Fine secolo - 15-16 febbraio 1986

FINE SECOLO* SABATO 15 / DOMENICA 16 FEBBRAIO 1' ,________________ di Nando DALLA CHIESA -------------------.------------------ Il circo? Ancora molti posti vuoti, dentro e fuori. La palude? Dice di non esistere. I sentimenti di un figlio, e quelli di suo figlio. Le gabbie, e la minor ingiustizia possibile. E il garantismo delle museruole. I l processo, la città, e -più grande della. città- il Paese che guarda; gli untuosi rico– noscimenti ai magistrati che hanno con– dotto in porto un'impresa piena di insidie e di minacce e, dietro la facciata, i sordi rancori per chi vorrebbe una vita senza mafia; le persone, quelle contemporaneamente presunte colpevoli e innocenti e quelle sicuramente innocenti, con i loro tempi, i loro timori, le loro pene che si mescolano dentro lo stesso luogo; il presente che fa corpo col passato e col futuro nei senti– menti e nei pensieri di chi ha subito e di chi ha colpito; l'informazione che si concentra fino a sortire un grande happening là dove quasi mai è andata a sentir la voce di una società spacca– ta, in cui si può fotografare, egualmente vera e certificata, ogni cosa e il suo contario. Se ci si immerge nei primi giorni dello 'storico' proces– so, è difficile ragionare evitando le sfumature, ed è altrettanto difficile ragionare evitando i sentimenti e le convinzioni a tinte forti. E allo– ra vediamo di tirare fuori, da questo magma in grado di sfidare i sensi e l'intelligenza di chiun– que, alcune cose; alcune delle cose che, nella realtà e nella mente, una forma alla fine l'han– no pur presa. La guerriglia psicologica · Si giunge a Palermo, la si scruta, si parla con le persone più diverse, si va in giro; e ci si rende conto dopo poco di quanto sia vero che intor– no a questo processo, ancor più che dentro il processo, si gioca una battaglia pesantissima. Già, perché la città mostra i ritmi e le movenze che le hai sempre conosciuto. Domenica come lunedì mattina il traffico è quello di sempre, lo puoi indovinare di mezz'ora in mezz'ora. La gente gira, si dive~te, va a scuola o al lavoro come ha sempre fatto. Passa perfino con natu– ralezza davanti ai poliziotti che presidiano gli ingressi di quella che anche qui chiameremo, per riuscita convenzione linguistica, l'aula– bunker. Le mamme, le mamme più normali di questo mondo, parlano con divertita ironia di chi -casi esemplari-, per paura dell'inizio del processo, non ha mandato a scuola il proprio figlio. E allora, ecco il primo interrogativo, dov'è la città assurta a incubo, la città assedia– ta, la città che non ne può più? E' vero; qual– che cartello di protesta nei balconi contigui al– l'Ucciardone è pure apparso, giusto il tempo di essere fotografato; c'è il tassista che si lamenta delle auto di scorta, che frequentemente urlano sirene inutili sulle corsie opposte. Ma l'impres– sione è che qui l'atmosfera sia -più o meno– quella delle città in cui si tennero i primi gran– di processi di terrorismo. Che significa una mi– noranza infastidita per ragioni pratiche, una piccola minoranza impaurita e una buona maggioranza che vive come sempre. E tuttavia la differenza c'è; ed è quella di un bel pezzo di potere a cui questo processo dà fa– stidio, e non per le ragioni pratiche dei comuni mortali, ma perché, fatto a Palermo, proprio se lo sente come uno schiaffo in faccia. Da qui la duplice e non contraddittoria tentazione di drammatizzarlo e ridicolizzarlo. Per raggiun– gere insieme i due obbiettivi basta fare circola– re la voce che la città (ossia chi la comanda) non ne può più. Basta farlo scrivere; basta aprire le cronache palermitane con il riquadri– no-simbolo, in alto a sinistra, del poliziotto-su– autoblindo (anziché, magari, con quello del giurato popolare), e, col supporto di antiche consapevolezza dei drammi riesca a essere an– diffidenze, il gioco è fatto: la cosa detta diven- che voglia di vivere in una città in cui la vita è ta realtà. stata spezzata più e più volte. E il circo, questo spettacolo previsto ed esecra- . to, questa gente che si affolla sulle tribune per La palude guardare con morbosità indifferente o