I I I -========= Anno 11° Numero 2 lire 25 I SETTIMANALE DI ORIENTAMENTU POLITICO SIG. F:a...~wo :P~eCI VIA 3 • .)1~".i'AN0 90 BOLOGNA Romo 20 gennaio 1952 Jistr.ne, Messaggerie el ene - Milena le P. lomezio, 52 0irellore, GIORGIO ZARDI '. Direzione, Redez: ed Amministrez.: Rome, Vie":del Corso 101 Telef. 6&1m - Menoscritri, disegni e fotografie onct-ie se non pubblicali non si rest!- 1uiscono • Reg. Tribunale di Rame N. 239'2 del 12 novembre 1951. Conio C.::irrenle Po s ! ti I e N. 1 I 1 1760 Abbonemenli - Annuo· L HX:X)• Semestrale l. 550 • Trlmestrete L. :XX, • Estero, Il doppio Pubbllcitii: teriffe l. 50 per millimetri dl altezze larghezze uno colonne Ani-Grel - Rame • Vie Sirte, 33 • Telefono 884-8:l) Spedizione In obbonemenro poslele Gru~o ~ ==~======= Il sindacastaoràcristiano dei la~oratori se ' sara * L'agnosticismo del sindacato non esiste I/ ma11ifesl-O augurale dei soci.aldemocr~ b(llognesi nell'indicare i vari problemi "'11. momento: " riportare la giwtizia nPll' am~ ni3trazione il senno nell'opera del Governo" (sic}, così concludeva: "a risolvere quel/li problemi lavorerà il ru,stro Congr~o ". ,: invece ... fl Congresso, come avevam~ facilmPh· te preveduto, si è ·chiuso in. sè.,st4',$SOcome t.n serpente che si morde la coda. /\'on ha saptJt. uscire ,lai termini c1.ttuali della cri.'ìi della ::.o· eia/democrazia, non ha saputo raggiungere une com.posizione delle due esigenze della .sua ideologia. essere democratici, aderenti alfat• tuale si.stenta storico. cioè, e nello stesso tempo socicil'ist i. cioè aspirare a un nuovo ordine SO· ciale. La mancala sintesi ha esasperalo le du.e diverse opposizioni verso i problemi politici di oggi: collaborazione e non collaborazione governativa, proporzionale pura o in qualche modo temperala. p(lttO atlantico, con o ,,:enz• riserve. UIL o modPrata azione in campo sin• dacale. La stampa, riportando le dichiarazioni dell'on. Gonella al Gonn~gno di Torino, :.la voluto loro attribuire il significato di una presa di posizione del Segretario del partito D. C.. in risposta alle decisioni del congresso socialdemocratico, di invitare i propri aderenti a ritirare le adesioni dalla CISL per rafforzare la compagine di un ,,ndacalismo di partito di stretta marca iOcialdemocratica identificato nella UIL. L'on. Gonella. avrebbe voluto così soitenere la tesi della necessità dell'avvio della CISL a sindacato di partito non separato, ma distinto solo per le sue funzioni ed i suoi compiti dalla democrazia cristiana. La CISL dovrebbe quindi diventare se non proprio un puro strumento -:telle mani del partito di maggioranza. .almeno una forza operante sul terreno politico concreto per medesimi suoi obiettivi. Siamo dunque alla vigilia di un ritorno dei sindacati in un piano stretto di subordinazione rispetto ai partiti politici? Le maggiori interessate. che in questo ~aso sono le organizzazioni dei lavoratori e cioè le ACLI e la CJSL. non sembrerebbl!ro gradire la soluzione in senso positi\·o. L.:·ili~r...::::·o.z.io~idcl!'on. Gc-!1cl!a. fu:-c:10 pronunciate in evidente polemica, più che con i socialdemoc.:ratici, ,·on la stessa C!SL. Eà il pretesto fu offerto da una \·istosa vignetta apparsa sulla prima pagina dello scorso numero di « Conquiste del L(tvoro » il settimanale della CISL con il titolo « Il nostro programma >>. In essa veniva raffigurato un lavoratore il quale, dopo aver cancellato gli slogans: « H sindacato sarà cristiano o non sarà » ed·• il sindacato sarà socialista o non sarà•·. :;criveva: « Il sindacctto sar<i dei tai:orarori o non sara >>. Era la rigida riafferma- ~ione di un sindacato aconfessionale. o come si ama dire. agnostico; divisa che :o. CISL sembra avere assunto do90 i'ulamo congresso nazionale di Napoli onde permettere la convivenza pacifica nel medesimo organismo di lavoratori cattolici E· Ji lavoratori socialisti. Da parte loro le Hesse ACLI, 9ur avendo manifestamente in più occasioni combattuto in passato la tesi agnostica de! sindacato che non tenesse conto, della esistenza di una mag- ~ioranza di lavoratori cattolici all'interno della CISL e ne impedisse le più legittime òS1genze, non potevano non dichiararsi preoccupate di una eccessiva ingerenza del partito politico all'interno della organizzazione sindacale. E infatti in un breve corsivo apparso sul loro settimanale « Azione sociale », pre:idevano posizione :.ulle dichiarazioni Gonella riaffermando a necessità di una « compiuta at.Ltononia » del sindacato e di « separazione dei d,ue organismi. L'uno non è l'altro e ciascuno si regge da sé». L a polemica in corso è dunque una di quelJe che si riflettono più all'interno che all,esterno del mondo cattolico e merita di essere riassunta e approfondita. L,on. Gonella parlando a Torino della formula della CISL: • n sindacato sarà dei lavoratori o non sarei», messa in contrapposizione alla formula « il sindacato sarei cristiano o non sarà» ha affermato: « con questa formula o non si dice nulla perchè si dice cosa ovvia, essendo evidente che il sindacato è e deve essere dei lavOT(Ltori aderenti, come il partito è dei cittadini che vi aderiscono, ia scuola degli scolari che la frequentano, ecc., oppu,.- re si dice cosa a cui La D. C. non può ade-· rire ». A nostro avviso l'abbaglio della CISL, e 'orse anche quello dell'On. Gonella, sta nel considerare le due formule come antitetiche o più ancora, nell'attribuire aUa espressione « sindacaUsmo cristiano » l. 'erroneo significato di sindacalismo che a sua volta farebbe capo ad una particoL3.re ideologia. Cosi l'una si batte per la formula agno- ;tica. l'altro per la formula del sindacali- .;;mo cristiano. Se non che è faci1e obiettare che non ~siste una contrapposizione tta le due formule: che il sindacato cristiano non è quello che impone un determinato partito, una determinata ideologia ai suoi aderenti. ma è quello che per i suoi ordinamenti, per le sue finalità si inquadra nell'ordine naturale de11a società voluta dal Cristianesimo e riaffermato nella dottrì~a della Chìes~. Onde il sindacato sarà cristi ano non nella misura in cui riaffermerà verbalmente i principi del Cristianesimo. ma nella misura in cui per adempiere ai suoi fini naturali sarà veramente al servizio non di questa o di quella ideologia, non di questo o di quel partito, ma dei lavoratori Lo stesso « Osservatore Romano >> 13 gennaio 1952 - intervenuto nella polemica riafferma assai autorevolmente questa tesi: « bisogna ricordare - dice l'organo ufficioso della Santa Sede - che l'insegnamento sociale deUa Chiesa si può riassumere nei suoi principi essenziali assai brevemente: i lavoratori hanno il diritto ad una vita più degna deUa condizione umana di quel che ora non sia. Perciò possono e debbono costituire sindacati operai, governati dal basso, secondo Le buone regole della democrazia>>. Il sindacato cristiano è quindi assai c.;er!'