Fine secolo - 4-5 gennaio 1986

CUORE NAPOT,Kl:ANO ...Anche il cane a sei zampe _ . Duemila senza tetto, scuole nuovamente inagibili. Che cosa significhi andare fuori casa, vivere in container o su navi, la TV cerca di farcelo vedere; quale danno ciò signi– fichi per la scuola e innanzi tutto per quella elementare, per le generazioni che saranno adolescenti tra 4,5,6 anni, nessuno lo immagina. Quelle che seguono sono una serie di osservazioni collegate .variamente alla precaria condi– zione edilizia di una scuola qualunque di Napoli prima del nuovo disastro. Soluzione 80% Una sorta di geniale capacità di maleficio sembra tra– smettersi da una generazione all'altra di amministratori napoletani. Il monarchico Lauro non si limitò a far vota– re i morti o i non residenti, ma sovvertì l'intero ufficio anagrafe sì da far dubìtare ai vivi di essere vivi. I clan dè– mocristiani che gli sono succeduti non si sono limitati a costruire case abusive, ma hanno falsificato le carte del piano regolatore sì da farci dubitare che siano mai esistite zone destinate al verde. I più rece.nti amministratori di fronte alla segnalazione di una scuola .fatiscente dichiara- .no con sussiego e competenza che in tale stato versano almeno 1'80% delle scuole cittadine e chi volesse cambia– re questo stato di cose sarebbe pazzo. Così i miei concit– tadini di fronte alla istituzione di un nuovo senso unico ci si buttano dentro in massa in modo_che nel giro di pochi gÌorni saranno quelli che rispettano il senso unico a esse– re fuorilegge, o magari ad essere dichiarati affetti da pro– tagonismo o donchisciottismo. La cosa importante è non scepdere mai sotto 1'80%: perchè ogni decisione impor– tante in dentocrazia preyede una maggioranza qualificata 1 di almeno i due terzi. <iCesÌ:181\o:EK> Diario di. un maestro di. una scuola daOa d fi– nestrasi ùztravvede, oltre i serbatoi tJ!, petrolio, la linea, dell'orizzonte. Un nostro collaboratore fa il maestroelementare a Napoli., nonlontano dal luogo de/l'incendio dei serbatoi petroliferi. Conduce da anni. unasua rassegnata ma osti– nata ii1chiesta e denuncia, sui, rischi,, le ~ ni, le unbecillità e le brutture dentro ad si svol– ge la vita di, unascuola. come la sua. Serbatoi esp/osjvi compresi.Ciò gli ha guadagnato una certa notorietàcomepazzo, o donchisciotte - che è la stessa cosa. Qui vengooo rJr!ipitolate akune esperienze di, genio civile e didattico, cheun'amministrazione appena vogliosa di, limitare il male pubblico dir vrebbemeditarea peso d'oro. Giganti e · mulini a vento: d()n Chisciotte oggi Infatti per avere più volte denunciato nelle sedi compe– tenti le insostenibili condizioni della mia scuola, alla USL -i signori sì che se ne intendono- mi hanno dato del paz– zo; qualche altro più letterato mi ha chiamàto don Chi– sciotte. Quasi mi offendo, poi penso che in fondo è vero; solo che a me capita di vedere mulini a vento in luogo del gigante statale (Leviatano mi pare lo chiamassero): maci– natori di parole e formule in luogo di realizzatori. Ho vi- sto anche un cane a sei zampe che pareva solo un simbo– lo e invece fuoco ne ha tirato fuori fin troppo. Rida,teci l'orizzonte Mancando ogni altra possibilità di osservare dal vero, ci siamo divertiti, i bambini ed io, a descrivere (in sei punta– te) il panorama da una delle finestre (a cui ci si affacciava a turno, cinque per volta). Riassunto: in primo piano a sinistra serbatoi dì petrolio della centrale termoelettrica. poi la centrale medesima con le sue ciminiere; proseguen– do verso destra, il molo petroli, una petroliera ormeggia– ta al medesimo (Mobil o Agip, a scelta, ne arrivano 2 o 3 pec. settimana, almeno da quando coi ragazzi abbiamo deciso di farci una cultura portuale). Secondo piano: tra una ciminiera della centrale e la calot– ta di un serbatoio si vedono due portaerei (una francese e una americana), navi appoggio, navi portaelicotteri con relativo traffico intenso di Chinoox. Terzo piano: a sinistra (sud-est per chi vuole controllare), tra le ciminiere, le navi appoggio, le portaerei e le nebbie marine si intravvede Capri con la sua bella sagoma e la penisola Sorrentina. A destra tra le gru del porto e altre ciminiere c'è Castel dell'Ovo e Posillipo. Quarto piano: nei giorni di sereno invernale si scorge la linea dell'orizzonte: bellissima. Come ra-una linea a esse– re belli&sima non lo so, ma posso assicurare che questo orizzonte non è' uguale agli altri, è più puli_to,più netto, più cosmicamente misterioso. Eppure nonostante i miei. sforzi non sono riuscito a farlo vedere (non spiegare, perchè l'orizzonte non si spiega) ai miei bambini. Il loro sguardo si ferma sempre su un oggetto precedente, oppu– re vorrebbero vedere una cosa più precisa. L'orizzonte non rientra nel quadro concettuale urbano e quindi sem– plicemente non viene visto.

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