Fine secolo - 12-13 ottobre 1985

piccola isola -dicono a Greenpeace- dà il mag– giore contributo alla morte del mare del Nord. Le campagne contro l'inquinamento e contro le piogge acide prevedono anche, come già nel passato, iniziative anche nei paesi dell'Est dove le norme anti-inquinamento sono uguali se non peggiori di quelle dell'ovest. Per quest'an– no è prevista anche una crociera della nave la– boratorio «Beluga» lungo il Volga. Continua anche la campagna contro gli scari– chi di scorie con basso contenuto radioattivo che vengono portate soprattutto nel mare a nord della Spagna. Un parco mondiale nel/'Antartico · , E' una delle campagne lanciate più di recente. Un decimo della superfice terrestre è coperto 'da un continente unico e quasi intoccato, l'An– tartico. I mari attorno a questa terra coperta di ghiacci sono ricchi di vita selvatica, e sono ricchi di elementi nutritivi che sono fondamen– tali per l'equilibrio di questi delicati sistemi ecologici. li potenziale di riserve minerarie che vi si tro– vano hanno attratto l'attenzione di un certo numero di nazioni che si sono date da fare per dividersi il continente, e anche se il Trattato Antartico vieta ogni forma di sfruttamento, c'è il fondato timore che il «club» delle nazioni che si sono insediate riuscirà prima o poi a tro– vare il modo di iniziare uno sfruttamento che produrrebbe, in breve, modifiche sostanziali e irreversibili dell'intero ecosistema continentale. Per questo Greenpeace ha proposto che l'An– tartico diventi un· «Parco mondiale», escluso per sempre da ogni forma di sfruttamento, mantenuto in amministrazione fiduciaria come parte dell'eredità comune di tutto il genere umano. La campagna che Greenpeace intende condur– re, con il sostegno di materiale scientifico, gruppi di pressione e una serie di manifestazio– ni e azioni dirette -anche nell'Antartico, se ne– cessario- servirà a dimostrare alle nazioni che guardano all'Antartico per soddisfare le loro esigenze commerciali e militari, che l'opinione pubblica non tollererà intrusioni umane in questo angolo del mondo ancora intatto se non per reali e provati interessi scientifici. • PROSSilVIA TA: L'ITALIA Ragioni e tempi dello sbarco italiano di Greenpeace in un colloquio col presidente dell'ufficio inglese. L a settimana scorsa si é svolta a Londra una riunione del consiglio internazi_ona– le di Greenpeace, il massimo orgamsmo dirigente. Con Brynn Jones, professore di filo– sofia, 45 anni, presidente dell'ufficio londinese, abbiamo parlato di quello che vi si é discusso e deciso. Prima ci ha raccontato qualcosa di sé. Una filosofia del/'ambiente Ho iniziato la mia carriera pubblica insegnan– do filosofia in un'università americana. Suc– cessivamente, sono tornato in Inghilterra e ho lavorato come giornalista per vari giornali, per la radio e la televisione. Parallelo a questa atti– vità c'è sempre stato però il mio impegno in gruppi ambientalisti: sono stato membro di Friends of the Earth, della Conservation So– ciety, e altri. Erano molti tra noi, nel movi– mento ambientalista, quelli che però sentivano la necessità di un'organizzazione diversa, e di un impegno, anche personale, maggiore. Quando si è aperto l'ufficio di Greenpeace in Gran Bretagna, nel 1978, un mio intimo amico ha cominciato a lavorarvi, e io ho seguito il suo esempio. Tre anni fa sono diventato uno dei direttori di Greenpeace, e oggi sono il pre– sidente dell'ufficio londinese. Il mio impegno non violento e pacifista precede l'entrata in Greenpeace: sono stato per molti anni un mili– tante del CND (Campaign for Nuclear Disar– mament). Quel che mi ha attratto di Greenpea– ce è proprio che la lotta contro gli armamenti e il nucleare sia concepita all'interno .di un più vasto movimento di difesa dell'ambiente m tutti i suoi aspetti, una filosofia dell'ambiente. Ma in un 'organizzazione pacifista la pace regna anche all'interno? Mentirei se dicessi che regna un'armonia una– nime nel nostro gruppo: abbiamo spesso di– scussioni aspre. Ma sono discussioni su pro– blemi reali. Quel che più mi piace di noi è che non assumiamo mai «pose politiche», non cer– chia~o mai. non ci accontentia':1? mai di u?o stretto margine di successo politico. Cerchia- mo di fare la cosa giusta al momento giusto. E io ho il sentim\!nto, fortissimo, di essere al po– sto giusto. Per dare l'esempio di un contrasto recente al nostro interno voglio raccontare