Fine secolo - 25-26 gennaio 1986

Calendario ragionato dellemostre d'arte _ a curadi Carolyn CHRISTOVBAKAR"GIEV ROMA I - --Grandi--mos-tFe-~ - Aspettidell'artecontemponnea sovietica Certamente una rarità; artisti di Mosca, Lenin– grado e delle Repubbliche aa1tiche mostrano i · frutti della loro ricerca degli ultimi vent'anni. Urta mostra organizzata da una galleria della . Germania federale (Ludwig- Neue.Gallerie), con la collaborazione del Goethe lnstitut, sottò il pa– trncinio del Comune !di Roma, sponsorizzata dalla Fiat e dalla Pepsi cola. Se vi arrivasse l'in– vito, ci credereste? Palazzo Venezia, dal 30 geri. e fino al 9_marzo 1- FedericoFaruffmi(1833-1869) Palazzo Brdschi, P.zza S. Pantaleo 9-13 17-19,30, chiuso pQm. pom. e lun., dal 28 gen. al 28 feb. - . I viaggi perduti Alberto Arbasino sceglie antiche fotògrafie e da– gherr_otipi:"le mete ,classiche dei viaggiatori del passato". · Palazzo Braschi 9:13 17-19,30, chiuso dom. pom. e !un., dal_28 gen. al IO mar. Roma e Ja campagna_rÒmana·nena plttura di Amt!deoe Virgilio Simonetti I due Simonetti, padre e figlio, ambedue pittori 1 della Roma papa1ina, soprannominati 'JSbucia– fratte"e "Gazzella", frequentavano via Margut– ta, e lavoravano molto all'aperto ... Museo del Folklore, P.zza S. Egidio lb 9-13,30, _mart. e giov. anche 17-19,30, ch.lun., fino al 16-feb. Laboratorio di Restauro cfr. Reporter, I J/.J/86 _ Palazzo Barberini, via Quattro Fontane lun.-sab. 9-14, dom. 9-13, fino al 28 feb. La caricaturaingleseda Hogarth a Cruikshank cfr. Reporter, 11/1/86 · Palazzo Venezia 9-14, fest. 9-13, fino al 30 gen. FrancoGentilini Cfr. Reporter, 4/1/86. Palazzo Venezia, Saloni Monumentali fino al 14 feb. . Viaggio del dialogo Ecco una delle prime aperture del.la Villa al per– corso dell'arte contemporanea italiana: quattro piccole antologiche di' artisti che oggi vivono a Parigi. Valerio Adami (cfr. Giovanna Pesce, Re– porter, 5 dic. '85), di cui è in corso una grande· rassegna al .Beaubourg che prossimaiµente verrà anche a Milano, protagonista della stagione Pop - più quella anglosassone dei 'comics' che quella Editoria UJnbertoAlnemandi: y "E tassativo! non avere unalinea... Abbiamo cercato di metterci nelle condizionidi non di~ndere da· nessuno" I •. .I . ·roma,na, comunq\le - vive da anni fra Parigi, New York e la sua Milano. Dai paesaggi urbani e dagli interni spersonalizzati degli anni · '60, Adami si avvicina, negli anni '80, a te_matichea volte legate alla mitologia classica. È per l'occa– sione presentato tla nientepopodimenoche J.F. Lyotard. Anche Titina Maselli, le cui tele già da– 'gli anni '50 si popolavano .di automobili da cor-_ _sa, pugili, giocatori di"baseball e facciate di grat-"'::" tacieli, ha operato nella Pop art ed è qui presen- . tata dal sell}iologoJ.L. Schefer. Poi, A. Jouffroy presenta il bolognese (solo di origine! Dal '51 è a Parigi) Leonardo Cremonini -e Edouard Glissant --Cesare Peverelli. Accàdemià di Francia, Villa Medici 10-13 15,19,30 chius<;> lun. dal 28 gen. al 1O marzo .V éroniqueBigo: "Pierressur pierres" Tela grezza, disegno acquarellato, il confronto fra il reportage della rovina e il ricordo di essa -avvolto da un magico velo di pail/ettes coloratis– .sime e kitsch. Egitto, Piranesi, Botta... _ · Centre culture/ ftancais, P.zza Navona 62 i6,45-20, eh. dom. 1 fino al I feb. Gallerie Modelle . Da Trombadori (Francesco) a Trombadori (Duccio). Patallelaménte agli ipermanierismi e al neoclassicismo di un -buona parte del 1 lavoro dei giovani oggi, si