Fine secolo - 23-24 novembre 1985

·LETTERA-. DA UNA-PROFESSORESSA . - . . l- di Alessandra PERETTI . Premessa. condiviso itinerari umàni e politici, io, che . sono una professoressa quarant't:nne rron pen- C'è stato, nel coro osann~nte con cui tutti gli sionata, provo una sensazione di. rabbia e di '- interessati, genitori, politici, giornalisti, hanno inquietudine. Cos'ha di tanto potente lo ste- , accompagnato le gesta dt;I neonato movimento reotipo del professore, e più ancora quello del- _dèll'85, un significa~ivo sile~o. Quello dei - _la professoressa; da mantenere intatta la sua professori. Su questò nessut10 si è interrogato. . valenza simbolica negativa anche per chi pre 0 • Ci si è accontentati che le poche voci che rom- 'tende di aver rimesso in discussione ben altre pevano quel silenzio confermassero antichi ste- certezze e schematismi? E' caciut-:> il mito della reotipi e pregiudizi giovanili. A tutti la profe~- · classe operaia, il pregiudizio anti-isi:aeliano e soressa di Liceo insediata al Ministero di Viale filo-arabo, la bandiera detrantifascimo mili- Trastevere (ahimé: da quanto· tempo legittima- tante: ma_nell'immaginario collettivo di tanti mente vituperata -e non certo perché·donna. e -figli del '68 la figura della professoressa, talv<5I-. ~on magra, dai suoi ex colleghi!) o la professo- ta ignorante, spesso cattiva, sempre antipatica, ressa di Palermo che non 9tima i suoi alunni sembra manten~re il fascino della strega delle sono apparse immagini note e rassicuranti. favole dell'infanzia, che ci faceva rabbrividire Così come rientrano in uno scherria tradiziona- dt orrore e di pi~cere. le rassicurante quelle professore~se qùaranten- n! -evoc~te del tu!to gr~tuitame~le da_ Repo~te1: . .. I professori d1 luned1- le quah "decisero neglt anm scorsi dr . . . , . usufruire di una baby pensione.particolarrnen- · E vero che assa_i.pocosi sa in ge11eredella vita te attraente, perché la scuola proprio non la -scolastica. Che d<!lle_ categorie_ che lavorano sòpportàvano più. (E lo Stato si dichiarò pron- · n~lla scuola sono ven(!te negli ultimi anni più to a versare per decenni una cifra quasi pari al spesso lamentele che prQtcste e prese; di'posi- loro stipendio, purché si)evasserq ditorno)". zionc. Che anche in questi giorni p9çhi profes-· . Di fronte a toni così beceri, che si levano nel 0 sori. sia inaschi che femmine. hanno parlato. E l'ultimo periodoldalla stessa stampa ritenuta · che 9a tempÒ ormai la scuola non interessa.più _ democratica (ved}servizio su Pcmorama del 3 nessuno. n~i politici né i giornalisti: !1é la pub- novembre scorso, intitolato. Bùgie in cattedra. blica opi·nionc: tutto quèllo eh<;. le.si c~iede è sottotitolo Sperperi di Stato: la scuola) e perii- ch,e chiuda regolarmente a giugr:o. permetten-· no da giornalisti con cui ho cr::duto di aver do tJllefamiglie di andare in vacanza, e che ria: pra a settembre, al pili presto possibile, libe– rando i genitori dall'ormai insoppprtabile pre– senza dei figli. _ . ' Cosi, il fatto che oggi all'-improvviso c~ si ac– corga che comunqpe, in tutti q\leSti anni, la scuola ha continuato a sopravvfrere e a degra~ darsi, nell'indifferenza generale, sembra persi– no comico ai professori che· ndla. scuola ci sono sempre stati, sempre più insoddisfatti, in– certi, lamentosi e tuttavia costretti, da un vita– le quotidiano rapporto cpn i giovani, a inven– tarsi ogni giorno qualcosa, 'a pro_yaremetodi_e atteggiamenti nuovi, a confromarsi con una realtà in continua trasformazione. Io non dico che per tutti gli insegnanti la vita scolastica sia stata questa, né éhc la mia espe~ lienza nella scuola sia più autentica o genera~ lizzabile di esperienze diverse, ·t·he. emergono dai i-acconti degli studenti o dalle dichiarazioni di altri professori. Dico che-si dovrebbe parll;l– re di ogni wsa, e qu!ndi perfino delle professo-. _resse,sen~ rici>rrere a·-gener.alizz~zionidi co- - modp, cercando di cogliere la c:omplessità di una situazione umana e pi:ofessionale che è co– munque di grande riJievo. Quando si arriva a constatare, come fn questi giorni. che i giovani di oggi, a differenza di quelli del '68, npn vo– gliono rompere con gli adulti, ma dialogai-e con loro, si dovrebbe attribuire llnche al ruolo svolto-in questi anni da tanti insegnanti la vp-~ lontà delle gio:vani generazioni di urlare i ma-

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