Fine secolo - 25-26 gennaio 1986

. . FINE SECO!,..O * SABATO 25 / DOMENICA 26 GENNAIO · 1 :MISURA.TEmCRI FSTE - . DI·R-----1 F'ORMA ----------------di Gyorgy KONRAD1------------------------------------------' Nella·r'elazione-d'apertura del Forum culturale èùropeo di Budapest de(lo scòrso ottobre, Konrad propose un-corpo a corpo· internazionale fra scrittore e censore. E descrisse la condizione dell'intellettuale in un paese, l'Ungheria, che.a trent'anni dal 1956 "è passato dal totalitarismo àll'autoritarismo". (Gli atti delForum di Budapest andrebbero probabilmente letti insiemè''ai · resoconti del Pen Club. Ne ha appena pubblicati alcuni in , inglese, la meritoria rivista "lndex on Censorship"). E' un saggio misuratò e ironico sul grottesco di ogni censura, e l'auspicio di u,,a ragionevole censura post /actum. - i Gyiirgy Konradcon AmosOz, a sinistra,e SusariSontag. , Europa è formata da individui, non da. governi. Siamo qui riuniti perchè possa essere udito il messaggio dell'Eu– ropa degli scrittori, accanto a quello dell'Euro– pa degli sta_ti'. I. Ci sono tre desideri che tutti noi scr:ittori, credo, condividiamo: vedere il nostro lavoro stagipato così co~e è stato scritto; non-essere puniti o sQbirediscrimina_zioniper ciò che scri– viamo, e infine essere in grado di vivere della · scrittura, se la gente del mestiete'e il pubblico dei lettori apprezza il.nostro lavoro. Se esiste un interesse condiviso dli tutti gli scrittori, de-_, rivante da .un indiscusso diritto umano, que~to. interesse è la libertà di espressione. Riguarda ogni scrittore la libertà di letteratura in tutto il mondo. · · Un mondo in cui non essere pericoloso 3. E' il nostro destino essere, ciascuno di noi, sore e il funzionario di dogana non sono una argomenti di un· dossier sui diritti alla libertà. figura çomica. Il sorriso ci si gela sulle labbra Noi tutti sappiammo perfettamente di che cosa quando estrae i nostri appunti dalle nostre abbiamo paura, che cosa consideriamo inop- borse, li sfoglia, li confisca forse - 'li porta via. portuno o delicato, che cosa deve essere evita- Possiamo mormorare parole di .indignazione: to a tutti i cosJi; e che cosa cop diffidenza di- Residuo re~onario! Anacronismo feudale! Si– chiariamo di nessun interesse per noi, quale le- mili cose non potrebbero mai accadere nei pae– zione abbiamo apQreso. · si civilizzati! Lui alza le spalle, cita clausole e · Esistono censori nelle democrazie liberali, ma commi della legge, e crede. di star servendo lo non esiste un Censore· con la c maiuscola .. · stato del popolo, il sooialismo, _edice: "E' nel Dove non c'è potere cenfràlizzato non c'è cen- -nostro comune interesse non ~vere il permesso sura centralizzata. La censura centralizzata ap- di leggere tutto ciò a cui ·siamo interessati". partiene aì regimi•di un unièo partito e accam– perà il suo diritto di supervisione sulla cultura nel suo insieme. Nelle democrazie liberali ci sono poteri e ci La mano censura militare della sono censure ed_è lasciato all 'individl.lo di na- Tutto questo è grottesco. Anche il fatto che ne vigare tra questi. Ma quando è il Censore che stiamo pa.rlando qui, ora. La censura è l'istitu– dobbiamo affrontare, è difficile manovrare le zione più obsoleta del mondo. Naturalmente nostre barche, opporre un mezzo di comunica- - allo stato piace di mascherarla come un trave– zione a un altro, per quanto abili possiamo es- stimento giovanile, di farla passare come il · ·~re.· In questi casi 'è molto più facile che il Censore faccia virare di bordo noi che non noi guardiano del futuro in boccio, come la preser- 2. ·u censore è j:,resentéin quelli che credono di vatrice di nobili interessi, la depuratrice dell'in– averla fatta in barba al censore. Anche colui il Censore; la queSt ione è chi mette in opera tossicazione degli spiriti. Qualè è stata la no– che trasgredisce le regole stabilite· dal censore una difesa, e quale -coperta O aperta; e chi, vità nel bruciare dei libri? Poi è seguito il bru- qualunque difesa abbia messo in opera, è desti'- sen~eil peso della sua mano: egli sa di trasgre- ciare degli uomini. . d . . 1 1 d li f nato alla disfatta. Disfatta deve esserci, poichè Ogoi l'i·n· terruzi·on·e delle comuru·c~..:oru·au- 1ree per questo 1 suo avoro assume e e s u~ .,,. <Ud I . . h . . 1. t· N . siamo condannati a fissare questa testa di Gor- menta il pen·colo di guerra. Ne.Ilatrasgressione mature mora 1stiç e e cnmma tzzan 1. · on si gona tutta la vita, è fissandoÌa anche i nostri andrebbe lontano neppure tentando di evitare delle leggi della censura è la costruzione della · 1··d. d. · p · h' · t It t occhi si fanno di pietra. pace. Nella letteratura es1·steuna sola Europa·, 1segna 1 1 1v1etò. 01c e non es1se so an o il tipo di autòcensura che crea resistenza nello 4. Ci riuniamo qui non perchè ci sia stato i~- la letteratura non è guidata dai militari. scrivere qualcosa, ç'è anche la paura di conce- posto, ma perchè abbiamo desiderato incon- Noi possiamo rompère il bozzolo dell'intelli– dere troppo significato a questi segnali