Lo Stato - anno II - n. 2 - 20 gennaio 1961

b LO STATO riesce a penetrare si distinguono per l'antichità e la . grandezza della loro civiltà cristiana, tanto più de– vastatore vi si manifesterà l'odio dei « senza Dio». Non si può lecitamente dubitare che in· Italia la cooperazione con il socialismo di Nenni sia coope– razione con il comunismo. E diciamo con « il socia– lismo di Nenni » perché è sulla dottrina personale del capo dell'attuale corrente di maggioranza del PSI che si vuol far leva. Cooperazione pericolosa Ora l'on. Nenni esclude positivamente e diretta– mente quella lotta al comunismo che è un compito della Chiesa e dello Stato: professa la medesima dottrina sociale del comunismo: afferma la neces– sità della cooperazione politica con il comunismo in ragione dell'unità di classe, postulato originario della dottrina marxista e coopera in fatto nei sindacati, nel– le cooperative, ed ovunque il comunismo ed il so– cialismo nenniano sono in grado da soli di formare la maggioranza assoluta. La sua cooperazione governativa con i democra– tici ha lo scopo di garantire al comunismo il mas– simo di libertà e di potere politico. Tutto ciò che si chiama sganciamento democratico di Nenni dai co– munisti rimane dentro, non fuori di questa prospet– tiva. Nenni ha sempre costantemente affermato e-d afferma tuttora la necessità dell'unità di classe: tale affermazione è una condizione perché il leader del PSI non sia ridotto ad essere una persona privata. L'unità di classe sulla base del marxismo presup– pone una assoluta identità di fine tra il nennismo ed il comunismo e limita il dissenso unicamente ai mezzi. Si badi: abbiamo detto « cooperare con il nenni– smo » perché la tesi delle varie sinistre democristia– ne (dai dorotei ai sulliani) è quello di sganciar~ Nenni dai comunisti. Ragioniamo quindi come se l'operazione fosse riuscita, come se il PSI coincidesse con la sua corrente di maggioranza e questa si iden– tificasse integralmente con le posizioni nenniane. E tuttavia questa ipotesi è ben lontana dalla real– tà. Quasi metà del PSI è su posizioni del tutto coin– cidenti con il PCI: e la stessa corrente di maggio– ranza non si identifica che con molte riserve con le posizioni dell'on. Nenni. Le valutazioni dei socia– listi ~ulla politica europeistica ed atlantica sono nate perché debbono essere ripetute. Ebbene: è con questo PSI che la DC senza chiedere nulla, accettando la preferenza data al PCI in tutti i comuni in cui PSI e PCI avevano la maggioranza assoluta in nome deL l'unità di classe (le « posizioni di potere dei lavora– tori») e 1 legami organici sociali (CGIL, coopera- 3 tive) che la direzione democristiana vuole cooperare. Sinora la gerarchia (ricordiamo le durissime pa– role del Cardinale Roncalli nel '56 riportate poi nei famosi « punti fermi» dell'Osservatore romano) ha sempre giudicato la cooperazione con il PSI come cooperazione con il PCI. E nulla è variato, salvo qualche slogan dell'on. Nenni. E anche queste variazioni sono molto modeste: per il Nenni, la lotta per l'autonomia è giudicata,, nella sua relazione al congresso di marzo, un con– tributo all'unità di classe. « Tra i partiti di classe non vi possòno essere an-– tagonismi circa le rivendicazioni economiche. Ma esiste una loJta ideologica e politica intesa a stabi– lire nelle differenti fasi storiche, qual'è la linea· giusta e valida per tutta la classe lavoratrice e qual'è la giusta posizione politica e ideologica. Questa è una considerazione unitaria e democratica della: classe ... ». In sostanza, Nenni desidera dimostrare ai comunisti che la sua politica è la più idonea a con- seguire i fini comuni. • Gli ausiliarii del comunismo Anche se Nenni vincesse il congresso di marzo, se tutto il PSI la pensasse come lui, cooperare con lui vuol dire sempre cooperare con il PCI. Non è la si– nistra che è mutata, ma è la DC che è mutata sino ad essere irriconoscibile. In numerosi comuni, prima retti da una giunta socialcomunista; i democristiani hanno fatto ai so– cialisti ponti d'oro: si sono offerti molte volte di fare .da semplice sostegno esterno della giunta socialista: ebbene i socialisti hanno preferito cedere ai comu– nisti il sindaco e una parte cospicua di assessorati piuttosto che degnarsi di accettare i voti democristiani. A Grosseto i democristiani hanno· spinto la loro sete di umiliazione sino a votare egualmente i can– didati socialisti nella giunta socialcomunista: l'ono– revole Monticelli ha auspicato che i socialisti pren– dano la direzione del comune. A Firenze socialisti e comunisti hanno rinsal– dato la loro -cooperazione nella giunta provinciale sotto ,direzione comunista: e l'on. La Pira si offre a fare una giunta democristiano-socialista nèl comune di Firenze. In Sicilia la direzione DC intende chia-– mare i socialisti una seconda volta a far parte del governo regionale. A Genova e a Milano si delinea eguale possibilità. L'autorità della Chiesa ci pensi. Se i Cardinali di Palermo, di Firenze, di Genova, di Milano vo– lessero impedire l'apertura a sinistra, i democristiani che alla Chiesa debbono letteralmente tutto, a com.in_

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