con odio gli imputati, magari solo per riempire di emozioni il proprio tempo? Lo stesso. Esatta– mente Io stesso. Poiché hai letto che sarà circo e lo hai naturalmente deprecato e temuto, entri nell'aula un'ora e più prima che tutto inizi, alla chetichella, per entrare almeno a circo vuoto, e non giocare il ruolo dell'oggetto o dell'attore. E invece non ci sono folle, non c'è pubblico, la rappresentanza degli studenti (cinque di nume– ro) cui è stato concesso di seguire il dibatti– mento siede in buon ordine nel mezzo dei mol– tissimi posti vuoti del pubblico. Il clima è quasi rarefatto, se si esclude un rumoroso diverbio degli imputati a piede libero coi fotografi. E l'orda dei giornalisti? Posti vuoti anche in tri– buna stampa. Insomma, la gente a Palermo non è eccitata affatto. E' un bene o un male? E' un male se pensiamo all'indifferenza che è grande (come, per altro, ai tempi più acuti del terrorismo a Genova o a Torino). Ma c'è anche la naturale ritrosia ad avventurarsi in quella che è stata presentata come una fortezza inaccessibile ..al cittadino. Ed è, ancora, tranquillità, non altro, quella de– gli studenti che fanno assemblee sulla mafia nelle scuole, disertano l'aula-bunker e poi la sera sciamano verso le feste di carnevale, per divertirsi. E questo è un bene, se è bene che la E allora? E allora ti rendi conto che la palude c'è, eccome se c'è. Forse non si è mai sentita chiamare con questo nome irriverente, e per questo si adonta. E per questo reagisce mo– strandosi. Palermo uguale palude? Non l'ho mai letto da nessuna parte. Ma la palude dà l'ennesima dimostrazione di esserci facendo credere che qualcuno l'abbià sostenuto per davvero. La palude inventa, traccia arabeschi linguistici, produce enigmi soffocanti. La senti respirare nei discorsi. Pronta a insinuare ogni cosa e il suo opposto senza alcun dovere di rendiconto logico o morale. Esprimi una con– vinzione, racconti dei fatti? Ecco il 'teorema'. Vai cauto, ragioni di maggiori o minori proba– bilità? Ecco il 'sospetto'. Il giudice o il funzio– nario statale si dedica anima e corpo al suo la– voro? Ecco lo 'sceriffo', fanatico, privo di sen- .timenti, che dunque non potrà rispettare nean– che i diritti degli imputati. Il giudice o il fun– zionario escono la domenica con la famiglia? Eccoli, privi di 'senso di responsabilità', perché si espongono alla mafia dimostrando di andare soggetti a 'debolezze' (e quando si hanno quel– le responsabilità ovviamente non si può). E' la voce di tanti salotti della borghesia me– dio-alta, che parla; non è l'esigua minoranza, ma una porzione grande così. Falcone? Bravo, ha fatto un lavoro immenso, encomiabile, ma non c'è 'uno straccio di prova'. Basta dirlo, farlo filtrare, ostentando rammarico se è il caso, e il discorso fila via che è un piacere. Come quello della 'Sicilia offesa'. Chissà, forse gli studenti che scendono in piazza contro la mafia non sono siciliani, sono strumento di un lucido disegno. Ma i ragazzi palermitani, ci in– forma tempestivamente Salvatore Scarpino dalle colonne del 'Giornale' all'apertura del processo, sono stati sempre strumentalizzati, 'da Garibaldi a Pertini'. La palude pesca anche a sinistra, non si creda. Coinvolge un ceto poli– tico che vorrebbe usare il processo come un coperchio, che vorrebbe fare credere che ora la mafia è finita, e avere in cambio qualche spa– zio in più, in Regione, negli affari o nella stam– pa regionale. La giustizia e lo zoo Già, il processo. 11processo vive e inizia fatico– samente dentro questo scenario, dentro questa atmosfera. E' impossibile estrarlo da questo densissimo contesto. Perché le parole eQtrano anche qui, i significati esterni corrono perfino negli sguardi e negli ammiccamenti degli avvo– cati. Solo che mentre rimugini i significati, os– servi. Osservi quello che c'è intorno: la corte, gli avvocati -chi in toga chi no-, gli imputati a piede libero, la fila di carabinieri, i parenti del– le vittime, gli imputati dietro le gabbie. Era da molti anni, a essere sincero, che temevo e mi provavo a immaginare l'incontro con que-

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