Fine secolo - 4-5 gennaio 1986

FINE SECOLO* SABATO 4 I DOMENICA 5 GENNAIO 3 Calendario ragionato dellemostre d'arte a cura di Carolyn CHRISTOV BAKARGIEV ROMA_ Grandi mostre Gimeppe V aladier • Valadier (1762-1839), l'architetto che forse più di tutti ha segnato la città di Roma (sistemazione del Tevere, Villa Torlonia, la facciata di S. Pan– taleo, rinnovamento del Pincio, Casino Valadier. restauro del.Foro, del Colosseo, del Pantheon, di P.zza di Trevi, dell'arco di Tito ...), visse a cavallo di due secoli, "l'un contro l'altro armati", prota– gonista della 'nuova' architettura laica (archi di Trionfo, Porte di città, coffee-houses, bagni, la borsa) e del neoclassicismo dove un raffinato ba– rocco s'intreccia a volte a forme massicce e sem– plici, di ispirazione preromantica è archeologica - templi, piramidi, porte assire - oppure si affian– ca all'ingresso della natura nell'architettura, come nel progetto per il rinnovamento di P.zza del Popolo con la passeggiata dal Pincio. Suo pa– dre, Luigi Valadier, argentiere e fonditore di gran successo (dàl 1769 fu continuativamente at– tivo in Vaticano e protetto dal Papa Pio VI) ave– va una bottega con più di 180 operai. Così, la precoce preparazione artistica del figlio in questo campo si percepisce facilmente dai forti contrasti tonali quasi 'metallici\nei primi schizzi giovanili in mostra. L'esposizione, a cura di Elisa Debene– detti, raccoglie infatti gli schizzi di tre taccuini inediti (1775; 1799-1806; 1832), ritrovati presso la Biblioteca Nazionale Centrale nel 1978. Certa– mente esauriente, presenta anche progetti veri. e propri appartenenti alla Collezione Lanciani. Un esempio 'illustre' di equilibri_smo tutto romano: attraverso tutti i possibili colpi di scena politici, Valadier, sempre in bilico fra tradizione e inno– vazione, si assicurò i favori sia del Vaticano che del governo francese repubblicano e poi imperia– le (1798-1800; 1809-1814). Catalogo Multigrafica editrice. Calcografia Nazionale, via della Stamperia 6 9-13 chiuso lun., fino al 15 gen. Franco Gentilini Nudi di donna, fanciulle, amanti, bambini, tavo– lini nei caffé, chitarristi, cattedrali, tante catte– "drali. Figure modellate alla Léger; forme piatte e frontali come in molti quadri cubisti; il disegno di contorno di un Douanier Rousseau; racconti fantastici e ingenu,i alla Chagall; il silenzio dèi metafisici; la monumentale semplicità di un no– vecentismo neo-giottesco , o neo-bizantino. come quello di Tozzi. Ecco una grande antologi– ca (più di 100 dipinti e 60 disegni) di un artista che negli anni sessanta, già maturo, perseverava per la sua via narrativa (si dice piaccia molto agli scrittori ...), ben loiitano dall'analiticità e dal ri– gore linguistico delle avanguardie del suo tempo. Palazzo Venezia, Saloni Monumentali fino al I4 feb. Visita a studio HerbertBrandi: "Il mondo cambia qua~iasj cos!1si faccia. Non e ne- • cessar10 cercare di farlo apposta" A prima vista, la pittura del giovane Brandi è romantica e decadente, lenta, languida e lirica, molto 'austriaca'. In relazione a quella dei suoi predecessori, quella di Attersee, Rainer, Walter Pichler, Brus o - peggio ancora - di Nitsch, l'ope– ra di Brandi appare, al contrario, gioiosa, aper– ta, in pace con i sensi e con la natura, le~era e colorata. È come se, finalmente, ci si fosse libera– ti da quell'ossessione macabra della morte, del dolore e dell'iconpgrafia di una religiosità intesa come martirio e litania del sacrificio. È come ve– dere un prato di Klimt dopo troppi Schiele. Cer– to, a ben vedere,j un po' di Shiele c'è anche in Klimt ed intercorre una qualche continuità fra le performance e i quadri degli 'azionisti' viennesi, da una parte, e, I dall'altra, questi lavori di un espressionismo radicalmente consumato all'in– te~o dell'opera. L'arte dei più giovani austriaci, quindi; di quelli che arrivano solo ora sulla scena internazionale, dopo Anzinger e Schmalix, si pone - nel caso di Brandi, Danner, Zitko e Da– misch - sotto il segno di un più pacato e silenzio– so espressionismo, quasi più vicino al simboli– smo. Accanto (geograficamente) a loro, però, c'è anche chi ricorre ton intenti a volte ironici a pal- i ·CJJELLA Le Radici degli Aztechi Palazzo dei Conservatori, Campidoglio mart.