Fine secolo - 31 ago.-1 set. 1985

L FINE SECOLO* SABATO 31 AGOSTO/ DOMENICA 1 SETTEMBRE 32[:·· Cale.ndario . . . . ragionato dell~ ·niost~e d'arte -- ✓ a cura di Carolyn CHRISTOV BAKARGIEV BiennaleArchitettura · Venezia, Padiglione Italiano dei Giardini Pubblici 10-19chiuso martedì, fino al 30 settembre Leoncillo Sculture. "Le principali componenti dell'arte di Leoncillo: quel suo ansioso lasciar la parola alla materia per paura di soffocarne la freschezza, e nello stesso tempo quel rabbioso palesarsi di in– terventi artificiali, di tagli, di strappi, volti a con– tenerne uno sviluppo altrimenti troppo esube– rante e irregolare" (Barilli, I 966). Verona, Galleria d'Arte Moderna, fino al 30 set– tembre Il Corsodel Coltello "Sono per un'a,rte che prenda i suoi modelli dal– la vita, che si contorco.: ~ si espanda fino all'im– possibile e si ingrandisca e sputi e sgoccioli e sia altrettanto dolce e stupida della vita stessa(Claes Oldenburg)". All'inizio degli anni sessanta risal– gono le prime performance e le opere "pop" del notissimo autore di hamburger di gomma, mac– chine da scrivere di stoffa, cessi flosci, ecc. Per Venezia Oldenburg ha progettato - con Loosje Van Bruggen e Frank O'Gehry - un'azione da svolgersi (su acqua e terra} intorno ad un coltello e cavaturaccioli di 24 metri e ad una tazzina da caffé gonfiabile di 5 metri di diametro. Teatra– lità, spontaneismo, scultura si fondono in questo spettacolo-evento (precedenti analoghi a Chica– go, Las Vegas, Milano) centrati, come molta parte del lavoro di Oldenburg, sulle abitudini oro-alimentari di una cultura. La grande Banana a Times Square, la Baked Potatoe a Grand Army Plaza, ingigantimenti materiali di oggetti piccoli, ma forse già giganteschi negli usi e nella psiche. ·Gli oggetti dell'artista fanno quasi sempre ridere, non tanto per i loro riferimenti "pop" alla comu– nicazione di massa e non soltanto per la loro non-usabilità, ma soprattutto perché richiamano usanze piccole, abituali, un po' vergognose e in– fantili,.come mangiare le patatine o, di nascosto, i cioccolatini. Lo fanno impudicamente, e il più enfaticamente possibile, come Rabelais con i pa– sti dell'enorme Pantagruel. La cultura americana ha dato a Oldenburg molte ispirazioni in propo– sito; quella europea te italiana in particolare) ispira, pare, vino e caffé. Tazzulella mia, per pic– cina che tu sia..; Prodotto dal Gruppo Finanziario Tessile di Torino e dal Comune di Venezia la manifesta- . zione è a cura çliGermano Celant,' padre dell'Ar– te Povera llahana che, non a caso, forse, è attuai, mente protagonista di una grande mostra a New York... Venezia, Piazzetta e Canale dell'Arsenale 6-7-8 settembre, ore 21 (per inf. tel. 5237606) Zoran Music:opere 1946-1985 Più di 150opere illustrano gli ultimi quarant'an– ni di attività dell'artista goriziano. Paesaggi delle isole dalmate, angoscianti disegni sull'esperienza dell'internamento a Dachau ('43), vedute "con– templative" dai toni grigi e seppia, anche di Ve 0 nezia. Venezia. Ala Napoleonica al Museo Correr 9-20. chiuso mart., fino al 10 novembre Cuore di Video Se si avessero in salotto non uno (come di solito accade) ma dodici televisori si potrebbe immagi– nare il personaggio di uno stesso video-racconto "andare in guerra volontario, sposare Doris Day, scalare una montagna, essere rapito dai pi– rati, diventare alcolizzato, cercare l'amico di– sperso in Vietnam, diventare fratello di sangue di . toro seduto e così vfa". È ciò che fa, come ci in– forma il com. stampa, il protagonista della vi– deo-istallazione Vedute. Quel Tale che non sta mai fermo· di cui è autore il gruppo milanese "Studio Azzurro". Un altro gruppo, "Metamor– phosi", presenta un allestimento videocompute 0 ristico dal titolo un po' inquietante di Corpo Spi– rito Potenza al termine del quale un "persona!" consegna al visitatore un certificato di partecipa– zione. La partecipazione ad