All'autore un tale traguardo dovè sembrare troppo poco. Ed eccolo alle prese con più complesse architetture, troppo gravose per le sue forze, mentre nel suo stile da inchiesta sociale si stende, nelle pagine di Morunni, il segno del programma ideologico, e sulla sua giovane carriera di scrittore fa capolino il sospetto delle « ambizioni sbagliate>>. Volgendo alla fine questa nostra panoramica letteraria, parliamo ora del più recente esemplare di quella che avevamo chiamato la Napoli da rotocalco (48 ). I precedenti letterari sono 11umerosi, e tutti sapientemente rifusi nello sguardo disincantanto e nell'angelico dolore di una << zi11gara assorta in un sogno >>: ritorna, innanzi a tutti, la Serao del Ventre di N apoli, c'è Malaparte coi suoi prodigi incantatori, c'è certo realismo contemporaneo, studiato e analizzato con intelligenza, con sensibilità letteraria, con sapiente dosaggio di emozioni. Ma nella Serao c'era la commozione sociale mista allo zucchero delle canzoni, la romantica pietà delle sue popolane scarmigliate; in Malaparte l'ansia di sbalordire era così evidente· da diventare un gioco intellettuale non privo di curiosità e di mordente: egli raramente riesce ad essere crudele, perchè è sempre giocoliere e fumista; in molti scrittori neorealisti, e specie nei migliori, c'era stata almeno la t)rudenza di salire le.ntamente, gradino per gradino, la scala dell'esperienza letteraria, senza salti e senza improvvisazioni. Ecco qui, invece, la « sonnambula>> del Mare non bagna Napoli, appena desta dal suo lungo sogno crepuscolare, imboccare decisamente ed in gran fretta la strada della << realtà» e della «denuncia>>. Si tratta di chiamare le cose col proprio nome, dopo tante cincischiature psicologiche; o meglio di dare ad ogni cosa il nome opposto a quello che essa ha avuto finora, usare << parole come sesso jn luogo di cuore, .,sifilide in luogo di sentimento, e ossessione come ispirazione ». Poteva bastare ? Oppure il passaggio verso una realtà così svelata e truculenta si sarebbe rivelato troppo brusco per una donna avvezza alla tenue cadenza dei racconti intimisti, e le avrebbe sottratto quello che veramente conta, in simili frangenti: la pietà? I ( 48 ) La definizione non si riferisce sempre e soltanto alla qualità letteraria del libro in parola, ma alla particolare natura di un intento utilitario che ci pare di riconoscerne alla base, ed al quale riescono a sottrarsi solo alcune pagine felici. Intendiamo parlare del racconto Interno familiare e, almeno in qualche sua parte, del primo della raccolta: Un paio di occhi"ali. Bibloteca Gino Bianco
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