Lo Stato - anno II - n. 2 - 20 gennaio 1961

biu LO STATO possono mettere le amministrazioni lo– cali di sinistra, al vertice delle quali la Lega dei Comuni Democratici costitui– sce l'organo di coordinamento fra il P.C.I., il P.S.I. e gli altri partiti di sinistra. In effetti poi tale comitato non è che una diramazione della sezione di lavoro Enti ·Locali diretta dall'onorevole D'Onofrio. Non ci pare il caso di sof– fermarci su questi due strumenti tipi– camente comunisti, sarebbero elencazio– ni tediose d1 una casistica implicita nei presupposti ideologici, ,rigorosamente .unitari, del socialcomunismo. Piuttosto •converrà vedere come le Botteghe Oscu– re abbiano organizzato strumenti ed or– ganismi paralleli come la Lega delle Cooperative, i vari comitati economici .come il Comitato Nazionale Rinascita ,del Mezzogiorno, i Comitati Regionali dei Consigli di Gestione, l'Unione tDon– ne Italiane e il Consiglio Nazionale della Donna, il Comitato di Solidarietà Democratica, I' Associa.Il ione Pionieri, e .le varie Associazioni culturali, da quel– la Gramsci all'Alleanza per la ricrea– zione e la Cultura, ecc. ecc. Tutti ,questi organismi agiscono, come si ve– .drà, in campi specifici di « coltura psi– cologica », convogliando nella sfera di influenza del Comunismo forze che ,altrimenti sfuggirebbero all'apparato di •partito. Si tratta in effetti di una macchina tentacolare che in ogni campo trova re– sistenze sempre più deboli, o quasi ine– sistenti. Nel quadro complessivo della mano– vra a scacchiera guidata dalle Botteghe Oscure per allargare la presa su sempre più vasti settori di opinione, la fun– zione della stampa e della pubblicistica specializzate e la spirita culturale di ta– lune iniziative propagandistiche rive– stono un enorme importanza. Certa– mente il P,C.I. non poteva lasciare al C3SO e alla inventiva personale· l'orga~iz– .zazione della propria editoria, la quale infatti si articola su due grosse Socie– tà, una delle quali è quella proprieta– ria dell'Unità, e l'altra, la S.P.A. « Edi– tori Riuniti » riguarda le pubblicazioni periodiche, le collane letterarie, le rivi– ste: specializzate, e comprende tutte le iniziative editoriali minori ufficialmen– te espresse sotto altro nome. E' significativo che alla testa di due organismi imponenti nei quali si con– centrano le possibilità editoriali di tutto il P.C.I. Togliatti abbia distaccato il senatore Secchia. Fino al 1954 Pietro Secchia, in veste di Vice Segretario del Partito, aveva espresso ufficialmente al v ~ I VU a l\.,U vertice del comunismo italiano le posi– zioni dell'estremismo staliniano. Suc– cessivamente venne confinato, così si disse allora, in Lombardia come ispet– tore regionale, per eliminarlo dal gio– co interno di partito. Sembrerebbe plau– sibile invece ritenere che le Botteghe Oscure si limitassero a spostare tatti– camente un capo qualificato da un set– tore a un altro, allo scopo di contenere gli aspetti non producenti della sua per– sonalità, valorizzandone altri meno no– ti, ma non per questo meno utili al partito. Diversamente non si vedrebbe il perché della nomina di Secchia a editore del P.C.I. ·Come Presidente del– l'Unità e degli « Edìtori Riuniti», oggi il senatore piemontese controlla. buona parte dei finanziamenti, maneggia un vasto giro finanziario, si trova al centro di tutte le iniziative pubblicistiche del– la catena comunista e tesorizza i beni del partito, costituiti fra l'altro da gran– diosi impianti .tipogradì.ci in molte città: il solo stabiliment~ della, società tipografica G.A.T.E. (consorella. del gruppo) in via dei Taurini a Roma, dove si stampa « l'Unità», «Paese» e « Paese sera », e altri ,periodici, rappre– senta fra macchinari ed edifici un pa– trimonio di alcuni miliardi. Alle prese con i grandi problemi in– dustriali del settore, dove le capacità direttive si misurano sul metro degli incrementi finanziari, e dell'aumento delle diffusioni e tirature, Secchia si è trovato e si trova ad avere ogni giorno contatti d'affari con il gr.:wndecapita- 15 lismo e con il mondo· borghese in ge– nere. Mettendolo a quel posto Togliatti ne ha fatto un uomo ossequiente al tatti– cismo del partito, estremamente com– prensivo e docile, pronto ad afferrare ì problemi di trasformi,smo e a tradurli in carta stampata da vendere al più alto numero possibile di militanti e di gonzi a brado. Diremo d'inciso che quando l'ex Ambasciatore a Varsavia Eugenio Reale ebbe a lasciare il posto oggi· tenuto da Secchia, nella polemica che ne seguì affiorarono ·inquietanti ri– velazioni circa la consuetudine di ta– lune grandi industrie italiane di versare nelle casse delle società editoriali co– muniste parte delle sovvenzioni che ri– cevevano dallo Stato, attraiverso l'I.R.I., in seguito alle «pressioni» del P.C.I.! Ma il senatore Secchia è di ben altra pasta. Egli è riservatissimo eci impene– trabile, ed è assurto all'Olimpo dei po– tenti dell'editoria italiana, di dove si fa il bello e il cattivo tempo· nel mondo d_ella cultura~ della letteratura, e del cinema, come vedremo. Risulta infatti che il Presidente degli Editori Riuniti, considerato come uno dei maggiori mec<::natie protettori dei letterati di sinistra, amico di editori come Feltrinelli, Einaudi, Garzan– ti, ecc. sia autorevolissimo anche nel campo della produzione cinematografi– ca. Per un produttore o un regista para– comunista, così come per un editore, il primo problema da risolvere è ovvia- (continua a pag. 18)

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