una mostra che forse è un omaggio a tutti quei tali che-non-stanno– mai-fermi col telecomando. Venezia, Palazzo Fortuny;_ San Marco 3780 dal 5 settembre alle ore 1 t T-ufrCostumi e Moda Venezia, Palazzo Mocenigo, San Stae 8,30-13,30 chiuso domenica, fino al 30 settembre Mirò:sculture e oli Ven~zia, Palazzo delle Prigioni, Riva degli Schia– vom 10-1-9, fino a settembre Lectio facilior L"elenco delle opere di Giulio Paolini esposte nella mostra attualmente in corso a Ravenna si trova, nel libro-catalogo edito per l'occasione da Essegì, nella nota 3 a pie' di paginl! di un breve scritto che l'artista stesso ha redatto per l'occa– sione, una pagina (su carta opaca, quasi da dise– gno) senza numerazione fra la 151 e la 153: il piacere della ricer.cadi qualcosa che sfugge, cela– to eppure lineare ed evidente come la Pµrloined Letter di Poe, è un modo, fra gli altri, per avvici– narsi a Paolini. Tutto Quì (I985), ultima delle opere della lista, non a caso è costituita in parte dalle pagine .stesse del libro disposte in una sala dell'esposizionl!. Il testo di cui sopra, su carta bianca opaca, chiude la seconda parte del libro ("Materiali"), una raccolta di scritti ed interviste aperta, invece, da una foto della mano dell'arti– sta con un Anello in argento (I967): un anello che ha come decorazione un anello. I due anelli sono perfettamente intercambiabili. "Materiali" è pre– ceduto da "Il Percorso" (due saggi - "Tutto qm" aaes Olcleoburg:Macchina eia scriverefantasma, 1963, Parigi. ,.. EMILIA– ROMAGNAll:81 Anni Ottanta Si può anc.ora vedere la mega-mostra sulle nuove tendenze dell'arte. Ma se non si crede alle ten- . <lenze?Comunque, una mostra da non mancare. Bologna,Galleria comunale d'arte moderna, P.zza Costituzione 3, tel.502859 · 10-20chiuso martedì Imola: Chiostro di San Domenico, via Cavani 't0-12 15-19chiuso martedì Ravenna: Chiostri della Loggetta Lombardesca e Biblioteca C/assense 9-13 14,30-17,30chiuso lunedì Rimini: Castel Sismondo, Palazzina Mostre, Chiesa di Santa Maria ad Nives 16-22chiuso lunedì Leonardo, il codice Hammer e la mappa di Imola Bologna, Palazzo del Podestà fino al 14 settembre Giorgio Morandi Bologna, Pinacoteca nazionale fino ai 8 settembre De Chirico: L'Atelier Ferrara, Palazzo dei Diamanti di Bruno <..:orà e "Non tutto qw" di Saverio Ver– tone - ed una serie di "Illustrazioni", opere dal '61 all'84) ed è seguito da "Bibliografie", una terza parte del libro assai filologica (un saggio, "Itinerario critico" di Mirella Bandini, una "An– tologia critica" e poi !'«Elenco sistematico della bibliografia», !'«Elenco delle mostre personali e collettive» e le "Note biografiche" su carta gri– gia). Un sommario indice (in carta bianca) chiu– de il volume. Direi, un libro-percorso labirintico ma esegeti– co. Circolare, "dal momento che non conosco né posso sapere quale sarà il mio ultimo quadro, posso però almeno immaginar~, come ultimo, il primo" (Paolini, sempre a p.152), su di un per– corso singolare che, dal XII Premio Lissone (1961) ad oggi lo ha portato a fare parte dei "po– veristi" secondo Celant, dei "concettuali" secon– do altri, e più recentemente dei "citazionisti" se– condo Barilli. Un artista il cui citazionismo, però, è sia riferito alla storia dell'arte, sia alla sua stessa storia di artista, dove c'è riflessione gno– seologica sull'operare artistico, per cui il "fare" George Grosz Ferrara, Palazzo Massari, Padiglione di Arte Contemporanea. :. fino al 30 settembre TorquatoTasso: tra letteratura, masica, teatro e arti figurative In occasione del sesto centenario della fondazio– ne del castello Estense, si possono vedere tele ispirate alla Gerusalemme Liberata, manoscritti di musiché ed altripezzi rari dal '500 al 1946. Ferrara, Castello Estense (Sale Nobili) e Casa Romei . dal 5 settembre al f5 novembre Bastianino e le arti figurative nella seconda metà del '500 Ferrara, Pinacoteca Nazionale (Palazzo dei