Giacomo Matteotti. Giornali del 30 giugno 1924

.. , 8 Matteotti "· Sarebbe difficile non scor– gere il vero motivo. per cui la reazione fu così pronta e così unanime nel fatto che già da tempo le II democrazie occi– dentali ,, si sono fatte un concetto, for– se non esatto, ma assai preciso e del fascismo e della persona del suo Duce. Ote molti Italiani non se ne potessero accorgere è sintomo di un'altra, ben più grave realtà che pure in questi gior– ni abbiamo dovuto constatare : l'isola– mento morale dell'Italia dall'Europa, isolamento che i metodi fascisti.... di pubblicità hanno poco a poco creati senza prevederne le gravi conseguenze. Verso la controffensiva Con l'arresto del comm. Marinelli che viene effettuato dopo le ore 21 del mercolcdl 16 giugno, dovrebbe - nel– la evidente intenzione dei responsabili - essere chiusa la serie delle 11 vittime espiatorie ,,. Per u la testa del De Bo– no )1 si prolungherà a!pra la polemica. li generale della Milizia non vuol an– dartene. « li Popolo d'Italia» ed il (t Nuovo Paese ,i con accenti minaccio– si proclamano << Tutta questa faccenda ha un limite che non potrà essere su– perato e il limiÌ:e ha pe_r nome De Bo– no 11 (« Mondo II del 24 giugno). Oltre agli energici articoli del « Mon– do 11, l'editoriale del « Corriere della Sera 11 (del 24 giugno) vibratamente protesta contro ogni « prestabilimento di limiti II ali' inchiesta sul delitto. Viene trascinato alla ribalta anche Michele Bianchi con i suoi Balletti u e non Poletti o e lo sfruttamento dell' emi– grazione clandestina. Il " Giorno 1> di Napoli ( 19 giu"'10), stamoa il ,uosso ti– tolo II Vadano via Acerbo e Bianchi n. Ma, insomma, esclama sdegnato il << Nuovo Paese u u l'imputazione di as– sociazione a delinquere da un punto di vista strettamente giuridico potrebbe estendersi a tutto il movimento fasci– sta I 11 (21 giugno). Dopo Marinelli ad ogni modo nessun pezzo grosso è colpito da un mandato di cattur·a ... Nella stessa notte dai mercoledl ( 16) aJ giovedl muore àdinitivamente il « Corriere Italiano n; negli ultlDU giorni non riusciva a smerciare mille copie; ogni curiosità era vinta dal ribrezzo. Ed è pure nella notte di mercoledì che << Finzl non è più disposto à, par– lare 11 (« li Popolo 11). Viene fermata J'intervista che aveva gi à data a l uGior– nale d'Italia». Tenterà inva.no di otte– nere un n giurì d"onore" d alla Came– ra, tutti sembrano d'accordo nell' addi– targli come il più conveniente 'dei giurì sia quello della Corte d'Assisi. li « Po– polo 11 (21 giugno} specificherà chiara– mente i " punti oscuri 1> della gestio– ne Finzi a) Viminale (senza pregiudi– care le responsabilità che risalgono al suo superiore) : atti di gestione in ma– teria comuna1e, amministrazione di pa– trimoni caritativi, appalti pubblici, stra– de, concessioni portuali, petrolii, con• cessione Sindair, raffinerie di Fiume, miniere di Raible, partecipazione alla Ansaldo.Cogne, Consorzio valori indu– striali, valuta fiumana e cambio corone, liquidazione ricuperi, beni dei sudditi nemici, decreti borsistici e relative spC– culazioni dal venerdì al lunedì, conto del portafoglio, sistema delle anticipa– ·zioni, conto delle spese di rappresen– tanza, delle spese di indagini, delle spese segrete, dei fondi di erogazione per la stampa, prestito polacco, spese– per la milizia fascista. Sulle ragioni del subitaneo ritq_rno al e( riserbo 1, di Finzi si sono fatte pub– blicamente varie ipotesi (colloquio con il comm. Censi?). Non importa : anche il silenzio di Finzi era necessario per sgombrare il terreno alla « contro offen·siva n. Dalla parata del eorpus Domini al discorso di San Giovanni. cc La nostr~ c~ntroffensiva comincia oggi e gli