Iniziativa democratica - anno II - n. 2 - 20 gennaio 1952

Pag. 2 INIZIATIVA DEMOORATICA:__________________________ G_e_n_1_m_1o_l_:1_;:,_ 1 VESPISTI ALLA SBARRA Libro bianco o libro nero? editoriali * Al suo primo apparire il documento programmatico dei Deputati democristiani de!la destra vespista fu giudicato dall'on. Gonella " un volume di studi di !ilosofia del diritto, di pedagogi<1, di scienza delle !:manze e di economia politica" (Il Popolo del 19-12-1951). Forse il Segretario del Partito d. c. non aveva ancora presa esatta visione del testo o più abilmente, u.sava di qu.esto artifizio allo scopo di ridurre in più modeste proporzioni e di attenuare il clamore che già La stampa di informazione cosidetta indipendente sapientemente orchestrata, levava attorno al documento. I colloqui di Churchill « Le Monde :it intitolo molixiosamente il suo editoriale sul vioggio di Churchill a Woshington « Echange de cordiolité outre Atlontique »: e1 a porte le inten:z:ioni, il titolo è esotto. Le l .200 parole del comunicato conclusivo dei colloqui Churchill-Truman non rivelano altro che « scambio di cordialità » delle due parti. Truman assicura Churchill che l'uso delle basi atomiche dell'Inghilterra meridionale verrò deciso di Pere/tè in r.ea!tà la prima caratteristica del volume "Problemi dell'ora e azione di comune occordo: la decisiogoverno" è la mancanza di ogni visione panoramica o storica della posizione italiana e degli obiettivi, sia pure a non immediata scadenza, che si pongono per una forza politica cristiana. Anzi si può dire che ogn visione ed ogni impostazione di questo genere non viene data nemmeno come presupposta e tutto viene ridotto ad un pu.ro problema di ordinaria amministrazione, risolvibile con alcu.ne formu.Le àel tu.tto empiriche destinate, in definitive,, a consolidare e a rafforzare certe situazioni di privilegio esistenti al!'interno àel nostro Paese. La seconda caratteristica del docume11r to vespista e u.n di]Juso senso di demagogta con La qu.aLe , compttaton, specie neLt.a premessa e nella prima parte del Lavoro, cercano di conquistare a facile prezzo una popolarità che non puo certo LOTO aerivare dalla enunciazione e dallo svolgimento delle loro tesi costruttive. ne sulla standardizzazione dei fucifi viene rinviato: viene riconosciuto la solidarietà dello politico dei due paesi, per quanto riguardo il Medio Oriente, mo viene demandato ai due ministri degli Esteri la concreti::zozione di questo politico e « fa accenno o un patto del Medio Oriente in genere, e non allo formulazione di questo fotto nello noto quadripartito al lavoro e che il governo egiziano ho respinta: viene doto gra.ziosomcnte otto al governo britannico dello buono volontà do questi dimostrato nello questione dell'esercito europeo, con lo farmole adesione del Presidente americano olla dichiarazione conculsiva dei colloqui Churchill-Pleven. Per questo dunque il Premier britannica ha traversato l'Atlantica? Dove sono finiti i grondi progetti di uno direzione bipartita angloamericano col lustrino francese del mondo occidentale? Dove le prospettive churcillione di uno spettacolare incontro dei grondi? 11 ritorno alle formule dello gronde alleanza non si è compiuto: la diploma:zìa personale si è imposto. L'uomo che siede olla Casa Bianco puO non avere il fascino e lo personalità di Roosevelt: però, per lo primo volto nella storio degli States, è un uomo che da sei anni governa non gli Stati Uniti mo il mondo. Per quanto scaltrito e conoscitore dello politica interno del suo paese egli sia, le sue decisioni si sono esercitate su alternative mondiali, vitali per la sorte dell'umanità. Uno certa mentalità terroforzisto, q~a e là talora prevalente, puO non compiacersi di questo: e può sperare che l'Inghilterra cerchi nell'Europa federato il ripristino dell'antica statura. 