Fine secolo - 29-30 giugno 1985

vino che il nord ancora non conosceva. Il liquido rapì su– bito le menti con la sua dolcezza e quella carezzevole bontà piegò i barbari cuori. Tosto fu deciso all'unanimità di abbandonare la loro terra sterile, produttrice di soli sterpi, e di trasferirsi nei campi italici. Ed eccoli spinti da affetto muovere verso l'Italia, verso i colli ove alligna la vite; e i disagi non parvero gravi. Come si sa, furono loro i padri fondatori di Milano, città ora famosa per la sua potenza, e di Verona» (vv. 41-56). Se c'è in questo rac– conto un tocco di amabile umorismo, è del tutto eccezio– nale, magari involontario e forse unico nell'opera del Pe– trarca, scrittore di una serietà disarmante. Nessun umori– smo accompagnerà certo le lodi dei vini italiani fatte in vecchiaia entro l'infuocata polemica contro i cardinali francesi della Senile IX 1, come sa Emanuele Casamassi– ma, che del pamphlet ha ritrovato a Firenze l'autografo. E passiamo al giovane musico. Per lui il Petrarca ha pa– role di alte e affettuose lodi. Egli ha tutte le carte in rego– la: è bravo, intelligente, costumato, e... è figlio di padre importante. Ma la questione del giovanotto è superata da altre ben più importanti. Siamo così alla terza parte dell'epistola, quella che deve rispondere sulle pubbliche letture. Petrar– éa finge modestia, ma è chiaramente al settimo cielo. Qui si fa esplicita la contrapposizione latente in tutta la lette– ra fra l'Italia e Avignone. L'Italia gli si fa più bella nel ricordo, terra ricca di storia, ferace di poeti, dove la cul– tura è ancora amata, dove gli uomini possono adunarsi in piazza per ascoltare la voce delle Muse, dove il clima è dolce: sono i sentimenti che troveranno sublime espres– gone in quello che è un vero inno sacro anche ·nelle for– mule all'Italia: «Salve, cara Deo, tellus sanctissima, sal– ve», che è entrato nelle miscellanee umanistiche di tutta Europa e che non a caso, pur se opera più tarda, nel co– dice Gothano precede immediatamente la corrisponden– za con Rinaldo. Al contrario Avignone gli è insopporta– bile, finanche per il clima: ventosa chiama la riva del Ro– dano e lo ripeterà dopo molti anni nel libro VII delle Se– nili. Ad Avign.one si freme solo di ambizione, si corre af– fannosamente dietro onori e danari, si fa mercimonio di tutto. Petrarca ha la sensazione di trovarsi come nave in tem.i,esta se~ nocchiero e cerca una guida spirituale. Sappiamo per altra via che in questi anni la trovò nel fra– te Dionigi da Borgo San Sepolcro. E sappiamo anche che nell'estate del 1337 gli nacque da donna rimasta ignota il figlio Giovanni. Va/chiusa L'epistola si chiude con una notizia confidenziale appena sussurrata: il progetto vicino a realizzarsi di fuggire da Avignone in un «tacitus recessus». L'allusione è all'ac– quisto della casa di Valchiusa, il suo primo Elicona. Pe– trarca spera che il luogo sia sprone al suo ingegno e Io faccia levare in volo: «allora vedrai nostri carmi più fio– renti» (v. 137). E fu proprio così: a Valchiusa il Petrarca si trasferì, dopo un viaggio in Italia, nel 1337 e lì scrisse le sue metriche pilÌ belle, parte còspicua del Buco/icumcar- · men, e tante poesie volgari, lì nacquero il progetto e i pri– mi versi dell' Afric(l, certamente i pià belli fra tùtti, quelli di Magone morente. FrancescoFiorenti~o In tutto il mio discorso ho dato costantemente al nostro poeta il nome di Petrarca. Ma corre l'obbligo di dire che nel Gothano egli è chiamato Francesco Fiorentino. E questo era all'epoca il suo vero noII_!e,come appare dai documenti avignonesi che lo riguardano. Sembra che egli abbia escogitato il cognome «Petrarca» solo all'epoca del ritiro a Valchiusa. Petrarca è una nobilitazione umanisti– ca del nome del padtt Pietro di Parenzo, noto come Pe– tracco o Petraccolo. Ma anche quando divenne Petrarca, Francesco restò e sempre si chiamò fiorentino, e Firenze considerò sempre sua patria: perchè fiorentini erano stati il padre, il nonno e il bisnonno, ed egli era nato ad Arez– zo sì, ma come esule. • FINE SECOLO * SABATO 29 / DOMÈNICA 30 GIUGNO ···w·::1 -· I t 'f 't .. . ,, f 1'~s,1~- ~-

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