Fine secolo - 29-30 giugno 1985

rebbe infatti posta di fronte a troppe responsa– bilità, trascurerebbe la famiglia provocando ancora maggiori problemi con la gioventù. Il nesso con le iniziative anti-stratiieri A capo di questa organizzazione è Marlies Naf, che è pure presidente del comitato. pro– motore del 'diritto alla vita'. E' stata candidata nelle ultime elezioni federali nelle file dell'A– zione Nazionale, il partito della destra politica che da anni promuove a getto continuo inizia– tive anti-stranieri. Un'altra personalità in vista del comitato d'a– zione per il'diritto alla vita' è il procuratore pubblico vallesano Roger Lovey. Fondatore - del 'Movimento Conservatore', un'organizza– zione criticata per troppo radicalismo persino da altri gruppi di destra, Lovey è stato anche il promotore della visita in Svizzera del leader del fronte nazionale francese Jean-Marie Le Pen. • Non è l'unica impresa del genere del baldo procuratore pubblico. Alla fine del 1984 aveva partecipato dimostrativamente a una me:-sa · del portabandiera dell'integral_ismo cattolico Marcel Lefebvre, nel suo 'esilio' di Eccme, no– nostante il vescovo di Sion, Henry Schwery, avesse ammonito i fedeli che ogni cattolico che avesse partecipato all'incontro si sarebbe reso colpevole di disobbedienza contro l'autorità della Chiesa. La posizione dei democristiani La presenza di simili personaggi tra i promoto– ri dell'iniziativa 'Diritto alla vita' ha convinto il partito democristiano svizzero a creare un _ comitato indipendente di sostegno. 'Non si può difendere la causa per il diritto alla vita a fianco di xenofobi o chi vuole !i(:acciaredal no– stro Paese chi chiede asilo', dis~ a questo pro– posito un portavoce bernese del partito. Sotto la spinta di questo nuovo comitato di so– stegno, forte di personalità di ben altro calibro e rispetto, la discussione sull'iniziativa costitu– zionale 'Diritto alla vita' ha assunto toni più oggettivi e attinenti al tema in votazione. Che cosa chiedeva il 'di.ritto alla vita' L'articolo costituziÒnale 'Diritto alla vita' chiedeva tre cose: la protezione della vita, non prevista finora dalla carta fondamentale dello Stato, la definizione di vita che inizia con la fe– condazione e termina con la morte naturale, e che la salvaguardia della vita _nonpossa essere sacrificata a 'beni giuridici inferiori'. II primo punto dell'iniziativa è stato accolto ovunque favorevolmente. Fissare nella costituzione un articolo che stabilisce la protezione della vita umana in ogni sua fase e in tutte le sue forme è chiaramente una intenzione encomiabile. Que– sto articolo avrebbe inoltre dàto la spinta ai le– gislatori per nuove forme di protezione delle vite minacciate, sotto forma ad esempio di pre– stazioni sociali per madri e figli bisognosi, per una protezione della maternità, e per una dife– sa dal licenziamento per la donna incinta. Nel progetto di articolo costituzionale si è vo– luto definire con precisione l'inizio e la fine della vita, un principio forse p<?Sitivo,ma che incontra grosse difficoltà di applicazione. Esso avrebbe reso impossibile una applicazione coe– rente di una giurisprudenza nel campo degli anticoncezionali, e soprattutto avrebbe provo– cato un vigoroso giro di vite restrittivo nell'in– terruzione della gravidanza. Minimalisti e massimalisti E' iniziata così una lunga diatriba, su diversi piani di discussione, che ha assunto caratteri insolitamente accesi per la sonnacchiosa vita politica elvetica. In un articolo contrario all'iniziativa, pubbli- . cato dall'organo ufficiale delle diocesi svizze– ro-tedesche, si è potuta leggere una profonda riflessione etica sul progetto: 'Mai come ai no– stri giorni si era sentito un bisogno tanto ur– gente di trovare un consenso razionale per del– le norme etiche precise in questo campo. La natura umana è vista come soggetto di diritti inalienabili. I dissensi cominciano laddove non si è ancora o non si ·è più d'accordo nel sostenere il carat– tere personale della realtà antropologica che ci sta di fronte: come è il caso dell'embrione, del feto e del moribondo che ha perso irrevocabil– mente ogni forma di coscienza (...) Per rag– giungere un accordo bisogna evitare l'uso di definizioni estreme (del concetto di vita). Qua– lora partissimo da una definizione minimalista della vita umana e considerassimo ad esempio come persone SQlocoloro che di fatto hanno la capacità di attività psichica riflessa, saremmo subito di fronte alla possibilità di soprusi evi– denti. La vita ~errebbe così ad appartenere a coloro che hanno maggiore capacità definito– ria su essa. E' una posizione evidentemente in– sostenibile sul piano etico. A loro volta le definizioni massimaliste della vita, come quella che traspare dal secondo punto dell'iniziativa, non vanno esenti da diffi– coltà normative. Qualificherebbe ad· esempio di assassino chi usa mezzi anticoncezionali come gli antinidatori (spirale e pillola del gior– no dopo), scrive il docente di etica sociale pres– so l'Università di Zurigo Alberto Bondolfi. La discussione avviene anche sul piano religio– so, ovviamente. 