Dia– manti) e Ex-chiesa di San Romano dal I sett. al 15 nov. Atelierse opere di Brunetti, Camerani, lori, Cattani, Guidi, Mongardi, e Zabini. Ferrara, Lo Villa del Seminario • Paolo Portoghesi Il post-m_oderno è ormai, più che uno stile, una sorta di esegesi della cultura della nostra epoca. Postulati evolutivi in crisi, coscienza della stori– cità come cattiva coscienza, anacronismi, citazio- nismi... smarrito il senso della modernità, la post-storia, o meglio l'astoria (come qualche neo-lacaniano avrà certamente già detto) imper– versa. Il lavoro degli architetti e dei teorici del– l'architettura, che della post-modernità sono sta– ti i primi profeti, è stato abbondantemente ripre– so e ampliato da critici d'arte, filosofi ed esteto– logi. La mostra che il Comune di Modena dedica a Paolo Portoghesi è accurata e dettagliata, nonché impostata storicamente (e questo è molto poco post-moderno); dà l'opportunità di seguire, tramite disegni, plastici e documenti fotografici, lo sviluppo, ormai più che venticinquennale del lavoro di un architetto che ha saputo conciliare l'operatività progettuale con la militanza critica (nonché con la presidenza della Biennale di Ve– nezia). Molto riguarda Roma, dalla Città della Scienza, proposta d'uso dell'ex-mattatoio, al progetto per il centro culturale islamico e la·con– testatissima Moschea. Modena, Palazzina dei Giardini, Corso Canal– grande fer. 17-22, fest. 10-13 17-22,chiuso mere., fino al 24 settembre Giulio Paolini: "Tatto qui" Opere dal 1971ad oggi di un "dotto" del concet– tualismo italiano, passato attraverso precoci esperienze di tele rovesciate o squadrate nei pri– mi anni sessanta e recentemente recuperato come un precursore del citazionismo (vd. Barilli, cata– logo. della mostra "Anni Ottanta"). In questa "antologica", il fare l'antologica è oggetto e con- Paolini: L'artee lo spazio (quattro illmtrazioni per ano scritto di Martin Heidegger), 1983. · A sinistra, Leoncillo: Arpia, 1939. ,ropera non è l'opera (in senso primitivo-pollo– ckiano) ma piuttosto tema dell'opera, di un'ana– lisi linguistica sulla struttura della comunicazio– ne artistica, da buon europeo. Quasi un travisa– mento, quindi, trattenerlo nelle redini scomode della "citazione" postmoderna. In perfetto stile paoliniano, invece, il saggio di Bruno Corà tratta la questione della preesistenza dell'opera in Paolini. Il progetto dell·artista per l'opera Tutto Qm, costituita come ho detto in parte dalle pagine del testo, è l'oggett6 del testo del critico, la cui funzione di analisi post rem vie– ne cosi sovvertita. "Paradossalmente ... l'opera di cui l'artista mi ha accennato le fattezze e a cui pensava prima della sua formulazione ... mi pone nella condizione - davvero singolare - d'immagi– narla prima ancora d'averla veduta" (p. 15). 1977 - "D - Quale ricerca la interessa, a quale pensa di dedicarsi nel prossimo futuro? R - A qualche cosa che non presume, di per 1 sé, un'implicazione rappresentativa, per esempio non rilasciare troppe inteniste"(p.134)._ _ 1984-415 - "Tanto vale dirlo subito: l'artista non conosce gli oggetti, non li vede. Eppure, mai come ora tanti oggetti hanno affollato la scena quotidiana, hanno saturato il nostro campo visi– vo ... Chi è dunque l'artista, vuole o non vuole spiegarsi? O, se si preferisce, dove sono (dove ha nascosto) tutti questi oggetti? L'artista è qualcuno che si aggira nel vlloto, sen– za poter rinunciare a descriverlo. Il suo "ogget– to'" è la membrana trasparente, l'involucro im– palpabile di questo "vuoto" all'interno del quale egli si trova. Oggetto del suo sguardo è il suo stesso sguardo che ha, per oggetto, un altro sguardo. Dunque gli oggetti non esistono perché esistono le cose, la cosa. Che cosa? La cosa stès– sa!"(p.115). Mirella Bandini, Brl!DO · Cori, Saverio V ertooe, Paolini, Ravenna, Essegì, 1985, pp.218, L28.000

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