11 fermo e chiaro discorso di Eden a New York ha dissipato, se ancoro ve n'ero bisogno, questo speran.:zo: l'Inghilterra cerco nel Commonwealth i titoli del suo prestigio mondiale: possiamo dubitare che ve li trovi, perchè sempre di più ciascuna poten.:za del Commonwealth cerco autonomamente o Washington appoggio e alleanza (l'Inghilterra non è partner del patto del Pacifico, mentre la è l'Americo): mo non possiamo dubitare che ve lo cerchi. Sia detto ben chiaro che non vediamo nello decadenza dell'fmpero inèlese lo decodenzq 1 dell'occidente o della Euro;,o. Il complesso d'inferiorità del provinciale americano verso l'abusato capacita o « regere imperio populos» del cugino britannico è tramontato ed è tramontato definitivamente. Votondo Churchill, l'elettore inglese pensava che lo personalità del premier avrebbe rialzato lo statura britannico; il cui decadimento era attribuito all'inettitudine di Morrison: ebbene, il prestigio e l'energia di Winnie non hanno compiuto il miracolo. L"I nghilterra di Churchill è ancora quella di Morrison: sola l'Americo e l'URSS sono oggi potenze egemoni. Lo Gran Bretagna è lo primo delle potenze associate: e si badi, nonostante lo importon%o del concorsa militare e industriale britannico, allo difeso occidentale, prima inter pares. L'impero inglese è stato un edificio ·meraviglioso, o cui lo civiltà umano deve progressi incalcolabili: mo esso non può essere lo strumento principale dello coopera.:zione dell'occidente coi popoli orobi, asiatici, africani. L'America è oggi chiamata a fare il suo tentativo di egemonia mondiale: crediamo di riconoscere in questo Stato di molte nozioni, nel suo vigoroso, anche se insufficiente senso del diritto e dell'umanità, principi di vero spirito universale che le funzioni pratiche vengono inevitabilmente sviluppando: lo presen.:zo in esso dello nota cattolico, cioè il superamento dell'isolazionismo protestante, ci offre un supplementare motivo di speranza. Sto allo trodi.zione culturale e umanistico dell'Occidente dare una razionalità e un'ideologia di sviluppo e di progresso od un popolo di b'uono volontà. « Partito » Liberale? F. B. Della funzione del Partito nello democrazia moderno noi eravamo edotti, do molto tempo; dello suo intimo sostanza, d1 difesa dello libertà individuale, sia economico che politico eravamo convinti non solo attraverso l'1ndag1ne storica degli avvenimenti di questi ultimi anni, ma anche do uno logico chiaro e conseguente. « 11 Mondo » invece arrivo alle nostre conclusioni (vedi articolo d, Giorgia Granato nel numera del 12 gennaio 1952) dapo diverso tempo con la stupore di chi ha scoperto qualcosa di nuovo, che sembro enorme, e condottavi, non do uno qualsiasi tndagine o meditazione storica, ma da un recente libro del Duverger comparso In Francia. Per , colleghi de « 11 Mondo " questo problema, fondamentole per la vita politica moderno, ho eminentemente interesse letterario e viene proposto a, lettori come una curiosità e novità bibliografica Non vogliamo entrare ·nel merito dello discussione, perchè l'argomento fu toccato anche nel numero quattro d, « I niziativo Democratico » a proposito dello aVvenuto unificazione liberale, mo vogliamo rimarcare questo strano modo di trattare argomenti politici di fondamentale importanza. A parte lo stupore dell'articolista di aver scoperto concetti per lui nuovi quando sono, per tutti quello che si interessano di studi politici, do tempo famigliari, ci piace sottolineare le conclusioni che, pur velate da quella maschera di curiosità letteraria che sopra abbiamo denunciato, assumono valore polinc.o perchè pubblicate e fatte prc.