Fine secolo - 28-29 settembre 1985

FINE SECOLO* SABATO 28 / DOMENICA 29 SETTEMBRE 15 Siena, Duomo. L'ErmeteTrismegisto, di Giovanni di Stefano. coincide in lui con quello che Giorgio Agamben ha chia– mato in queste pagine "la selva dell'immaginazione". In realtà, egli accetta in apparenza la prima posizione, per rivolgersi in seguito "contro il linguaggio, con le anni del linguaggio". E anche qui, la sua soluzione é vicina a quel– la di Ponge che abbraccia il "partito preso delle cose", a condizione tuttavia che si intenda con questo - e nello stesso gesto espressivo - un "compte tenu des mots". La passione di Calvino per i segni - che faceva di lui un decifratore lieve e rigoroso, molto vicino a Barthes, si estende, nella sua scrittura, (e forse lì era il punto ch'egli intendeva preservare, proteggere contro le sistemazioni ideologiche e teoriche della nostra epoca) fino al gusto della confusione dei segni - confusione germinativa, molto vicina a quello che egli chiamava in Ovidio "continuità universale" - indistinzione delle frontiere tra mondi di– versi, possibilità infinita di contaminazione (e quindi di metamorfosi e di rinnovamento). Così nel primo capitolo del Visconte dimezzato che potrebbe chiamarsi Gli orrori della guerra, «i ve~erani sempre all'opera rabberciavano la pelle dei quadrupedi con cuciture, cinti ed empiastri di catrame bollente, tutti nitrendo e scalciando, anche i dot- tori». I Ma la passione dei segni che Calvino trasmette al suo let– tore, alla sua lettrice si rivela in tutto il suo spessore d'im– maginazione e di mistero proprio là dove sembra ubbidi– re al gioco freddo e programmato del metaromanzo, nel– la febbre dell'incipit che anima il Viaggiatore: «Vorrei po– ter scrivere un libro che fosse un solo incipit, che mante– nesse per tutta la sua durata la potenzialità dell'inizio, l'attesa ancora senza oggetto». Calvino si avvicina qui alla radice della letteratura, alla più piccola cellula espressiva (l'energia espressiva poetica al futuro, quella che Mallarmé percepiva nelle due parole interrotte: "SI TU", "simili a due dita che simulano premendo il vestito di garza, un'impazienza di due piume verso l'Idea". Interruzione dunque come "mantenimento della poten– zialità dell'inizio"? Interruzione attraverso la quale ·Cal– vino continua a trasmetterci segni ed immagini?

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