.pJi~~cnt~ q,~c 1Jc che a:!e.:--.pi.: .:-ilasua funzione di difesa dei lavoratori, secondo una sua propria autonomia che lo renda democratica esoressione della sua base. U preteso agnosticismo del sindacato non esiste. Perché o esso significa fare gli interessi dei lavoratori ed allora si identifica con il vero sindacalismo cristiano, o significa combattere l'ordine cristiano. che è oròine naturale, ed allora per il solo fatto che deve combattere contro la Chiesa si colora immediatamente di una ideologia anticristiana, strumento o no di un partito politico. ]I I sindaéalismo cristiano voluto dalla dottrina della Chiesa è quindi cosa assai di versa dal sindacalismo cristiano quale strumento di parte, come lo intendevano rigettandolo e auspicandolo la CISL da un lato e I'on. Gonelia dall'altro. • Tanto per il sindacato, quanto per il partito l'obiettivo da raggiungere è l'ordine rristian·o, cioè l'ordine naturale della societa. Ma ambedue lo raggiungono con un metodo dive:::-soche richiede una separazione non sOlQ di organizzazione, ma anche di programma di azione. Per essere veramente cristiano e cioè verame!lte ordinato, secondo il suo fine, deve possedere un notevole grado di autonomia. le sue decisioni devono essere ·l'espressione democraticamente maniiestata dai suoi componenti. senza alcuna interferenza diretta di organismi estranei. La collaborazione· del sindacato nella vita dello Stato, si attua in termini costruttivi. non facendo del sindacato un orga,llsn1v dK ::,i y~e&.:~: .:rtl:~~ a "\lulontà esterne di partito o di governo. ma rendendola strumento della espressione della forza popolare la cui volontà viene immessa. assieme con le altre volontà, per creare l'iwiirizzo comune. Fuori di qui si cade nel partito-sindacato e nello stato-sindacato, ovvero si distrugge la capacità di vita dell'organismo sindacale. PROBLEMI IN CASA D. C. Recentemente hanno avuto luogo alla e FIAT > di Torino le elezioni per le commissioni interne. I risultati attribuiscono alla C.G. I. L. il 65 per cento dei voti (contro il 7 4 del '49 ed il 69 dello scorso anno); alla C.I.S.L. il 23 per cento (contro il 17 del '49 ed il 22 dell'anno scorso); il 10 per cento alla U. I. L. e l'uno pe/ cento a liste indipendenti. I risultati mostrano una leggera erosione della C. G. I. L. e della U. I. L. Per questo motivo ritornando alla polemica sindacale di attualità, è necessario ricordare da una parte che un sindacato cessa di essere cristiano. perchè leso nella sua autonomia e colpito nel suo ordine, quando subentra come determinante l'influenza di un partito, sia pure di ispirazione cristiana e dall'altra che non si deve avere paura dell'aggettivo « cristiano » inteso nel suo giusto significato - se vogliono veramente creare un valido strumento di difesa popolare con la collaborazione in primo luogo di tutti i lavoratori cattolici e di tutti i lavoratori i quali, anche se non sono credenti, tendono sinceramente al ritorno della società al suo ordine naturale. Giovanni Galloni AMMINISTRATEIVCEONGRESSO Questa impostazione puramente politica del Congresso in termini antinomici ed esasperati che escludeva ogni bivalenza nelle varie pot1i• zioni è la caratteri.st.ica del prime congre,,:so del PSDI ed è quella che ha portato a monopuliz:.are il congresso intorno al1e mozioni nazionali: i cui. presentatori hanno occupalo qua4 si in permanenza la tribuna del congresso. Ed è quella che ha portato alle votazioni finali. risultate per questo in quel modo così preoc• ' cupante che già oggi, a così breve distanza, fa riflettere ad alcuni esponenti socialdemocratici sulla necessità di un nuovo congresso. In verità gli elementi più sensibili e respon• .~11biiidella svcialdemocrazur italiana hanno av~ vertito la necessità di posizioni elastiche. bi-- valenti. tali da non incidere sulla unità del partito e atte a garantirne la efficienza. Ma <,uesLa sensibilità politica e senso di respon...~- bilità non sono sfociate in uno sforzo teorico che valori:.:.ando la prevalente aiten:.ione del congresso sulla linea politica del partito ten.. desse a ricreare una rinnovata unità .non protocollare ma ideologica. partendo dalla ba."!- dnlle radici stesse della socialdemocrazia. Fa1ale quindi che concludes.'ìe a una composizi.one mecccmica. rassel{nata all'e.<;i.denza di opposte rendenze irriducibili. in un "centro" . Questa è la pro.fonda ragione della posizione di Saragat P in parte di .RomitfJ. questa è la ragione del mancato accordo tra le mozioni 1 . 3 • 6 (cioè tra Saragat. Mondolfo, Romita I. E· questa crisi perm(lnente. che au.tomatic(l 4 mr>111e ~"'L''lail limite <lei reutraivo di compo,,:i- :.ione di Saragat. puramente tattico; in.fatti lo La battaglia politica anche :.e «111- polilica >J posto in grande rilievo nel nuovo dcrci sulla efficacia di uno sterile isolamento .!fforzo di mantenere i contatti 11.ll'interno con mini~trat1va nei suoi immediati obieuivi settimanale ufficiale deIJa O.e .. ove si affer- <lella D.C. che fosse incapace di individuare la destra non può concludersi in una a.Ue(lnza - che divam1>erit in Italia verso il tramomo ina la nCC€'6Sità << di limita.e i propri avver- i passaggi obbligati e di costituire i validi vera e propria qualunque ne sia la forma. r.e• d li • • I • • I" • • • d. • • • • ·b·1 "" far rientrare dalla finestra quanto i proL04 e· a pros s ima prunavcra, ia coSlltmto ar- sari ai !)etlon 1 op()OStz:ionc mvmci J e » ponti anticomwùsti nelle provincie e nei co- colli di unificazione /,anno buttato fuori: dalla gomento di di8cussione e di attività prevalente cc •ne è abbastanza per poter dubitare che la muni del Mezzogiorno. porta. Saragat, Simonini contro Romitn. Mat• deUc Direzioni dei partiti nella ripresa del- richiamata adesione alla linea politica stabili- teotti. Mondollo: ex PST,! contro P:C PSU. E la vita politi<-a dopo le va<-anzc natalizie. la dal Consiftlio Xazionnle rfel marzo 1951, su- La verità è però che ci rendiamo conto co• ora, giungendo alle conclusioni. è naturale vna Le recenti riunioni della Direzione Ccn· l,irù più di una variante, in online alla inclu- mc il richiamo puro e semplice a direttive domanda: che cosà farà i.I PSDI? Quale po',,:itralc della O. C., unitamcnu· alle dichiarazio• i,ione fra i partiti dcmocrati€'i dei monarchici poljtiche di un anno ra per le elezioni del zione orenderà nello schieramento nolitico ita• ni dell"on. Gonella al Convegno dei Dirigen• di sinistra. liano. ~ quale contributo darà alln democrazia? ti elettorali, hanno mc~so sul !appcto il pro- Ora. non siamo certamente noi a souovalu- Nord, non potrà non creare .in sede locale, Dobbiamo confermare il giudizio negativo nel Mezzogiorno, io situazioni tanto diverse già avanzato nelle previsioni pre congressuali. hlcma degli apparentamenti fra il partito di tare le inderogabili esigenze che incombo- di tempo e di luogo _ delle gravi difficol- Già per fo nomina della Segreteria Politica 111agç:ioi-anza e gli altri partiti democratici. no sulla O.e. ai fini dello stesso rafforzamcn- .'ii presenta il problema di trovare una maf{f{io• Il cOPlUUirato della Direzione afferma « che to della democrazia italiana e che hanno spin- tà di applicazione, le quali porteranno ncces• ranza ed una conciliazione tra cinque posizV, 4 to j repubblicani in una posizione di ben sariamcnte (e già si avvertono i primi sitl- rii chiaramenre distinte. riduc~bili a duP blocla dirctti,a (>olitica del Partito in materia di elc-zicni amministrativ<' ;. <1u,..Jla gi:'1 fissala dal Consiglio '\azionale il quale. a suo tempo, determinò le norme relative alla lotta clclloralc cd agli apparentamenti €'On i partiti democratici ,>. Sarchhc quindi stato confermato il rigido indirizzo politico seguito per il primo turno clcuoralc amministralivo. J! che significa, come osserva anche « Il Corriere della Sera » del 13 Gennaio «l'esclusione di qualsiasi 1dlcanza con i partiti di estrema sinistra " di utrema destra )). Tultu la <;lampa per altro sia indjpcndente che di partito è <'oncordc. nel rifodre alcune indiscrezioni trapelate dalla riW1ionc della Direzione ,che la D.C. non sarebbe t< aliena dall'allearsi nel Sud, ove occorra, con monarchici indipendenti o fhe, comunque. facciano prorf'5sione di lealtà istìtuzional" e ehe siano !ò>ganciatidal M:,J "· Ora. queste interpreta ✓.ioni trovano inclireuanwntc conr(•rma nl'lla !-il1•!-,~paosizio,w tlei repuhhlirnni i Quali, a meno del loro ~cgrda• rio cl1·l partito, Reale. hanno dit·hiarato la oos- !