Fine secolo - 23-24 novembre 1985

Calendario ragionato dellemostre d'arte a cura di Carolyn CHRISTOV BAKARGIEV ROMA Grandi Mostre Pietro Consagra:"La città frontale" Una 'utopia umanistica' in uno spazio espositivo singolare (pe.r l'arte· visiva, non per l 'industr.ia automobilistica), un tentativo di integrare l'urba- · nistica e la scultura, una "città fatta per chi la guarde prima ancora che per chi ci abita: la città frontale" (com. stampa). Insomma, un'opera del 1968 di uno dei fondatori di Forma 1, arricchita per l'nccasione da interventi scultorei recenti. Che fra i pregi della Supercinque non ci sia an– che quello di correre· su strade verticali? Filiale Renault, via Nazionale 183/b 9-13 16-19,30, sab 9-13, chiusò dom., fino àl 14 dic. ' - I giardinidi zattera La Zattera di Babele viaggia, dà alcun(anni, nel mare inquieto (interdisciplinare) teatral-poeto– musical-pittorico. Il suo timoniere è, da sempre, Carlo Quartucci; il suo annunciatore attuale è Rudi Fuchs; fra gli zatteronauti ci sono Kounel– lis, Paolini, Buren, Kirkeby, Weiner, Ashley e al– tri. In questa mostra, "scene, video, istallazioni, azioni spettacolari" che documentano i vari la– vori allestiti dal 1981 (Genazzano, Documenta 7 Kassel, 41 Biennale veneziana, ecc.) fino a La Montagna Gialla attualmente in cors;, a Erice. Museo di S. Egidio, P.zza S. Egìd.io 1/b, tel. 5816563 9-13, mar. e gio. anche 17-19,30, chiuso !un., fino al 15 dic. Europafuturistaed Europafutura Manifestazione articolata in conferenze, concerti e una mostra bib)iografica,. centrata sul "dissol– versi della trasmissibilità del passato•· e sul ruolo dell'arte nella costruzione della società futura. La mostra bibliografica, a cura di Giorgio Paga– no e Anna Aletta, è divisa in due sezioni: una storica, con documenti e manifesti futuristi, e una proiettata invece nel futuro vero e proprio, il sogno dei cùratori: unità europea, Esperanto ... Archivio Centrale dello Stato, P.le degli Archivi, EUR, te!. 5203275 9,30-12,30, chiuso lun.. fino.al 28 nov. Ugo Attardi Ricca antologica di un artista già attivo negli anni '50, occasionalmente fra ifond2.tori di For– ma I .ma che nel figurativismo - che ha segnato Il nuovo e l'arte Filiberto Menna: "Siamo al di fuori dal mod~rno,e . d. qu1n 1 . · dall'analitico? Non penso" Negli ultimi anni, il sistema dell'arte è cambia– to in molti sensi: l'artista ha rivendicato la possi– bilità di non preoccuparsi più della questione di "essere di avanguardia" o meno e di spaziare metodologicamente e materialmente attraverso i vari rlinguaggi; il mercato _si è raffinato e si sono imposti nuovi. mercanti in grado di scegliere e di proporre una loro linea senza il 'consenso' criti– co; i critici, in crisi, hanno rivendic2.to un'auto– nomia del testo. L'ultimo numero di Flash Art tratta proprio il tema della 'debolezz:i della criti– ca', con un chiaro bias favorevole alla 'autono– mia' del mercato. In alternativa, già da qualche anno, alcuni 'veterani' tentano· di rilanciare la critica anche attraverso un'apertura alle giovani leve. La.rivista Figure, diretta da Filib~rto Men– na, ne è un tipico esempio. Di questo e di altro, parliamo con lui. Oggi andiamo verso una maggiore ·costruzione' dell'opera. C'è sempre stata una memoria analiti– ca, anche negli anni di maggiore ji1lgore della Transavanguardia. Quello che mi piace di più ne/– l'interpretazione di quel movimento, i11fa11i, non è il soggettivismo ma la capacità di riflel/ere sui lin– guaggi. Come avviene il suo discorso critico'? 