'Si dovrebbe parlare di dovere verso la vita, piuttosto che di diritto. Difendere la vita è indivisibile: dal primo all'ultimo mo– mento di quella sintesi materia-spirito che· è l'uomo', ritiene il professore di filosofia di Fri– borgo Abert Menoud. FINE SECOLO* SABATO 29 / DOMENICA 30 GIUGNO Morale privata e punizione pubblica Gli risponde sull'altra barricata il teologo gi– nevrino Jean-Marc Chappuis: 'La soluzione proposta rinforzerebbe i poteri dello Stato sul– l'individuo, e affievolirebbe le sue responsabi– lità verso Dio. E' pericoloso ergere dei valori a norme giuridiche. Perché è così, sempre, che si costituisce l'inquisizione in tutte le sue forme, con i corollari di ipocrisia, arbitrarietà e vio– lenza'. La federazione delle Chiese protestanti rinca– ra: 'L'iniziativa è equivoca e indefinibile. L'ul– tima istanza di giudizio sul comportamento dell'individuo non è quella delle norme giuridi– che di ùna società. Concretamente: se il com– portamento di una persona dipende soltanto dalla paura di una punizione, non ci troviamo certo di fronte a un comportamento moral– mente definibile.' L'atteggiamento così esplicitamente contrario all'iniziativa ha provocato la sdegnata reazio– ne dei sostenitori di 'Diritto alla vita', soprat– tutto dei cattolici che si attendevano un appog– gio 'ecumenico' dai rifonp.ati. 'Chi se non le Chiese dovrebbe difendere il diritto alla vita?', 'protestanti di professione', 'diffusori di incer– tezze'. Queste e altre definizioni dell'atteggia– mento delle Chiese protestanti vengono stam– pate sull'organo del partito democristiano svizzero. Sono soprattutto le conseguenze rispetto all'a– borto che provocano le maggiori discussioni sulla votazione federale. Nel testo esplicativo dell'iniziativa si legge infatti: 'Nei paesi dove è stata introdotta, la liberalizzazione dell'aborto ha provocato un aumento vertiginoso delle in– terruzioni di gravidanza'. Bisogna quindi inter– venire, sostengono gli iniziativisti. Un ricorso statisticamente non alto· ali'aborto Le cifre sull'aborto in Svizzera non raggiungo– no i livelli drammatici di altri Paesi europei. 27 Il tir~ federale a Scbwitz, in un disegno del · 1867. Nella pagina a fianco: Basilea, · il giornodopol'ultimo . martedì grimo. Negli ultimi 7 anni si registrano quindicimil~ aborti legali all'anno. Quelli illegali sono scesi a circa diecimila all'anno, grazie alla tendenza liberalizzatrice della maggior parte dei cantoni e alla informazione sui metodi anticonceziona– li. Si tratta di un aborto ogni 5 nascite, un rap– porto ben diverso, ad esempio da quello italia– no (un aborto ogni tre nascite). E' chiaro che in Svizzera l'aborto non è una pratica che supplisca ai contraccettivi, né che sia un intervento preso sottogamba, paragona– bile 'a una appendicite o alle tonsille', come ar- gomentato dagli ·iniziativisti; . . Anche madre Teresa di Calcutta, d1 passaggio a Losanna, prende parte al dibattito. La reli– giosa, a cui venne .assegnato il premio Nobel per la pace nel 1979, si pronuncia a Losanna, davanti a tremila persone: 'L'aborto è la mise– ria dei paesi ,ricchi. Distrugge la pace, l'amore, l'unità. Se una madre può uccidere, che altri valori resterebbero? Che ne resta dell'amore per la casa?' Aborto e psichiatria Di fronte agli argomenti emozionali gli oppo– sitori citano un recente studio sull'aborto ese– guito nella Germania occidentale. Secondo i ri– cercatori tedeschi Ketting e Van Praag è errato pensare che l'aborto sia un fenomeno dei tem– pi moderni, strettamente legato a una morale sessuale puù permissiva, e il prezzo della man– canza di rigore e di valori etici. E' dimostrato che la liberalizzazione dell'aborto non porta a un aumento delle interruzioni di gravidanza. Questo avviene dove vengono poco e male dif– fusi i sistemi contraccettivi. Riguardo alla si– tuazione svizzera i ricercatori non sono ottimi– sti. Parlare di aborto è secondo Ketting e Van Praag ancora un tabù in Svizzera. Nel 1977 ad esempio le interruzioni legali di gravidanza erano motivate con criteri psichiatrici. La psi– chiatria ha fatto da valvola di sfogo pragmati– co al problema. (continua)

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