Fine secolo - 15-16 febbraio 1986

Calendario ragionato dellemostre d'arte a cura dì Carolyn CHRISTOV BAKARGIEV MILAN 0111:- Mostre pubbliche Il progetto domestico La casa dell'uomo: archetipi e prototipi. Mobili, utensili e oggetti _i•uso domestico, quadri, inci– sioni, disegni - tutto sul tema della casa, per illu– strare l'evoluzione dei modi di abitare nel mondo occidentale, dal letto di Luigi XIV al vivere at– tuale. C'è un bassorilievo di Aldo Rossi, ci sono delle figure in gesso di George Segai, spettri in un modello di abitazione 'standard' da periferia; c·è una capanna progettata da Franco Purini, nella quale sono esposti disegni, stampe ·e quadri che. dal ·700 a oggi h~nno cercato di rappresen– tare l'archetipo dell'abitare primigenio. Focolari domestici e molto altro. Pala::::odella Triennale, v.le Allemagna 6 mart.-ven. 14,30-20; sab. e fesi. 9.30-20, chiuso !un., fino al 23 marzo Da Manet a Giaconietti Dopo Londra, arriva a Milano una scelta di ope– re impressioniste e post-impressioniste apparte– nenti alla collezione privata americana della Reader's Digest. 35 opere di 21 artisti, da Van Gogh a Renoir, Sisley, Vlaminck, Monet, Pissar– ro. Cézanne ... Pala::zo Reale, P.zza Duomo, te!. 871913 9.30-12,20 15,30-19,20chiuso !un., dal 21 feb. al 30 marzo Edward Munch (1863-1944) In tempi di espressionismi, nuovi selvaggi, new romanticism e new surrealism, ogni tanto fa bene ritornare alle potenti, a dir poco, origini. Il dub– bio. l'angoscia, la morte, l'amore, il vortice, la li– nea curva, i toni cupi, una scena allucinata - Munch, insomma. Attraverso il post-impressio– nismo e il simbolismo francese (quello di Gau– guin, ma anche di Toulouse-Lautrec e Van Gogh), e come i suoi amici della bohème berline– se (Strindberg ...), l'artista si allontana dal natu– ralismo per esprimere 'l'anima' delle cose. Ma si trattava soprattutto di approfondire la realtà e di evincere i suoi ritmi profondi, tralasciando i det– tagli. Nelle opere eseguite dopo il 1889, nessun decadentismo, allora, bensì deformazioni pro– priocettive dei corpi: se si urla, sembra che la propria mascella si distorca, spalancandosi ... Un appuntamento importante, a cura di Guido Bal– lo e Gianfranco Bruno (cat. Mazzotta). Milano, Palaz::o Reale, Palazzo Bagatti-Valsa·– chi, 9.30-12,30 15,30-19,30, chiuso !un., fino al 16 marzo Salvatore Scarpitta . 1 tagli di Fontana, i chiodi di Castellani, gli achrome di Manzoni, le tele annodate e 'fasciate' di Scarpitta: alla fine degli anni '50 si scopriva così la plasticità della tela che esplodeva fuori dai margini bidimensionali per diventare ogget– to-scultura. Ma Scarpitta va oltre il lavoro sulla tela ed esplora gli oggetti, trovati e alterati, come le sue Sli11e o A111omobili esposte da Leo Castelli. Gli oggetti sono comunque sempre distanziati dal tempo e dall'usura: vecchi modelli di macchi– ne. slitte di legno rovinate, lacci di pelle scurita, a volte combine-pain1ings che ricordano Rauschen– berg, mantenendo però una semplicità formale tutta europea. Richard Long Fotografie di percorsi sull'erba (solo le tracce, però). cerchi di sassi nella natura, cerchi pieni di pietre oppure formati da impronte di mani e di piedi infangati, 'cascate' di acqua fangosa getta– ta sulla parete. Dal 1967, l'artista inglese inter– viene sulla 'Land', sempre rifiutando il monu– mentalismo e limitandosi a interventi misurati, anzi, a misura d'uomo, eseguiti con le sole mani e piedi. La natura è trattata con il massimo rispet– to, sfiorata. Riconquista della semplicità e dell'e– mozione per il primo incontro col mondo, ma soprattutto assenza di direzione o scopo: i per– corsi dell'artista sono modi di esserci. Il cerchio e la retta, l'eterno-ritorno e l'andata-e-ritorno si fondono. La vita è come una danza, quello che conta è la forma della danza. Catalogo Nava. Milano, P.A.C., via Palestro 14, te!. 784688 