Fine secolo - 23-24 novembre 1985

/ FINE SECOLO* SABATO 23 / DOMENICA 24 NOVEMBRE 36, .. Da '' J e '· es. LA LINEA D'ORIZZONTE La morte coltiva la visibilità. Non esiste immagine silenziosa. rs Esiste il silenzio in cui _laracchiud,iamo. Attratti da tutte le immagini, ne scrutiamo soltanto una per volta. Con tutte le parole della lingua, noi non ac– compagnamo, nella morte, che un'unica paro- la., . L'immagine del freddo è la nostra immagine nel freddo: anonimo abbozzo di un· corpo che rabbrividisce. L'immagine non riflette la realtà, ma, di tut– ta la realià, descrive la fine spettacolare. Vedere, è morire; guardare morire; Al vento, alla sabbia, la volontà di vincère lo sguardo, di far piangere. · Ingiallita dal tempo, ormai l'immagine ci la– scia solo la sua nostalgia: immagine di un'im– magine perduta. Il vuoto non è invisibile. Un'immagine avrebbe fat– to al caso suo; magari quella della sua invisibilità: Esso è l'impertinenza della .non-rappresentazione del Nulla. Erano dieci intorno a una tavola. La discussione era salita di tono. Tra i convitati, solo uno taceva. Distrazione? Noia? Al contrario. Con la più viva at– tenzione, ascoltava, attraverso il fiume di parole che lo assordava, ciò che in queste parole si ostinava a mantenere il silenzio. Allora il più anziano tra loro gli disse: "Col tuo at– teggiamento ci hai offerto la vera immagine di Dio. Come Lui, hai cercato di comprenderç ciò che noi non arriveremo mai ad esprimere". Di libro in libro, attraverso la sua scrittura, che al– tro ho fatto se non interrogare l';:braismo? ,. - · Credo d'aver percepito che la scrittura ebraica, nel suo rapporto con l'eternità, non sarebbe che una scrit– t11ranata dal selvaggio combattimento tra il libro e la sua immagine: tra la parola dell'immagine e l'immagi– ne della parola. Combattimento di cui questa scrittura accredita l'incontestabile termine .. Bianche-sono_ la prima e l'ultima pagina del libro. ,, Dopo essere stato quello dell'assenza di Dio - la Sua assoluta presenza - è possibik che 'il nome impro~un– ciabile sia anche quello del libro. e, tramite il vocabo– lq, quello dello scrìttore e delrebreo? Traslucide s5:mole parole ''scrittore" ed "ebreo". Sono soltanto limpidità, pura trasparenza della p'arola nella quale si dibattono invano: · ' L"inafferrabile - l'invisibile - perturbano, a volte, al di là del tollerabile. La scomparsa di Dio conferma -la supremazia della morte sulla vita. Assente Dio, non c'è più eternità. Ogni chiarezza è aggiunta d'oscurità. Il pennello è senza risorse. Non dar più a vedere, ma vedere ciò che fu cffifo. Rinunciare a dipingere. Dipingere questa rinuncia. Laggiù, laggiù, ai confini degli oceani ·ricoperti di schiuma, galleggia, alla deriva, il nostro volto irrico– noscibile. ... ma l'ebraismo è vita; è fede incrollabile nella vita e nell'uomo. IMMAGINE DELL'ESILIO E se il muro fosse un foglio bianco? Muro di soste– gno. Scendiamo i gradipi di uqa scala su cui poco prima, e non senza sforzo, ci eravàmo inerpicati. · E se scrivere fosse questa discesa ancora impregna– ta, per noi, del ricordo della lenta salita che l'ha prece~ duta? All'interno dell'edificio, non possiamo oltrepassare l'uitimo piano. · Una pagina di scrittura ha i suoi pianerottoli. I suoi margini sono all'esterno. Non sapremo riem_piredi pa– role il vuoto. La mia dimora è distrutta; il mio libro, in cenere. In queste ceneri, io traccio linee. In queste linee, metto parole d'esilio-: Il inuro è il silenzio più duro. Neiare il nulla. IL LIBRO LETTO; QUI HA INIZIO LA LETTURA DEL LIBRO Negare il nulla. Su questa frase ho voluto costruire il libro; perchè che cosa è vivere, se non negare il Nul– la? ·11 Nulla, ossessione di Dio; il Nulla, terrore dell'uni– verso tradito dalle sue miriadi d'occhi trasformati in stelle; il Nulla, _avversario dell'uomo; il Nulla, infine,· rivale del libro. , Frase, in apparenza ottimista, che ~i rinvia al Tutto; a Dio,. Totalità delle totalità; all'universo, all'uomo, al libro; che ci incita ad affrontarli ·separatamente, nella loro Totalità inaccessibile. Ma il Tutto non era già il Nulla? Vivere sul nulla, della vita divisa dal Tutto. Morire ai piedi del Tutto, del breve sopravvivere del Nulla. Avremo segùìto il camminò aperto per noi dalla pa– rola ebraica. Nell'erranza, due frasi ci avranno accom– pagnato. Per la respirazione: "Dio ha creato l'uomo a sua immagine"; per l'espirazione:" ... poichè polvere sei e polvere ritornerai'". Come l'onda, l'oceano, invincibile nella sua tenacità, è il passatÒ, che sobbalzando viene ad · _agitare per sempre il futuro. .., L'ebreo sarà salvato dal libro che lui stesso · avrà contribuito a preservare. Forse' ogni· libro è il racconto rigenerato di questo salvataggio. E se il volto di Dio fosse abuso di volti - vol– to abusivo che soppianta il nostro? E se non fosse stato Dio a modellare l'uomo · a Sua somiglianza,. ma l'uomo, che un giorno si fosse messo a immaginare Dio a sua immagi– ne? Orgoglio e umiltà della creatura capace an– ch'essa di creare. E se; nella sua incompletezza, la Creazione divina non riposasse che sulla disperazione nel– la quale ci getta ogni creazione? E se ilJibro, nelle sue astuzie e nel suo ardire, non fosse che la folle resistenza al nulla dell'ul– timo foglio? (traduzione di Valerio Magre/li)

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