susseguono da alcuni anni mo– stre e rassegne sull'arte italiana fra le due guerre, sul novecentismo· e sul retour à l'ordre generale,· di cui uno degli 'organi' fu la rivista di Mario Broglio, "Valori Plastici", nata dalle discussioni e d~gli incontri che si facevano al caffé Aragno a Roma. Il 'ritorno' investì anche veterani avan– guardistj come Balla, che négli ·anni '30 eseguiva . fra l'altro ritratti alla maniera della ScaJ)igliatu- Fra poco, -il Giornale dèll'Arte, mensile di notizie, notiziole, succose anticipazioni, curiosità e pole– miche su (ma soprattutto attorno_ a) l'arte, com– pirà tre anni di vita. Costituisce - com'è nat.urale - un luogo di continua denuncia.delle "scarse" attenzioni prestate dallo Stato ai beni culturali (manca un museo di arti decorative, troppi soldi sono stati spesi per cose effimere, non si possono fare acquisti, né tantomeno sono facilitate le do– nazioni ai ìnusei, ecc.). C'è chi pensa che il "Giorna_le" guarc!itroppo al cosiddetto 'antiqua– riato', chi all'arte antica, chi al mercato. C'è an– che chi pensa che non guardi abbastanza a cia– scuna di queste cose. Di .fatto, é sop1rattutto.un · periodico che ha .efficacemente colmato un vuo– to, e non solo italiano. Parliamone con l'editore– direttore Umberto Allemandi. · · Mi racconti la ~Ùastoria. Mi dispiacèfare diyentare troppo personale questa · · intervista; perché il nostro lavoro· è di équipe. Ci sono imprese che nascono dagli sforzi di un gruppo . molto affiatato, in cui anche il disseilso, 11,uaru/Q _ c'è,-è stimolante. 1A mia storia è ·questa, comun– que. Non sono, come si dice, figlio d'arte.- Per co– . minciare da· Adamo ed Eva, durante la guerra, - quanda'ero bambino.feci un giornalino ·che,vende-, . vò agli amici difamiglia. Da allora, ho!semprefat- - · ·10 giornali. Facevo quello de/l'oratorio, poi quello _ delle' diverst: sçuo/e ... ,Attitudine o· vo'cazione, in– somma. Quindi inizialmente non c'e,ra un interesse per– l'arte bensì per la comunicazione in generale. Esatto. All'Università studiai• Scienz~· Politiche, f <Ìcof tà che veniva consigliai a a chi voleva dedicar– si al giqrna/ismo. Mi misi presto a lavorare, prima nella rivista Il Dramma, e poi a tante altre cose. IAvorai nella pubblicità due .anni, per Armando · Testa. Facevo il copywriter " progettavo /'annun– cio soprattutto in relazione alla form'ulazione del testo. Sono co,# stato, involontariamtte, uno dei / ' ra. Ecco quindi una mostra a tema, dove la don– na, ançhe quando 'reale' (nei ritratti delle mogli di Carlo Socrate, Roberto Melli e Ferruccio Fer– razzi) rappresenta per lo più una chiave per riav– vicinare la tradizione e la sua iconografia ("Il ri- _ tratto, non la copia ... allontana dai barbarismi ... Così rinascono a Roma tra it '20 e il '30 i valori · estetici puri, nei 'ritratti di donna",- scrive Duccio Trombadori nc;llapresentazione). A eccezione di poche opere, come un Nudo di ·Trombadori - classicheggiante, accademico e monumentale - i .quadri in esposizione non sono stati presentati neUa grande rassegna di qualche anno fa sulla Scuola Romana, alla Galleria N.monàle (il cui càtalogo, a cura di Maurizio Fagiolo per i tipi di De 1,_uca è una strumento utilissimo per chi vo– lesse~ approfondire la questione). C'è una Donna che cammina· di Virgilio Guidi, in cui domina un equilibrio di luci e toni e dove il realismo è del tutto scevro da mo"numentalismi novecentisti. C'è Lo Studio ancora un po' divisionista di Ame– rigo Bartoli; autore del celebre ritratto