Fine secolo - 15-16 febbraio 1986

Nella paginaaccanto, un'illustrazione di Dorè per "I lavoratoridel mare" di Victor Hugo, e una di NeuviUeper"Ventimilaleghe sotto i mari", di Joles Veme. Sotto, il celebrevaso di Goumià. con unarararaffigurazione"realistica"del polipo. lo questapagina,un mosaicoromano;il polipocomunevistodalle due parti nei disegni di Deois-Mootfort, e, sotto il Nettunoche trafigge il polipo io unafontana di piazza Navooa, a Roma, fotografata dal nostroStefano Montesi. giata, Atena lo fa a pezzi, e muta Aracne in.ra – gno, dannandola in eterno a trarre dal suo ventre il filo cui è sospesa. Per una sola volta, Atena è iniqua -e meschina). Mafia, stupro, reumatismo In un epigono contemporaneo del disegno di Hokusai, Bruno Caruso -che è stato anchè il principale illustratore della denuncia della ma– fia, soprattutto sulle pagine dell'«Ora~> di Pa– lermo nei suoi anni più combattivi -il trapasso dei significati caricati sull'immagine della pi~~. vra si mostra ad abundantiam: una fantasia di stupro (Octopus, 1977) diventa l'emblema del– la campagna contro il reumatismo in un fran– cobollo di San Marino. (Si vedano qui le figu– re). · L'era del complotto Secondo Caillois, là demonizzazione del poli– po è recente. M.Detienne e J.-P. Vernant han– no studiato il polipo (e la seppia) presso gli an~ tichi greci (Le astuzie dell'intelligenza ne/l'anti– ca Grecia, Laterza 1978). Là, il polipo incarna esemplarmente la metis, l'intelligenza cangian– te, dùttile, intuitiva.e doppia. Mutevole di for– ma e di colore, protetto dalla nuvola-rete di in– chiostro, il polipo è di norma un animale beni– gno; prediletto dalla pittura vascolare, nell'ele– gante decorazione stilizzata, o dai mosaici ro– mani, affascinati dal triangolo polipo, aragosta, murena. Il polipo divora l'aragosta, vincitrice della murena, fatale a sua volta al polipo -un po' come il gioco delle dita: carta, forbici, sasso. Sia pure con le fantasie sul kra– ken, il polipo resta in secondo piano nel bestia– rio delrorrore, secondo la ricostruzione di Caillois, fino all'Ottocento inoltrato. E' allora che «sboccia e si diffonde, grazie a qualche ra– bdomante e a tre successi librari, quelli di Mi– chelet, di Hugo e di Verne, una nuova favola: quella di un enorme, avviluppante e vischioso ragno 111;1rinof. ../. la pioHa. tipica creazione FINE SECOLO* SABATO 15 / DQMENICÀ 1,6 ,FEBBRAIO t.•llf,1.•- ···~ ,.. • f' LE l"Ol11.PE ("O~{Ml.lN .IJ'.arv. c'/.:J. f'a.t. del romanticismo». «E' raro -sottolinea Cail– lois- poter cogliere così .la mitologia allo stato nascente». Addirittura, il mito si cristallizza nel giro di una manciata d'anni: tra il 186I, data di comparsa• del Mare di Michelet, il 1866, quando viene pubblicata la prima edizio– ne de I lavoratori del mare di Victor Hugo, e infipe il :1869, qua1_1do esce Ventimila,/eghe.s_ot– to i mari di Jules Verne. Le date dei formidabih best-seller di Hugo e Verne segnano l'irruzione della piovrà come. mostro feroce. Ma la mito– logia, ancora_ da rintracciare, era stata prepa– rata dalla, convinzione sull.'onnipotenza delle società segrete, così diffusa nel primo Ottocen– to, e tradotta nell'uso figurato della piovra nel– l'iconografia e nel vocabolario politico-sociale. Gli ultimi due secoli possono essere catalogati come l' «era del complotto», di una modernità che unifica il mondo, lo assimila a uno stermi– nato villaggio,. e rende plausibile tecnicamente il mito del «governo mondiale». Quale figura poteva esprimere lo spaesamento e lo sgomen– to paranoico meglio della piovra, sonnecchian– te nel profondo dell'immaginazione, e richia– mata in servizio dai reportage d'attualità di sciagure marine e dal loro sfruttamento nei più popolari romanzi del terrore? Sullo scorcio del secolo, l'immagine della pio– vra gigantesca che soffoca il mondo, applicata agli ebrei, trova normale ospitalità sulle pagine della «Civiltà cattolica»: più tardi, piacerà i: Hitier. · I complotti, naturalmente, esistono, e hanno una buona parte di responsabilità nella diffu– sione delle manie del complotto; così come le persecuzioni reali hanno molto a che fare con i deliri di persecuzione. Nel caso della mafia (ma è ancora così?) l'idea di un vertice è più plausibile che in altri casi. Tuttavia, ogni volta che torniamo ad attingere al gran repertorio di miti e simboli che si è accumulato nel corso dei secoli, conviene ricordare che il modo in cui li usiamo è almeno pareggiato dal modo in cui ne veniamo usati. Il destino del polipo-piovra ne è un esempio dei più rivelatori.

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