Giacomo Matteotti. Giornali del 30 giugno 1924

'aivelàzioné · . ' ., \ . L 1 qssasi-!11io d·i. ilfat.teot.ti non li.a 1nate- ,·ia.l1tum.l.c,tu:Ìla di d.iverso da tanLì a.Uri e.11isotL{ di. tragica violenza. Ma esso lui percorso conte una folyore la coscienza ·p1tbblicn, c<mdc.11rnndo i.n. u)i· solo ,;Uo sa.crifi.cale ,;, moliv; della ·i-[(Ìwm.iri.{a, delle so_ffcre11;;e, dc,Ue s11.cra.,n.c , d.cl tlovcre di tul-fo un 71opolo. Come per 1m.a i.~tanta– ;tea Ritielazione, it m.arHrio di i \latteol.li , ha illuminalo in blocco, libero' <la ogni fra11g-ia retorica, da og11t suagcsUone di basso utilitarismo, da ogni ingonibro di vi!Jliacch.cria, iL vroblem.a del d'ispot-i– sm.o e , lei.la lilJertà 11clL'ltalia fascista. t · nost.-ra 'Vergogna eh.e ii problema. della Libert<l 1.lebùa n.el nostro vaese esprimersi ancora ·in termini che sono so171assali da. ogni popolo civile . .lf11.sso– lini crede o (Ln.ge di ai·er scope1·t-o L°Jl me– rica 'luando af{crnia che non esiste ~un ... con.cello, assoluto di libertà. Ma se non si può risolvere, con id.entità di formule politiche, la Ubertà dei sudditi di Ras Tafari e qul!lla I.I.ci cittadini del Belgio · conternpora~co, è anche vero elle la Ti.– volta delle coscien;e itaLiane contro l'a– bomi.nevol.e eccidio ha dhnostrato che C asstirdo pretendere · di tenere il nostro pa.ese sottd a clima politi,co delle- sor- genU del Nilo A;zurro. 1 • ' E se la degcnera.:ione délle democra– zie modern:e è fònte di formulabili pro– mem;. di. libertà, adeguati .all'imponente intreccio di esi.gen;c spirituali e ,nate– rUJli detla civt.ttd contempor.anea, ciò non · au.tori:za a preferire l'organiz:azione po– litica di- antichi odiati regimi: cosi coni.e tareltbe,. p<.U:.escocom.battere certo uma– ni-taTism.o [rollo ed astratto ~on l,'a.p?- · togi~. dei cam~bali. Nel suo u.ttimo discorso parlamentare che gli valse la condanna a fflorte, /lfat– JcoJL'i, avendo suscitato gli urli della 1!!4ggiora,ri;a per un accenno aUn poli– tica mes,icana,._dei,' fascismo, gr.id -0 con la sita voce sqttill.ante: Chiedo scusa al M_essi.co! Profelica anima. Egli' .d-Oveva col .ruo eroico sac-rifl;io, rivelare agli Italiani un~ spettacolo inconfrontnhilC 'di corr.u;;i.one, di brutalil-à e di crimi.nale sfr~ntatez:a .. La crisi che ha travolto il mito del fa- 1cio littorio {ciò che 71otrà an~ora res:f.. duanie non sarà che resisten:.a di rilut– tanU iT),tiressi pa~licolari) è la più alta · rive1ÙticazUJnc deUo spirito. A.I che tante LegUJni,pronte a scaraventare sul popolo inerm.e il piombo promesso dal dur.e? No1~suUa punta, delle loro baionette era il segret;o del dispoti.co dominio, ma sui. la frale:;a delle cpscienze sm.arrite. Non è la prima volta che la grandezza di. un marUrio ha fatto eroi.lare un regi– me. Ala no'n si può pensar:e scn;a ango– scia che per libera.re i'ltalia da Una ban– da di brigant,i ha dòvuto, ha voluto· mo– rire una cosi arrlen.le e intemerata gio– vine:.:a; e non Si pU-0 che a gran<!,e sten– to ricordare il. su.o sacrificio senza pro– rom pere in roventi inipreca;ioni. \fiva egli nella 1wstra accorata grati– tudine. Viva nella nostra decisa 1;olonld di yf.scossa. VOLONTA Jt· volto de I la Patria Giuscpp~ Donati', in un not~vole ar– ticolo del Popolo, intitola\o Faida di comune, ha preso occasione dal misero pettegolezzo scoppiato (nel bel 1:l'ezzo della discµssione sul discorso della Co– ronai sulla condotta politio., dell'Am– ministrazione socialista di Milano du– rante la guerra, per svolgere alcune interessanti osservazioni. ' Pur riconoscendo lo sforzo che i so– cialisti unitari fanno per superare I' er– rore poli tic~ di non aver .sufficiente• rriente:· apprezzato la ~ealtà del senti- r mento 1 nazionaie, il Donati afferma che essi ·!