Lo Stato - anno II - n. 2 - 20 gennaio 1961

2 lenza quanto si ebbe a sperimentar,e nelle precedenti persecuzioni ,contro la Chiesa. Popoli interi si trovano nel pericolo di ricadere in una barbarie peggiore di quella in cui ancora giaceva il mondo nell'apparire del Redentore». Il comunismo è dunque per la Chiesa come la ricapitolazione di tutte le persecuzioni e di tutte le eresie, di tutti i nemici esterni ed interni che la Chiesa ha conosciuto nella sua storia. « Per la prima volta nella storia stiamo assistendo ad una lotta preparata dall'uomo contro tutto ciò che è divino». Il comunismo è per sua natura antireligioso... L'Enciclica giunge in un crescendo, ad un espres– sione lapidaria e definitiva. « Il comunismo è intrinsecamente perverso e non si può ammettere in nessun campo la collaborazione con •essoda parte di chiunque voglia salvare la ci– viltà cristiana. Se taluni indotti in errore cooperas– sero alla vittoria del comunismo nel loro paese; ca– dranno per primi come vittima del loro errore e quanto più le regioni dove il comunismo riesce a pe– netrare, si distinguono per l'antichità e la grandezza della loro civiltà cristiana, tanto più devastatore vi si manifesterà l'odio dei « senza Dio ». Parole terribili e parole profetiche; parole che sono ancora aperte dinanzi a noi. Impegno totale Il Papa schiera poi tutta la Chiesa nella lotta con– tro il comunismo, che egli chiama « opera mondiale di salute»: td in primo luogo « i sacerdoti». Tutta l'azione operaia del clero viene messa nel segno pri– mario della lotta al comunismo. Dopo aver detto infatti che egli esortava i sacerdoti così: « Andate all'operaio, specialmente all'operaio povero, e in ge– nerale, andate ai pov,eri» il Papa soggiungeva imme– diatamente: « I poveri difatti sono i più insidiati dai mestatori, che sfruttano la loro misera condizione per accenderne la invidia contro i ricchi ed ec-citarli a prendersi con la forza quello che sembra loro ne– gato ingiustamente dalla fortuna: e se il sacerdote non va agli operai, ai poveri per premunirli o disin– gannarli dai pregiudizi e dalle false teorie, essi di– venteranno facile preda degli apostoli del comu– nismo ». Il principale nemico del Cristianesiqio nel mondo operaio ,è il comunismo: la via della v,eritàe del bene non conosce per nessun uomo, per nessuna classe pun– ti di contatto con un « movimento» iritrinsecamente perverso » quale il comunismo. Eppure come raramente si è tenuto fede a questo bib 1uLt:\,.;dg1noo1anco LO STATO princ1p10: quanto prevalente è stata la forza di at– trazione della mimesi del marxismo! • Non c'è dubbio dunque che la lotta al comunismo sia, nel giudizio della Chiesa, un compito per essa primario e non rinunciabile. Essa intende anzi porsi alla testa della lotta al ,comunismo: e se ne consegue che la lotta al comunismo non può farsi che in nome del Cristianesimo (sicché fallisce necessariamente la lotta condotta sotto altro segno, che combatte il co– munismo come un semplice fenomeno politico e so– ciale), ne· consegue anche che l'impegno cristiano rion è disgiungibile da un'intransigente lotta contro il comunismo. E tale impegno deve avere dirette conseguenze nell'ordine civile perché « gli Stati debbono porre ogni cura per impedire che una propaganda atea, la quale sconvolge tutti i fondamenti dell'ordine, faccia strage sui loro territori ». La profezia di Pio XI Dal 1937 data dell'enciclica di Pio XI il pericolo. comunista non è diminuito. Anzi: la terribile pro– fezia di Pio XI si è verificata alla lettera. In nessun punto il comunismo è stato terrificante come nei paesi cattolici in cui le sorti della prima guerra mon– diale lo hanno portato al potere; Praga, l'Ungheria, la Polonia, sono nomi drammatici nella storia del– l'oppressione comunista del genere umano. La Chiesa ha accentuato, in termini di magistero e di disciplina, la lotta al comunismo: il decreto del luglio '49 del S. Uffizio interdiceva qualunque coope– razione con i comunisti, portando sul terr-eno cano– nico l'affermazione dottrinale di PIO XI. Gli oppressi ed i martiri della Chiesa del silenzio davano il sug– gello della loro umiliazione e del loro sangue a que– sta visibile lotta tra la Città di Dio e quella diabolica. Eppure proprio quando il volto oppressivo ed anti– cristiano del comunismo si dispiegava più dramma– ticamentè e più apertamente, proprio allora il comu- - nismo aumentava la sua influenza di penetrazione morale e politica nei paesi che non controllava con la forza. Dopo il caso polacco, cecoslovacco, unghe– r,ese, jugoslavo, romeno, la Chiesa si trova dinanzi, più drammatico di tutti, un caso italiano. Più dram– matico di .tutti: perché per la prima volta nella storia, e nel paese della cattedra di Pietro, la causa primaria del· successo del comunismo, del suo av– vento al potere sarebbe l'infingardia, la debolezza, il cedimento di movimenti che si dicono ispirati al cattolicesimo militante ed a cui la Chiesa ha dato alti riconoscimenti ed avalli. Un caso di gravità unica.' Ed è un grande dramma poiché « quanto più le regioni dove il comunismo

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