avversari ci troveranno al no– atTo posto" grida l'on. Dino Grandi ai _fascisti riuniti nella piazza di Bologna: VOLONTÀ per agevolare la dimostrazione delle camicie nere le autorità ecclesiastiche avevano ordinato di spicciarsi più pre– sto con la processione del Corpua Do– mini. Nel pomeriggio di q~el giorno anche a Rom.a la presenza di numerose squa– dre fasciste nel centro della città, desta viva apprensione. Si sussurra di un con– flitto F ederzoni-ltalo Balbo. Però I'« I– dea Nazionale » terrà a proferire que– ste parole chiare : n I nazionalisti dal giorno della unificazione sono alati &o– no e restano fascisti (21 giugno). Così viene rintuzzata la n speculazio– ne nominalistica u (il termine è usalo scevro di reminiscenze filosofiche) dal <1 Giornale d'Italia n e dal n Sereno n. Nella domenica successiva si ripete la 1c concentrazione di forze della Valle Padana ,i; dieci ne di migliaia di cami– cie nere riempiono Bologna. o Noi dichiariamo che i vincitori del– la situazione siamo nod n dice F arinac– ci e prosegue: 11 Fascisti, la situazione è ottima! Lasciate, o fascisti, che noi possiamo ancora dire al Duce di mar– ciare avanti infischiandoci di tutti] ,,. Ormai il « Popolo d'Italia » (22 giu– gno) crede di potere constatare : « Dopo dieci giorni di burrasca, la nave di Mussolini emerge con le sue podero~sc fiancate sopra le onde ,,. La contro offensiva si svolge però a passi frenati. E' piuttosto 11n nuovo tentativo di intimidazione da combina– re con la captatio benevolcnliae dei ceti timorosi e desiderosi di 11 pace qualunqu~ ,1. U giuoco appare us~o. Le violenze destano più irritazione èhe paura e devono dallo stesso Governo venire subito represse. I fascisti tori– nesi della 11 Dannata Toti u che voleva. no dare un po' di slancio alla contro offen.s_iva sono incarcerati ed il prefet- to che tanto si mostrò servizievole - Palmieri - è liquidato bruscamente. Qualcosa d'indefinibile spinge il Dù– ce a non fidarsi più della 11 faccia te.r– ribile 1, a mettere innanzi lusinghe e assicurazioni di pace. Ma oltre l'abisso di sangue e di fango, chi è ancora tanto ingenuo da credere alle• parole dopo I"uso superlativamente u machia– vellico n che si è fatto delle asserzioni, smentite, rettifiche nei discorsi e nei comunicati delle agenzie ormai famige– rate} Un giornale non avverso al regime osservava (in merito alle smentite uffi– ciali sul De Bono ed altri) : u In queste due sett-irnane troppi illustri personaggi hanno due ore prima di fuggire dinan– zi al carabiniere... lanciato alla stampa fieri moniti e proclamazioni di integrità morale! n. La constatazione può essere formidabilmente generalizzata : non da due settimane, ma da venti mesi, non solo nel caso di un processo penale ma in mille diversi episodii di politica interna e di politica estera, gli Italiani hartno visto le più autorevoli. solenni. spavalde affermazioni, i più recisi di– nieghi, smentiti due ore dopo dai fatti che invano ancora dopo con furbizie pacchiane si tentava di occultare o al– meno di interpretare contrariamente al vero. Per il discorso al Senato si cerca di preparare una aspettativa benevola e speranzosa. li « Popolo d'Italia» fa appello alla 11 carità di patria 11. L'c<Impero u malin– conicamente si rassegna a non invoca– re più la dittatura (24 giugno). 