}on possono far questo con van~ taggio' e cop onore metteitdosi 1< sullo stess~ terreno dei pròpri a~ersari po•. litici, gareggiando con essi ·in proteste di fodeftà e di devozione ad un ide~le che di comune non ha che la parola con cui lo si espi:ime. Patria o Nazio- . ne, d• altronde, sono dei concetti-realtà politici, di fronte ai quali ogni parti– to assume un suo peculiaie atteggia– mento, discriminato ·in base ai propri principii ,,., Ed aggi_unge: "Patria si dice dal– l'una e ~all'altra parte. Ma la parola Patria, intesa dagli· uni in senso mazzi– niano, non ha certò lç, stesso contenuto· concreto per chi la intende iri senso nazionaUStico >>- Ciò è esattissimo. Patria _non è con– cetto astratto ma concreta realtà mora– le. Come tutti· i valori morali che han– no un significato· sintetico ed una fun– ·zione direttrice, è essen..-.iale· che esso esprima e consenta di esprimere le più nobili aspirazioni dello 0 spirito .. . Se per esser pattiotti ci si 9ov~sse · piegare per strana ipotesi {li gusti can– nibaleschi di qualche tribù afric~a. chC non sar~Dbe orgog1ioso di proclamarsi nemico ·della patria} Nemico cioè di quella patria di cannibali per la pre– parazione di una patria d•uomini civili? L'ipotesi diviene meno paradossale e più storicamente vissuta se la si tradu- una contradizione in termini. Per gen– te che afferma di considerare· la Nazi o-• ne come il termine assorbente e in~aHM cabile dell'attività· umana, noò s'intenM dc come sia amro'issibile la distinzione degl'ltaliani in due gruppi, uno degli ·elett"ì e )"altra dei reietti. L:on. Teruzzi ~ha espresso in sintesi i Sen_tjmenti dei suoi compagni, rivolgenélo la seguente frase. ali' on. Gonza)es : o Voi non ,,:do·– vreste avere neanche la cittadinanza italiana 11! Ed invero si giustifica. la permanenza al potere dèl p~rtito. dominante; i~di– . pendentemente da ogni evento parla– mentare, con la necessità di 'difendere In Nazione dall'imti-Nazione. Si giun– ge, come- si.,è giunti, a c~stituire i fa– sci all'estero, che p~opagano · fuor dei confini .della patria, sia puJe non sem– pre intenzionalmente, la fa~le divisio– ne dei cittadini del· nostro paese, nelle due sette ?ei fedeli e •de~li infedeli. Lo strano è che, date queste prémesM se, ;r Popok d'ltalia si meravigli del fe- . nomeno e che faccia dClle copsidera– zio'ni del gènere di quelle· contenute in una rec~~te nota polemica : u In p;eee possiamo' dividerci' in t~enta. fedi diverse, ma all'estero si dève essere tutti e soltanto italiani e quindi Soste• nere quel qualsiasi çovemo che risie– de iit Roma anche se è contrario alle. nostre idee. e anche ai nostri personali interessi. Così fanno i p~poli forti\ quelli che hanno la fortuna di .posse– dere una <:~scienza n~zionille sal~a e omogenea H. .Perfettamente. Ma è ,necessarlo sc,e– gliere. O ci si · attC;ggia a fond,tori di un :era -profondamente . nuova. dìe re– cando un càpovolgimento dì valori (come quella russa ad esempi9) passa sopra al rispetto dei vecchi istituti e dei principii correnti, ·ed in tal caso non può far meraviglia il fo;nomeno e la menta:lità degli emigrati; ovvero si fa appello all'esempio dei « popoli tforti, quelli che hanno la fortuna di posse- .ce iri, termini di attualità. Se ne;l pa– triottismo fosse per avventura implicita )'accettazione paSsiva delf arbitrio, del dispotismo e della simonia noi non èi sentireITlmo Cittadini di cotesta Patria. li patriottismo è up profo~d~ senti– mento di solidarietà fra gli uomini di una data consociazione territoriale. lf\ seguito alJe moderne lotte di naziona– lità, il vincolo di patria 110n patisce di~ stinzione 'di razze, :di religione, di gruppo politico o sociale. Un_ Inglese, un Francese, un Tedesco sono consi– derati e proletti come cittadini del . ri– spettivo paese firo agli ultimi confini del mondo, qualunque sta il partito cui appartengono. Ed. il vincolo è tanto saldo· ed unitario che negli Stati moder– ni non si concepisce un cittadino fuor della tutela giuridica del proprio Stato. . dere una cosçienza nazionale ~lcJa e omogenea I> ma in tale ipoteài bisogna anche ripudiare gli esclusivismi -faziosi del fascismo che ci riportano assai più vicino ai ~istemi delle anti~he· lotte contro gl'infedeli anzichè- alla mentali– tà delle moderne conquiste nazÌonali. ·10 posso mancare alle leggi del mio paése ed esser colpito, per il reato' commeSso, con le previste sanzioni, ma ciò non menoma affatto il vincolo di solidarietà che mi protegge mercè l'autorità della bandiera nazionale. Premesso questO, appare evidente che la concezio~e nazional-faSCista è Nessuno pensa che tutti i f!'sclstl siano co1111n·o1riessl por l' 1issas– sjn10 Matteotti. Comt,l'omos.~i son qoolli che non vogliono estese le _inda– gini suUe 1·esponso.bllità - senza llmiti. Ed infatti a giustificazione delle in– temperanze settarie si •S,ente dir~ 4i quando in· quando che il fascisino è religione. Neanche questo è vero. Nel falso misticismo nazionale del partito dominante c'è tanta parte di liturgia cristallizzata, di bacchettoneria, di re•~ torica a freddo, che ad. oW\i anima sin-' ~Cra rende davvero ,irriconoscibile il volto della patria. Nè· le· automatiche giaculatorie della beghina· nè le alle– gre feste del Divino Amore ·danno la vibraziòne della coscienza religiosa : nè le tirate , par~laie ~è gli sbandiera– menti a ripetizione esprimono la èo- .' scienza nazionale. Per· ri~petto al1a causa cui tante giovinezze sono state immolate nell'immenso rogo èlellé. guerra, bisogna reagire· senza debolez– za contro i farisei del monopOlisrno nazionale e. le loro ~ofe-matjche itartu– ferie. Noi non vogliamo negare che tra i fa. scisti - specie tra le giovani schiere che vivono di disinteressato krvore ·- vi siano Italiani pronÌ:i al sacrifizio per il loro paese. Neghiamo tuttavia con fermezza che la patria si difenda solo soÌto i gaglinrd~tti fascisti e neghiamo N~ssuno pcn,sa· che crolli la roputaziono ,li tutti I fascisti. Ciò cho Cll'Olla è la ro11utazlone doi capi. Ciò cl,c crolla è In ollga-rchiu cho umilia gli stessi gregari ~.I ruolo ili servi o favorisco la trista fungaia. 3 che Per difendCrla sia' necessario ·a~cel– tare. la i~sensata r~t,orica ..del P,~Jo dominante. Se ·per il bene del nostro paese sarà necessario ~cc~ttare- la de~ fini:tion.e ·spregevole di · ·senza-pa"tria, ebbene, noi difenderemo l'avvenire dell'Italia sotto la ba;,diera di ,imza– patria. Non ..per va~uo nominaliSmo rioi e' indugeremo . a contendere. Ma una patria che serva soltant~ a facilitare il me~cimonio dei pubblicani ed .a sOffo– care la voce delle libere ~oscienze, 1-noi non la rico,no.SCerem~ gi~minai. Così come in guerra mai ri_conoscem– mo la patria dei professionisti del fronte internò, degli sp_ecul~tori della sventura, dei 'retori del sacro suolo. E dopo ciò ci chiamino -:~ure i ·senza patria. C. d'Q. Il giudice -~ :la legge Gli atti, m.agist·rati deUa Cas,a:ione hanno elevato solenne protesta contro un. appre.ua- me1i:to poco benevolo, .se bene soltanto i111.plicito es-presso dal partito 'd~l la·vor0: e da.le' ,unioni in.