degli in– tellettuali dell'epoca, Amici al èaffé, e dichiarato esponente della (?) nuova arte (" quelle espressio– ni pittoriche, dichiara l'artista, che ricorrono alle elefantiasi o allo stecchito, che sostituiscono un tubo a un naso, un buco a un occhio, un gruppo di manichini ad una conversazione;un cascare di case a un tranquillo paesetto, un coperchio di macchina da cucire ad una montagna possono rientrare nel campo della stramberia ma restano fuori -in modo assoluto dai veri problemi dell'ar– te"). C'è la Figlia del mare di Edita Broglio, rus– sa appròdata à Roma a 24 anni, in cui la figura sembra gallèggiare sopra una spiaggia metafisi– ca: nitidezz_asevera dei contorni, forme semplifi-_ cate dove conta soprattutto il volume:-Ci sono due Donghi, 1A poi/aro/a massiccia con le' gam- . bre divaricate sotto il vestito e, per contrasto, la perfetta classicità solare di una Bagnante: nuda, i capelli nerissimi e ordinl!,tissimi, le labbra rossis– sime, si asciuga guardando in alto, distratta. In comune nella mostra, oltre al tema della 'model- primi copywriter d'Italia perché era un mestiere che nasceva allora. Mi sembrava, però, una devia– zione da ciò che volevòfare in campo giornalistico. Viceversa, è stata un'esperienza fondamentale. 1A pubblicità mi hà insegnato a tendere a comunica– zioni fmalizzate, chiare, sintetiche e comprensibili. Facevo del lavoro pubblicitario anche per Alberto Bo/alfi. Jr,_ quel periodo, egli decise di migliorare, àggiornare - si dice 'modernizzare'? - le pubblica– zioni filateliche della casa editrice. Pensava che il ' valore strumenta/e che esse avevano ne/l'ambito del collezionismo filatelico poteva essere ·trasferito in· altri settori del collezionismo, per esempio in quello d'arté. Mi offrì-di dirigere la casa editrice. Sono stato, credo, un buon traduttore esecutivo -delle intenzioni di Bo/alfi. È un uomo con un note– vole fiuto per ciò di cui un mercato sente la man– canza. Una qualità, mi pare, che a lei non manca ... Può dorsi. Allora, nel 1960, avevo circa ventidue anni e fu un'incredibile opportunità poter dirigere una casa editrice. Dopo due o tre anni, avevamo centocinquanta dipendenti. Ci restai una ventina d'anni. · Quando avete fatto i primi cataloghi Bolaffi Arte, nel '70, non esisteva ancora un vero merca– to come c'è oggi. È cresciuto anche assieme alle pubblicazioni... · -Certamente. Non -vorreiapparire presuntuoso, ma credo che esse abbiano contribuito allo sviluppo del mercato e del collezionismo in Italia. Con il 'miracolo economico', gli ltaliani'sono stati porta– ti rapidamente verso il collezionismo di arte con– temporanea, ma con tutte le diffzdenze ché ·nasce– vano do/la vecchia esperienza antiquaria/e che era molto bottegaia. C'era incertezza sulle valutazio- · ni. Quindi, trovare una ricapitolazione di quello che esisteva sul mercato ha certamente incoraggia– to certe persone-ad avvicinarcisi. la' e al fatto di aver operato a Roma, gli artisti hanno un gusto piuttosto classico, lontano dagli effetti più espressionisti di Cagli, Mafai e Scipio– ne; o bizzam di, mettiamo, Balla e de Chirico. Così, ci ritroviamo a m\:ZZ() secolo di distanz.a, con analoghe tensioni e opposizioni: chi privile– gia l'espressione, chi la semplicità, chi_il prelievo citazionista, chi - di nascosto - l'avanguardia. Più ricorsi che corsi? : Mitzi Sotis, via del Babuino 125, te!. 6793839 PizziC--U. Dagli interni, dagli inquietanti spazi immobili e un po' metafisici dell'uomo assente ("Credo nel– la