Fine secolo - 14-15 dicembre 1985
"Annoiato, stanco, rincaso, per neri/ piazzali di mercati, tristi/ strade intorno al porto fluviale/ tra le baracche e i magazzini misti agli ultimi prati. Li mortale è il silenzio... Trastevere. in un odore di paglia/ di vecchiestal– le, di svuotate/ osterie, non dorme ancora... · Lunghe camminate.in una calda caligine,/ lunghi crepuscoli davanti alle carte/ ammucchiate sul tavolo, tra strade di fango,/ muriccioli; casette· bagnate di calce/ e senza infissi; con tende per porte ... e in mezzo qi platani di piazza Testaccia/ il ven– to che cade in tremiti di bufera,/ è ben dolce, benchè radendo i cappellacci/ e i tufi del Macel– lo, vi si imbeva/ di sangue marcio, e per ogni dove/ agiti rifiuti e odore di miseria". Questo mondo irreale il' gioco linguistico di Pasolini estrae dal mondo reale di una Roma vista come proiezione di uno stato d'animo, proiezione autobiografica che però attraversa con precisione il particolare concreto dell'am- · biente, accetta duramente la mediazione di un "umano" pesante e insieme scarnificato. Certo così rischia di continuo la caduta nel populi– smo romantico; così come i nuovi abitanti del Tiburtino lo trasfigurano, il quartiere INA– /Case, in una loro fatata "Gerusalemme". Ma la predestinata fine dell'ultimo "Accatto– ne" nori è che. una faccia di una visione del mondo che sull'altra ci presenta la nascita di "Ti con zero" e degli spazi siderei di un simme– trico allontanamento. Diversamente sia Calvino sia Pasolini sapeva– no il fallimento e la sconfitta. Erano diverse le risposte poetiche, simmetricamente opposte. Allontanarsi dalla realtà della "omologazione culturale" o del "grande mare dell'oggettività" significava per l'uno penetrare sempre più la corposità della realtà vissuta, fino ad affogarvi iperrealisticamente dentro, misurare fino in fondo con la propria morte la mutazione tragi– ca del mondo perduto della borgata dopoguer– ra. Per l'altro la via dell'allontanamento allun– gava la distanza e l'isolamento, si faceva sur– realtà attraverso il binocolo rovesciato di Palo– mar ma già attraverso la distanza incolmabile . FINE SECOLO* SABATO 14 / DOMENICA 15 DICEMBRE Nella pagina a fronte un'illmtraziooe di Brad Hollandtrattada "IDmtratio!I An!lual 1984".Qui sotto un disegno-diSaul.Steinbergdel 1951. 3 che c'è tra il Kahn e il suo impero di città invi– sibili. Non per questo il secondo era più algido del . primo, nè per questo il primo era più ingenuo del secondo. Simmetrici dolorosi isolamenti consentivano da opposti punti di vista dietro la realtà apparente la reale verità del mondo. Nè Pasolini cantore da\ato del premoderno populisticamente assolutizzato e gridato, dun– que, né Calvino loico profeta dell'edonistica– mente indifferente postmoderno. Né l'uno solo incantato né l'altro solo disincantato. Piuttosto, due simmetrici giochi linguistici a · rappresentare due tensioni irresolubili del Mo– der..no.Due mondi poetici trasportati entrambi fin entro la vita, coerentemente strillando di– .versità trasgressiva l'uno e l'altro sussurrando normalità mimetizzata. Perciò mi ripugnano gli eccessi delle rispettive celebrazioni, e le appropriazioni indebite del primo che si facciano autòmatiche ripulse del secondo. O viceversa. Pasolini rivendicato come martire delle·sfatte diversità che sono or– mai i nuovi conformismi proprio della sua .aborrita società omologata. Calvino rivendica– to come intelligenza distaccata, fantasia men– tale e perciò mai viscerale, da chi ha deciso con questi quarti di luna che è più maturo (e più conveniente) esercitare la disinvoltura efficien-_ te dell'indifferenza. ,. Quelle misinterpretazioni strumentali passano attraverso la censura della consapevolezza, uguale e simmetrica, che quèi due ebbero della tragedia e del fallimento. La censura della con– sapevolezza nostra di vivere dentro quel falli– mento da cui entrambi si volevano