Fine secolo - 29-30 giugno 1985

Una vedutasvizzera. La legge inapplicata Stando agli autori dello studio, i Paesi éhe non liberalizzano l'aborto lo fanno o esportando il problema il) uno Stato vicino, oppure non in– terpretando seriamente le leggi di èui sono do– tati. (In Svizzera una sola donna è stata punita per aborto illegale, nel 1980 a San Gallo). Ma anche a detta dei ricercatori difficilmente questa situazione potrà cambiare nella Confe– derazione. Una soluzione che trovi l'accordo di antiabortisti e liberalizzatori sarebbe 'più sogno che realtà'. I punti di vista etici e religio– si sono diametralmente opposti a quelli pra– gmatici. Una liberalizzazione non potrà mai portare alla fine del conflitto sociale sulla in– terruzione delle nascite, sostengono i due stu– diosi tedeschi. La divisione fra . cantoni protestanti e eattolici I risultati della votazione del 9 giugno scorso sembrerebbero conferm11requesta valutazione. I cantoni protestanti hanno respinto con mag– gior.!lnzeplebiscitarie l'iniziativa: 83% per Gi– nevra, Vaud e Neuchatel, mentre i cantoni pre– valentemente cattolici hanno votato Sì, come il Vallese, con il 70% dei voti. Ma rispetto alle votazioni precedenti, i cattoli– ci Friborgo e Lucerna hanno respinto l'inizia– tiva, e in tutti i cantoni il 'Diritto alla vita' ha ottenuto meno consensi che altre votazioni analoghe. Anche la partecipazione al voto è stata inferiore. II risultato delle votazioni del 9 giugno è stato oggetto di uno studiò dell'istituto' di sociologia dell'Università di Zurigo. Analizzando i rìsul– tati dei comuni elvetici con più di 500 abitanti, risulta che per il 'Diritto alla vita' gli elettori hanno votato seguendo antichi princìpi, quali la lealtà verso la propria- religione, o verso il partito. Contrariamente alla votazione sulla 'Soluzione dei termini' la struttura economica dei comuni non ha giocato stavolta un ruolo J impòrtante. Le diversità linguistiche non sono state rilevanti. · I sociologi zurighesi hanno concluso che nel voto si sono scontrate due definizioni di so– cietà fondamentalmente diverse: quella collet– tiva o tradizionale, che vive secondo regole na– turali e dove, per i fedeli cattolici, la Chiesa ri– solve i problemi esistenziali dogmaticamente e autoritariamente e, sull'altro fronte, la società individualè o moderna, che vive secondo le re- . gole dettate dalla società. Tocca i. protestanti, anch~ perché la Chiesa riformata lascia all'in– dividuo il giudizio etico sul 'giusto' comporta– mento. Questa divisione si verifica nelle diverse strut– ture di impiego. Nel settore agrario domina il comportamento tradizionale, collettivo. Negli agglomerati urbani dove è richiesta maggiore flessibilità nel lavoro, predomina il comporta– mento individuale. Interessante il commento alla votazione di Sil– vano Toppi, direttore del Giornale del Popolo ' di Lugano, un quotidiano vicino alla Chiesa cattolica. 'Agli svizzeri non piace con ogni pro– babilità che i grandi princìpi vengano stabiliti dalla costituzione federale'. Ma soprattutto, sottolinea Toppi, 'in un articolo costituzionale ci deve essere un punto ,di incontro tra 'fatto etico' e 'fatto politico'; ma l'etica non ·può ignorare o forzare l'aspetto politico'. Si prestano anche altre considerazioni. La te– matica dell'aborto non è certo nuova in Svizze- . ra. Neanche quella dell'eutanasia, che pure l'i- niziativa cercava di coinvolgere. · La manipolazione genetica La grossa discussione attorno al 'Diritto alla vita' è nata piuttosto dalla radicalizzazione dell'opposizione al modo di evolversi della so- . cietà. Oggi è sempre più evidente che l'uomo può disporre della vita (in senso lato) come • mai in precedenza: ce lo insegnano le guerre e la distruzione dell'ambiente, con le notizie ca– pillarmente diffuse dai mezzi di informazione, il flagello della fame, addirittura gli incidenti stradali o sportivi~ Il nuovo arrivato tra le conquiste in negativo della nostra società è la manipolazione geneti– ca, con la conseguente paura per le mutazioni incontrollate e le preoccupanti conseguenze che ne derivano. Non è un caso che in .Svizzera all'indomani , della votazione sul 'Diritto alla: vita' sia stata annunciata una nuova iniziativa per regola– mentare la fecondazione in vitro e le manipola– zioni genetiche. Un prossimo referendum sulla vivisezione E non è neppure un caso che in Svizzera è tor– nato alla ribalta pubblica pochi giorni fa il tema della vivisezione e della protezione degli animali da esperimenti scientifici. Si potrebbe pensare che l'animale diventi la proiezione del– l'uomo, simile alla cavia in balia di forze supe~ ~ riori che non riesce a capire. Anche qui è stata lanciata un'iniziativa 'totali– taria' che impedisce assolutamente la vivisezio- - ne. In un anno ha raccolto 150.000 firme. Nel– la Confederazione vengono utilizzati un milio– ne e 700.000 animali all'anno (questo dato è del 1984) per sperimentazioni scientifiche. E' una cifra ancora molto alta, nonostante una legge votata dal popolo pochi anni fa imponga stretti controlli in questo campo. La ripetizione e gli incroci degli schieramenti I due campi si sono schierati anche qui, senza entrare troppo nel dettaglio della proposta di legge. Da una parte gli etici: anche gli animali sono da difendere da pratiche insensate, inutili o crudeli. Dall'altra i pragmatici: tutti i medi– camenti di grande utilità sono stati sviluppati grazie alla sperimentazione su animali. (Ad esempio gli antibiotici). Gli studi sul cancro si evolvono grazie alle esperienze fatte sulle ca– vie. Ma anche. in chirurgia, il by-pass ad esem– pio è stato perfezionato grazie alle'sperimenta- zioni di laboratorio. · La Svizzera fàrmaceutica I pragmatisti insistono inoltre sul pericolo per la Svizz.era di perdere il proprio benessere se venisse bloccata la vivisezione e la sperimenta– zione su animali. La ricerca svizzera ha potuto rimanere concorrenziale grazie alle esperienze fatte ·soprattutto nel campo della medicina e della biologia. Le tre grandi industrie farma– ceutiche basileesi Ciba-Geigy, Hoffmann-La– roche e Sandoz, sarebbero costrette a trasferir– si, armi-e bagagli, all'estero, e con loro migliaia di posti di lavoro. Nel dibattito sulla vivisezione emergono moti– vazioni non dissimili da quelle sul 'Diritto alla vita'. Viene citata la Bibbia: 'L'uomo, a somiglianza di Dio, regna sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame e su tutta la terra ...', so– stengono gli uni. 'Regnare sugli animali, ruolo confidato dal Creatore all'uomo, eleva i di– scendenti di Adamo ed Eva a cogestionari del– la creazione. Non bisogna ·confondere San Francesco d'Assisi con gli illuministi del Pro– gresso-carro armato', ribattono gli altri. E' chiaro che il dibattito sulla vivisezione non vuole soltanto impedire la morte di alcune mi– gliaia di animaletti sul territorio elvetico. Riap– pare un grande tema. Accanto alle leghe per la protezione degli animali si schiera chi chiede di ripensare la posizione dell'uomo rispetto alla vita e alla natura che lo circonda. Il legame con la coscienza ecologica In Svizzera si sta assistendo a un'evoluzione molto preoccupante della moria dei boschi, le– gata alle piogge acide e più in generale all'in– quinamento atmosferico. Le prime contromisure governative per miglio– rare la situazione colpiscono per il momento il traffico automobilistico, con la limitazione del– la velocità e. l'introduzione dei catalizzatori e della benzina senza piombo. Altre sono in ge– stazione. La protezione della natura non è più in Svizzera la preoccupazione di un manipolo di ecologisti esasperati. L'opposizione alla costruzione di autostrade, o ad altri progetti contrari anche solo alla bellez– za paesaggistica, trova il sostegno di frange molto vaste di popolazione, indipendenti da età, strato sociale, o partito politico. Come si chiede di accettare il diritto di vita di ratti e cavie, si esige che l'uomo abbandoni una mentalità tecnocratica e materialistica ver– so valori più alti, più etici, di vita. Gli scambi ai parti Va notato che tendenzialmente i pragmabo nella discussione sull'aborto hanno abbraccia– to le motivazioni etiche in quella sulla vivise– zione. Questo cambiamento di filosofia avvie– ne anche in molti politici che abbandonano gli ideali etici, per difendere la competitività del– l'industria e il benessere della Nazione. Anche su questa tematica l'elettorato svizz.ero si trov~ davanti a una polarizzazione della di– scussione, che difficilmente, come già dimo– strato per l'aborto, porterà a soluzioni soddi– sfacenti. In conclusione si potrebbe affermare che nello svizz.ero-tipo, come probabilmente in ogni per– sona; coesistono la visione etica e pragmatica della vita. In occasione· delle votazioni sui Grandi Temi una delle due tendenze prende il sopravvento radicalizzandosi, sorda alle motivazioni dell'al– tra. Così l'elettorato svizzero resta insanabilmente diviso, e la costituzione, la legge fondamentale dello Stato, resta lacunosa e con una serie di problenn fondamentali irrisolti e difficilmente risolubili. • /

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