Fine secolo - 29-30 giugno 1985

E' stata al centro dell'iniziativa per il diritto alla vita: una frase breve, secca, perentoria, «la vita dell'essere umano inizia col concepimento e termina con la morte naturale». Piccola frase che ha agitato la Svizzera per mesi, s~tando battaglie politiche e di religione. Tanto accanimento su una proposta di modifi– ca della costituzione che, vista dall'esterno, può apparire innocua e retorica, si spiega con il fatto che la posta in gioco era in realtà la possibilità di legiferare successivamente su questioni drammaticamente concrete, come ·l'eutanasia, la contraccezione, la manipolazio– ne genetica. E soprattutto l'aborto. Il federalismo ginecologico " on vi è aborto nel senso del p_resentecodice quando la gravidanza sia interrotta in seguito ad atti praticati da un medico diplomato con il consenso scritto della donna incinta e su pare– re conforme di un secondo medico diplomato allo scopo di preservarla da un pericolo non altrimenti evitabile, che minacci la vita stessa della-madre, oppure minacci seriamente la sua salute in modo grave e permanente": così reci– ta l'art.120 del Codice penale svizzero che re– gola l'interruzione di gravidanza. Formalmente dunque la legge punisce l'aborto se non terapeutico. Iniziative di referendum come quelle del 1977 e del 1978, dette della «soluzione dei termini» (aborto legalizz.ato en– tro le prime dodici settimane di vita del feto) e delle «indicazioni mediéo-sociali», promosse dall'USPDA (Unione svizz.era per la depena– lizzazione dell'aborto) sono state bocciate, e tuttavia hanno permesso che nel corso degli anni sia maturata un'interpretazione elastica del codice nei diversi cantoni, che ha puntato sull'allargamento al concetto di salute psico-fi– sica e psico-sociale. Si é arrivati al «federali– smo ginecologico», secondo l'interpretazione del codice nei vari cantoni. Il «federalismo gi– necologico» ha suscitato un «turismo ginecolo– gico», come é stato definito un po' macabra- mente. . Le due iniziative per la depenalizzazione (boc– ciate con uno·scarto di voti minimo) avevano. provocato la reazione degli ambienti più chiusi che nel I980 presentarono una proposta di re– ferendum sull'iniziativa detta del «sì alla vita» raccogliendo a sòstegno 230._oo() firme. Ap– punto l'iniziativa bocciata 1'8 e 9 giugno a grandissima -e inaspettata- maggioranz.a con il 69¾ dei no. Perché chi, da un punto di vista etico, morale, filosofico é contro il diritto alla vita? E non é un po' paradossale leggere così i risultati del referendum: il popolo svizzero a stragrande maggioranz.a ha detto «no alla vita»?. "Elevare il-di.battito" E' stato giustamente chiamato referendum– -trappola perché non poneva chiaramente la domanda: sei favorevole o contrario all'inter– ruzione di gravidanza, sei favorevole o contra– rio alla contraccezione,· sei favorevole o con– trario all'eutanasia, ma ·tendeva, come hanno detto gli organizzatori, «a elevare il dibattito», a modificare la costituzione in modo da creare un fondamento etico e morale, un principio– zoccolo su cui poggiare per poter poi non solo rendere impossibile qualsiasi iniziativa di in– troduzione dell'aborto legale, ina intervenire sul pragmatismo introdotto nei cantoni più li– berali e successivamente anche sulle questioni - dell'eutanasia, della· manipolazione genetica, della fecondazione artificiale, e anche sui me– todi contraccettivi. Su che cosa ha ruotato il lungo dibattito che ha preceduto il referendum? Tutto il ciarpame che ricordiamo nell'Italia de– gli anni '70 (costlontani a rivederli oggi al ra– lenti in un altro paese) impregna le posizioni FINE SECOLO* SABATO 29 / DOMENICA 30 GIUGNO MORALE E GINECOLOGIA ., -.E 1 IJERAJ,E Marina Piazza, giornalista italiana, ha seguito la discussione tra alcune donne svizzere, memore di quelli!, italiana di dieci annifa - che non è finita. '------------- di MarJna PIAZZA------------- dei cattolici «iniziativisti»: «invece di un'edu– cazione sessuale che tende a ottenere questo o quel metodo contraccettivo o abortivo, si fa– rebbe meglio a magnificare lo splendore della vita, dall'ovulo fecondato fino alla morte pie– namente accettata dalle inani di Dio. L'obietti– vo della legge, al di là della repressione, é di rendere migliori i cittadini.» (Jean de Sieben– thal in "Finalités", Centro di documentazione civica, marzo 1985). Precedenze Magnificare lo splendore della vita: accettare lo stupro, la violenz.a, l'handicap, perché qual– siasi vita che si presenta é più forte della vo– lontà di vita di chi la riceve ("la vita di un bambino di una madre violentata deve avere la precedenza rispetto all'orrore della madre"). E comunque qualsiasi vita svizzera deve essere preservata, altrimenti «quando gli svizzeri sa– ranno quasi tutti vecchi ci si affiderà a immi– grati di disparata provenienza o poco _assimila– ti>~ (ibidem). Niente é stato risparmiato: dalle fotografie -di cadaveri di Auschwitz, alla pre– sentazione del film americano <<Ilgrido silen– zioso» (documentazione «ecografica~> di un• aborto con ingrandimento del feto, rumori di grida in sottofondo ecc.), all'elenco dei metodi abortivi più frequenti, così presentati: il ra-_ schiamento (il medico squarta il bambino, le braccia, le gambe; fa uscire i pezzi e controlla che ci sia tutto), aspirazione (un aspiratore trenta volte