- prie da « 11 Mondo • D,ce ,I Granota: « Senza rinunciare in alcun modo 01le ,dee e olla persuasione. è giunto finalmente ti tempo d1 convincersi che gl, ostacoli e le minacce che incombono do presso sono tanto mo~- sicc1 e mquietont,, do dover far ricorso anche noi, se no!l vogliamo rimaner sch1acciot1. a validi strumenti d1 difeso I e d, offeso ». E per comprendere mé' gl10 questa Irose bisogno fcr coincidere il noi con le forz, liberal, e « i validi strumen ti» con il Partito. liberali 1tolian1, onch1. quelli che s1 outodef,msconc di sinistro, arrivano o que ste conclusioni nel 1952 Mo c, arrivano, e questo lo g1comente fa cadere tutte• l'argomentazione, con uno riservo· « senza rinunciare rr alcun moda alle idee e allo pet~1..:cs1one » Dal che s1 deduce ch<- 'C ar9omentaz1one del Gronoto è viziata all'origine e denunc1c sì uno insufficienza sto1 ica de, l,bera/1, ma resto puromente sul piano dello vage enunciazione perchè un p,., tito si fondo proprio, prr- ,ra d, tutto, sulle idee e sullo persuasione. lrfatt, carne un liberale restando tale, può partecipare attivamente olla vita d1 un Partito moderno? Lo funzione storico attuale del liberalismo italiano è subordinato allo sincera rrsposta a questa domanda. G. T il Libro parte ·da un'analisi della situazione di disagio e di sfiducia che esiste innegabilmente oggi aLLa base del partito di maggioranza ed in generale ne!!a opinione pubblica italiana eà u.sa parole severe nei confronti dei nostri governanti, cui viene rimproverato di opporre " remore all'accoglimento delle istanze che affiorano dagli strati più vasti e profondi della pubblica opiniQ.ne " e di consentire " la irresponsabilità degli amministratori della cosa pubblica e la loro tendenziale inamovibilità - spesso per paura di provocare scandali - anche ove sia provata la loro incapacità tecnica o amministrativa, o peggio la loro disonestà ". E aggiunge " s1 ueve porre un freno efficace all'inflazione degli scandali, instaurando una garanzia per gli onesti ed i calunniati ed una prospettiva di immancabile, severa 1anzione per gli indegni o per i profittatori". ropea per il timore di u.n " appesantimento ding1stico ", dimostrando cosi ai non volere mettersi al passo con le esigenze di u.na economia moderna vigente ormai sul piano internazionale. Vu.ole l'abolizione della Legge su.i contratti agrari e l'insabbiamento della riforma agraria in corso, sospendendo la ripartizione delle terre ai contadini ed iniziando invece a favore dei proprietari delle opere di trasformazione a spese dello Stato. Chiede l'abolizione della nominatività dei titoli per sottrarre gli investimenti del capitale privato a qualsiasi controllo anche fiscale. Propone u.na politica fiscale ,intesa, oltre che a diminuire le aliquote, a studiare u.na completa sanatoria per le clamorose evasioni del passato e a limitare al massimo l'applicazione di imposte progressive " per favorire lo sviluppo del risparmio ". IL CONGRESSO DEI LAUREATICATTOLICI ~iuevi indu.bbtamente assai esatti e tah cne non ci possono non trovare concordi neua Loro JonnaLe enunciazione. 1,ssi spiegano ti motivo per cui il aocumento vespista sia riuscito a raccogLiere aaesioni Jra u.n cospicuo nu.mero di parLam~11r tari ( oltre u.na settantina) i qu.ali hanno aottoscntto in bu.ona Jede qJ!.este asserzioni senza oaaare troppo per iL so,t«e aue test ew,wmicne e poiiticlte contenute neL Libro. ...e qu.ali asserzwni si rivelano del!e e- •press101u puram,mte demagogiche quanào, invece di co11durre ad impostare u.,i programma di azione govemattva veramente popolare, portano sul piano de.La pomica interna ed economica a sostenere deile test apertamente contrastanti neLLa sosic.nza ad u.no sviluppo democratico del Paese ed in ogni easo di un sapore strett(Lmente paternalistico. Tesi incapaci di risolvere i problemi che travagliano La nostra società e che, se adottate, non potrebbero che peggiorare i mali lamentati, cn- »taLLzzzare u.na classe economica dirigente e sbarrare il passo ad u.na evoluzwne dei ceti medi delle cLassi lavoratrici nella vita pubblica italiana. .tJasti pensare come su.! terreno costituzionale venga proposta u.na riforma del Senato ritornando ad una concezione di una Camera non elettiva, ma di nomina daLL"aLto, con gli stessi argomenti con CUt il diritto costituzionale fascista giustificava il passaggio dal sistema della Camera dei Deputati elettiva alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Su.! piano poi della politica economica iL gru.ppo vespista fa· proprie tutte !e test avanzate già da tempo daLLa Con1indu.stria e da!La Con/agricoLtura a sostegno degli interessi