-ven .. 9-14 17-20, sab. 9-14 20-23, dom. 9- 13, fi~o al 16 gen. La caricatura Inglese da Hogardl a Cl'lliksllank Palazzo Venezia 9-14, fest. 9-13, fino al 30 gen. Gallerie DooaldSaltoa Uova e limoni: forme naturali, tonde, le une 'perfette', le altre più accidentate. Ci sono mille limoni possibili e la mano che ne traccia il con– torno non può, allora, mai 'sbagliare'. Forme ri– gide elaborate dall'uomo, come i vasi dei fiori o le ciminiere di fabbriche; ma poi, anche le fluide, amorfe tracce dei fiori o i fumi densi e avvolgenti del fuoco. La tematica di Sulton è un po' una metafora, sottolineata anche dalla poetica (sem– pre in bilico fra astratto e banalmente figurativo) e dalla tecnica - materiali industriali già pronti come il linoleum ma anche pittura a olio e dise– gno a carboncino di un accademismo a dir poco ottocentesco. t Tomo del Sud ma ormai newyor– kese di adozione, Sulton emerge così come il più propositivo e dinamico esponente di una reazio– ne costruttiva e meditatativa al dilagante neo– espressionismo dei primi anni '80. Sperone, via di Pallacorda 15, tel. 6781688 10-13 17-20, chiuso lun. iern geometriçi e visualità astratte tipo annises– santa, come Heinrich Pichler e Gerwalél Rocken– schaub. Parliamone con Herbert. Come vorresti essere visto dagli altri? Dipende. Non c'è un unico modo. Mi sento miglio in situazioni più libere e aperte. Non voglio essere visto come un artista romantico, comunque. Molta pittura ·austriaca sembra romantica. Perché? Venendo dofuori, l'Austria sembra avere una stra– na atmosfera decadènte e romantica. Ti senti radicato in quella cultura e nella pittura, quindi, di Kokoschka, Moser, Klimt e Shiele? Non sento molti legami ma certamente è il mio re– troterra. Sai, ho passato tre anni in accademia. Come vedi invece la pittura di altri artisti, che so, per quanto riguarda l'Italia, quella dife:hifano? · Ho visto i suoi lavori per la prima volta circa un anno fa. Allora, dovetti smettere difare cose come spremere la pittura fuori doi tubi sulla tela perché mi ricordava troppo i( suo lavoro. , Barea, Paollai,Koaaellis, uwitt . Opere fatte sul posto da quattro veterani avan– guardisti. Ugo Ferranti, via Tor Millina 26, tel. 6542146 11-13 17-20, chiuso lun. Nino Frudiiaa Mara Coccia, via del Corso 530, tel. 3612133 Pietro Coraelis • Moor Virgilio, via della Lupa 9, tel. 6783914 Sanatore Falci:"Itai Doalia" "Diversi nel corpo, uniti nello scopo" è il titolo della !)lOStra, un po' insolita per i tempi che cor– rono. Ricollegandosi alle esperienze avanguardi– ste di coinvolgimento del pubblico, o, meglio, di canalizzazione della creatività potenziale in ogni persona, questo giovane piombinese propone una serie di lastre di vetro graffite da un pub~li– co anonimo, inconsapevole del progetto dell'arti– sta. Prima di tutto, quello che conta è il risultato, l'effetto estetico complessivo· dell'immagine alla qual.: si arriva, con o séma progetto, 'esprimen– dosi' nella maniera più tradizionale oppure av– venturandosi in metodi sperimentali come qui. In questo caso, l'effetto è davvero sorprendente: lunghe lastre di vetro dipinte alla rovescia- di nero, lucide, brillanti, silenziose come una serie di pietre tombali; e poi, lo scarto ironico e diver– tente, ma anche misterioso per l'incomprensibi– lità dei testi o delle figure scarabocchiate (esposti alla rovescia), del !!f'lltliti bianco. Cosi, l'artista ha "contenuto la sua invadenza", in un tipico at- Come lavori adesso? Con le dita, i pennelli, la spatola e a volte uso il pi– gmento direttamente. Lavoro con grandi formati, ma amo molto anche i quadri piccoli: le dimensioni ridotte rendono il lavoro più leggero. Sono come novelle invece che· romanzi. Sono brevi illumina– zioni, minuti pensieri. Riuco a