-iihilità di alli-'anzc al Sud pcrrioo ,·on i monanhit·i, i ,ruali diano ~aran ✓.it• di pre.,€'nlar!)i re in 1>osi ✓.io1w cli l,•alta v,•r,;<J li· 1sli1u ✓.ioni 1epuLhli,·a1w ,,. • :-;e a ciò aggiungiamo un artieolo dell'on. \ndr,:otti ilal titolo ff. Pod1i nemici buona maggiore sacrificio. "'Jon siamo noi ad illu- tomi} a modificare di fotto delle direttive di- chi <JUasiparitetici. cioè c7è un problema di AJJRITTATIVII Dal prossimo verrà sospeso del giornale mese l'invio a chi non ha versato l'ADDONAMINTO È necessario quindi, per sto con I a non correre querischio, versare tutta urgenza quota sul ~o~nolorrenle~.1-117CO venute ormai generiche per la loro lonta- .!ftr,b;lirù di tlir-Pzion° b,,.waa su una mal{Kio• ranza numerica comppsita. come oer oualun• que regime narlamentare: cosa però inconce• pibile per un partiro. oanza nel tempo. Nella votazione sugli o.d.g. dei vari proble· mi (elettorale, sindacale ecc ... } il congresso unicmente alla iniziativa di gruppi locali, in ha scelto la stTatÙI.coraggiosa, 'di una caratte• una situazione po1itica come quella del meri• rizzazione che ha però _fondamento politico irdione, ove i contorni politici dei movimenti reale: la consideraz:i.-One cioè di poter fare una concorreniza spietata alle sinistre marx-lenini 4 non sono mai definiti, rischi di fare entrare ste invece di accettare obiettivamente i limiti a vele spiegate molte forze autenticamente e sociologici dell'ideologia socialdemocratica. Epgcnuinamente antidemocratiche. pure le amministrative dell'anno passato do .. L'apertura di qualche breccia. ove non sia <"ontrollata e seguita rigidamente ma lasciata Per questo, a nostro avviso, si presenta ]a esigenza che si stabilisca con il massimQ. rigore in quali situazioni cli emergenza può, in via del tulio eccezionale, essere consentita una collaborazione t·on forze le quali, anche se fanno aperta proft>ssione cli lealtà. sono per la loro ~lessa natura avvcri:aric dell'attuale ordina• mento democratico dello Stato. Vi (· anche un'altro problema t.ul tappeto. Quello del Congrc~Ro del Partito. Il Congrc.:.so st•f•ondo gli impegni assunti. dovrù improro~a• 1,ilmcnt(' 1•sserc tenuto a giugno. E' neccs:-iario pntanto che anche ~ollo ç1ucsto profilo per la decisione delle norme organizzative per la convol·azionc dd Con• grcsso - si riunisca al più presto il Consiglio :\"azionale del Partito d.c .. vrebbero aver insegnato qualcosa; eppure il fallimento congressuale della presente maggioranza a sinistra di Saragat da raccogliersi wn una mozione di sinistra su uno spirito di " destra ". cioè una coscienza delle scelte politi.che che l'accettazione del sistema democratico im• pone in questo momento, dovrebbe pure inse• gnare qualcosa. La verità è che il PSDI manca non di uomi• ni politici pratici, cioè di intuito e di sensibili• rà, ma di uomini politici teorici che nel piano nazionale sapessero ricreare una unità ideologico-politica. della socialdemocra::ia di questo !fecondo dopoguPrra Ormai la via del riformismo in Italia, che è clato da precise realizzazioni e sricccssi concreti attuandosi giorno per giorno a immediato con• tulio con la realtà, non passc1 più obbligatoria• mente per la socialdemocrazia, ar&zi nella mi• sura i11 cui si isterilisce, se ne va gradatamente allontanando. Franco E. Peccl
Pag. 2 INIZIATIVA DEMOORATICA:__________________________ G_e_n_1_m_1o_l_:1_;:,_ 1 VESPISTI ALLA SBARRA Libro bianco o libro nero? editoriali * Al suo primo apparire il documento programmatico dei Deputati democristiani de!la destra vespista fu giudicato dall'on. Gonella " un volume di studi di !ilosofia del diritto, di pedagogi<1, di scienza delle !:manze e di economia politica" (Il Popolo del 19-12-1951). Forse il Segretario del Partito d. c. non aveva ancora presa esatta visione del testo o più abilmente, u.sava di qu.esto artifizio allo scopo di ridurre in più modeste proporzioni e di attenuare il clamore che già La stampa di informazione cosidetta indipendente sapientemente orchestrata, levava attorno al documento. I colloqui di Churchill « Le Monde :it intitolo molixiosamente il suo editoriale sul vioggio di Churchill a Woshington « Echange de cordiolité outre Atlontique »: e1 a porte le inten:z:ioni, il titolo è esotto. Le l .200 parole del comunicato conclusivo dei colloqui Churchill-Truman non rivelano altro che « scambio di cordialità » delle due parti. Truman assicura Churchill che l'uso delle basi atomiche dell'Inghilterra meridionale verrò deciso di Pere/tè in r.ea!tà la prima caratteristica del volume "Problemi dell'ora e azione di comune occordo: la decisiogoverno" è la mancanza di ogni visione panoramica o storica della posizione italiana e degli obiettivi, sia pure a non immediata scadenza, che si pongono per una forza politica cristiana. Anzi si può dire che ogn visione ed ogni impostazione di questo genere non viene data nemmeno come presupposta e tutto viene ridotto ad un pu.ro problema di ordinaria amministrazione, risolvibile con alcu.ne formu.Le àel tu.tto empiriche destinate, in definitive,, a consolidare e a rafforzare certe situazioni di privilegio esistenti al!'interno àel nostro Paese. La seconda caratteristica del docume11r to vespista e u.n di]Juso senso di demagogta con La qu.aLe , compttaton, specie neLt.a premessa e nella prima parte del Lavoro, cercano di conquistare a facile prezzo una popolarità che non puo certo LOTO aerivare dalla enunciazione e dallo svolgimento delle loro tesi costruttive. ne sulla standardizzazione dei fucifi viene rinviato: viene riconosciuto la solidarietà dello politico dei due paesi, per quanto riguardo il Medio Oriente, mo viene demandato ai due ministri degli Esteri la concreti::zozione di questo politico e « fa accenno o un patto del Medio Oriente in genere, e non allo formulazione di questo fotto nello noto quadripartito al lavoro e che il governo egiziano ho respinta: viene doto gra.ziosomcnte otto al governo britannico dello buono volontà do questi dimostrato nello questione dell'esercito europeo, con lo farmole adesione del Presidente americano olla dichiarazione conculsiva dei colloqui Churchill-Pleven. Per questo dunque il Premier britannica ha traversato l'Atlantica? Dove sono finiti i grondi progetti di uno direzione bipartita angloamericano col lustrino francese del mondo occidentale? Dove le prospettive churcillione di uno spettacolare incontro dei grondi? 11 ritorno alle formule dello gronde alleanza non si è compiuto: la diploma:zìa personale si è imposto. L'uomo che siede olla Casa Bianco puO non avere il fascino e lo personalità di Roosevelt: però, per lo primo volto nella storio degli States, è un uomo che da sei anni governa non gli Stati Uniti mo il mondo. Per quanto scaltrito e conoscitore dello politica interno del suo paese egli sia, le sue decisioni si sono esercitate su alternative mondiali, vitali per la sorte dell'umanità. Uno certa mentalità terroforzisto, q~a e là talora prevalente, puO non compiacersi di questo: e può sperare che l'Inghilterra cerchi nell'Europa federato il ripristino dell'antica statura. 