11 critico deve partire da fondamenti ieorici e se/'-– virsi di metodologie, ma sono sempre operazioni di _tipocontaminato e contaminante perché il .'sogget– to 'fa irruzione in queste strutture preordinate. Si manifesta. attraverso la scrittura e l,:• scelte. La mia soggettività ha trovato il proprio specchio in– nanzitutto nelle avanguardie, storiche. Sopra11u110 in quelle. in cui il fattore estetico era valutato in senso forte come uno degli strumenti di tra.~forma- tanta parte di que(decennio - ha tr<>vato il lin– guaggio più congeniale. In mostra, anche opere recenti. Palazzo Barberini, Ente Premi R~ma, Via Quat-· tro Fontane J0-12,30 16,30-19, fest. J0-12,30, fino al 20 dic. Vedere l'invisibile ex Istituto San Michele, via San Michele 22 9,30-13 16-20, chiuso fest. GiuseppeValailier, Segno e Architettura Disegni e incisioni (degli anni 1773-1838), ma an– che progetti ideali, di un urbanista, architetto e restauratore·che ha certamente lasciato il suo se– gno a Roma. Non casuale la.sede dell'esposizio– ne, realizzata su progetto del Valadit-r. Calcografia Nazionale, via della Stamperia 6 · 9-13 chiuso lun.;dal 15 nov. fino al 15 gennaio zione del mondo. Non a caso, il libro che ho più · caro è Profezia di una società estetica.. L'ho scrit– to durante l'estate e la primavera dl:l '68. Tutto questo è però remoto. Non è più praticabile, pro– babilmente, è un mito perduto. Ma è ,m mito pro– prio perché il soggetto se lo porta a presso. Penso (ed è quello che ho sostenuto in La critica della critica) che l'operazione critica avvenga in-tre mo– menti fondamentali: c'è il momento della lettura, quello di più grande piacere, in cui il s,1ggetto ha il massimo della propria espansione. È lo stadio pri– mario e ineliminabile; se non si dice 'mi piace' o 'non mi piace', non si può scrivere. Poi, c'è l'inter– pretazione che è lo scontro cori il te,to, bisogna comprenderlo. Non è un caso che durante l'inter– pretazione, il piacere quasi scompaia. Il soggetto si aliena nel testo, si perde. Molte volie, le cosefi– niscono lì. Per esempio, gli storici dell'arte sono quasi sempre noiosi perché arrestane il lavoro a questo stadio. Il critico, che dovrebbe essere supe– riore allo storico dgjl'arte, costruisce il proprio di– scorso in cui il soggetto ( i propri fantasmi, i propri desideri) ritorna, arricchito dall'interpretazione. \ Proietta nel lavoro anche quello eh,; 'vorrebbe' s1.;xedesse e questo colora il modo d'interpreta– re? Esatto. È sempre un po' una scommessa. A proposito di 'come vorremmo che fosse il mondo', perché pensa che la "costr"c1ttività" sia un modo di operare in arte più fruttuoso di altri? Per me, l'eleme,nto determinante nel giudizio criti– co è il senso dello -scarlo. Ora che c'è una domi– nante espressionista di moda, nel momento in cui colgo un'intenzionalità di tipo più proge/luale o un processo di tipo più costrullivo, percepisco lo scar– to e lì colgo il valore. Quindi lei non si identifica tanto come teorico della linea analitica in senso assoluto, ma solo relativamente all'attuale m·omento' sL>rico. Sì. Ma ogni crilico ha certamente un c-rientamento difondo. Il giudi::io critico non è scienrijìco. L'ele– mento analitico non è comunque il criierio di valo-– re, è piuttos/o _lacara11eristicafondamentalf del– l'arte moderna: la cunsapevole::::aeh,• il linguag– gio è qualcosa di 'scollato' e di diverso dalle cose. L'arte moderna nasceva proprio come tentativo di mettere in crisi il naturalismo e questn era episte– moloticamente consono alla matematica, alla Le vie mercantilitra mediterraneoed Oriente nel mondoantico Museo delle Mura, P.ta S. Sebastiano, te!. 757284 mart. giov. sab. 9-J.9, mere. ven. 9-14, fino al 6 gen. Gallerie Unpittoreunoscultore:Paola Gandolfi, Roberto Gnozzi Inizia così un percorso che attraverserà l'opera di pittori e scultori che, a loro volta. attraversa– no il tempo, alla ricerca di un'immagine lontana, mitica, classica e