9,30-12 14,30-17,30,chiuso mari., fino al 25 feb. Osvaldo Licini: disegni Galleria d'arte moderna, via Palestro 12 fino al 30 marzo La caricatura inglese da,Hogarth a Cruikshank Sesso e abitudini oro-ano-alimentari. Il Settecen– to inglese: l'ascesa della borghesia, l'avviamento della rivoluzione industriale, il sistema parla– mentare moderno con le polemiche Whig/Tory. Ma anche, la nascita del romanzo moderno (pie– no anch'esso di 'caricature' come nel Tom Jones di Fielding o nel Tris/ram Shandy di Sterne), i co.ffèe shops dove si leggevano i giornali e le rivi– ste. la satira politica, il pensiero rivoluzionario e_, poi. all'inizio dell'800, lo scontro sociale, i pove– ri. i dimostranti uccisi dalla polizia a Peterloo. Ecco il periodo d'oro della caricatura inglese in riù di cento incisioni della collezione Sprovieri. bai realismo-caricaturale di William l-Iogarth alla satira politica di lsaac Robert Cruikshank passando per, fra altro, la feroce invettiva di Ja– mes Gillray. Museo di Milano, fino al 2 marzo lco Parisi Liber1à è uscire dalla scatola; Archite/lura dopo; Crollo edifican1e. Quando si entra al PAC, nel salone centrale, si è subito sorpresi da una confu– sìone di rumori sovrapposti. Provengono da un cumulo di televisori accesi gettati alla rinfusa fra scatole di pelati Cirio. Dopo un po', si scorgono le gambe divaricate di una figura umana in gesso - schiacciata. Ci si trova lontani da una mostra di architettura 'postmoderna· e càlati, quindi, nel · bel mezzo dei problemi del 'moderno': l'arte to– tale, l'alienazione dell'uomo, nuovi modi di vive– re lo spazio dell'abitare ... Un'importante retro– spettiva, a-cura di Flaminio Gualdoni. Padiglione d'Arle Contemporanea, via Palestro 12, te!.784688 9,30-12 14,30-17,30chiuso mart., fino al· IO mar– zo Gallerie Picabia: opere 1898-1951 "Ogni convinzione è una malattia" affermò Pi– cabia che coerentemente spaziò dall'adesione en– tusiasta all'avanguardia dadaista alla completa · condiscendenza nei confronti del mercato. Pica– bia aveva lucidamente e precocemente compreso, già alla fine degli anni 'I O, che ogrti avanguardia è destinata, con la storicizzazione, al conformi– smo e ogni idea rivoluzionaria al moralismo o alla istituzionalizzazione. Proprio questa sua co– scienza ne fa, in quest'epoca di disincanto post– avanguardistico, una sorta di precursore per tutti gli "attraversamenti" più o meno pentiti, un po' come De Chirico Io è per tutti i fautori del ritor– no all'ordine neoclassico. La mostra ha quindi un'innegabile attualità, nonché il merito di docu– mentare le varie fasi dell'opera di Picabia, dagli inizi impressionisti (Alberi del 1898, fiocamente illuminati dalla luce del crepuscolo) ai quadri co– sidetti 'meccanici' (Turbine, 1917; Totalisateur, 1920; Cime111, 1922 ...); dal periodo dei "mostri" (1924-28) alle trasparenze (1928-35), quadri in cui figure e volti umani lasciano trasparire in– quietanti visioni chimeriche, fino a un paio di quadri "alimentari" kitsch degli anni '40 (furono commissionati in serie a un Picabia quasi in mi– seria, da un ricco mercante di Algeri), e ancora, ai lavori astratti successivi. Insomma, come ebbe a dire il pittore nel I 921, "il faut étre nomade, traverser !es idées comme on traverse !es pays et les villes", e più d'uno lo parafraserà ... Mostra e catalogo (Electa) sono a cura di Enrico Baj. Marconi, via Tadino 15, te!. 225543 A.R. Penck Quo Vadis · Germanie. Frecce, catene, scritte, uo– mini che gesticolano, mostri ... L'horror vacui, la forza e l'immediatezza degli enormi scarabocchi di Penck ricordano più l'art brut e l'arte dei cie– chi che la leggerezza del disegno infantile. Tratti decisi segnano tentacoli che si disperdono sulla superficie di un'enorme piovra nera e rosso-vio– la. Negli interstizi rimasti, simboli astratti, uomi– ni e donne senza spessore si riconoscono più che altro per