dei grandi industriali e dei grandi agricoltori itaLtani, Jatti passare come gli interessi dell'economia nazionale. Non si tratta, in reaLta, di tesi liberiste - come ha tenuto a precisare il leader delta vespa on. 1.Je ,~iu,-urto, in una recente intervista conc;essa alla stampa. D'altro Lato i provvedimenti di natu.ra sociale a favore de!!e- classi lavoratrici sono sbandierati demagogicamente, ma sono lasciati indefiniti e vaghi nella loro determinazione, avend9 però sempre cura di farli grat>are esclusivamente sullo Stato. Così è affermata la esigi;nza di u.na più equ.a ridistribu=ione per gli statali, senza specificare da doi;e verranno prelevati i I ondi necessari. Per risolvere il pr,oblema della disoccupazione viene auspicato da u.n lato che lo Stato istituisca de!!e " compagnie di lavoro " a Javore dei disoccupati ,, con retribuzioni inferiori a auelle correnti nelle altre occupazioni" e dall'altro si insiste per u.n immediato "alleggerimento" di personale per diminuire i costi delle aziende private. Cosi in altri termini si sper't di scaricare su !lo Stato gli oneri dell'eccessivo personale. Sullo stesso problema delle case, in cu.i si trovano le proposte più concrete, da u.n lato è prospettato !o " immediato '.' sblocco di tu.tti i fitti a favore della proprietà edilizia e dall'altro l'inizio di u.n macchinoso piano di ricos tru.zione a lu.nga scadenza a carico esclusivo dello Stato. Da qu.esìo sguardo di insieme, il lettore, anche il più sprovveduto, giu.nto alla fine del libro dei vespisti, non potrà non trarne la convinzione di trovarsi di fronte ad u.n documento che è la tipica espressione dei ceti industriali ed agrari italiani, onde potrà spiegarsi l'adesione e La propaganda di certa stampa indipendente. Ma inverno cercherà u.na sostanziale impronta di u.n pensiero o di u.n programma democratico cristiano. Tu.tto ciò non toglie che u.n certo interesse possa presentare la l.ettu.ra del libro specie per la presenza di interessanti dati tecnici. Anzi, a qu.esto proposito c'è chi dice che siano stati i tecnici della Edison a compilare la parte economica del volu.me. E ciò potrebbe spiegare molte cose. G. G. Perché l'intervento dello Stato, se è ripudiato come antiprodu.ttivistico qu.ando ten- - de ad u.na più equa ridistribuzione dei redditi, è invece invocato e richiesto per u.na t,Stgenza di produzione qu.andO' si tratta di proteggere le attività economiche ed i monopoli che non potrebbero resistere in un gioco di libera concorrenza. Cosi viene sostenuto l'aumento delle tariffe de.Lia energia elettrica a favore del monopolio della Edtson, l'aumento delle tari1fe telefoniche a favore delle cinque aziende telefoniche concessionarie private, mentre si auspica ti biacco delle tariffe ferroviarie la cu.i azienda è statale. IL documento prende posizione contro Lo intervento de!lo Stato per rivendicare la libertà di s1ruttamento - e d1 spec ...lazwne - sugli idrocarburi da parte dei privati ed eg11a,mcnte per evitare che le aziende dell"IRI godano i benefici particolari rispetto a!le concorrenti private. Si oppone sostanzialmente al p,ano Schu.man e qu.indi alla collaborazione economica eu.- li libro dei < vespisli, 10n conl1ene ,I pensiero della D. C. ma quello de, ce/1 iUduslria/1e a9ran ilal,ani. Oue.s/oè un allentato a,la un11d del p8rl1to composto. anche di opera e conladmi I LAICTIORNAINNOPARROCC L'equivoco, piuttosto giustificato in questi tempi, fra funzioni e attività politiche e spirituali, ha fatto sì che ai congressi della massima organizzazione culturale cattolica venisse annesso un significato premanitore di fronte agli sviluppi dell'azione politica, e un valore di periodica precostituente, sia pure in sede mediata e dottrinale. Grande delusione perciò quest'anno. Gran parte deiFopinione puobllca, anche cattolica, si aspettava uno spiegamento di gonfaloni e il presidio delle rappresentanze del Ministro degli Interni. Niente. Gran parte dell'opinione cattolica si aspettava che i laureati, affrontando lo scottante argomento del « Laicismo e laicato» intendessero spazzar.e via le scorie e le rinascenti energie di una reazione· anticlericale che comincia a dar noia ai cristiani della politica ufficiale, allineandosi con loro. Ne anche per sogno. La prima osservazione di fondo, necessaria per capire lo spirito di questo congresso, è appunto. che gli oratori designati, ma soprattutto gli intervenuti nelle discussioni, hanno abbandonato una metà del tema in discussione (il laicismo) e le conseguenti definizioni dogmatiche, le condanne sterili, l'esaltazione di ideali veridici, concettualmente tentando di risolvere questa nell'altra metà. Hanno detto praticamente che il laicismo si provo~a ed esasperare per le deficienze di pensiero e di azione responsabile del laicato; e sulla sua definizione psicologica e quasi teologica hanno assestato un tiro che però non è siuscito a centrare il bersaglio. Ecco infatti un bilancio organizzativo confortante, ma da clan per iniziati, un prof. Passerin che, in una serie di scorci e di giudizi evita storicisticamente una definizione valida ovunque per tutti del laicismo. Ecco soprattutto la relazione del prof. Scaglia che con sorprendente acutezza e preciso orientamento apre la strada ad un profondo esame degli elementi critici nel rapporto fra i cattolici e il mondo, ma è sopraffatto, in sede di dis~ussione, dall:. vena autocritica aegli intervenuti (Gemmellaro, Zaccagnini, Flik, Nosengo) che con diverse sfumature pur circondandola di soluzioni confortatorie rivelano gravemente la crisi di filosofia pratica cui è stata condotta la cosidetta élite cattolica da decenni di predominante spiritualismo. Rifacendosi ai noti schemi mariteniani chiedono la riabilitazione del proletariato e della Chiesa, una sfera d'azione in cui "sso possa agire nello spirito del tempo ~on proprii caporali, sia pure nel quadro di una vigilante strategia ecclesiastica. ~hiedono che sia definito il loro terreno Lattico, la loro ora, la loro bandiera. Bandiere che possano essere anche strappate dal nemico, che possano anche perdere e npiegare senza che la Chiesa ne sia sopraflalla, ma anche una distinzione di compiti che permetta a questi contadini infangati di essere veri fanti, senza rischio di diventare dei cappellani militari. Una seconda os servazionc: il Congresso era dominato da un senso di tranquillità tesa e paziente, di chi sa di sostenere una battaglia lunga e non matura per! lica è sembrato un brusco giro di vite, l'esito, su posizioni incerte e stabilite da ì ma in realtà ha lasciato il futuro aperto dltri. Non era né la grande assise filo-! ad ogni possibile chiamata per i cristiani sofica che potesse suggerire nuove solu- j laici, sotto le forme più o meno organiz.. zioni ai rapporti fra la Chiesa e laicato,! zate che il tempo vorrà, e quindi sottc né la grande meditazione annuale, valida) altri nomi, in altri modi forse per noi oggi solo in senso formativo e individuale, ma Ì difficilmente riconoscibili, e non adatti a qualche cosa di intermedio e imprecisato Ì noi. m cui l'unica ~ostan!e era_ i!..malco1:te1:to l lncoffessata al fondo del pensiero di per 1 renomem clencaiistJc1 e, qumd1 1 j tanti non era la comodità di un laicato danni_ spirituali provocati dall'~scesa del! lanciato all'arembaggio più esplosivo e cattolicesimo alla responsab1lita del go- ì sentimentale ma con la sicurezza della verno; ascesa che ha finito per coinvol-l trincea pron'ta alle spalle a ricevere gli gere nel suo splendore e nel suo lento) sconfitti e i paurosi? tramonto le fortune apparenti della Chie-1 sa, rifiorite terra terra nell'immediato i Il Congresso è finito cosi per deludere periodo postbellico. j le attese, o confermare delle disillusioni E' stato facile quindi per Mons. Montini. l ma in. so_stai:iza riaffermando la com_pate direi anche doveroso da parte sua, non j tezza 1spir_at1va_ e pratica della politica fidarsi di queste punte dilanianti all'in- j vaticana, sia net m~menti della mano fe:rterno, ma incapaci di modificare le strut- Ì re~, come sembra_ l attuale,. che