anacronista, perfino ironica, a volte. È un voltare le spalle alla contemporaneità proprio nel momento in cui a comunicazione si · fa sempre pilì diffusa, veloce ed 'estetica': non si scienza e alla linguistica. Anche /'artt moderna di 'figurazione' è sempre un'arte 'scolla,a' dal mon– do. Guttuso non è moderno perché nor, si è accorto di questo scollamento. A suo tempo, r,on avevo vi– sto questo nella Transavanguardia e tutto somma– to nutro ancora delle riserve: mi sembrava che quest'arte avesse perduto l'analiticità e cercasse un'espressività ingenua. .Ora siamo entrati in una nuova epoca, postJno– derna? Questo è il problema. Figure è nata tlall'l!sigenza di discuterlo. Siamo al di fuori dal moderno, e quindi dall'analitico? Non penso. Nor, vedo nuove personalità grosse come Cézanne, Seurat, Picasso e Braque che hanno inaugurato il f110derno.Sono più vicino a chrparla di 'tarda modernità'. I C'è qualcosa in comune fra la sitpazione çxiierna e la fine dell'Ottocento in cui c'erano da una par– te gli innovatori e dall'altra una crisi che si mani– festava con citazionismi simbolisti e decadenti- ~? . • Non c'è dubbio che c'erano degli artisti allora che operarono il dissolvimento di una tradizione è altri che segnarono un'alba. Ho la sensazione che oggi la modernità stia finendo proprio perdé tutte que– ste personalità minori, questa moltitudine di movi– menti e di pensieri segnano un altro 'dissolvif1U!ll– to' ... C'è una specie di liquidazione di un'eredità. Il problema è di capire come mai dalla Transavan– guardia in poi l'arte si sia rinchiusa nl'i suoi domi– ni disciplinari, in concomitanza con la massima espansione della comunicazione, che J•aun altissi- mo potenziale estetico. ~ Infatti, nei momenti di depressione, vado a vede- re film di James Bond. , Io amo molto quei film lì. Quale hai ·.·istoultima- mente? 1 L'ultimo, Bersaglio mobile. Ci sono delle scene di grosso impatto estetico. • Lo vado a vedere Abito! E questo il JJlmto. ~ pit– tura diventa una cosa 'chiusa' e il mondo va in quest'altra direzione. Che senso ha? Q1,aleè il rap– porto operativo, strumentale.fantasmatico con un universo così dilatato e vaporizzato? ' Se l'oggetto d'arte cambia di funzic-ne - perché un quadro oggi non ha più la stessa funzione che aveva all'inizio dell'800 - allora q~to 'oggetto' I tratta più, per ·questi artisti, di gareggiare avan: . guardisticamente con essa. Gettata la spugna sul ring della modernità, navigano le acque incerte della storia dell'arte, approdando, a volte, a luo– ghi come il Hirshorn di Washington, dove è at– tualmente in corso la rassegna sul 'New Roman– ticism' (ancora un'etichetta!) italiano. Pio Monti, via Federico Cesi 62 int.3. te!. 319447 fino al 7 dic. Fsprit de Gèometrie Geometria, sovrapposizioni di colore, contorni spigolosi, colorismo tonale, scatole. cubi... In– somma, altri tempi. Ma forse un semplice 'ritor– no' al hard-edge non è la soluzione della perdita di orientamento nell'arte, oggi. Comunque, Fili– berto Menna, curatore della rassegna, pone giu– stamente il problema della mancam.a di 'analiti- • cità' in molti epigoni della Trans oggi, e rilancia una linea forse troppo frettolosamente accanto– nata. Ci sono molte tendenze diverse in questa rassegna, dalle forme costruite di A..:hille Perilli al nero su bianco di Alberto Bardi; dalle ellissi di Nicola Carrino ai ~isegni stocastici di Sergio Lombardo. Il Carpine, via delle Mantellate 30, tel. 6568878 10-13 16-19,30, sab. per app.to, fino al 25 dic. Il futurismoa Roma: anni '10-'40 Editalia, via del Corso 525, te!. 3610246 W,30-13 16,30-20, fino al 30 nov. Enigma Una mostra che è metafora di un oracolo, così come, ad avviso del curatore Antonio D'Avossa, tutta l'arte è