Fine secolo - 29-30 giugno 1985

IL M.· ichele Feo insegna latino medievale all'u~iver– sità di Firenze. E' nato ad Altamura (Ban) nel 1938, e lì ha fatto il liceo classico: "con le pezze al culo", figlio di un operaio che avevà fatto la terz_ae metà della quarta, e che citava a memoria la Commedia ~ la Gerusalemme. Feo ha frequentato poi la Scuola Nor– male a Pisa, e ha studiato latino medievale: "Perchè La Penna è arrivato dopo a Pisa, se no avrei studiato latino classico con lui". Poi il perfezionamento, e una borsa di OSCRITIO DI , GOTlfA Colloquio con Michele Feo, sul gusto di trovàre unpezzetto di - Petrarca, e sulla caccia al tesoro col metodo della raccolta di radici. • trovata una su cui si leggevano sì e no tre mezze parole, ma una era 'camelos', e lui ha ricostruito l'epigrafe inte– ra, con una storia affascinante di Federico II che portava elefanti e cammelli in Romagna. Ora, ha appena presen– tato al convegno sugli etruschi un'epigrafe fondamentale, lui che con l'etruscologia non ha niente a che fare. studio biennale. Tesi sulla fortuna medievale di Ovidio, _ 1- ____________ ..;..._______ .., Studi petrarcheschi tema enorme, trattazione di oltre 500 pagine, mai pubbli_- cata. La paura del filologo prima della pubblicazione "Avevo paura della pubblicazione, della carta stam~at~: un vero panico, nascosto, anche a me stesso, sotto Il di– sprezzo per il privilegio intellettuale. Allora voi facev_ate i lottatori politici, ma anche molti di noi sognavano d1 an– darsene nei paesi a insegnare a leggere e a scrivere": Pau– ra della stampa superata grazie a un grande latinista "i~- .pegnato", Antonio La Penna, che gli estorce il primo ar~ ticolo. "Il migliore che ho scritto, parte da un errore di traduzione e rintraccia l'avversione dell'intellettuale me– dievale per il contadino, trattato come una sottoumanità · fino al romanticismo - quell'avversione non esisteva nel– l'antichità romana. Nel '300 si inventa la_pastorale, un modo surrettizio di tornare in campagna - pastore sì, contadino no". · Cammelli romagnoli - La predilezione per il medioevo è rafforz~!a d~l~a m~g– gior probabilità di aver a che fare con teHI mediti: un m- Poi Feo è stato bibliotecario alla Scuola Normale, assi– stente di Martellotti, poi borsista al Warburg, in Polo– nia e in Germania. ·tto studiato per anni la commedia . senese della prima metà del '500, contento di trovare fi- $ nalmente un mondo in cui il contadino era sì grossolano, sfaticato, puttaniere, ma vinceva, era padrone della sce– na: poi arrivò Petrarca e spinse il resto da parte. Soprat– tutto per la collaborazione con Martellotti; dieci anni di corsi su Petrarca, una tela di ragno: fini col mio impegno a curare l'edizione delle Epistole metricae, per l'Edizione nazionale del Petrarca. Inaugurata nel 1904 da Pio Ra- jna, l'impresa si apri con un'infelice edizione dell'Africa tero mondo letterario "da scoprire". Augusto Campana, nel 1926, con tanto di dedica coloniale al re; continuò un nume della paleografia, trovò parecchi anni fa una let- con una felicissima edizione delle Familiari curata da Vit– tera bellissima di Boccaccio, che contraddiceva decisa- torio Rossi; seguirono i Rerum memorandarum libri, cu– mente la vulgata su un Boccaccio degll ultimi anni penti- rati da Billanovich, e il De viris illustribus a cura di-Mar– ta e baciapile, pronto a bruciare il Decamerone. Campa- · tellotti. E basta. In teoria dovrebbero diventare 20 volu– na non l'ha ancora pubblicata, quella lettera straordina- mi: Io lavoro alle Epistolae metrica dal 1974, e sono a ria, ne girano ancora sue trascrizioni ciclostilate: ma que- metà strada". sto è tipico di quel grande studioso, che perde la testa se · Feo ha fondato a Pisa, con l'editore Nistri-Lischi, la po– si imbatte in qualche brano sul castello di Gradara, o al- derosa ed elegante rivista "Studi petrarcheschi", finan– tre glorie della sua Romagna. E' dello stesso Campana la ziata con vere e proprie collette istituzionali e private, di più grande scoperta del Novecento nel campo della lette- cui sono usciti due numeri dal 1983, e un terzo sta JX:r ratura tardo-antica, gli Epigrammata Bòbiensia, anche uscire con la riproduzione ("integrale, a quattro colon, quelli ·mai pubblicati, cosicchè si sa per tradizione orale macchie comprese") dell'autografo di una lettera-pam– che li ha scoperti lui. Esplora una pietra per anni, ne ha phlet di Petrarca - l'equivalente, ai suoi tempi, di un arti-

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