Lo Stato - anno II - n. 2 - 20 gennaio 1961

10 cambi e che compito precipuo di chiunque, cattolico o no, si senta oggi responsabile delle sorti della democrazia ita– liana è quello di dare vita ad un sistema democratico arti– colato in una maggioranza legalitaria ed in una minoranza altrettanto legalitaria, se si vuole impedire davvero la radica– lizzazione della lotta politica ed il conflitto aperto fra oppo– sti estremisti. Se il centro sinistra ed i socialisti dimostreranno di non essere maturi a ciò, pazienza! L'elettorato ne farà giustizia a suo tempo, ma lo Stato non dovrà scendere -:- come ora accade diuturnamente - a compromessi con j propri nemici e saprà difendere ed imporrè il proprio diritto e la propria autorità. Coerenza e Verità La democrazia cnsuana, nel frattempo, non può e non deve piegarsi all'assurdo ricatto di una politica che il suo elettorato dimostra di non condividere e di conèannare, anzi, aspramente. Finora si è temporeggiato nella speranza Ji una resipiscenza sia pur,: tardiva; da oggi in poi ogni ,edimento, ogni ulteriore debolezza sarà una colpa di cui ognuno dovrà,. un giorno, rendere conto. Forse pochi se ne accorgono, ma l'ora della verità è vi– cina, più di quella che non si creda. Quella verità che il monito del Sommo Pontefice ha indicato .recentemente come la meta più alta a cui deve tendere l'uomo nella sua opera terrena, anche politica, rischia di essere ancora una volta celata alla pubblica opinione. Occorre dirlo, seguendo ·10 esempio dell'on. Tambroni che ha avuto il coraggio di farlo pubblicamente, nel Parbmento e fuori, senza meschini timo– n di conseguenze personali. Occorre confessare, onorevole Fanfani, che non si è buo- •ai cattolici ne buoni cittadini se non si compr~nde che le migliori intçnzioni di rinnovamento economico sociale ed amministrativo non valgono a nulla quando si limitino - a parte certi recenti cattivi esempi - a considerare la realtà sotto un aspetto meramente materialistico, in una atmosfera di contaminazione, cioè, rispetto aU'esigenza di fortificazione sop.rattuHo spirituale di cui ha bisogno oggi il cuore di tutti coloro, e sono molti; che_non intendono .rassegnarsi alla ineluttabilità della cosiddetta marcia del mondo verso sinistra. Credere che i problemi del mondo siano soltanto •di or– dine materiale, significa aderire alla concezione determi– nistica della storia e dell'evoluzione umana che è propria del comunismo: significa dare ragione al comunismo e spianargli irresponsabilmente la strada. Va ricordato, certamente, che non può esser facile com– pito per chi deriva l'origine del propr•io potere dal successo dell'operazione comunis,ta del luglio 1960, quello di dare un contenuto spirituale e ideale aJ.le proprie azioni presenti e future. Sarebbe difficile pretendere, per esempio, che i colpevoli del cedimento di luglio possono avere presa nella bibllotecaginobianco LO STATO pubblica opinione qualora impostino la battaglia al comu– nismo negandogli ogni validità finalistica e riducendolo - come di fatto è - a fenomeno transitorio e strumentale per la più rapida evoluzione di società primitive o arretra– te verso la civiltà moderna. Fenomeno comprensibile, co– munque, ma giammai giustificabile per le atrocità che co– stituiscono il prezzo dell'evoluzione, e che un vero cristiano non accetta se non come una prova a cui l'umanità viene · sottoposta per il suo stesso bene nell'incommensurabile sag– gezza della volontà di !Dio. E' lecito però pretendere che coloro i quali si proclamano capi del partito dei cattolici non soltanto non indulgano al– l'eresia neomodernista ed a concez'Ìoni politiche fondate sul materialismo, ma ricordino altresi che il progresso civile del– l'uomo, l'instaurazione della vera giustizia in tutti i rap– porti economici, sociali, politici e amministrativi non può essere subordinata al placet dei p~rtiti del centro sinistra o <li quello socialista. Grave errore è crede.re o indurre a ritenere per vero che l'elevazione terrena della umanità possa avvenire soltanto con l'avallo dei rappresentanti delle masse non cattoliche. Ciò equivale da un lato ad attribuire ai cattolici° una qua– lifica conservatrice e reazionaria che ad essi non spetta se non in quanto i cattolici sono i conservatori e<l i più acca– niti difensori dei pilastri del vivere civile: la famiglia, la Nazione, la legge e lo Stato; dall'altro, significa negare ogni vitalità alla eterna ed universale funzione missionaria e redentrice del Cristianes-imo che non può rinunciare a pro– pagandare il verbo di Dio in partibus infidelium, a conver– tire coloro che non credono, a persuadere gli incerti, ad af– fermare la Fede nel mondo. Crisi della spiritualità Quando si dimentica che chi possiede la. Fede di Cristo e crede nel Vangelo non ha bisogno di .ricorrere ad altro per motivare qualsiasi ardito riformismo in tutti i campi dell'umano agire, significa che si rinnega la spiritualità in cui si sostanzia la parte più alta e più nobile •del messaggio cristiano e si rinuncia ad essere buoni cattolici. Significa che non si sono compresi i moniti che di recente si sono levati dalle sedi cui è commessa la cura delle anime e che pertanto non si è degni di dirigerne le azioni sul terreno politico. La crisi della spiritualità è alle radici del male che af– fligge la nostra società i cui problemi politici, giuridici ed economici non riescono a trovare soluzione né assestamento, afferma l'onorevole Tambroni in un suo scritto recente. Nulla di più vero, come non v'è dubbio che la consapevolez– za della preminenza dei valori dello spirito debba essere la base più solida di quella sortita contro il pericolo comu– nista a cui siamo stati tutti chiamati. Soltanto una tale radi– cata consapevolezza permetterà di resistere alla sfida lan– ciata dai nemici della Fede e di tutto ciò che essa rappresenta.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=