11 fermo e chiaro discorso di Eden a New York ha dissipato, se ancoro ve n'ero bisogno, questo speran.:zo: l'Inghilterra cerco nel Commonwealth i titoli del suo prestigio mondiale: possiamo dubitare che ve li trovi, perchè sempre di più ciascuna poten.:za del Commonwealth cerco autonomamente o Washington appoggio e alleanza (l'Inghilterra non è partner del patto del Pacifico, mentre la è l'Americo): mo non possiamo dubitare che ve lo cerchi. Sia detto ben chiaro che non vediamo nello decadenza dell'fmpero inèlese lo decodenzq 1 dell'occidente o della Euro;,o. Il complesso d'inferiorità del provinciale americano verso l'abusato capacita o « regere imperio populos» del cugino britannico è tramontato ed è tramontato definitivamente. Votondo Churchill, l'elettore inglese pensava che lo personalità del premier avrebbe rialzato lo statura britannico; il cui decadimento era attribuito all'inettitudine di Morrison: ebbene, il prestigio e l'energia di Winnie non hanno compiuto il miracolo. L"I nghilterra di Churchill è ancora quella di Morrison: sola l'Americo e l'URSS sono oggi potenze egemoni. Lo Gran Bretagna è lo primo delle potenze associate: e si badi, nonostante lo importon%o del concorsa militare e industriale britannico, allo difeso occidentale, prima inter pares. L'impero inglese è stato un edificio ·meraviglioso, o cui lo civiltà umano deve progressi incalcolabili: mo esso non può essere lo strumento principale dello coopera.:zione dell'occidente coi popoli orobi, asiatici, africani. L'America è oggi chiamata a fare il suo tentativo di egemonia mondiale: crediamo di riconoscere in questo Stato di molte nozioni, nel suo vigoroso, anche se insufficiente senso del diritto e dell'umanità, principi di vero spirito universale che le funzioni pratiche vengono inevitabilmente sviluppando: lo presen.:zo in esso dello nota cattolico, cioè il superamento dell'isolazionismo protestante, ci offre un supplementare motivo di speranza. Sto allo trodi.zione culturale e umanistico dell'Occidente dare una razionalità e un'ideologia di sviluppo e di progresso od un popolo di b'uono volontà. « Partito » Liberale? F. B. Della funzione del Partito nello democrazia moderno noi eravamo edotti, do molto tempo; dello suo intimo sostanza, d1 difesa dello libertà individuale, sia economico che politico eravamo convinti non solo attraverso l'1ndag1ne storica degli avvenimenti di questi ultimi anni, ma anche do uno logico chiaro e conseguente. « 11 Mondo » invece arrivo alle nostre conclusioni (vedi articolo d, Giorgia Granato nel numera del 12 gennaio 1952) dapo diverso tempo con la stupore di chi ha scoperto qualcosa di nuovo, che sembro enorme, e condottavi, non do uno qualsiasi tndagine o meditazione storica, ma da un recente libro del Duverger comparso In Francia. Per , colleghi de « 11 Mondo " questo problema, fondamentole per la vita politica moderno, ho eminentemente interesse letterario e viene proposto a, lettori come una curiosità e novità bibliografica Non vogliamo entrare ·nel merito dello discussione, perchè l'argomento fu toccato anche nel numero quattro d, « I niziativo Democratico » a proposito dello aVvenuto unificazione liberale, mo vogliamo rimarcare questo strano modo di trattare argomenti politici di fondamentale importanza. A parte lo stupore dell'articolista di aver scoperto concetti per lui nuovi quando sono, per tutti quello che si interessano di studi politici, do tempo famigliari, ci piace sottolineare le conclusioni che, pur velate da quella maschera di curiosità letteraria che sopra abbiamo denunciato, assumono valore polinc.o perchè pubblicate e fatte prc.- prie da « 11 Mondo • D,ce ,I Granota: « Senza rinunciare in alcun modo 01le ,dee e olla persuasione. è giunto finalmente ti tempo d1 convincersi che gl, ostacoli e le minacce che incombono do presso sono tanto mo~- sicc1 e mquietont,, do dover far ricorso anche noi, se no!l vogliamo rimaner sch1acciot1. a validi strumenti d1 difeso I e d, offeso ». E per comprendere mé' gl10 questa Irose bisogno fcr coincidere il noi con le forz, liberal, e « i validi strumen ti» con il Partito. liberali 1tolian1, onch1. quelli che s1 outodef,msconc di sinistro, arrivano o que ste conclusioni nel 1952 Mo c, arrivano, e questo lo g1comente fa cadere tutte• l'argomentazione, con uno riservo· « senza rinunciare rr alcun moda alle idee e allo pet~1..:cs1one » Dal che s1 deduce ch<- 'C ar9omentaz1one del Gronoto è viziata all'origine e denunc1c sì uno insufficienza sto1 ica de, l,bera/1, ma resto puromente sul piano dello vage enunciazione perchè un p,., tito si fondo proprio, prr- ,ra d, tutto, sulle idee e sullo persuasione. lrfatt, carne un liberale restando tale, può partecipare attivamente olla vita d1 un Partito moderno? Lo funzione storico attuale del liberalismo italiano è subordinato allo sincera rrsposta a questa domanda. G. T il Libro parte ·da un'analisi della situazione di disagio e di sfiducia che esiste innegabilmente oggi aLLa base del partito di maggioranza ed in generale ne!!a opinione pubblica italiana eà u.sa parole severe nei confronti dei nostri governanti, cui viene rimproverato di opporre " remore all'accoglimento delle istanze che affiorano dagli strati più vasti e profondi della pubblica opiniQ.ne " e di consentire " la irresponsabilità degli amministratori della cosa pubblica e la loro tendenziale inamovibilità - spesso per paura di provocare scandali - anche ove sia provata la loro incapacità tecnica o amministrativa, o peggio la loro disonestà ". E aggiunge " s1 ueve porre un freno efficace all'inflazione degli scandali, instaurando una garanzia per gli onesti ed i calunniati ed una prospettiva di immancabile, severa 1anzione per gli indegni o per i profittatori". ropea per il timore di u.n " appesantimento ding1stico ", dimostrando cosi ai non volere mettersi al passo con le esigenze di u.na economia moderna vigente ormai sul piano internazionale. Vu.ole l'abolizione della Legge su.i contratti agrari e l'insabbiamento della riforma agraria in corso, sospendendo la ripartizione delle terre ai contadini ed iniziando invece a favore dei proprietari delle opere di trasformazione a spese dello Stato. Chiede l'abolizione della nominatività dei titoli per sottrarre gli investimenti del capitale privato a qualsiasi controllo anche fiscale. Propone u.na politica fiscale ,intesa, oltre che a diminuire le aliquote, a studiare u.na completa sanatoria per le clamorose evasioni del passato e a limitare al massimo l'applicazione di imposte progressive " per favorire lo sviluppo del risparmio ". IL CONGRESSO DEI LAUREATICATTOLICI ~iuevi indu.bbtamente assai esatti e tah cne non ci possono non trovare concordi neua Loro JonnaLe enunciazione. 1,ssi spiegano ti motivo per cui il aocumento vespista sia riuscito a raccogLiere aaesioni Jra u.n cospicuo nu.mero di parLam~11r tari ( oltre u.na settantina) i qu.ali hanno aottoscntto in bu.ona Jede qJ!.este asserzioni senza oaaare troppo per iL so,t«e aue test ew,wmicne e poiiticlte contenute neL Libro. ...e qu.ali asserzwni si rivelano del!e e- •press101u puram,mte demagogiche quanào, invece di co11durre ad impostare u.,i programma di azione govemattva veramente popolare, portano sul piano de.La pomica interna ed economica a sostenere deile test apertamente contrastanti neLLa sosic.nza ad u.no sviluppo democratico del Paese ed in ogni easo di un sapore strett(Lmente paternalistico. Tesi incapaci di risolvere i problemi che travagliano La nostra società e che, se adottate, non potrebbero che peggiorare i mali lamentati, cn- »taLLzzzare u.na classe economica dirigente e sbarrare il passo ad u.na evoluzwne dei ceti medi delle cLassi lavoratrici nella vita pubblica italiana. .tJasti pensare come su.! terreno costituzionale venga proposta u.na riforma del Senato ritornando ad una concezione di una Camera non elettiva, ma di nomina daLL"aLto, con gli stessi argomenti con CUt il diritto costituzionale fascista giustificava il passaggio dal sistema della Camera dei Deputati elettiva alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Su.! piano poi della politica economica iL gru.ppo vespista fa· proprie tutte !e test avanzate già da tempo daLLa Con1indu.stria e da!La Con/agricoLtura a sostegno degli interessi dei grandi industriali e dei grandi agricoltori itaLtani, Jatti passare come gli interessi dell'economia nazionale. Non si tratta, in reaLta, di tesi liberiste - come ha tenuto a precisare il leader delta vespa on. 1.Je ,~iu,-urto, in una recente intervista conc;essa alla stampa. D'altro Lato i provvedimenti di natu.ra sociale a favore de!!e- classi lavoratrici sono sbandierati demagogicamente, ma sono lasciati indefiniti e vaghi nella loro determinazione, avend9 però sempre cura di farli grat>are esclusivamente sullo Stato. Così è affermata la esigi;nza di u.na più equ.a ridistribu=ione per gli statali, senza specificare da doi;e verranno prelevati i I ondi necessari. Per risolvere