allontana- . re. Di "doverci" saper vivere. Facendoci "pic– coJi"? "Candidi come volpi, astuti come co– lombe"? . Poichè so le distanze di quella doppia lonta– nanza, voglio tenerle con me entrambe. In que– sto mondo intermedio del vivere tra cuore e vi– scere e cervello, in questo fallimento, tra passa– ti e futuri solo il presente conta. L'accettazione del presente come delimitazione nel tempo del– la nostra scommessa di abitatori del transeun– te. E luogo microcosmico dello spazio per la edificazione del nostro "poeticamente abitare il mondo". Anche per l'architetto, dopotutto. I ooDaboratori · di questo ·numero di Finesecolo • Tzvetan TODOROV è nato nel 1939 a Sofia (Bulgaria), ha studiato semiologia a.Pari– gi, dove vive e insegna all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales. Si possono leggere in italiano •~La letteratura fantastica", Milano 1977, "Teoria del simbolo", Mi– lano 1984, "La conquista dell'America", Torino 1984. Adriano PROSPERI insegna storia moderna all'Università di Bologna. E' nato anche lui nel 1939, in Toscana, ha studiato alla Scuola Normale di Pisa,.è stato allievo di De– lio Cantimori e Armando Saitta, ha pubblicato fra l'altro una biografia di G.M.Giberti (1495-1543), Roma 1969, il resoconto di un seminario storico, ''.Giochi di pazienza", con Carlo Ginzburg, Torino 1975, un capitolo degli Annali della Storia d'Italia Einau~. di, voi. IV, su intellettuali e chiesa cattolica nel '500; è anche autore di un manuale .di storia per le scuole superiori. - · Vittorio STRADA; noto studioso di cose russe e sovietiche, ins_egnaall'Università di Venezia; ha appena pubblicato "Urss-Russia", una raccolta di saggi (Rizzoli, 1985). E' stato intervistato vivacemente, per Fine secolo del 12 ottobre scorso, da Mauro Marti– ni.✓ Antonio MARCHESiòa 27 àìllli, è ~vvocato, e collabora attualmente all'Ufficio legale del Segretariato Internazionale di Amnesty a Londra. Ha appena partecipato come os– servatore negli Stati Uniti a un processo contro il Sanctuary Movem~t, çhe aiura i ri– fugiati politici provenienti dal Guatemala e dal Salvador. Luca FONTANA vive a Londra; ha pubblicato su Fine secolo un reportage sull'Inghil– terra çiella signora Tatcher, un saggio sul dott. Jobnson, una presentazione di Green– peace, ecc., facendosi per tal via conoscere. AntoninoTERRANOVA vive a Roma. E' architetto, urbanista, poligrafo, e segretario dell'Associazione dei Centri-Storici. César VALLEJO; uno dei massimi poeti in lingua spagnola del XX secolo, nasce a Santiago de Chuco (Perù) nel Ì892 e muore a Parigi nel 1938. Le poesie qui tradotte sono tratte dalla raccolta postuma Espafia, aparta de mi este caliz, composta durante la guerra di Spagna. E' stato molto caro a Elsa Morante. Jacqueline RISSET; poeta, saggista, insegna letteratura francese all'università di Roma. Ha già scritto per noi: nel frattempo è uscita in Francia la prima cantica della sua attesa traduzione della Divina Commedia. \ . Le fotografie a pagg.20-21 sono tratte dal catalogo de(la mostra Uomini & Suoni orga– nizzata dal Comune di Rimini. Paolo Bernacca, che ordina in una elegante veste grafica la congestionata materia del- - l'inserto, come un imperturbabile nocchiero in un bicchier d'acqua agitato dalla tempe– sta, tiene a far sapere di essere innocente della coj,ertin;:i di questo ~umero; viceversa Adriano Sofri è fiero di avere ideato un presepio punk, sia pure sotto• là spinta grosso– . lana della cromica. Carolyn CiIRISTOV BAGARKIEV cura settimanalmente il èalendario d.ellemostre. · Hanno variamente collaborato: Giorgio Agamben; Alberto Berlanda, Valeria Campo- resi, Gianni Coppola, Antonio De Marco, Luisa Guarneri. · Le lettere dei lettori sono particolarmente apprezzate dai curatori di ·Fine secolo, che sono: Nora Barbieri, Paolo Bernacca, Marino Sinibaldi, Adriano Sofri;Franco Trava– ~~ · .
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy