Fine secolo - 20-21 luglio 1985

S eduto sul divano, gigantesco, il Grande Fratello domina l'ampio salotto. Nella. penombra a prima vista sembra una persona in carne ed ossa ma è solo un enorme orsacchiotto di peluche. «Le presento Big Bro– ther - scherza Jiri Hajek mentre mi riceve nella sua casa a Praga - stia attento a come parla». Nella patria di Kafl<:aanche il socialismo è di– ventato surreale, senza per questo perdere nul– la della sua ingombrante. realtà .. Hajek, mini– stro degli esteri al tempo di Dubcek, è in·effetti sotto continua sorveglianza. A metà maggio, racconta, avrebbe voluto rendergli visita il suo ex collega Roland · Dumas, ministro francese degli esteri. Ma allorché due funzionari dell'ambasciata francese a Praga si recarono da Hajek si trova– rono l'ingresso sbarrato da tre massicci poli– ziotti. Pensavo che a me fosse andata meglio: nessuno mi aveva disturbato né all'ingresso né all'uscita. L'intervista, che avevo realizzato per conto del settimanale Il Sabato, era il resocon– to di una esperienza umana più che una dichia– razione politica. Hajek mi aveva fatto un lun– go racconto della sua storia personale, ricor– dando in particolare il vertice di Mosca del '68, quando nel massimo punto di crisi dei rap– porti fra Cecoslovacchia e U_nione Sovietica, andò ad incontrare l'allora suo 9mologo An– drei Gromiko. «Mi trattò come un. bambino - dice - come un suo subordinato e non come un collega di pari grado. Mi disse che a Praga era– vamo degli ingenui, incapaci di vedere l'avan– zata della. contro-rivoluzione e dell'imperiali– smo occidentale». Per un attimo ho voluto illu– dermi che queste ed altre confessioni personali di un vecchio ultrasettantenne ormai ai margi– ni della vita politica potessero ritenersi del tut– to innocue. . Polizia! Apra la porta Mi sbagliavo. La notte seguente urt colpo sec– co alla porta della mia camera d'albergo e un ·inequivocabile «Polizia, apra la porta!» mi fe– cero cambiare idea sul grado di tolleranza del socialismo cecoslovacco. Quattro agenti dei servizi di sicurezza perquisiscono accurata– mente la mia camera quindi, senza danni alcu– na spiegazione, mi caricano su una macchina che a tutta velocità attraversa Praga, stretto fra due poliziotti che sghignazzano fra loro in ceco. Alla fine vengo portato all'ufficio centra– le di polizia, la famigerata Bartolomieska n. 12, dove sono passati in questi anni tutti i dis– sidenti del m-ovimento Charta 77. Per quattro ore vengo perquisito· e interrogato, mentre fuo– ri dalla grande finestra sale la luce bianca del– l'alba. L'accusa è di aver'avuto contatti e di aver realizzato interviste con alcune persone senza il permesso dellè autorità governative. Mi difendo affermando che si trattava di pri– vati cittadini e non di personalità ufficiali. Ma il fatto che quei privati cittadini appartengono al movimento Charta 77 e che in particolare uno ,di essi si chiama Jiri Hajek, rende i miei incontri pericolosi e colpevoli. Inutilmente mi appello all'atto finale di Helsinki, sottoscritto anche dal governo cecoslovacco dieci anni fa, sulla libertà di contatti fra cittadi'ni di diversi paesi. Prima degli atti internazionali, mi ri– spondono, occorre rispettare le leggi del paese dove ci si trova. E' fuor di dubbio che io le ab– bia violate. La conclusione è scontata: vengo espulso immediatamente dalla Cecoslovacchia ---e-imbarcato a forza sul primo aereo per l'Occi– dente. Per molti aspetti il mio fermo e la mia espul– sione fanno parte dell'ordinaria amministra– zione repressiva di uno dei paesi socialisti più rigidamente allineati all'Unione Sovietica. Ma l'occasione in cui mi è'toccato vivere questa vi– ·cenda è senza dubbio fuori dell'ordinario. Lo stesso giorno in cui la Cecoslovacchia iniziava i festeggiamenti per l'anniversario religioso di SanMetodio e all'aeroportodi Pragasbarcava come rappresentante della ·chiesa cattolica il - LA RUlVIOROSA CHIESà DEL sa 1,ENZIO– DI V El ,E-H RAD Intorno alla tomba di San Metodio, il 7 luglio, 200.000 cattolici si sono semiclandestinamente raccolti nel paesino di Velehrad, in Cecoslovacchia. Sgradito alle autorità, il papa non c'era, ma era acclamato dalla folla, cui erano sgradite le autorità. L'avvenimento, e i precedenti, nel racconto dell'inviato del "Sabato", a sua volta sgradito alla polizia, per aver intervistato ex ministri di Dubeck, e un impavido vecchio cardinale. .._ __________ di Luigi GENINAZZI----------_. numero due della gerarchia vaticana, il segre– tario di stat.o cardinal Casaroli, un giornalista di un settimanale cattolico veniva platealmente messo alla porta. La festa di un santo, che in Occidente passe– rebbe pressochè inosservata come un episodio di folklore, nel paese più osservante del sociali– smo reale è diventata una provocazione politi– ca. li giubileo di San Metodio a mille e cento anni dalla sua morte avvenuta il 6 aprile 885, conteneva pericolosi effetti destabilizzanti «per la _stabilitàe la sicurezza dello stato». L'allar– mismo delle autorità cecoslovacche ha una sua wotivazione: l'anniversario coinvolge la tradi– zione culturale e le origini storiche della nazio– ne ceco-slovacca. Metodio,' insieme con il suo fratello