{Ìlesi, i11, 11:n. telegramma cht1 /eliçita il n-Oslro paese per aver ridato indipendenza .alla •gfu- sl'izia. , , Ma eont1'"o la 'veritd è perrfett~mente 1.·ana ogni protesta. Se oggi si parla Clt a.tsocia:ione a deUntjuere e ip'erchè s-i coordinano e ,concatenano reati antichi con réat·i -nuovi: . tuUi finora i1npuniti. ~e . •{ Chi ha i1npedito, se non il regJrne fa$ci• ,ta, di procedere Contro quei del-itti? E se la 'coscien:::a popol~re 110n ·si fosse questa volta scatenata in un impeto di c.secra. :ione contro il misfattò, forsechè la i– struttoria per i'a.ssa.ssif'lio di· atàtteoUi non sarebbe andata a far compagnia, nei polverod scàgali, agli altri ·proceéli- menli sospesi o incompiuti? La indipendenla deUa ·magistr<ltura ~ <'1to dei problemi più tLrgenli che t.'Ita,: lia d.evc a(!1'qnl,arè: per 1Q s'Ua rintucita~a paese civile. Fino a quando l'-E.tecutivo po,trà · infuire sulle proced1fre giuàUiarie e sult'applica:ione della legge, la vita e gli averi dei cilta.dini saranno alla mer– cè della tira7J.nia. IL giudice non deve avere alcuna scelta sùU'applica:w'!e dell/l legge. La' légge, ,ma e certa, deve essere eguale per tutti. re ·invei-osimile che in Italia cid debba ancora essere un. u pròbÌema I) e non cQnquistata realtd. E morUftcant.e che ,· possano oggi ri,petersi con valore. di al– lualilà le ,parole scritte da Cesare Bee. caria, ceiìtoscssa.nta aiini 'or so,w: ,/ Quando un codice fisso di leg!/i che si debbono osurvare · alla lettera non la. scia ~l giu<lice allra incom)Jen:~ che di esaminare le a:;,ion.i tle' cittadini, 'eJghuLi– ca·rle confo·nn.i o difformi alla legde scrit, la: ~uando la 1Ioro1.adel giusto o delt'in– gi1Ìsto, che deve dirigere te a:ioni sl del cittadino •ignorante, come del ·cittéldino filosofo (sè del fascisfa che dell,anli!a– scistn), non è ·u1i aff'are d-i controver$ia, •ma di fatto; allora ,i sudditi "n01i so,w soggett.i alle p·iccole Urannie d-i ~tolti, tanto più crudeli, quanto è 1ni,10re la distanza fra chi soffre e chi fa soffrire; piil, fatali, che quelle· di un solo, pe.rchè il dispot-is111.odi molli non è correggi!Jile che dnl clispotismo di un solo, eJ 1a CML.– dellà di 1m disvoti.co è proporzionata 11.onalla for::::.a, mai agli ostacoli "· Or chi potrebbe since-i-dmentt afferma– re che negli 1tlli1rti anni l'Italia abbia ·avuta una legge certa e senza privilegi! E che la pa:vida debolezza per il ca-j,o del fascismo non s'ia s:tata pa:rlorita dal terrore del dispotismo dèi molli!, La 1.e.g(Je guale Per lutti e· ammini– strata ·da ima magistral·ura indipen.d.en – te: ecco ·una ·cnnquista essen;iale ad ogni libero ·pae~e. Ricordiamo le paròle. di Davide 11.ume: (( TÙlto il nostro sistema politico,· e cia.scuno degli organi suoi-, l'esercit.o, la floUn, le due cmnere e via dicendo lu.tto ciò 11.onè che• uu me.no ad ·un ;olo ctl 1l11.ico ftn.e, la_,co~eroa:io- 11c e la Ubettà. ilei d.odici grandi giu'dici cl'Inghilterra.2). .... .•

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