'li Senato è riunito. Mussolini parla. Discorso scialbo. Accoglienza .... incer– ta, quasi fredda. La lotta seria e difficile comincia eo– lo adesso. -Crisi parlamentare Era slnto pro.,"'Vieto <turar! · J J,rnp~- gna elettorale che le minora~ sareb– bero uscite agguerrite dalla lotta. Il loro contegno al Parlamento è stato di una intransigente fermezza. Sorretti dalla coscienza di rappresentare a buon diritto e per diretta designazione vaste correnti della pubblica opinione, i deputati delle sinistfe hanno vittorio– samente resistito al numero soverchian– te degli eletti dal governo. Dopo la dichiarazione recisa di di– sconoscimento della legalità di questa legislatura, si faceva di giorno in gior– no più evidente il carattere di resisten– za ad oltranza impresso all'azione del– le opposizioni parlamentari. li delitto Matteotti non ha fatto che accelerare il processo. E' ormai evi•dehte che ci sono due Parlamenti, uno a servizio della libera Italia, che non int&nde più avere rapporti col capo del fascismo, responsabile morale dcli' eccid,o, ed uno a servizio del governo uffitiule di Mussolini. Nessuno potrebbe confondere la u– nione delle sinistre con uno dei soliti blocchi di triste memoria, gie..cchè nes– suna preoccupazione di carattere par– lamentare turba il giuoco serrato che riunisce insieme, per la conquista di un libero regime, le forze dei vari grUp– pi dai popolari ai massimalisti. Mussolini ha accusato la minoranza di puntare al regime. Questo è esatto : essa punta al regime fascista. ll gior– nale del presidente del Consiglio con– stata che l'atteggiamento delle opposi– zioni non è costituzionale. Ciò è veris– simo : noi siamo fuori da ogni costitu– zione da quando un governo di parte si è insediato al pote·re sorretto da una milizia di parte e col programma dello Stato-partito. Si ha anche ragione di credere che l"eccidio di Matteotti non sia previsto nello Statuto albertino. Comunque, le minoranze non do– vrebbero preoccupare il fascismo se questo rappresentasse, come afferma, la maggiore e miglio? parte della na- .."!:-io&e. La ,rnaigiorenz.., può gove.rnaxe:. governi. Vuol tenersi come capo Mus– solini : se non ha nulla di meglio, ae lo tenga. Noi non ci nascondiamo la gravità della crisi, che l'andamento curialesco dell'ordine del giorno votato dalle op– posizioni non riesce a dissimulare. Le opposizioni non sono sorrette da mi– lizia di parte : esse si inspirano diretta– mente al sentimento pubblico e ai ap– poggiano alla forza popolare. Per il momento si sono ritirate sul– )'Aventino, dopo avere esercitato in Senato la pubblica accusa, specie coi due formidabili discorsi di.Albertini e di Sforza. L'avvenire dirà se la mag– gioranza sia incapace di esprimere dal suo s~no un governo non compromesso negli scandali e nelle violenze. L'irrigidirsi della situazione, malgra~ do il senso di responsabilità di cui in– dubbiamente le opposizioni non difet– tano, potrà portare a sbocchi impreve• dibili. li fascismo ba qualche fiducia nelle forze delle provincie; ma si guar– di dagli errori di prospettiva. Come elemento di giudizio, ci sem– bra assai interessante il seguente CO• mun:icato sulla Riooluz.ione Liberale del 24 giugno : « Mercoledì 16 giugno La Riuoluzio· ne Liberale, preoccupata di dare una parola d ·ordine ne.Ila presente lotta po. litica, presentava a riusciva a far ap– provare ali' unanimità nella· riunione delle opposizioni torinesi il seguente ordine del giorno indirizzato ai ·depu– tati delle minoranze a Roma: <e L'Assemblea dei rappresentanti e< dei partiti, delle organizz.azioni dei <(combattenti e delle tendenze politi– tt che torinesi non fasciste; constatato cc che nel!' omicidio di Giacor,no Mat– n tcotti è implicata la responsabilità di le tutto il Governo fascista; reclama le (t dimissioni di Mussolini e invita i dc– te putati della minoranza - i soli eletti u legittimamente dalla volontà popo– t, lare - ad autoconvocarsi ed a prov- 11 vedere al.I'ordine del paese e al nuo– « vo Governo "· « Oltre che dal gTUppo di Riooluzio– nc Liberale tale ordfoe dc1 giorno ven~ ne firmato dai rappresentanti autoriz– zati dei seguenti gruppi torinesi : Grup– po cc Italia Libera "i Unione goliardica per la Libertà; Sezione del Partito Re– pubblicano: Sezione democratica; Se– zione del Partito Socialista Unitario; Sezione del partito massimalista ita.lia– no; Sezione del Partito Socialista L'ni– tario: Sezione del partito massimalista italiano; Sezione del Partito Comuni– sta u. Altro che rimpasto! 