Cirillo: iniziò nel nono secolo l'opera di evangelizzazione dei popoli slavi. La loro opera e il loro metodo missionario costituiro– no per quell'epoca una vera rivoluzione. Fino ad allora è noto che i sistemi di evangelizzazio– ne assomigliavano più ad una campagna mili– tare che all'annuncio del messaggio cristiano. I due fratelli provenienti dall'impero di Bisan- zio seppero valorizzare la tradizione dei popoli slavi. Il loro primo prob_Jemafu infatti quello di creare un alfabeto slavo dentro cui tradurre le scritture e la liturgia cristiana. Senza questa innovazione, pensavano, predicare. il Vangelo sarebbe stato uguale a «scrivere sull'acqua». Nacque così la scrittura che prese il nome di CÌ– rillico. Velehrad, una piccola terza Roma Di fatto i due fratelli valorizzarono l'autono– .mia culturale della grande Moravia dove fissa-· rono il loro centro d'azione. Il piccolo paese dove si insediarono, Velehrad, divenne una terza Roma, un ponte tra l'Oriente e l'Occi– dente, tra Bizantini e Latini. L'approvazione di una liturgia slava e l'ordinazione dei primi sacerdoti del luogo suscitò le dure reazioni del clero e dei principi tedeschi che non esitarono a fare pril!Ìoniero lo c;tec;c;o \,frtociio rinchiu– dendolo nel monastero di Ellwangen in Svevia per oltre due anni. · Ma il papa Adriano Il appoggiò ·nettamente Metodio e la sua opera missionaria. Alla mor– te di Metodio i tedeschi ebbero il sopravvento _e perseguitarono i suoi discepoli, ma la loro di- spersione si trasformò in una nuova diffusione dello stile mé'todiano in tutti i popoli slavi. E' con questa realtà storica che i comunisti ceco– slovacchi devono fare i conti. Essi tendoqo a negare che i santi Cirillo e Metodio siano stati i padri della cultura slava,.proprio per non do– ver ammettere il ruolo fondamentale del cri– stianesimo nelle origini della propria cultura nazionale. L'idea poi che la Moravia abbia costituito una sorta di ponte culturale fra Est e Ovest non può che essere rinnegata. Un simile ruolo, che la Cecoslovacchia cuore della Mitteleuropa ha– sempré giocato nella storia riempie di spavento i dirigenti comunisti di Praga. Per una fonda– mentale· necessità geo-politica essi devono guardare al cuore dell'Europa solo volgendosi ad Est. Tutte queste considerazioni sono alla base di una circolare interna al partito comuni– sta cecoslovacco che il Politburo ha emanato nello scorso mese di marzo. Vengono impartite dettagliate direttive perché l'interpretazione «scientifica e legittima» dell'opera dei due evangelizzatori venga capillarmente diffusa. Si organizzano mostre e conferenze per confutare «le ragioni del culto di San Metodio». Occorre fare molta attenzione, continua la circolare del partito comunista, «affinché non avvengano abusi da parte del clericalismo politico interno ed esterno alla Cecoslovacchia». Ed alla fine il pericolo viene segnalato in tutta la sua possibi– le gravità: «Compagni, non succeda che venga rivitalizzata la vita interna della chiesa cattoli– ca!». L'imbarazzo· delle autorità cecoslovacche di fronte all'anniversario di S.Metodio é accre– sciuto dal fatto che un altro paese comunista, la Bulgari·a, ne dà un'interpretazione esatta– mente opposta. Per il governo di Sofia «l'ope- ..ra di Cirillo e Metodio costituisce un simbolo nazionale e una parte integrale dello sviluppo storico del nostro paese» (dal comunicato del Politburo del Partito comunista bulgaro dello scorso febbraio). Emerge chiaramente l'ambi– zione pan-slavista del governo di Sofia, che può permettersi di mettere fra parentesi il si– gnificato religioso dell'anniversario, dato che i cattolici in Bulgaria sono una ristretta mino– ranza, e amplificare invece l'accento nazionali– stico. Ovviamente per la Cecoslovacchia una simile operazione risulta impossibile, perché impiicherebbe un riconoscimento del ruolo na– zionale della chiesa. Di tutti i paesi del blocco sovietico infatti la Cecoslovacchia é quello che più di ogni altro ha perfezionato la sua lotta contro i cattolici. Non per nulla si parla a que– sto proposito di un teiJ_tativodi «albanizzazio– ne della chiesa» in riferimento all'annienta– mento di ogni minima esp~essione religi~sa realizzato dal governo di Tirana. li periodo attuale è il più buio dopo quello del dopoguerra, quando la maggior parte del clero viene arrestato. Vengon9 sciolti gli ordini reli– giosi (su 12 mila 8 mila finiscono in carcere per lunghi anni). Chiuse tutte le facoltà teologiche_ e quasi tutti i seminari (su quindici ne riman– gono aperti due), censtra severissima sulle po– che pubblicazioni di carattere religioso, misure repressive contro i cattolici impegnati nella vita sociale. Preti operai per forza Anche per l'esercizio del ministero sacerdotale vigono strettissime nonne. In base ad una leg– ge del 1949- il governo dà e revoca a suo piaci– mento «l'autorizzazione statale al ministero dei sacerdoti». Succede così che attualmente oltre 500 sacerpoti cecoslovacchi, fra i quali il teologo slavo più famoso, Josef Sverina-,si tro-– vino nella condizione di non poter esercitare il loro ministero perché sospesi dallo stato a cau- · sa ·del loro impegno con la gioventù. Questi

RkJQdWJsaXNoZXIy