il pr,oblema della disoccupazione viene auspicato da u.n lato che lo Stato istituisca de!!e " compagnie di lavoro " a Javore dei disoccupati ,, con retribuzioni inferiori a auelle correnti nelle altre occupazioni" e dall'altro si insiste per u.n immediato "alleggerimento" di personale per diminuire i costi delle aziende private. Cosi in altri termini si sper't di scaricare su !lo Stato gli oneri dell'eccessivo personale. Sullo stesso problema delle case, in cu.i si trovano le proposte più concrete, da u.n lato è prospettato !o " immediato '.' sblocco di tu.tti i fitti a favore della proprietà edilizia e dall'altro l'inizio di u.n macchinoso piano di ricos tru.zione a lu.nga scadenza a carico esclusivo dello Stato. Da qu.esìo sguardo di insieme, il lettore, anche il più sprovveduto, giu.nto alla fine del libro dei vespisti, non potrà non trarne la convinzione di trovarsi di fronte ad u.n documento che è la tipica espressione dei ceti industriali ed agrari italiani, onde potrà spiegarsi l'adesione e La propaganda di certa stampa indipendente. Ma inverno cercherà u.na sostanziale impronta di u.n pensiero o di u.n programma democratico cristiano. Tu.tto ciò non toglie che u.n certo interesse possa presentare la l.ettu.ra del libro specie per la presenza di interessanti dati tecnici. Anzi, a qu.esto proposito c'è chi dice che siano stati i tecnici della Edison a compilare la parte economica del volu.me. E ciò potrebbe spiegare molte cose. G. G. Perché l'intervento dello Stato, se è ripudiato come antiprodu.ttivistico qu.ando ten- - de ad u.na più equa ridistribuzione dei redditi, è invece invocato e richiesto per u.na t,Stgenza di produzione qu.andO' si tratta di proteggere le attività economiche ed i monopoli che non potrebbero resistere in un gioco di libera concorrenza. Cosi viene sostenuto l'aumento delle tariffe de.Lia energia elettrica a favore del monopolio della Edtson, l'aumento delle tari1fe telefoniche a favore delle cinque aziende telefoniche concessionarie private, mentre si auspica ti biacco delle tariffe ferroviarie la cu.i azienda è statale. IL documento prende posizione contro Lo intervento de!lo Stato per rivendicare la libertà di s1ruttamento - e d1 spec ...lazwne - sugli idrocarburi da parte dei privati ed eg11a,mcnte per evitare che le aziende dell"IRI godano i benefici particolari rispetto a!le concorrenti private. Si oppone sostanzialmente al p,ano Schu.man e qu.indi alla collaborazione economica eu.- li libro dei < vespisli, 10n conl1ene ,I pensiero della D. C. ma quello de, ce/1 iUduslria/1e a9ran ilal,ani. Oue.s/oè un allentato a,la un11d del p8rl1to composto. anche di opera e conladmi I LAICTIORNAINNOPARROCC L'equivoco, piuttosto giustificato in questi tempi, fra funzioni e attività politiche e spirituali, ha fatto sì che ai congressi della massima organizzazione culturale cattolica venisse annesso un significato premanitore di fronte agli sviluppi dell'azione politica, e un valore di periodica precostituente, sia pure in sede mediata e dottrinale. Grande delusione perciò quest'anno. Gran parte deiFopinione puobllca, anche cattolica, si aspettava uno spiegamento di gonfaloni e il presidio delle rappresentanze del Ministro degli Interni. Niente. Gran parte dell'opinione cattolica si aspettava che i laureati, affrontando lo scottante argomento del « Laicismo e laicato» intendessero spazzar.e via le scorie e le rinascenti energie di una reazione· anticlericale che comincia a dar noia ai cristiani della politica ufficiale, allineandosi con loro. Ne anche per sogno. La prima osservazione di fondo, necessaria per capire lo spirito di questo congresso, è appunto. che gli oratori designati, ma soprattutto gli intervenuti nelle discussioni, hanno abbandonato una metà del tema in discussione (il laicismo) e le conseguenti definizioni dogmatiche, le condanne sterili, l'esaltazione di ideali veridici, concettualmente tentando di risolvere questa nell'altra metà. Hanno detto praticamente che il laicismo si provo~a ed esasperare per le deficienze di pensiero e di azione responsabile del laicato; e sulla sua definizione psicologica e quasi teologica hanno assestato un tiro che però non è siuscito a centrare il bersaglio. Ecco infatti un bilancio organizzativo confortante, ma da clan per iniziati, un prof. Passerin che, in una serie di scorci e di giudizi evita storicisticamente una definizione valida ovunque per tutti del laicismo. Ecco soprattutto la relazione del prof. Scaglia che con sorprendente acutezza e preciso orientamento apre la strada ad un profondo esame degli elementi critici nel rapporto fra i cattolici e il mondo, ma è sopraffatto, in sede di dis~ussione, dall:. vena autocritica aegli intervenuti (Gemmellaro, Zaccagnini, Flik, Nosengo) che con diverse sfumature pur circondandola di soluzioni confortatorie rivelano gravemente la crisi di filosofia pratica cui è stata condotta la cosidetta élite cattolica da decenni di predominante spiritualismo. Rifacendosi ai noti schemi mariteniani chiedono la riabilitazione del proletariato e della Chiesa, una sfera d'azione in cui "sso possa agire nello spirito del tempo ~on proprii caporali, sia pure nel quadro di una vigilante strategia ecclesiastica. ~hiedono che sia definito il loro terreno Lattico, la loro ora, la loro bandiera. Bandiere che possano essere anche strappate dal nemico, che possano anche perdere e npiegare senza che la Chiesa ne sia sopraflalla, ma anche una distinzione di compiti che permetta a questi contadini infangati di essere veri fanti, senza rischio di diventare dei cappellani militari. Una seconda os servazionc: il Congresso era dominato da un senso di tranquillità tesa e paziente, di chi sa di sostenere una battaglia lunga e non matura per! lica è sembrato un brusco giro di vite, l'esito, su posizioni incerte e stabilite da ì ma in realtà ha lasciato il futuro aperto dltri. Non era né la grande assise filo-! ad ogni possibile chiamata per i cristiani sofica che potesse suggerire nuove solu- j laici, sotto le forme più o meno organiz.. zioni ai rapporti fra la Chiesa e laicato,! zate che il tempo vorrà, e quindi sottc né la grande meditazione annuale, valida) altri nomi, in altri modi forse per noi oggi solo in senso formativo e individuale, ma Ì difficilmente riconoscibili, e non adatti a qualche cosa di intermedio e imprecisato Ì noi. m cui l'unica ~ostan!e era_ i!..malco1:te1:to l lncoffessata al fondo del pensiero di per 1 renomem clencaiistJc1 e, qumd1 1 j tanti non era la comodità di un laicato danni_ spirituali provocati dall'~scesa del! lanciato all'arembaggio più esplosivo e cattolicesimo alla responsab1lita del go- ì sentimentale ma con la sicurezza della verno; ascesa che ha finito per coinvol-l trincea pron'ta alle spalle a ricevere gli gere nel suo splendore e nel suo lento) sconfitti e i paurosi? tramonto le fortune apparenti della Chie-1 sa, rifiorite terra terra nell'immediato i Il Congresso è finito cosi per deludere periodo postbellico. j le attese, o confermare delle disillusioni E' stato facile quindi per Mons. Montini. l ma in. so_stai:iza riaffermando la com_pate direi anche doveroso da parte sua, non j tezza 1spir_at1va_ e pratica della politica fidarsi di queste punte dilanianti all'in- j vaticana, sia net m~menti della mano fe:rterno, ma incapaci di modificare le strut- Ì re~, come sembra_ l attuale,. che m quello ture in cui abitualmente scorre placida Ì dei dolu colloqui, delle . liete . ~peranze. la, chiamiamola pur così. «azione» catto- l Forse, da laici, le ~uggestiom pm profonlica fiduciosa del suo letto delle sue / de, sono nate dati ultima relaz10ne, masponde dei suoi sonni della fonte e della Ì riteniana per lingua e formule, ma origifoce. ' ' • j nale innovatrice e rivoluzionaria nella Ma è stc.to soprattutto logicamente do- i sostanza. Il proL Sugranyes de Fra~c~ veroso insegnare a questi laici che chie-; ha indicato. praticamente a1 congressisti . , . . . . , una dimensione concreta, profana e stoaono 1 autonomia propr10_ a coloro cu_1di-j rica d'azione cattolica, e cioè previdente chiarano la propria suff1c1enza, che solo, 1 lt, f t . d • • t t lt · 1· una lenta evoluzione storica può riso!