gli oggetti e gli strumenti che tengono in mano - martelli, fucili... - , le_braccia proprio– cettivamente allungate e distorte. Sono gli ultimi lavori (più 'fitti' e uniformi rispetto alle 'scene' del passato) di un transavanguardista tedesco (Baselitz, Kiefer_, Imm~ndorff, Po\ke...) che per il Visita a studio Pizzi Cannella: "Una sedia da giardinoin ferro battuto?La trovo una eresenza gentile, leggera" · Nel dicembre 1983, Fabio Sargentini (già galleri– sta-avanguardista negli anni '60) riaprì L'Attico. Fra le sue 'scoperte' c'era anche Pizzi Cannella, un pittore nuovo, ma preso da preoccupazioni antiche. Tra le altre, quella di conciliare classici– smo ed espressionismo, informale e figurativo e, magari, semplicità e profondità di visione. Il suo è un mondo di marroni, ocra e neri, qua e là illu– minati da bagliori bianchi, è un mondo silenzio– so dove l'uomo è presente soprattutto per la sua inquietante assenza: tre fili di perle sopra un comò; una sedia da giardino vuota; vestiti appesi a stampelle... Dopo gli interni immobili e un po' metafisici, l'artista oggi si confronta col paesag– gio. Ma anche i paesaggi sembrano le diverse scene di un racconto diretto e impenetrabile. Per– sino di giorno, c'è poca luce e gli alberi sono av– volti da una fitta nebbia. Tele enormi, linee del– l'orizzonte quasi in cima al quadro, stelle fatate, pittura a spatola densa e stratificata. Ha già avu– to una personale a New York (Anina Nosei, feb. '85); è stato a Nuove Trame dell'Arte e a Anniot- linguaggio segnico stJJ1zzatoe veloce può ricor– dare anche il graffitismo americano (soprattutto Haring), sebbene sia carico di una drammaticità e di una tensione del tutto assente nel lavoro d'oltreoceano. Le tele grandi sono grandi, le car– te... forse un po' piccole. Milano. Christian Stein, via Lazzareto 15, tel. 6704754, Gerhard Merz Francoise Lambert, Bastioni di Pta. Nuova 11, te!. 650087 Julian Opie Nel 1980, Toselli ospitò una mostra di Tony Cragg "Io e alcune cose senza le quali non potrei probabilmente vivere". C'era la proiezione del– l'artista a parete. fatta di frammenti, e c'erano. per terra, i frammenti e gli oggetti colorati della sua vita quotidiana: un secchio giallo, una tazza rossa, un tubo, una palla blu... tanta plastica. tanta quest'estate; ha partecipato all'ultima Biennale di Parigi ed è attualmente nella mostra a Francoforte sull'arte italiana dal I960 al I985. Fra poco, lo si vedrà alla Rotonda della Besana a Milano. La Biennale veneziana? Se i curatori hanno un po' di sale in zucca, ci sarà certamente. Parliamo con l'artista. Dal '78 al '80 hofatto dei quadri che poi sono stati chiamati 'ipermanieristi'. Allora, la mia intenzione era quella di essere calato completamente dentro un'arte di tipo concettuale. Tuttora penso che quel tipo di pittura sia un'ultima propaggine del concet– tuale. Ma c'era anche la volontà di abbandonare un'arte ideologizzata e difare del linguaggio pitto– rico l'unico problema - nella dimensione del tempo sacro dello studio, sentendo l'odore dei colori, sporcandosi di nuovo le mani. Era fuggire da una costrizione storica. Attualmente sembra vigere un'ideologia oppo– sta, però. Non senti questa di oggi come una 'co– strizione'? Quale? No. Raccontami la storia di un quadro, quella di questo paesaggio notturno, per esempio. · Quando comincio una tela, mi faccio prendere da un pensiero evocativo intorno a qualcosa che mi suggerisce la possibilità di un racconto. Sono mol– lo legato alla dimensione del raccontare. Vorrei arrivare a raccontare tutto. Questo 'qualcosa' non è necessariamen1e un'immagine ... Quello spazio bianco, quell'orizzonte in alto, sono già un'idea di spazio, una struttura di base, il primo capitolo di un romanzo, la presentazione dei personaggi. Sono anche uno spettatore, vedi. Mi lascio 'raccon1a– re'...

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