... In sostanza il dramma del Meridione è quello di aver sofferto in mi5ura assai più vasta, per più lunga durata e per quasi tutto il suo territorio, i danni ovunque in varia mist1ra provocati da uno sviluppo industriale ,:erificatosi senza un razionale e meditato piano urbanistico, sollecito di mantenere una certa equilibrata armonia tra regione e regione, tra provincie e provincie e tra le città e la campagna. Se le industrie non vanno nelle provincie e nelle campagne, prima o poi gli uomini dei campi e della provincia sono obbligati a trasferirsi nelle metropoli. I progressi agricoli non sono sufficienti da soli ad arrestare il fenomeno se l'eccedenza di popolazione non trova il suo impiego e sufficienti ragioni di attrazione da un parallelo sviluppo delle industrie nella zona. Occorre anzi rendersi conto per tempo che nessuna seria garanzia di stabile progresso agricolo potrà aversi senza che, attraverso un'intelaiatura di attività industriali locali, si provveda a correggere la sistematica frana demografica che, attraverso l'emigrazione, elimina il miglior humus umano e rende la vita provinciale sempre più povera e sterile di iniziative e· di possibilità. La stessa riforma agraria rischia di risolversi in un immane fallimento se non accompagnata, e per tempo, da una serie di iniziative industriali che ne integrino e consolidino gli effetti. Vi sono freni inammissibili allo spostamento delle popolazioni (leggi contro l'urbanesimo) che impediscono lo sviluppo di sani processi emigratori dalle affollate zone agrarie del Sud; ma nulla si e fatto per restituire fiducia alla borghesia di provincia. L'esodo sistematico della borghesia (e il termine è inteso nel suo significato liberale, di ceto intelligente e intraprendente, e capace di sollevarsi dall'immediato suo interesse individuale a visioni che si conciliino con l'interesse generale) dalle provincie agricole è uno dei momenti caratteristici della crisi che avvilisce l'Italia ed altri paesi europei ed è uno degli aspetti più preoccupanti delle difficoltà del Mezzogiorno. Immiserita e avvilita dalle guerre e dalle inflazioni, la piccola e media borghesia provinciale perde il gusto del vivere liberale; l'attrazione delle zone industriali ove si accentrano energie e ricchezze, mentre le zone agricole sembrano nel confronto languire e addirittura peggiorare, ne spinge una parte all'emigrazione. Ma l'altra parte, rapidamente proleBibloteca Gino Bianco
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