01 aohile appello.della V1~11a ttisti La Vedoua de/ Martire trentino ha inviato alla u Libertà u di Trenio il ae– guenle appello : « Leggo nel Popolo d'Italia:« I sov– versivi rossi e i sovversivi bianchi ae vogliono le armi possono andare a prenderle. I militi hanno fucili, rivol– telle. mitragliatrici e una abbondante riserva di piombo. I sovversivi posaono farne richiesta alle Legioni 11. No, nessuno verrà a prenderle. Nes– suno saprà che farne. Gli Italiani non le cercano più, le armi fratricide. In un·atmosfcra, in cui vigila ed ope. ra lo spirito. colui, che ha un sol pcn– aic.ro, la violenza, resta infine solo con sè e colla sua arma. di cui non saprà più farsi e che può esser gctt'ata nel fiume del!' oblio. Il popolo non ha bisogno di armi fa. ziose. Alla difesa della gTande Madre ha il suo Esercito, sangue suo, fede sua, che nelle bandiere conaerva la gloria d'Italia dal 1648 al 1916, e che nessuno vorrà mescolare con elementi che ricordino la iotta civile, ae si vuo– le che quella lotta aia dimenticata, e che il popolo tutto ad esso si inchini come dinanzi al volto steaso della :Patria. 11 popolo non chiede, ora, armi. Già troppo le mane hanno pagato per er– rori ed orrori dei capi. Ad altre u,r.,i non le micidiali, fi. nalmente dà di' piglio l'Italia, ,.. A quelle che sole dcvol!J>· "O di, le armi della pace. A libri del J.hr1t:o, della Giustizia, agli antichissimi libri suoi. L'Italia mostra di anelare al lavoro, dopo tanto sangue e tanta sozzura. La vedova del martire Matteotti, nella aua rdigiosa pietà, non ha detto soltanto la parola più buona, ma anche la parola più saggia : Vendetta, no! E come il sangue dei nostri Martiri, della santa guerra aiutò la nostra vit– toria, così il sangue di questo nobilis-– simo Martire della libertà segnerà il principio della grande ~libera pace ita– liana u. E, dopo aver soggiunto che II coloro che affermano l'Italia essersi · fatta la sua fede patriotti-:.a sotto la disciplina dittatoriale, debbono ricordare che l'J. tali a escì guerriera robusta. agile, fe– dele dal suo libero reggimento di cin– quant'anni, e che rion s'impone ad un popolo un istit-uto contrario al suo ge– nio senza deformarlo e senza ferirlo 11, Ernesta Battista così, termina il suo ac– corato appello al popolo italiano: cc Risorga intiero, nella sua maestà, lo Stato, e nulla si lasci sopravvivere in esso che ne alteri la linea sincera e legittima. che ricordi l'uno e l'altro dei due torbidi periodi. Abbiamo uno Statuto, vanto di tan– to sangue; abbiamo un popolo ormai. non soltanto fiero delle sue ferite, ma ammaestrato dai propri errori. Abbia– mo tutti pianto in qu'esti giorni: e il pianto purifica, il pianto lava il sangue Non manchino coloro, che devono. al loro dovere. li lume di libera giustizia splenda sul nostro cielo e dissipi le nu– bi della passata burrasca, l'addensarsi di_più tragiche pro~elle. Viva l'Italia! n Comitatodi Redazione Ugo B!lt~•glia - O"m-illo Bell~ni - Lui:a11gelo Brucci - Piero Oolanwndrri -· Fedttrico l"o1111,11diui-Frwu1e~co Fa11- cello - .Ilario Fenara - E111i!io .Lvuu - Vinco-n:o To,·r,rna - Umber·to Za.- 11ott•i .. Bia,1co. GIACOMO FOSTANA, gerente Tespo,uàbilt. Stab-:-np":' R. Garronl - P. Mignanellt, 23,

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