fissità delle cose, nell'autonomia di una cosa dall'altra; nqn credo nella dialettica e quindi non credo nel movimento", ha detto l'artista), Pizzi Cannella si confronta ora col paesaggio. Ma an– che i paesaggi (incantati più che incantevoli) sem- · brano le diverse scene .di un racconto diretto e semplice, sebbene oscuro e impenetrabile. Persi– no di giorno, c'è poca luce e gli alberi sono av– volti da una fitta nebbia. Tele enormi, linee del– !' orizzonte quasi in cima al quadro, stelle fatate, pittura a spatola densa e stratificata. La ricerca di un equilibrio fra classicismo e espressionismo. Sargentini, via del Paradiso 41, te!. 6569846 11-13 17-20,chiuso dom. e lun. Claudio Verna Grigi, rosa, viola, bianchi ... Colori pastelli, chia– ri, sfumati e a velaru,e successive,- ritmati e 'strutturati' (o, a volte, solo contornati) da segni semplici, ripetuti ossessivamente ma delicata– mente, come tracce di brevi scatti di polso. C'è odore di anni '60 nell'uso dell'acrilico e nel gusto per una superficie liscia, levigata, ali-aver (nonq– stante sia molto lavorata), e non luogo granulò– so e materico, quasi archeologico, come in molta giovane pittura attuale. In mostra, c'è un Perso– na/ Painting in cui una figura (?) rosa-arancione, sfigurata alla Bacon, si pone, quasi fosse spetta– tore, davanti ad un rettangolo più scuro in un · curioso accostamento fra .rigidità geometrica e informale. Si direbbe che il quadro nel quadro, sia piuttosto incombente e oscuro - memoria che affiora. · Mara Coccia, via del Corso 530, te!. 3612133. Dunque, la casa editrice ebbe successo e c'erano molti dipendenti. Diventò necessario sostenere una struttura ormai cresciuta e ci si aprì molto alla pubblicità, a mio avviso inquinando l'immagine-dei prodotti che facevamo. Verso gli anni ottanta, Bo– /alfi decise di occuparsi esclusivamente della parte fuatelica e cedette il settore arte alla Giorgio Mondadori. lo e i miei collaboratori andammo così alla Mondadori. In quel momento ci fu una scelta fra la divulgàzione e la specializzazione. Si optò per la divulgazione - una scelta legittima, che capisco benissimo - ma noi verificammo che il no– stro interesse personale era di altro genere. Abbia– mo fatto quind{ una scommessa._ Ci dicemmo che forse era giunto il momento in cui ww iniziativa specializzata nel campo dell'arte, di tipo giornali– stico, poteva avere fortuna. Così siamo arrivati a · tre anni fa quando uscì il primo numero del Gior– nale d~ll' Arte ( maggio '83). Chi sono i suoi 'consiglieri'-connoisseurs? Di chj si fida? Delle persone che hanno mostrato con le loro ope– re.le loro conoscenze. Sono gli specialisti che sono piuttosto noti. Ogni persona vale per le cose che conosce. Non voglio dare dei gilldizi assoluti. Non so, vuole dei nomi? · · Magari. Per esempio, nell'arte contemporanea? Mah. tutti sanno che Argon, Ca/vesi, Bonito Oli– va. Celant e così via sono competenti nella loro materia. Comunque, nomin'ò loro solo a titolo di esempio. Ce ne sono molti altri. Li interpello, cliie– do il loro consiglio, 19- loro info!f1U1Zione, i loro giudizi su certe iniziative. Questo accade spesso. Ho buoni rapporti con tutti. E per l'arte antica e moderna? Noi pubblichiamo, nel campo dell'arte antica, una delle maggiori riviste specialistiche del mondo, Antologia delle Belle Arti. I direttori.fuori classe internazionali, sono Federico Zeri, Alvar Gonialez Palacios e Giuliano Briganti. Direltrice di una no-

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