Fine secolo - 16-17 novembre 1985

, Tutto sbagliato? - Michele, Liceo scientifico «U. Morin», Mestre (VE) - E se fosse tutto sbagliato? E' un interrogativo che mi sono posto spesso, da quando siamo scesi in piazza. E' inammissibile certo rispon– dere a una scarsa qualità dei servizi con un au– mento indiscriminato delle tasse scolastiche, che minano il diritto allo studio apportando una selezione esclusivamente economica. Non sarà sufficiente impiegare metà dei soldi che dovremmo pagare come invece sostiene il mi– nistro della pubblica istruzione per colmare delle carenze s0stanziali che si trascinano da anni: mancanza «cronica» di palestre, inagibi– lità o insufficienza di aule, necessità di perso– nale qualificato per gestire biblioteche d'istitu– to, precarietà delle cattedre, carenza di spazi di aggregazione degli studenti. ' Questi problemi _çoncreti, ~ non vuote ideolo– gie, ci"hanno unito e ci hanno scrollato di dos– so una passività con cui eravamo stati bollati dal '77 ad oggi. L'unità e la solidarietà, l'assoluta indipenden– za da qualsiasi strumentalizzazione· politica che ci distinguono in tutta Italia, sono le di– scriminanti tra noi e ii '68. Rinneghiamo la violenza, non solo sulla sco~ delle precedenti esperienz.e, ma soprattutto convinti che la protesta possa avere uno sboc- , co concreto solamente in un confronto dialetti– co e democratico. Ecco perché non siamo i figli del riflusso, ecco perché rifiutiamo ideologie utopistiche che ci screditerebbero e non contribuirebb.ero in al– cun modo alla risoluzione dei problemi; ecco perché non ci identifichiamo nelle gratuite eti– chette rifilateci da giornalisti ed ideologi più o meno informati. Ne è un esempio concreto l'autofinanziamento dell'assemblea del 9 no– vembre del 1985,quando gli studenti hanno ri– fiutato che l'affitto del cinema fosse pagato dalle confederazioni sindacali .. A dispetto dell'interpretazione qùalunquistica e della cosidetta legge del 9 "('68-'77-'86) il 16- 11-1985 sarà dimostrata ancora una volta, se ce n'è bisogno, la sostanziale praticità che sta alla base del .nostro movimento. Forse non è proprio tutto sbagliato ... Prima la pratica, poi la grammatica Francesca Corso, 16 anni, Licen linguisticopro– vinciale, 4° D. Palermo. Noi vogliamo «semplicemente» le strutture per studiare in condizioni normali, e non come ter– remotati perenni. E' proprio il dubbio sul no– stro futuro lavorativo che ci ha allarmato eha aumentato la tensione, preparando intanto alla nascita di un nuovo movimento studente– sco. La finanziaria non ha fatto altro che far scoccare la classica scintilla: ha portato gli stu– denti a dire: è troppo. Mentre nel '68 c'era una certa strumentalizza– zione partitica, nell'85 siaino noi, studenti del movimento a dover strumentalizzare i partiti perché intervengano a supporto dei nostri obiettivi. Io vivo in una realtà difficile, quella palermitana, dove la lotta contro la mafia è crudissima, e la violenza è all'ordine del gior– no. E questa lotta mi ha insegnato che non si deve cominciare con attaccare e.col distruggere le ideologie, ma che bisogna evitare la vaghez– za e partire, per cambiare le cose, dalle radici pratiche. Penso che noi studenti dell'85 dob– biamo centrare la nostra lotta su un·carattere pratico e definito. Contro lo sfascio della scuo– la, contro la teoria selettiva della scuola, che la finanziaria ha ribadito. Nella .lotta diretta alle più forti ideologie, an– che gli uomini più forti finiscono per perdersi. La nostra deve essere quindi una politica del fare, proponendo alternative pratiche. Detto Shining Saverio detto Shining, 19 anni, Liceo scientifico «Morgagni». Roma , - Già da qualche tempp s'era nella certezza che qualche cosa stèsse accadendo, fu proprio un amico da Milano (un ex morgagnino) ad av– vertirci che gli studenti ·milanesi cominciavano. a scendere in piazza. Il mio primo commento a questa notizia fu: "Ma guarda quanto semo cojoni a nun dacce 'na smossa pure noi!" Que– sta volta, per fortuna, m'ero sbagliato. Gli scioperi contro l'aumento delle tasse scolasti– che e per il Sudafrica erano passati con troppa . indifferenza e io e i pochi 'ribelli' del Morgagni . puntavamo tutto su questo sciopero. C'era troppo in ballo, troppo importanti erano le motivazioni di questa protesta. Abbiamo vis– suto con ·fervore tutta la parte organizzativa, questa volta dovevamo fare proprio tutto da· soli (per fortuna!). Il resto lo potete vedere dai . filmati e dalle foto del 9 novembre. Ah, fra l'altro da notare la gentilezza (!) della polizia in borghese che ci ha pedinato per le strade di Monteverde fino a quando abbiamo preso l'autobus per andare a piazza Esedra. · Gliaffarinterni ed esterni Davide e Stefano, 3" ltsos, Milano All'Itsos l'autogestione è durata per una setti– màna