più potente di un elettrodomestico é introdotto nell'utero e «inghiotte» il bambi– no, che, spaventato, cerca invano di evitare il supplizio), l'avvelenamento da sale (un'iniezio– ne di sale avvelenato provoca la lenta agonia del bambino che per più di un'ora é «bruciato a fuoco lento» e si torce dal dolore) (Gruppo Mondris,ild). Chi si oppone all'iniziativa viene additato -come un «nuovo Hitler» che, attra– verso l'aborto all'inizio della vita, attraverso l'eutanasia attiva alla fine, vuole eliminare i deboli, coloro che· non servono a una società razionale ed efficientistica. Contrapposta ai cattolici, la posizione della Federazione delle Chiese protestanti, che ha giudicato l'iniziativa «problematica sul piano giuridico ed etico, equivoca e dunque inaccet– tabile». Fissare l'iniziò della vita al momento del con– cepimento significa poter punire l'uso di certi mezzi èontraccettivi che impediscono l'annida– mento dell'ovulo, ricordano le chiese prote– stanti, e riconoscere il diritto alla vita ancora prima dell'annidamento é riconoscere ad esem– pio il diritto di un feto concepito in provetta. E' ragionevole?, si chiedono, e inoltre che cosa si intende per «morte naturale»? Quando si può affermare che una vita é stata «artificial– mente» prolungata o «intenzionalmente» ab-· breviata? Dunque: «sì alla protezione della vita, rio all'i– niziativa». E' questa la posizione che sembra risultare maggioritaria: la vita, la morte sono_ temi troppo importanti per essere trascinati Slll piano legislativo: non che cambi la legge é im– portante, ma che cambino le condizioni sociali, . :····:~;: Generazioni zurighesi. la mentalità, i modi di essere concreti della gente. Colpisce la mancanza di drammatizzazione, come se le interminabili discussioni che durano da dodici anni avessero avuto almeno come ri– sultato la possibilità di parlare più liberamente -e in fondo anche più pacatamente- di questi problemi, come se avessero favorito una libe– ralizzazione delle idee, come se la pratica di al– cuni cantoni desse una dimensione meno fan-· tasmatica e più realistica, con tutta la dram– maticità reale del problema, ma anche con il ri– fiuto di fame una bandiera da spiegare al ven– to. -Come se qµesti anni avessero smorzato ogni possibilità di «gridare» su problemi così profondi e «interiori» come la vita e la morte. Per questo, accanto alla presa di posizione del movimento delle donne -basata sulla difesa dell'autodeterminazione, ancora tutta da con- . quistare (perché in tutti i cantoni, anche i più liberali, il «parere conforme» dei due medici non é dato affatto per scontato e per molte di– venta un incubo)- la posizione che sembra pre– valere é il rifiuto di tornare indietro. _ Questo «sì alla vita, no all'iniziativa» si é.decli– nato su vari versanti: -sulla consàpevolezza che l'aborto é comunque un dramma e che nessuna donna che é costret– ta a ricorrervi lo fa a cuor leggero e che nessun operatore (sia medici che ostetriche) lo pratica alla stregua di qualsiasi altro intervento. Que– sto é un atteggiamento molto presente nelle posizioni éristiane (protestanti, ma anche le posizioni cattoliche più avanzate) che, pur es– sendo -contrarie all'aborto, ritengono che nes– suna legge possa impedirlo. «Non voterò per l'iniziativa 'sì alla vita'. Mi sembra un insulto alla libertà di coscienza delle donne (e a volte degli uomini) che scelgono un male per evitar– ne uno peggiore. Chi sono io per diventare giu– dice? Proteggere la maternità, aiutare le ragaz– ze madri, costruire appartamenti con .affitti bassi per famiglie con bambini ... Ci sono tante cose da fare e si é capaci solo di proibire, proi– bire e ancora ·proibire!» (Bollettino ecumenico, "Chrétiens d'aujourd'hui", aprile 1985). «Vo– tate come volete, ma io voto no. No alla re-. pressione, no ai poliziotti, no ai giudici. Ci sono già abbastanza leggi, abbastanza tribuna– li, abbastanza infelicità!» ("Vivre au present", aprile 1985). Votare contro se stessi? ( E le 27.000 lire?...) -sull'interpretazione di un sì alla vita basato sulle modificazioni delle condizioni di vita e non sulle leggi restrittive. Le donne hanno par- _ ticolarmente insistito su questo tema: come si può parlare di «protezione della maternità» quando l'anno scorso é stato bocciato il refe– rendum che prolungava il congedo di mater– nità? Perché la situazione é questa: che nella ricca e avanzata Svizzera le donne in maternità hanno un congedo di solo otto settimane, il congedo non é esteso al padre e non esiste nes– suna protezione contro i licenziamenti né du– rante la gravidanza né durante il congedo di maternità! Lo scacco subito l'anno scorso get– tava un'ombra di paura sui risultati di questo referendum, soprattutto tra le donne. Diceva una donna nel corso di un meeting a Lugano il giorno di chiusura della campagna referenda– ria: «già da diverso tempo constatiamo che gli svizz.erivotano contro. se stessi: hanno votato contro l'aumento delle ferie, hanno votato contro la diminuzione delle ore lavorative set– timanali,; hanno votato contro il proiunga– mento del congedo di maternità, voteranno sì alla vita». La previsione non si é avverata: gli svizzeri hanno rifiutato di farsi indicare dalla costitu– zione ciò che ciascun essere umano deve -drammaticamente- decidere solo da se stesso. Ma non è che l'inizio.

RkJQdWJsaXNoZXIy