traccia, metaforica, di un. sapere oscuro: "non è forse vero che le opere d'arte che si risolvono senza residui, in osservazioni e pen– siero, non sono opere d'arte?" L'intento è quello di rileggere la storia dell'arte dell'ultimo secolo seguendone un filo - che non può che essere, esso stesso labirintico - che annoda insieme sfingi, oscuritll', profezie, esoterismi, metafisiche. II Maestro, il primo Re'dei moderni Magi è Gior– gio De Chirico. Gli anni '80 forniscono, dopo qualche decennio di magra (il Kali Yuga, si dice– va), schiere di giovani adepti che nel mistero si muovono con entusiasmo. Qui, una selezione: echeggia Magritte nelle intriganti tele di Jay Weiss, il Medio Evo oscuro ed eroico nei lavori di Hermann Albert, Peter Chevalier e George Condo, il rarefatto e inafferabile surrealismo alla Dali-Tanguy nei quadri di Patrizia Cantalupo e Thierry Chevemey, gli allucinati paesaggi di Ernst nelle grotte di Steven Pollack. Un discorso a parte andrebbe fatto per Peter Schuyff che sembra avviarsi verso approdi più decisamente astratto-ironici, e anche per il giov,me Andrea Fogli. Il Ponte, via S. lgnazio 6, te!. 67%114 10,30-13 16,30-19,30, chiuso dom. e !un., fmo al 30 nov. Claudio Palmieri "Non m'interessa essere nella storia dell'arte, o porre il problema· se sono di avanguardia o meno; m'interessa dipingere quadri che conten- è un altro 'oggetto'. In/alti. Ness,mo vuole capire che quando Argan parla della morte dell'arte, dice que.,to. Comun– que, di fronte alla dimensione estetica diffusa nel quotidiano, il nostro universo di critid e artisti re– sta molto marginale. Allora, l'ipotesi è che ,biso– gna insistere sulla differenza fra estetico e artisti– co. L'utopia delle avanguardie era di pareggiare artistico e estetico e il mondo moderno della so– cietà di massa ha dimostrato che ciò fli>n era possi– bile. A volte, davanti ali' opera di alcuni giovani arti– sti 'costruttivi', mi viene il dubbio che essi'voglia– no risolvere la crisi del moderno tornando indie– tro, al 'moderno',,in senso positi,istico-avan– guardistic-0. C'è insomma il rischio di UD mo– mento reazionario-avanguardista che sarebbe al– trettanto negativo quanto la 'rea7ione' espl'essionista recente. Non sempre. Sto curando ima mastra a Pordeno– ne, di prossima apertura, 'La Soglia', dove ho invi– tato giovani che lavorano costrullivamente sui lin– guaggi: Rossano, Capaccio, Sal,via, Asdruhali, Catania ed altri. Fanno un'arte che non è né iconi– ca, né aniconica, che rinuncia alla narrazione ma non recupera l'astrazione tradizionalt·. La dimen– sione simbolica è il luogo di passaggi,, fra fabula– zione e sintassi, una specie di 'soglia', apJIIUltO. Questa linea stre/la è il linguaggio: ecco di nuovo il momento di autoriflessione, più mer,tale. Dirigi due collane di libri e una rivista. Quali sono i progetti? Per Ofjìcìna sta per uscire un libra di Mirella Bandini sui giochi e le avventure dei s1irrealisti, l.;l vertigine del moderno. Nella collana di libri editi . da Kappa, uscirà L'impossibile critico di Massi– mo Carboni. Per la rivista, ci sarà u•r numero in cui i critici dell'ultima generazione ·rij7ellono sulla situazione attuale, dopo la Trans. Lt1 liberazione da fondamenti forti' è stata fondamentale. Ma oggi, rischia di diventare controprodu::ente. Si ve– rifica una dispersione dei linguaggi , ritici e una disseminazione delle esperienze, una jpecie di Ba– bele. A tutto questo si contrappone w10 forte ten– denza centralizzante da parte del mercato. Mai come oggi il valore è stabilito dal mercato. Io mi sento disarmato di fronte alle sue forze. Bisogno ripensare alla nostra funzione e ricostruire un nuo– vo discorso critico.

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