- ì a rea a u ura, 1sm eressa a, a rws 1ca vere e modificare istituzioni e rapporti! ne~ più ampio respiro ~uropeo. e m~ndial_e che prima sembravano imperituri. 11 ri-; de~ progetti, delle _reahzzaz1orn, dei sacn- ~hiamo del sostituto di s. Santità alla j fic1, d1 una lungimirante cultura cattolica. temporaneita difensiva dell'azione catto-! G. B. Cavallaro La mancanza, nella vitu. politica italiana, di una base cattolica adeguatamente preparala per affrontare cosci.entemente i diversi· problemi che la realtà quotidiana impo• ne, è sempre. più sentila e sempre meglio valutata. E questa indifferenza per quelli che ,ano i problemi fondamentali della vita sociale ita• liana si fa sempre più senti• re specialmente nelle nuove generazioni che, abbJ.ndonate a se sles.se, difficilmente, da sole, riescono a .superare le cri.si che le conducono neces• sariamente allo scetticismo. Il problema della educazione sociale del giovane è· prima di tutto un problema di metodo pedagogico, metodo che possa condurre i giova• ni al superamento di quello stato di passività che è negatore di qualsia.si iniziativa ideologica e pratica. Que,to problema della ricerca di un. metodo educativo ,iun poleva non interessare Lu orguni=zl1zione cauolica degli in.,eg,wnti medi ([;.[../.1.M.) che riunì apposiwrnente a Canw:dul i, nello scorso agosto, un Co,ivegno di studi, la , elaz.ione ciel quale è stata in questi giorni pubblicala LIBRILETTI * ( L'Educazione sociale del Giovane, Roma, 1951). E' bene sottolineare subito, anche per far risaltare un metodo nuovo di ricerca e di studio negli ambienti cattolici, che il Convegno non aveva nessuno scopo apolge• tic(I o propagandl-$tico, ma doveva essere un contributo di ricerca libero da " formll,• le e da definizioni " per portare L'U.C.I.l.M. ad essere " una associazione professionale interessata al progresso sociale. e civile dell'unianità intera e della Nazione ed 111 modo particolare per quanto riguarda le generazioni che crescono". Praticamente il Convegno si proponeva quiruli la ricerca di un metodo educativo che facesse superare ai giovani la indifferenz" e l'afiatia di fronte ai problemi fondamentali della vita sociale. E nel meni-re le relazioni Gemellaro e Dossetti hanno esposto l'esigenza di prepa· rarsi e di preparare alle scelte fondan1entali eh.e sono im• poste dai grandi problemi ideologici e storici; le relazioni Lazzat{. Nosengo e À· gazzi hanno esposto la metodologia che aiuta a quelle scelte nel mondo della edncazione. Queste tre ultime relazioni contengono notizie prezio5isw sime per la formulazione di una pedagogia sociale ,ia per quanto riguarda il discente ed il docente ,ia per quanto riguarda l'intera comunità scola.stica. Ed è proprio sotto questo punto di visia che il Convegno di Cam.aldoli assume una fisionomia sua propria per· chè ha sottolineato la necrusitcì di uno studio profondo af/inchè, superate determinate mentalità e m.etodi educa• tivi superficiali, venga, .su basi scientifiche, fondata una pedagogia adatta a portare le nuove gèrierazioni a quel gra· do di maturità che. la mancanza di u,1 metodo adeguato, fino ad oggi ha impedito di raggiungere. T.
Gennaio 1952 INIZIATIVA DEMOCRATICA Fag. 3 '-l eµ;li uhimi giorni dell'anno trascorso hi 1~ 1,0110 tt:nuti due Cou:;rci,si, particolarmcn· te interessanti, intorno a temi legati alla politica s,·olaf\l ira: in Roma quello degli insegnanti t~anolici della ~ruola mcdiu organizzati neUa UCI IM. in Livorno quello degli insegnanti di ohh,•dien1.a t-.talinii\ta delle Scuolè di ogni ordine l' grado. orguniz.rnt1 nella Unione Profcssionulc dclln St·uola. filiazione csfSI Sll·t-sa dd P.C.I. CATTOLICI E COMUNISTI A CONVEGNO :~cuoia aimar~ini di ALDO MORO Insegnanti per la società * Non s, pt«:> certo dire che non vi sia in tali.a un certo interesse nell'opinione publica per i problemi detla scuola. Ne è stimonianza lci partecipazione larga e eria. e anche fuori del campo proprio Con una ('OÌn(·idenza., che non può labl·iata <:ad,•rr nd ..,j\enzio. rano t' raliro Congrc~so non si .!'Ono limitati all1• qucsrioni di categoria cld µL·rsonal(• cloct!nll; in un ambito nctcssariamcntt: ristretto, mn hanno poILailscuola, rivolgendosi ai problemi strutturali della società, è c~iama'.a a colmare il distacco tra la cultura e la vita, a togliere le classi medie dòl ,loro disorientamento in una solidarietà di base con le_classi lavoratrici egli uomini delta sct,ola, alle indagini reparatorie della progettata riforma e la ivacità della polemica relativa alla scuofto il problenrn della Scuola non tanto ('Ome La ~ruola italiana t~ gli ioH•~nunti italiani proUlemn di scllOrt· quanto conw problema hJnuo dunque nei 8Udd<"lt1 du-e Congrn,-.i 1110• della mtcrJ \azione, mettendo in evidenza: btrato di voler a~similare e far propri i proroni-J.pc, ole1.;.u dt.·i rapporti l· rnenlc orientata in un (lUadro 1,luta poeiiliYu• ckntc consapevolezza Ja µartè <ld pacbc del democratico e ,·.irattcrc fondumcntale e basilari: per la codi Stato ed a quella Hbera ch'è un 11100, bene/tè alquanto unilaterale, per maif estare apprezzamento ed interessamenper la scuola senza aggettivi, per i >roblemi di educazione che si propongono nel nostro Paese. Eppure non mi sentirei di dire che in Italia la scuola sia assunta, come dovrebbe essere, qtLale punto cent-rale del nostro sistema morale e politico, quale lo str11mento più alto per una umail Con~n•sso di Livorno partil'olarmcn- blt.·mi dello :")tJIO democratico itulia110. <.onte il rapporlo tra la Scuoln e \u 1•lcvuzio,w !;idcnmdoli per l"in~·idcnza e !"influenza che della clnsst! lavoratricl· (« operai cd echu·ato- la loro soluziont: può avere sulla efficacia e ri )> cru intitolato il fondo (h•1l"Ava111i! del 28 ~ull,indirizco ddl'a.tiOnl' c<lucath•a. dicembre, dovuto al prof. \Vidnrnrl: "\atur.:tlmcntc d1vcr:,o ;, il giudizio che ~i - Il Con~rcb~u d1·ll"LICI1\1. n111·11rl.l più .1 deq• dart• non più ....ulla pobiziont• di µart,:nza fondo, il rnpporto g1.~1wrnl,-.t.ra In -..;n,ola ,. dei dut Congressi. ma :,ul loro l'Ol1tt!nuto: la romunità nazionale. prn:ht' nell'uno, in (Jlwllo df'H"l Cll\l, la na formazione della nostra comunità nazionale, q1,ale !"ambiente più favorevole per risolvere tutti i problemi, anche que!!i sociali e politici, per soddisfare L'ansia ch'è in tutt, di 1m 1,10ndo migliore. L'inte- -resse per la sc1L01Ct è troppe volte egoist,co. Da esso si attendono troppe cose che essa non può o non deve dCtre e magari utititn e possibilito che sono, se mai, soltnnto il naturale corrispettivo del retto e disinteressato ftmzionamento delle istituziom scolastiche. Un atteggiamento insomma utopistico o narncolist,co o grettamente , interessato. S'intende bene perciò come per il corpo insegnante, che è l'anima della sétwìa, e proprw in tutti gli ordini e gradi di essa, non v, ~ta quel rispetto, quella fiducia, quella comprensione che aiutano chi affronta la quotidiana fatica di una permanente freschezza e vivacità spirituale e in certo modo ricom,ncfo ogm giorno dn e~-a l)ono clu ripromettersi un rafforzamcn• to in gcnl'rt.' dello spirito democratico e in p.irticolart..· u11 rnfforz::imeoto della partecipaiiont.· pèrblt.1::ia ::illc istituzioni democratiche da parie delle clnbeii medie iwlinne, sino :.,cl ot:.~i t.tnto • im,icurc t: incerte nei loro aucg· 1,?;iunwnt1poli!i('i: ndl"allro. irncce. in quello dc-.r•li insegnanti (.'Omunisti, questa conoapc· , o~•.t.ta dcll'influei:..o in duplice :icnso tra Seui,- lu t· ambicnh• -,ol'i.:dc i· 01au1 orit.