La terapia-urto ebbe dunque i suoi effetti: ed ecco Napoli popolarsi di nuovi prodigi, spietati, letterari, senza più stupore ma anche senza commiserazione, senza vergogna, quasi senza dolore. Al vezzo della letteratura nera si sovrapponeva l'imperio dell'inedito, dello stupefacente. Ma dire di un essere umano, en passant, che esso è << un enorme pidocchio » è molto più che un rilievo realistico, è un'empietà infinita e gratuita, cui una successiva carezza crepuscolare ( << ma quale grazia e bontà animavano gli occhi suoi piccolissimi ») non può aggiungere nulla, tranne il senso di una superRua irrisione. Appartiene agli obblighi di mestiere dei « neorealisti >> dimostrarsi sicuri che, al funerale di un bambino, i singhiozzi dei fratelli dell'estinto siano falsi? Ma il piacere giornalistico per l'orrido è ormai padrone del campo: da tanta minuzia descrittiva, da tanto mefistofelico decadentismo, l'arte è lontana. Vittime di una vecchia letteratura riesumata da una nuova formula, altri mostri si aggiungono a quelli malapartiani, in una nuovissima antologia del « colore locale >>: cc ••• d'ogni parte, intanto, passavano nani e nane, vestiti decorosa1nente di nero, con le facce pallide, deformi, grandi occhi pietosi, le dita come rami al petto, badando a scansare i bambini e i cani che li urtavano. Altri mendicanti, minorati o semplicemente professionisti, erano sdraiati a terra, con l'immagine di questo ·o quel santo patrono incollata sotto il mento, o con un cartello che elencava· le disgrazie e i figli. .. » (49 ). « ••• Incontrammo due bambini che salivano rincorrendosi con dei gesti oscenL Una donna che scendeva dal secondo piano portando una bottiglia verde avvolta in un fazzoletto come fosse un bambino, e comprimendosi con l'altra mano la guancia, da cui fuoriusciva una specie di bubbone, di fungosità rossiccia, forse prodotta dall'umido. Sentimmo a un tratto cantare, con una voce affannata, stranissima, un inno sacro in cui si lodava la bontà di esistere ... » (50 ). cc A piede di un materasso disteso per terra, c'erano delle croste di pane, e in mezzo a queste, muovendosi appena, col!le polverosa lanugine, tre lunghi topi di chiavica rodevano il pane ... Usciva intanto, da dietro una tenda, aggiustandosi la cravatta, un giovanotto in abito da società, con un viso tutto pustole, e la pelle, sotto quelle macchie marrone, di un pallido verde. Aveva in mano un violino, e lo toccava appena con le sue vecchie dita » (51 ). « U11a donnetta tutta gon- ( 49 ) ANNA MARIA ORTESE: Il mare non bagna Napoli (Torino, Einaudi, 1953), pag. 72. ( 50 ) Ibidem, pp. 91-92. { 51 ) / bidem, p. 93. Bibloteca Gino Bianco
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