come si è pre– sa la decisione di interrompere la campagna contro le pellicce. La campagna era esclusiva– mente britannica, e stava avendo un grande _ successo. Ma Americani, Canadesi e Danesi, i quali ultimi hanno giurisdizione sulla Groen– landia, si preoccupano del futuro della Nazio– ne Indiana e d~gli Eschimesi, o come si preferi– sce dire oggi degli Inuit (Eschimesi) e delle Pri– me Nazioni (gli Indiani). Costoro ci hanno po– sto il problema della loro sussistenza in questi termini: «Guardate, viviamo in comunità re– mote, al termine stesso del mondo. Cacciare e mettere trappole è il nostro modo di guada– gnarci la vita. Se voi riuscite a far cessare il commercio delle pellicce in Europa, voi farete cessare anche le nostre comunità, il nostro modo di vita». Anche nel caso delle balene e delle foche, abbiamo sempre distinto tra caccia commerciale e caccia di sussistenza. Ricono– sciamo inoltre statuto e esigenze particolari alle nazioni eschimesi e indiane, e nel loro caso facciamo eccezioni. Ad esempio, sebbene la balena cacciata dagli eschimesi del Nord sia una delle 'specie più minacciate, riconosciamo che per loro questa è una caccia tradizionale e di sussistenza; abbiamo quindi raggiunto un accordo con loro che permette un numero di uccisioni molto limitato. Speriamo di riuscire a raggiungere un simile accordo anc_henel caso delle pellicce. Ho scelto questo esempio per darvi un'idea di come funzioni la disciplina in– terna in Greenpeace International. La campa– gna contro le pellicce era molto ·popolare in Gran Bretagna, ma noi siamo soltanto una parte di un movimento internazionale. Conti– nueremo le ricerche sul campo, negli Stati Uni– ti, in Canada, in Groenlandia, e vedremo che tipo di eccezione possiamo fare per queste po– polazioni, e che tipo di accordo contratteremo con loro. Cari amici italiani ... Prospettive per il futuro? In questo periodo ci stiamo espandendo, ai quindici uffici che abbiamo già si aggiungerà quest'anno quello in Argentina. E abbiamo appena adesso deciso che il prossimo paese sarà l'Italia. Per molte ragioni. Sappiamo, in 12 / DOMENICA 13 OTTOBRE 21 · primo luogo, di avere già un vasto seguito da voi. Il vostro paese è poi tra i più importanti nell'Europa oc.;cidentale,è tra i primi paesi in– dustriali. Ma è anche un grande inquinatore. La nostra presenza ci sembra quindi importan– te. In secondo luogo, stiamo per iniziare una campagna vastissima per il disinquinamento del Mediterraneo, che terrà conto anche delle specie minacciate: balene, foche, tartarughe. Le foche, come saprà, sono una specie orma! quasi estinta nel vostro mare. Nel Mediterra– neo le balene entrano numerose. Lo stretto di Gibilterra è anzi uno dei migliori posti al mon– do per osservarle. Le tartarughe vengono ucci– se i.ngran numero, tra l'altro, perché rompono le reti da pesca. Una delle nostre navi più gran– di sarà impegnata nella campagna.,AI momen– to, siamo ancora alle fasi iniziali della proget– tazione. Allora diventa importante per voi avere un uf/ì– cio in Italia ... La campagna che abbiamo in programma du– rerà parecchio tempo perché intendiamo occu– parci di ogni aspetto dell'inquinamento: scorie nucleari, scarichi industriali tossici, piogge aci– de e soprattutto inquinamento da petrolio, che nel Mediterraneo ha dimensioni tragiche. Ci occuperemo inoltre della pesca a strascico e dei suoi effetti. Il Mediterraneo è un mare che sta lentamente morendo. Al momento è grave– mente malato. Ricorreremo alla nostra parti– colare abilità nell'uso dèlla pubblicità, al no– stro talento per organizzare azioni che cattura– no J'attenzione per dare impulso a un'attività globale concertata tra i vari paesi che porti a una ripulitura radicale del Mediterraneo. L'I– talia è un punto chiave per questa nostra cam– pagna ed è quindi necessario che vi apriamo al più presto un ufficio. ... benvenuti, ma E' però sempre una cosa difficile e lunga aprire un ufficio in un nuovo paese. E l'organizzazio– ne dovrà passare attraverso Greenpeaq: Inter– national. Se ci sono in Italia persone che vor– rebbero partecipare all'operazione di Green– peace. saremmo felici se ci segnalrtssero il loro nome. Ma per il m6mento non stiamo ancora invitando sostenitori, perché non abbiamo an– cora organizzato l'ufficio. Se qualcuno ha però interesse ad aiutarci nell'organizzazione, o nel-

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