·nluta in r.;en- ~o ~mtagouiblil·O alh.· attuali isti111✓.ioni demo- ' r..11j\•lu-. andw eit.· la ,1ppu~iziont.' irriduciliill! ~i , uol 11H1'-(·ht·ntrt",nd ...,l'lton· bcolastico, di ei-.pr,•..,~ioni , l·rbali 1radi1.:ionalmenlc liberali. (.0111unqt1L', quall' the .,ia la din•1,ione d,•1l"orit'ntamento pn•:..1·cho lin ....cnso positivo, o in ...,1.·m,oantago11i ....1a. o in po ..... i tionc problcnrntit·a), da 1>:trl1.•degli inbe~nanti italiani cli fronte allo Stato J1..·mo(·rati<·o italiano, cerio è clu· l:t scuola i1aliona. in ogni !--UO ordine• 1• i:::rado. mostra· st=nrpn• più di inlcndcrc la l'C· ('Ct- .. il:"i cli rivolger1.• un aclc~ualo intert:ssc ai prol,Jcmi :,truttur~ili della :sodctù italiana. E in 1al ~l.!n~o la ~ruol:1 rappre1,cuta una pos:ii1,ilitù po~i1i,a <ldln ckmocrniia italiana sia in ordint: all'orientamento che può esser fornito, allravt•rso la ::ìcuola t' direttn,nentc, da grup· pi iclcologicnmcntc molto qualificatj e orgunizzati quali sono quelli della categoria in• segnante, alle classi mcdit: italiane per toglier• le al loro caratLeristico disorientamento sia in ordine all'orientamento che sempre dalla Seno• la e chtgli insegnanti per l'instaurazione Ji una solidarietà di base fra classi inedie e <·lussi lavoratrici, tra le classi bociali cioè che paiono doLate cli maggiore dinamismo e qpirito progressivo, e il cui inserimento convinto nella esperienzu <lemocrti,·a va in talli i modi favorito. i.,Lruzionc e il consolidamc11to della demo<·ra1ia, d1.•ll'azionc. della -.,·uol:t. Come la :..cuoia ciol· 111O:..lradi avvertire· - rwlla sua parte coscicult.' t·cl l.!,oluta - che I,· po.sil.,ili1it dd suo » iluppo. ~ella libertà della eiua opera, della libèrtii non soltanto formalt• e giuridica - d1.•i suoi docenti, -.ooo legate alla sopravvivenza e al rinvigorimento di unu determinata civillù storica {la demo· t·razia), :1ll"adozione di un metodo corrispou- <lcnte 1il metodo dcmocraLico), alla sua erfi1.·it.'nzae unità, al bUO ordine e al suo fìnali- -.1110 t autoritù e liberi~• co1H'ilianh.: nel ri• :-.pcllo della persona). ul riconoscimenlo d11 parte cli qucbta ,·ivihù, dei fini clh' la lnt• ~cendono (vi:,ione cristiana <frlla vita). si può dire dw il Pnei;:c dimostri di aver la stessa precisa <·osricnza? Si può diré che il Paese :--i rt.~nda conto che quelle coeie che si son det· le val~ono anche io senso inverso che 11011 vi ;. cioè. in Italia possibilità vera di una civiltà di:•mof'ratira. <li un ,nclodo di ·libertà. <li ,·qoilibrio politico e sociale. di concilia1.ion"' fra libertlt e aut.orit.à, di animar.io• nt• cri&tiaoa <lei rapporti umani, se non si pongono le salde fondamenta di tutlo questo nella scuola, nelle sue istil azioni, nei suoi ordinamenti. nei suoi programmi. nei suoi uominj? Si può rispondere obbiettivamente e con molta pacatezza che quella coscienza non c'è, o è scarsa e appena iniziale; che sugli at• lcggiamcnti positivi sembrano prevalere quel• li negativi, di indifferenza e incertezza: e an• ('Ora che am,·he, dove e quando quella coscien• za si manifesta, molte volte essa rjmane mera cnu.nciazionc di propositi, e si manifeslano notevoli insufficienze nell'azione concreta che dovrebbe dare uo principio di incarnazione a La propria vita, per accompagnare pnsso passo la vita nuova che avanza. In questa atmos1era rivendicazioni economiche, soc,a!i e morali di grandissima importanza cadono sulla generale indt[terenza ed il danno purtroppo non è solo e, vorrei dire, non è tanto di aLcune benemerite categorie d1 educatori, ma pwttosto del Paese per quanto riguarda il faticoso suo rinnovamento politico e morale. Anche la collabof'a.none, pur dichia-rata tante volte e certo con tutta sincerità necessaria tra scuola e Jamiglia, si riduce sovente ad un diffidente ~aturalmentc non è clù non veda - e non quei propositi. e pretenzioso controllo e non è tale nè da dare luT71i ed aiuti alla scuola nè da onentaTe più consa.peuolmen tP ,~ fa"'n.iglie ,n,ella loTo opera educativa. Se la riforma della scuola non avesse altro effetto che di muovere queste acque, che di suscitare dibattiti di idee, che di offrire spunti alla meditazione e buone occasioni per salutari esami di coscienza, essa già per questo potrebbe ritenersi utile in questo momento deLLa nostra storia. Ma io vorrei sperare che essa possa essere tradotta in atto e segnare L'1mzio di una vita scotasuca più adeguata alla realtà dei tempi, più rispondente alln natura della societu, più capace di nJ letterne le es1genz« molteplici in un tempo cosi vivo di problemi e cosi suscettibile di sostanziali avanzamenti di civt!ta. Mci vorrei sperare soprattutto che, nascendo essa da uno spregiudicato esame di coscienza segni l'imzw di una nuova cosc,enza scolastica in Italia, dalle scuole elementari fino alle Univers,tà, una consapevolezza cioè delle possibilità e delle funzioni della scuola, una giusta adesione a quel che essa domanda per dare il suo contributo di verità e di abilità alla vita, un rispetto vero per Le istituzioni, un interessamento sostanziale per i problemi, un sincero ed operoso desiderio di elevare iL tono della scuola e di migliorarsi tutti in essa e con essa. In questa atmosfera dov-rebbe essere possibile \e non sarebbe piccolo merito per la democrazia ed anzi varrebbe per essa come una solida assicurazione di lunga vita) risolvere i problemi organizzativi, per cosi dire, preliminari della scuola italiana mediante una giusta va!brizzazione, nei ptù d!vers! aspetti degLi insegnanti con La conseguente possibilità di chiedere ad essi di dare un più pieno ed intelligente contributo alla vita sociale nella sua inte-rezza, di porsi veramente al passo, con tutta l'influenza, con tutta la possibitità di incidenza sugli spiriti e nel , corpo sociale che è ad essi propria, con il , processo di evoluzione civile del popolo italiano. Mi pare in sostanza che nel nostro Paese ' non vi sia ancora, e si debba invece creare, quello stato d'animo che si dispone a ren- ' dere omaggio all'infanzia ed all'adolescenza '. come espressione della vita che cresce e, • crescendo, si corregge di 1,ecchi errori e si afferma in una nuova verità ed umanità. Per i giovani c'è ne! nostro Paese tenerezza e cura, ma essi non sono, come dovrebbero essere, il centro de!la vita, coloro ai quali si subordina ogni interesse comodo, coloro che rappresentano la parte migliore di noi e nei quali soltanto perciò ln nostra vita si compie ed assume pieno valore. La stessa posizie,ne centrnle de1Je assumere Logiramente la scuola che ,; cosa clei giovarti, Lo strumento delle Loro comunicazioni con noi, il tramite per il quale si -rende da parte nostra un servizio alla gioventù, ver permettere ad essa di continuare e salvar~ l<L nost-ra vita. c'è nessuna intenzione di nasconderle - quan· te resistenze incontri, nel suo concretarsi, una tale consapevolezza da parte della scuola della sua (per dirla con Sergio Hessen) « socializzazione »: sia in molti ambienti sociali in• teressati alla Sruola, sia nello stesso perso• nale docente, il quale per certi aspetti, anche .._11muura ;:il0cic11,apvare molto legato a una concezione intimistica e tutta individuale Jel follo educativo. Ma non è parso inutile ECO· prire con sguardo allento e con simpatia i segni e i princ1p1 di nna presa di coscienza rhc pare der.;iin:11a ad ulteriormente approfon· dirsi. Ma sopratutto quello che sembra mancare è appunto la visione del quadro generale. Certo è impossibile ora Care un bilancio analitico dell'attivo e del passivo contenuti in quel conto che la fine di una Jegislatura impone di prendere in considerazione in tutti i settori e quindi an<'h~ in qnello scolastico: ma qual<'osa avverte che molte delle attese che erano slate poste in questo dopoguerTa in una azione di rinnovamento operata nella Scuola italiana e dalla Scuola italiana non