m quello ture in cui abitualmente scorre placida Ì dei dolu colloqui, delle . liete . ~peranze. la, chiamiamola pur così. «azione» catto- l Forse, da laici, le ~uggestiom pm profonlica fiduciosa del suo letto delle sue / de, sono nate dati ultima relaz10ne, masponde dei suoi sonni della fonte e della Ì riteniana per lingua e formule, ma origifoce. ' ' • j nale innovatrice e rivoluzionaria nella Ma è stc.to soprattutto logicamente do- i sostanza. Il proL Sugranyes de Fra~c~ veroso insegnare a questi laici che chie-; ha indicato. praticamente a1 congressisti . , . . . . , una dimensione concreta, profana e stoaono 1 autonomia propr10_ a coloro cu_1di-j rica d'azione cattolica, e cioè previdente chiarano la propria suff1c1enza, che solo, 1 lt, f t . d • • t t lt · 1· una lenta evoluzione storica può riso!- ì a rea a u ura, 1sm eressa a, a rws 1ca vere e modificare istituzioni e rapporti! ne~ più ampio respiro ~uropeo. e m~ndial_e che prima sembravano imperituri. 11 ri-; de~ progetti, delle _reahzzaz1orn, dei sacn- ~hiamo del sostituto di s. Santità alla j fic1, d1 una lungimirante cultura cattolica. temporaneita difensiva dell'azione catto-! G. B. Cavallaro La mancanza, nella vitu. politica italiana, di una base cattolica adeguatamente preparala per affrontare cosci.entemente i diversi· problemi che la realtà quotidiana impo• ne, è sempre. più sentila e sempre meglio valutata. E questa indifferenza per quelli che ,ano i problemi fondamentali della vita sociale ita• liana si fa sempre più senti• re specialmente nelle nuove generazioni che, abbJ.ndonate a se sles.se, difficilmente, da sole, riescono a .superare le cri.si che le conducono neces• sariamente allo scetticismo. Il problema della educazione sociale del giovane è· prima di tutto un problema di metodo pedagogico, metodo che possa condurre i giova• ni al superamento di quello stato di passività che è negatore di qualsia.si iniziativa ideologica e pratica. Que,to problema della ricerca di un. metodo educativo ,iun poleva non interessare Lu orguni=zl1zione cauolica degli in.,eg,wnti medi ([;.[../.1.M.) che riunì apposiwrnente a Canw:dul i, nello scorso agosto, un Co,ivegno di studi, la , elaz.ione ciel quale è stata in questi giorni pubblicala LIBRILETTI * ( L'Educazione sociale del Giovane, Roma, 1951). E' bene sottolineare subito, anche per far risaltare un metodo nuovo di ricerca e di studio negli ambienti cattolici, che il Convegno non aveva nessuno scopo apolge• tic(I o propagandl-$tico, ma doveva essere un contributo di ricerca libero da " formll,• le e da definizioni " per portare L'U.C.I.l.M. ad essere " una associazione professionale interessata al progresso sociale. e civile dell'unianità intera e della Nazione ed 111 modo particolare per quanto riguarda le generazioni che crescono". Praticamente il Convegno si proponeva quiruli la ricerca di un metodo educativo che facesse superare ai giovani la indifferenz" e l'afiatia di fronte ai problemi fondamentali della vita sociale. E nel meni-re le relazioni Gemellaro e Dossetti hanno esposto l'esigenza di prepa· rarsi e di preparare alle scelte fondan1entali eh.e sono im• poste dai grandi problemi ideologici e storici; le relazioni Lazzat{. Nosengo e À· gazzi hanno esposto la metodologia che aiuta a quelle scelte nel mondo della edncazione. Queste tre ultime relazioni contengono notizie prezio5isw sime per la formulazione di una pedagogia sociale ,ia per quanto riguarda il discente ed il docente ,ia per quanto riguarda l'intera comunità scola.stica. Ed è proprio sotto questo punto di visia che il Convegno di Cam.aldoli assume una fisionomia sua propria per· chè ha sottolineato la necrusitcì di uno studio profondo af/inchè, superate determinate mentalità e m.etodi educa• tivi superficiali, venga, .su basi scientifiche, fondata una pedagogia adatta a portare le nuove gèrierazioni a quel gra· do di maturità che. la mancanza di u,1 metodo adeguato, fino ad oggi ha impedito di raggiungere. T.

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