inf,lar/i in l<l$Cll. Prima 'càpito' sul formato e poi comincio il f/1111· dro; non cerco mai a priori un formato o una di– mensione particolare. Il mio lavoro non è così in– tellettuale. Lavoro coi materiali, non tanto coi concetti. Anzi, dirò di più: se sento che il lavoro è controllato da un progetto, di solito lo lascio per– dere del tutto. In questo, il lavoro è l'opposto di quello· di Schifano. Lui ha sempre un'idea molto precisa prima d'iniziarte a dipingere. Allora improvvisi? No. Raccontami la genesi di qqesto dittico con una bianca testa di donna su fondo nero. Due annifa cominciai a-lavorare con laforma ver– ticale a "V" che qui vedi come un busto. Derivò _ dalfatto che tutti i mjei paesaggi erano orizzontali teggiamento concettuale e eventualista. Ci sono resistenze contro questo genere di lavoro 'che l'artista non fa'. Ma, a ben pensarci, è poi cosi di– verso dall'atteggiamento scientifico e realistico di un buon paesaggista dell'SOOo del lavoro di, che so, Seurat? Lascala, P .72.a di P.ta S. Giovanni IO MNl!lle A cura di Duccio Trombadori, ecéo una mostra di nudi femminili: Francalancia, Donghi, Socra– te, Melli, B~~o. Bartoli, Trombadori ... Milsi Soti.s, via del Babuino 125, tel. 6793893 17-20 er-.c--- . Dopo la 'scoperta dell'America', ecco la scoperta di un giovane newyorkese alle prese con la reli– gione, il senso del sacro, l'icona e il relativismo culturale. Piccoli idoli in legno , africaneggianti, crocefissioni su iuta, a mo' di sindone, teste di madonne bizanqnegianti e vetri dipinti come vetrate gotiche. È un po' come entrare in un se– minario di religioni comparate più che in una galleria. Il sacro wole essere, oomunque, -molto mistico e poco baroa:o, e l'espressionismo,. di cui ancora una volta si deve parlare, si esprime so– briamente e semplicemente con una pittura tutto fuorché raffinata. Wusel O'Connor, via di Ripetta 22, tel. 3619315 10~13 16-19,30, fino all'll gen. G-,,eGwuescli La Margherita, Via Giulia 108, tel. 655413 10-13 17-20, fest. 10,30-13, dal 10 gen. al 4 feb. 1.-a Plffen,- RDllert Sdloea ll Ponte, Via S. Ignazio 6, tel. 6796114 10,30-13 16,30-19,30, fino all'll gen. I tratdlld aei llilipi lii Balla Son Marco, via del Babuino 61, tel. 6798314 10-13 16,30-19,30, chiuso fest., fmo al 23 gen. Alleno 8-ri: "Aaottana"" Dopo 'Anniottanta', un po' di annottamfflto ci voleva. Ecco il versatile Burri che, dopo le opere 'pittoriche' e colorate di &stante, ci ripropone l'assenza cromatica - il nero. Ma non il nero del catrame e della bruciatura ( i neri 'reali'), piutto– sto un'idea del nero ( olio, acrilico). I neri, egli ci ricorda, possono essere tanti: lucidi, opachi, pa– stosi, lisci, più o meno grigi. Opere raffinate e ri- finite. Sicure. . Sprovieri, P .za del Popolo 3~tel.3608918 Sol Lewitt - Mario Men Pieroni, via Panisperna 203, tel. 465706 dom. e lun. chiuso, da oggi alle 19 e fino al 15 feb e volevo trovare.una nuova struttura. Poi un gior– no mi imbauei in una bellissima croeefwione di Velasquez. Vidi il deltaglio della testa sulla spu/111 e mi si aprì una strada. A -,o/te, laforma di11entaPa un corpo di donna, altre volte una cascata. Mi pia– ce trovare le cose nel quadro, mi piace guardarlo ere.se.ere. Questo in particolare-fu uno dei primi quadri che feci al mio amvo in Italia a marzo scorso. Qui, cioè, decisi di dipingere una figura bianca su fondo scuro, nero. Dipinsi i due pannelli separatamente, ma allo stesso tempo. Poi li ha uniti aggiungendo quelle tracce bianche diagonali su ognuno che assieme formano un'altra "V", più aperta. Qual è il fattore principale, allora? Non so. Ogni opera dimostra un lungo proce:sso di elaborazione. Suppongo che il tempo 'conte11Jlto • nel quadro sia importante. L'immagine cresce. Non dipingo perché voglio mostrare q1111/cosa. Di– pingo perché voglio un quadro che mi mostri qual– cosa. A volte, lascio un quadro e poi lo riprendo anche dopo sei mesi. Dittici o trittici so~o rari oggi. Che senso ha

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