Nord e Sud - anno II - n. 8 - luglio 1955

socialità e a rievocarne altresì le strutture gerarchiche, provvidenziali e sollecite del bene di tutti e l'efficacia di un'economia pianificata: in tutto ciò non v'è chi non veda come anche questa sia reazione, democratica e sociale, all'individualismo capitalistico del secolo scorso. Ma un altro aspetto più ancora richiama l'attenzione dell'A. sulla città del medioevo: il suo stretto legame con la campagna. La vita di essa aveva le sue origini nel progresso agricolo della campagna, la quale, come si sa, penetrava profondamente dentro la I cerchia delle mura. A dire il vero tale fisionomia fu precipua delle città italiane: ancora oggi entro le mura, per esempio, di Siena medievale, nonostante l'intenso sviluppo edilizio moderno, larghi spazi sono lasciati alla coltivazione, ed è facile immaginare quale dovette essere la loro estensione nel medioevo; e ancora, nel Palazzo della Signoria, il Buon Governo di A. Lorenzetti ci dà una pittorica raffigurazione di come quell'unità tra città e campagna fosse concepita quale saggia politica urbana. Il M., da parte sua, mette in risalto che fu proprio la carenza di una larga base agricola, comune a tutta l'Europa, con l'eccezione dell'Italia, a determinare la decadenza della città medievale. E a questa unità egli si richiamerà in seguito, nel tratteggiare la città del futuro, la città biotecnica, come quella del medioevo organica e fondata sul largo contributo della campagna. Di fronte alla città medievale quella barocca è un'anti-città. L' A. precisa che il termine barocco non è da lui adoperato nella stretta accezione architettonica del termine: barocca è per lui l'uniformità politica, in opposizione all'universalismo medievale; barocco il centralismo amBibloteca Gino Bianco ministrati vo e burocratico, in opposizione alle autonomie locali del medioevo; barocco l'assolutismo del sovrano e dello stato nazionale, in contrasto con il potere assoluto del dio e della chiesa medievale. Legge, ordine, uniformità im-- perano nella capitale barocca, come stru .. menti di coercizione adoperati dalle clas.. si dominanti. La logica matematica e il razionalismo cartesiano si traducono nello schema urbanistico dagli ampi e uni, formi tracciati. In sintesi, un'assoluta meccanizzazione: del tempo, dello spazio, del potere. Ma, a sintetizzar troppo. l'A. finisce con l'indulgere a concordanze così rigorose tra aspetti della vita non omogenei, quali le manifestazioni del pensiero, le strutture psicologiche deg]i individui, le abitudini mondane, le in venzioni urbanistiche, che non possono non lasciare perplessi: a un certo punto può nascere il dubbio se la innovatrice progettazione dei boulevards parigini non debba attribuirsi alla filosofia di Cartesio più che al prefetto di Napoleone III. Degradazione dell'ambiente e depres• sione del livello di vita furono, per la massa dei suoi abitanti, i risultati della città barocca. Ma nemmeno dall'immenso progresso tecnico e dalle impensate innovazioni della civiltà industriale, la città, quale unità sociale, trasse il beneficio di un salutare rinnovamento. Anche la più favorevole occasione fu sacrificata dalla mancanza di una associazione collettiva e di un controllo sociale responsabile. Il progresso del XIX secolo fu at• tuato senza una adeguata valutazione del• le finalità comunitarie; o, peggio, in contrasto con esse; e la disintegrazione del• la città continuò fino allo svuotamento di ogni valore umano. L'ammassamento di milioni di abitanti in zone centrali, I

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