, solo perchè continuavano a muoversi sul piano della « Università borghese», a proporre contingenti soluzioni, che, « per la loro incapacità di incidere sulla realtà strutturale dell'Università Italiana, per non derivare la loro giustificazione dalla realtà sociale del paese, si risolvono u11icamente sul piano delle discussioni accademiche o delle soluzioni insignificanti al1' opera alla quale noi vogliamo tendere ». In questo modo, anche nella polemica verso l'U.G.I. si ritrovavano gli stessi pesanti schematismi, che le toglievano ogni mordente e ogni senso della realtà. Tutto veniva infatti interpretato attraverso rigidi criteri e artificiosamente dedotto da mal poste premesse. Si contrapponeva astrattamente una linea <<culturale » a una linea « politicistica », e si accusavano perciò i goliardi di adeguarsi a un riformismo ormai superato; si sosteneva che ogni iniziativa <<politica», non fondata su una nuova ideologia, non solo era vana, ma sfociava inevitabilmente nel comunismo; e perciò già si prevedeva la sudditanza dell'U.G.I. al C.U.D.I.; si riaffermava che compito principale della rappresentanza era la ricerca di nuovi contenuti da introdurre nella vecchia « Università borghese>>, e perciò l'U.G.I., in quanto sosteneva il suo programma di riforma della scuola, veniva indicata come forza non studentesca, e priva ormai di qualsiasi originalità. Il movimento goliardico aveva rinunciato, secondo i giovani cattolici, a esercitare la sua funzione rinnovatrice, per tentare un'operazione politica, in corrispondenza al fallu11ento dei partiti minori nel paese: e se ne citavano le prove nell'Associazione laureati, nell'organizzazione degli studenti medi, nella stessa impostazione data all'attività dell' U.N.U.R.I .. La polemica delle Associazioni goliardiche contro le organizzazioni comuniste e cattoliche, e la loro mancanza di a11tonomia, era ricondotta anch'essa a fini esterni; e la si giudicava controproducente e reazionaria pe~chè distruggeva la comunità universitaria che doveva invece necessariamente basarsi sullo articolato gioco delle correnti cult11rali, in vista di una nuova elaborazione dottrinale. L'11nità dei giovani cattolici si rivelava da questo punto di vista insostituibile, e l'Intesa era perciò al tempo stesso fattore di progresso e custode della democrazia nelle Università. Ogni cosa, anche la più assurda, trovava così la sua giustifiBibloteca Gino Bianco
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