e al posto del regolare svolgimento delle lezioni si sono formati dei gruppi di lavoro che hanno affrontato svariati problemi; la violenza sessuale, la legge finanziaria, gli affari interni ed esterni dell'Italia. lJn $IUPPOha costituito uno "spazio giovani" e un altro ha affrontato problemi riguardanti il nostro istituto. Tutti gli studenti erano contenti dell'autogestione perché.non si faceva scuola, ma molti parteci– pavano ai gruppi di lavoro: dicÌamo circa metà degli studenti della scuola (che sono in tutto 1.100). Col passare dei giorni la presenza è di– minuita; del résto persone che non si interessa– no ci sono sempre state e sempre ci saranno. Si sono poi svolte le elezioni del Consiglio di Isti– ·tuto, ma essendo state convocate di pomerig– gio, sono andate praticamente deserte. Duran– tè l'autogestione si è tentato inoltre di far na-– scere un giornalino scolastico, dove scrivere le cose discusse nei gruppi, ma per problemi di inesperienza e di tempo non siamo riusciti fi– nora a pubblicarne nessun numero. La foto qui ·sopra è di Paola Beasi. 'Quella della paginaa fronte di StefanoMontesi. FINE SECOLO* SABATO 1S/ DOMENICA 17 NOVEMBRE -- ~····~~~ .. .. , . ............. 15 35.000 a Salerno? Enzo Spiezia, 3° Liceo classico «De Santis». · Salerno Da tre anni sono rappresentante di Istituto e da due consigliere distrettuale: per mja scelta mi impegno dunque nel settore scuola e devo dire che non è semplice: soprattutto, credo, a Salerno. A distanza di cinque anni qui la scuo– la, e purtroppo non solo quella, paga ancora lo scotto del terremoto dell'80. Prima le condizio– ni non erano ottimali, il terremoto ne ha fatto uno schifo. L'amministrazione che ha \etto la città negli scorsi cinque.anni lungi dall'adotta– re misure straordinarie che si rendevano neces– sarie, ha lasciato stagnare la·situazione, aggra– vando vecchie lacune e aggiungendo mali nuo– vi ad altri già antichi. Il mio istituto è uno dei migliori di Salerno: è, cosa rarissima, un edifi– cio nuovo. Ha un numero di aule sufficienti, cosa ancora più rara. La qualità dell'insegna– mento è complessivamente soddisfacente. In còmpenso manca una palestra, manca una la– vagna, i laboratori di fisica e chimica sono inu– tilizzabili. L'educazione fisica si riduce a qual– che palleggio nel cortile, non abbiamo un loca– le coperto per tenere assemblee o conferenze, non possiamo svolgere esperimenti di chimica ·o fisica. Una situazione senz'altro privilegiata in confronto alle condizioni delle altre scuole. Un liceo scientifico senza istituto (il Severi), un altro liceo (Da Vinci) smembrato in due edifici semi cadenti, un liceo artistico protetto da un soffitto stile groviera. E' chiaro quindi come, scontento di una tale situazione, mi sento an– che "insultato" alla notizia di nuove e sostan– ziose tasse. E come me anche tutti gli altri stu– denti, a giudicare dal numero impressionante di.ragazzi che sono scesi in piazza in tutta Ita– lia e a Salerno. Soprattutto mi stupisce il fatto che si siano raccolti intorno ad una manifesta– zione a Salerno ben 35.000 studenti. Una cifra che non avrei mai sperato. E il .Pomeriggio· ballo . Marta,.4° ginnasio, Liceo «Gioberti», Torino Non me l'aspettavo proprio di arrivare alle su– periori e vivere queste cose. Fin da piccola sen– tivo i miei genitori che parlavano con i loro amici di quando occupavano le scuole, faceva– no le manifestazioni. Poi ho capito che quello era soltanto il '68. Erano cose che mi piaceva sentire, erano cose che sentivo belle, ma crede– vo ·che non potessero essere anche cose mie. Non succedeva più niente. Invece appena .arri– vata alle superiori sono ricomìnci~te le pro\e– ste. Non me l'aspettavo proprio e per questo sono anche più contenta. La cosa più piacevo– le è che mi sento grande anche perché nella scuola mi trattano da grande. Prima non m'importava molto di come funzionava la scuola, adesso m'interessa perché vedo che sia– mo in tanti a protestare contro quello che non funziona. Non sono molti i ragazzi del primo anno che partecipano. Non so, forse per me c'è la cosa divertente di rivivere qualcosa di cui avevo sentito parlare. Cosa è cambiato nella mia vita? Non molto a parte questa piacevole sen– sazione di avere qualcosa di più. Intorno e dentro a noi c'è la presenza di vari gruppi poli– tici. Sinceramente non mi interessa molto sce– gliere e partecipare· con un'etichetta. Mi basta il movimento. Forse partecipando capirei di · più. Ma ho molte cose da fa,e e non vorrei perdere una lezione di danza (la mia passione) per dover andare ad una riunione politica. Mi basta quello che si fa al mattino, quando sia– mo tutti a scuola. E' un modo di fare politica. E credo che sia il modo giusto per entrare nel «mondo .vero»."

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