d'allar- trarci. Noi non siamo c:lelegati,nè portavoce gentsia dello stato-nazione. Il nostro stato-na- me. A Budapest non c'è una legge che impedì- dello stato:· siamo noi stessi. zione non è altro che un'unità subordinata del- . · · at· d1·entrare nella m1·astanza · · lo stato-blocco, e' lo stato-blocco non e' altro sca a uommt arm 1 Noi sediamo qui come un'altra Europa. Sèrit- · e leggere il mio diario. Io potrei trovare una tori da entrambi i lati della Iine!l,militare, che che un'unità subordinata del sistema-blocco. lettera sigillata che mi comunica che il mio ma- Le nostre vite ci tengono legati insieme. Se tu noscritto è stato esaminato, riconosciuto col- · non sono qui per· rappresentare i loro st ati ma sei una vittima oggi, io potrei essere una vitti– pevok· e .condannato a morte. Funzionari di se stessi. Un po' come gli hommes de lettres ma domani. d h ·1 d' ·tt d. f Il . del dkiottesimo secolo, che giravano entusia- s·. No1·s1·amo1·ntellettual1·, la pn·ma classe i·nter- ogana anno 1 m o I rugare ne a mia borsa e confiscare il mio manoscritto; sono ri- st içamente tutta !_'Europa per a nd are -in cerca nazionale nella storia del mondo .. La nostra tenuti abili a giudicare quali libri non dovrei gli uni degli altri. Confini e calamità li separa- comune missione e i nostri personali interessi vano ma essi crearono un'Europa del pensiero · ·d · 1· · · 1· · Il ricevere per.posta - i miei stessi, forse, nel caso comc1 ono per tutti g I mtentt e g I scopi. che dovessi essere il sobillatore di me stesso. Il accarito all'Europa dei re: Le idee dell'illumini- nostro primario inter~sse è la libertà intellet– fenomeno è- abbastanza anacronistico. Con smo superarono.i confini. Da Parigi a Sa:nP.ie- tu~le, che è nello stesso tempo la base del no- . troburgo i censori e gli ufficiali doganali furo- mio diletto ho scoperto che in Occidente poli- stro potere. no sconfitti. ziotti e ufficiali doganali non.hanno il minimo La storia dell'intelligentsia è la storia della sua ihteresse per le mie attività di autore. Io sono · Da Voltaire a Flaubert un centinaio di anni fu- emancipazione, resa drammatica da terribili un normale cittadino di tutti i giorni, stupido o. rono sufficienti agli scrittori francesi per scon- regressioni. saggio, piacevole o ripugnante come capita, figgere la censura. Nella parte orientale del- Noi non siamo innocenti; i nostri errori e la ma l'idea che io, possa essere pericoloso non l'Europa duecento anni non sono stati suffi- nostra codardia ci rendono accessori del gran– viene in mente a nessuno_. cienti. Nella parte orientale dell'Europa il cen~ de delitto dell'oscuramento. Dietro ogni atto di terrore, là ci furono autori che fornivano_ ide+!. Il nostro primario interesse è riconoscere il coincidere dei nostri interessi e stabilire, gra– dualmente e pacificamente, un ·sistema regio– nale ed internazionale di solidarietà tra gli au– tori contro la censura; dovi:ebbe_essere una rete di coll~gamento informale. La solidarietà trans-nazionale fra scrittori è un risultato otte- "nibile. Per tutta la letteratura mondiale è -una sfida tra autore e censore. _ 6.Sign_oree _signori, io considero un segnale prdpizio che questo Forum stia avendo luogo; sono contento che si stia tenendo a Budapest e condivido l'orgoglio di chi lo ospita. I responsabili culturali del governo ungherest; hatmo contribuito a rendere questo· incontro possibile. Essi hanno portato le due Europe più vicine di un passo e in un certo senso han– no avvicinato per questa via anche il sistema e gli scrittori. · · Dal 1956, non sembra che gli ungheresi possa– no decidere se il nostro stato debba essere o no me~bro del Patto di Varsavia. Solo trattati in- .temazionali sanciti da tutte le potenze coinvol– te potrebbero portare. a un definitivo muta- . mento di status. Un tale accordo, per il quale il trattato austriaco potrebbe servtre come mo– dello, può essere già seppur per grandi linee concepito, per concretizzarsi poi in un lontano futhro. Fino a ·quel momento poi consideria– m~ come data la nostra situazione geopolitica e discuteremo anche fra noi solo di ciò che per i nostri alleati, dai più piccoli ai più grandi, ri– sulterà. tollerabile in queste date circostanze. In ogni caso la nostra _città è ·più gradevole di altre della nostra regione dal momento che la nostra censura si è dimostrata più trattabile e accomodante. I vantaggi· del nostro paese - in confronto con gli altri stati-membri del Patto di Varsavia - sono una conquista per l'intera società unghe– r~se, inclusa la classe politica ungherese e i suoi attuali dirigenti. Ci sono alcune cose che essi incoraggiano, altre che essi ostacolano e molte eh~ succedono contro il loro ·volere. A queste ultime essi si sono rassegnati. Non manca loro una certa lucida e realistica intelligenza. Rendiamo i vari tipi di censura s~ggetto di una discussione a porte aperte. Osserviamo questa realtà da molteplici punti di vista. Prendiamo in spalla ciascuno il proprio tipo di censura come una croce.

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