sono state soddisfatte. Si dirà che ahre sono le attese, altre !IODO le possibilità: si dirà che comunque non va dimenticato quello che è stato fatto in una li]) e!,la ora da vedere r altra faccia delJa luna; situazione <li bilancio di cui tnLti dovrebbero Jl\\.. se cioè di contro a questa ronsapevolczzo aver presenti le difficoltà e i limiti: anche che tende a circondarci nella scuola (o alme- questo è vero. no nelle organizzazioni di guida che la espri- :Ma si vorrebbe almeno che lo spirito che 1110110 per tanta porte). esiste una corrispon• animava quelle attese e le rendeva fervide d1 Il disagio economico in cui 0991 versa /"insegnante non è che 1·1nd1cedi una scarsa valutazione e valonzzaz1one della sua opera nei/a società. L"educazione, considerala come un cap,10/0 a sè sian/e, non come un compilo che investe fui/a in/era in maniera funz,.::,nale la società porla ad un interesse c1rcoscn//o e· marginale per , problem, della scuola. In questa condizione fui/a ia crisi della nostra civiltà che è il dfstacco fra la cultura e la vita si ripercuote in man,era esasperala princ,palmenle sug/1 insegnanti i quali avvertono e soffrono il /ra'lagl,o d, non potere aprire , giovan, alla vi/a con una cultura che non è più tale, ma è pura erudizione, dal momento che non discende da, principi di cui è depos,tarta la società. INSEGNANTI 11 N DISAGII1~0 lllposto che alla comunità scolastica si fa nella comunità nazionale non si pone coni dichiarazioni platoniche, ma con piani precisi (e concreta attività normativa La relazione premessa al Disegno di legge "Norme generali sull'istruzione " attualmente all'esame del!a CCLmera dei Deputati, nel cap. Il, paragrafo 17, intitolato •• f! docente e la scuola " contiene le seguenti affermazioni. " Come il tono educativo della famiglia ge-rmina dalla personalità dei genitori, cosi lo spirito della scuola è irradiazione della personalità. dei suoi docenti. Tutto ciò 1 ~he di vivo e di creatore anima la scuola, procede dal calore vitale e creante dell'artefice essenziale di essa: l'educato-re. Si è cosi profond<imente convinti di una verità tanto solare che non ci si fa La minima illusione sulla Pfjicacia rinnovatrice di questa -riforma, qun!ora ogni innovazione non procedesse, anzitutto ed immediatamente, dall'anima stessa dei docenti, nel suo incessante superarsi e perfezionarsi. Solo promesse La citazione è Lunga, ma forse non inopportuna ove si consideri che nel qttadro di un'organica politica scolastica il problema del personale docente non è secondario e particolare, giacchè nella Scuola i! personale non è già strumento di pura ·s"cuzione, mn rr•sponsabile auton01no e libero della funzione docente. Tutla.:ia, mentre ta!f> consapevol :zza sembra chiaT<uiente presentP nel testo cétato, essa non provoca niente più che un'indicazione abbastanza generica e astratta degli aspetti vari del problema accenrwto, sost<mzialmente comune, anche se samente caratterizzato per alcum ti, nella scuola elementare, nella daria, nella superiore. diveraspetseconOrbene, in un'auspicata vita di comunità scolastica, il problema dei rapporti tra Le varie funzioni scolastiche e delle rela1 ive posizioni giuridiche ed economiche del personale che le esercita, sia nella scuola elementare, sia nella secQndaria, sia nella superiore, non si pone indipendente mente dal posto che al!a comunità scolasttea si fa nella Comunità nazionale, e non con dichia-razioni platoniche, ma con piani precisi e concreta attività normativa. Nè vale dire che ta! posto è quale deriva dalla sensibilità diventata costume della Comunità nazionale: è pur compito dei responsabili di una politica cristianamente ispirata e finalizzata promuovere le condizioni concrete in cui una sensibilità per i problemi scolastici si acuisca proporzionatamente all'incidenza delle loro sol11zioni sulle sorti stesse delta democrazia. E· sujficiente ora una rapida indicazione de, termini in cui può essere visto il problema del personale docente, limitandoci per L"altro personale sopr1i accennato a dire che esso pone analoghi proble- •ni e ric,ltiede altrettanto tempestive, coerenti e organiche soluzioni. Se s: vuole, per tutto questo personale (tecnico, amministratit·o, subalterno) si può dire rias- ~untivamente clte occorre ordinare unitariamente la sua 1iosizione ( ad esempio: dipenclenza dctllo Stato, dalle Provincie, dai Comun;), in modo da Legarlo più stabilmente e specificamente alla vita della Scuola, lLLla cui azione educativa, in modo diverso e generalmente indi-retto, opera. Una posizione giuridica Un piano per La sistemazione del personale docente, che sinora non abbiamo visto trovar posto fra le attenzioni dei nostri Governi in nessun punto delle varie graduatorie di priorità, deve tener presenti le situazioni di fatto: - nella scuola elementare: l'insuff;cienza del personale in rapporto ai doveri derivanti allo Stato dalla Legge sull'obbligo, mentre 1e scuole che preparano tale insegnamento sono sempre più sca-rsumente f-requentate, specialmente da elementi maschili per Le miserrime prospettive offerte dalla professione, depressa quant'altre mai; le autonomie regionali che potrebbero incidere l.,eneficamente sull'aspetto economico, si prospettano peraltro, nelle prime manife- &tazioni, pericolose per l'esigenza di unità e di libertà di circolazione della cultura nazionale; - nella scuola secondaria e superiore: !'esistellZ!L de! personale non di ruoto in percentuale altissima; - in tutta la scuola: l'incerta posizione giuridica di tlttto il perso11ale docente, la cui particolare funzione r,on risulta conseguentemente caratterizzata; - nella scuola non 5tatale, anche in qne!lci plLriJicata: una situazione del personale fondata su -rapporpropositi non vada perduto: e se mai si tra• sformi da speranza illuministica e giovanile - quale ora potrebbe essere giudicata e,ceventu - impaziente e tenace iniziativa di tulle le forze e le rappresentanze che hanno a cuore le sorti della libertà e della democrazia, e ci-.~a. quindi la salvezza dei fondamenti di Vincenzo Saba ti personali o fiduciari per non dire arbitrari. Di fronte a queste situazioni di fatto solo Le affennazioni riportate in principio e alcuni articoli del disegno di legge -relativi alla preparazione del personale docente ed al funzionamento di alcuni organismi già esistenti o di altri similari, sono la prospettiva di un provvedimento che dovrebbe fondare, una nuova politica sco" lastica. Si capiscono quindi: - l'inquietudine degli ins~gnanti elementari per La loro carriera e le questioni che hanno fatto nascere le Regioni ad autonomia speciale (Val d'Aosta, Sicilia); - l'inquietudine ancor più profonda degli insegnanti medi che, a parte la questione del nuovo stato giuridico, comune con gli elementari e gli universitari, non vedono ancora realizzarsi un normale ritmo e un'adeguata consistenza dei concorsi a catted-re, con, l'ado--· zione di una tecnica rispondente ali' ampiezza de! fenomeno, nè un o-rdinamento della mate-ria -relativa all'assunzione del personale incaricato e supplente che lo liberi dalla sua condizione di " bracciantato della scuoia", mentre acuta tra le altre è la situazione dell'insegnamento di lingue st-raniere e di educazione fisica; -- L'inquietudine degli universitari sia per il problema della loro carriera, che per quello degli organici (per -rendersi conto della acutezza del problema si pensi all'iniziativa parfamentare per i ruoli transitori anche nell'Università). Un piano preciso L ·unica attuale distinzione dei docenti, e non pare susc_ettibi!e di immedi<Lti sviluppi, è in qualche modo estrinseca e -resta 11n -riconoscimento di principio: è L'indennità di studio. Ed intanto si prepara una riforma amministrativa, assente il Salvatore Accardo (conuoua • pigio• 4 1· colon.o•)
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