Lo Stato - anno II - n. 2 - 20 gennaio 1961

6 la voi.ontà manifesta del corpo elettorale deì partito, che ancora una volta come per il passato, ha votato il 6 novembre sulla base di un p,·ecisoimpegno di lotta a! comunismo ed ai suoi alleati. La seconda, che è in atto nella DC un processo di involuzione anti-democra– tica che investe le sue strutture fonda~ mentali, e che tende ad ei.iminare ogni occasione di dialogo e di dibattito che valga a determinare, puntualizzare e verifica1·euna linea politica. La mancata convocazione del consi– glio nazionale si aggiunge - come sin– tomo preoccupante - alla tendenza sem– pre più accentuata degli organi diret– tivi dei gruppi parlamentari ad eludere il dibattito dei problemi poi.iticì rile– vanti avanti alla assemblea dei gruppi. Sono atteggiamenti questi che fan- LO STATO no pensare che all'interno delia DC si affermi sempre più una tendenza oli– garchica che contrasta clamorosamente con lo spirito e la lettera dello statuto, o,'tre·che con le aspirazioni più auten: tiche della base militante del partito e dell'elettorato cattolico, che rappresenta pur sempre la base essenziale dell'im– pegno politico della DC. Tutto questo è vero autoritarismo. Congo ed Algeria Due fatti dominano la prima decade del 1961: il referendum sull'Algeria e il fallimento dello sciopero insurreziona– le in Belgio. Tra i due avvenimenti, ap– parentemente così lontani e diversi fra .loro, vi sono, tuttavia, intimi nessi poli– .tzci ed economici: dà una parte sta il Mercato Comune, dall'altra la Seconda lnternazìonalé Socialista, gigantesca e . tenebrosa benna da sconvolgimento del– ia politica imperiale britannica. Tra i .due avvenimenti, si è svolta a Salisbur– go una conferenza di partiti socialdemo– cratici le cui cpnclusioni sono rimaste segrete, ma il cui ordine del giorno (e .basta quello reso pubblico) denuncia chiaramente quali sono i programmi bri– tannici, in Africa e in Europa, nei pros– simi mesi. Del resto basta leggere le di– chiarazioni ri;asciate a « LA GIUSTI– ZIA» del 25 dicembre, dal Ministro de– gli Esteri del Gabinetto Ombra britan– nico, Denis Healey, sulle funzioni e sui compiti dei partiti socialisti nel mondo: « ... quelli che sono al Governo o pos– sono diventare Governo, debbono pren– dere contatto con i partiti comunisti al potere; specie con la Polonia e con la Unione Sovietica... La conferenza di Mosca ha configurato la possibilità teo– rica di collaborazione tra i partiti comu– nisti e i partiti socialisti. Infatti - ha proseguito il Segretario dell'Ufficio In– ternazionale del « Labour » - la riso– luzione della Conferenza dì Mosca, ob– bliga i partiti comunisti deilEuropa oc– cidentale ad una definizione della poli– tica dì fronte unico con i Socialisti... Si ravvisano entro alcuni partiti comu– nisti, tendenze a considerare i proble– mi mondiali da punti di vista non dissi– mili ai nostri... Dopo tutto - ha con– cluso iì para-ministro laburista, autore di un « Piano Gaitskell » per frantumare le posizioni economico-politico-militari del antro-Europa (n.d.r.) - sono anche-più bibliotecaginobianco importanti dei problemi della dottrina socialista e della dottrina comunista »: Se a tutto ciò si aggiungano le 50 mila sterline che le Trade Unions britanniche hanno erogato per gli scioperanti belgi, il quadro è completo. Almeno per l'Eu– ropa. Per l'Africa il discorso va fatto a parte e con èitazioni specifiche. Il che ci ripromettiamo di fare dopo aver esa– minato l'eziologia della situazione belga. Quando nel maggio 1960, il Governo di Bruxelles portò ii. Congo all'indipen– denza, i programmi dì sviluppo con lo « oltremare » erano stati impostati dai cristiano liberali in modo tale da conse– guire tre risultati: rafforzare la posizio– ne del Belgio nel Mercato Comune (e per ciò stesso rafforzare il Mercato Co., mune in tutte le sue branche, specie l'Euratom): superare la crisi del car– bone liberando la CECA di molte delle sue attuali afflizioni; fare in breve tem- • . po del -Congo lo Stato più progredito d'Africa per includerlo nel circuito eco– nomico europeo, sicché insieme con l'AJc geria sarebbe divenuto l' a;tro tratto della « Nuova Frontiera» tra i due Conti– nenti. Il disegno, avrebbe definitivamen. te dirottato verso l'Europa il movimento risorgimentale africano e dato al bastione europeo una struttura non più falcimen- te ìnsidiabìle sia dal Commonwealth, sia dai Cino-sovietici. Gli Stati Uniti, guardavano compiaciuti al programma, non soJo perché stabilizzava, finalmen– te, la situazione economìco-miìitare del- lo schacchìere europeo, ma soprattutto perché consentiva al Tesoro americano dì trovare sollievo alla sua bilancia dei pagamenti, tracollata in questi ultimi an– ni a causa degli ormai insopportabili totali degli aiuti ali'estero. Questa con– vergenza euro-americana, veniva, però, in gran sospetto di Londra e di Mosca, .entrambe appostate ai lati orizzontali del Mercato Comune ed eternamente congiunte_ nel!'opera dì prevenzione di qualsiasi amalgama europeo. Va ricor– dato, a riprova, che in quei mesi l'of– f<:nsivapropagandistica anti-colonialista raggiunse il culmine ed, anzi, già si preannunciava l'azione che Krusciov avrebbe svoi.to alle Nazioni Unite per staccar~ i popoli afro-asiatici dal novero diplomatico occidentale, sino a giungere nel/'ottobre alla proposta dì costituire un triunvirato di Segreteria: un oc– cidentale, un orientale e un « neutrali– sta ». L'opera fu affiancata dalla Gran Bretagna sia attraverso l'impiego di Nehru come battistrada avanzato, sia con i personali tentativi dì Mac Mil;an per indurre il Presidente Eisenhower ad accedere, sia pure in parte, alle proposte di Krusciov che altrimenti avrebbe de– molito le Nazioni Unite costituendone una succursale orientale con sede a Var– saviq o a Praga. Ma gli Stati Uniti ten– nero duro, e pur spendendo decine d_i miliardi di dollari in promesse di aiuti sotto ogni forma (aggravando ulterior– mente la situazione dei.la loro bilancia dei pagamenti), riuscirono a sventare il piano di Krusciov che al colmo della disperazione si tolse una scarpa e mi– nacciò i delegati che lo avevano deluso. Ma il piano di Bruxelles, elaborato tra il gennaio e il maggio dei '6Q per il Congo, fu scardinatd.. da Lumumba che scatenando il terrore fra la popola– zione europea costrinse i Belgi ad ab– bandonare in massa il territorio, che su– bito fu fatto occupare da truppe dello ONU fornite da paesi africani e asia– tici graditi alla Gran Bretgna e all'Unio– ne Sovietica per cointeressi economici o per simpatie ideoi.ogiche. La - partita sembrava perduta, ma l'abilità della po– litica e la consumata esperienza africana dei Belgi, riusci prima a salvare il Ka-

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