Fine secolo - 29-30 giugno 1985

FINE SECOLO* SABATO 29 / DOMENICA 30 GIUGNO s • ·VOTAZ8ONI DI VITA E DI MORTE '----------------------------di Sandro BARANA---------------------------- N ella piccola Svizzera coesistono modi di definire la vita, intesa in senso lato, fondamentalmente diversi:· tre, anzi quattro, lingue (!edescò, francese, italiano - e romancio, in via di estinzione) con le differen– ze culturali e le difficoltà di comunicazione che ne derivano. Secolari sono le fondamentali di– vergenze religiose, presenti anche all'interno dei gruppi linguistici tedeschi e francesi, trn i fedeli della Chiesa cattolico-romana e i prote– stanti discepoli di Calvino e Zwingli, fedeli alla Chiesa riformata. Ulteriori differenze nascono dalla struttura della società nelle regioni forte– mente urbanizzate e detentrici del potere eco– nomico del Paese (Zurigo, Ginevra, Basilea) e i càntoni a economia tradizionale, Queste diverse realtà trovano difficilmente un unto d'incontro, e anche soltanto di discus– sione comune. \ I Grandi Temi Un momento di èonfronto è per gli svizzeri il dibattito in occasione dei frequentissimi refe– rendum federali, soprattutto quando vengono tirati in ballo i 'grandi temi' di vita e di morte, ancora insoluti o rimessi'in causa a livello_Iegi– slativo. e che vengono ciclicamente riproposti all'elettorato. Uno di questt 'grandi temi' è l'interruzione della gravidanza. L'ultima votazione in merito è avvenuta Io scorso 9 giugno e ha riproposto il confronto aperto in sostanza tra i sostenitori di una concezione etica e religiosa della vita, e quindi dell'aborto, e i pragmatisti tendenzial– mente liberalizzatori. Questo confronto è avvenuto 5 volte negli ulti- . mi quindici anni, ma un articolo costituzionale che regoli l'interruzione della gravidanza, o l'a– horto, o la protezione della vita che dir si vo– glia. non è ancora stato approvato. Mezzo secolo fa 11tema dell'aborto rannuvola il clima politico della Confederazione da una cinquantina d'an– ni: dalla fine degli anni venti, quando il parla– mento federale fu teatro di battaglie epiche sul– l"argornen-to,che diedero luogo a una soluzio– ne applicata penalmente. E' il testo ambiguo èhc si legge ancora oggi nella costituzione. L·aborto è punito, a meno che la gravidanza non metta in pericolo la salute (non meglio de– finita) della donna incinta. La legislazione è largamente progressista per l'epoca, e la Sviz– zera diventa meta fi:equente del (deplorevol– mcnte) cosiddetto turismo abortivo. La legislazione non contenta comunque nessu– no, e viene messa direttamente in causa tren– t'anni più tardi Gli an_ni '70 e gli opposti eccessi Siamo nel 1971. Sulle ali liberalizzatrici e uto– pistiche del '68 viene presentata un'iniziativa popolare che depenalizza l'aborto ad ogni con– dizione e in qualsiasi momento, foss'anche il giorno pri~a del parto. · Di fronte alla viva e in buona parte sdegnata reazione dell'opinione pubblica e politica, l'ini– ziativa viene ritirata in favore di un'altra for– mulazione, liberalizzatrice, ma con giudizio: essa depenalizza l'aborto nelle prime dodici settimanè di gestazione.' Nella votazione del 1977 l'articolo, detto 'della soluzione dei termini', viene bocciato. per·po– che migliaia di voti, ma trova l'opposizione di 8 cantoni. Un anno più tardi trova u11afine ingloriosa la controproposta .di legge del consiglio federale. Una cosiddetta 'soluzione di compromesso' che riesce a suscitare l'opposizione tanto degli antiabortisti ad oltranza che dei liberalizzatori: due No per ogni SÌ deposto nelle urne. Un nuovo tentativo di inasprire la legislazione sull'interruzione di gravidanza, e .Per connessione sulla contraccezione, sul suici– dio, sull'eutanasia, è stato appena.sconfitto in Svizzera in un re- ferendum a torto trascurato dall'informazione italiana. _ A torto, perchè il tema ~ la definizione di vita, il diritto alla vita, il conflitto fra responsabilità personale e sanzione statuale - è decisivo dovunque. · , ., A ·torto, anche, perchè in tempi di sonda_qgi e di elez_ionial com– puter, il ricorso svizzero al referendum diventa un modello istitu- · zionale universale. · Il nostro collaboratore ricostruisce qui la storia cinquantennale della discussione sul "diritto alla vita", e mostra alla fine come non esista semplicemente uno schieramento "etico" e uno ''pra– gmatico0, ma le cose siano molto più aggrovigliate. Intanto, in autunno, gli svizzeri torneranno a rotare: sulla vivisezione. · Alla vivisezione sarà in particolare dedicato il prossimo Fine se– colo, çon un testo di Richard Wagner, «Lettera aperta ad Ernst von Weber, autore dello scritto 'Le camere di tortura della scienza'» (1879) tradotto e presentato da Sandro Barbera e Giuliano Campioni. Un prezioso documento filoso,jico e lettera– rio sulla cultura della scorsa fine s_ecolo,e per la discussione del– la presente. Vjsta la mala parata, il consiglio federale pro– pone un'altra soluzione, considerata soprattut– to la disparità dellà distribuzione dei voti in occasione della votazione per la 'soluzione dei termini' tra cantone e cantone. Sottomette al parlamento un ordinamento federalistico, che lascia alla discrezione dei singoli cantoni la possibilità di introdurre la 'soluzione dei termi– ni' sul loro territorio. Questa regolamentazio– ne viene bloccata da un ramo del parlamento nel 1981. La secca· bocciatura delle proposte penalizzatrici · il 9 giugno L'opposizione è dovuta, non da ultimo, alla riuscita della raccolta di firme per l'iniziativa 'Diritto alla vita'. Propugnando una regola– mentazione più restrittiva nella pratica dell'a– borto essa trova l'adesione di 230.000 confede– rati, una cifra considerevole, se si tenga conto dello scarso entusiasmo degli elettori svizzeri _per le continue chiamate alle urne. Ma anche questa proposta viene bocciata, il 9 giugno 1985, in maniera ancora più netta del previsto: il 69% dei cittadini dice No all'inizia– tiva. · Il legislatore elvetico è ancora una volta impo– tente davanti all'irriducibilità delle due fazioni. La commissione parlamentare incaricata di trovare una soluzione al proble~a ha aperta– mente dichiarato di aspettare che i tempi siano - più propizi per ripreS!,!ntareal popolo una nuo– va proposta di artico)o costituzionale. Chi sono gli 'antiabortisti' I gruppi promotori delle iniziative antiaborti– ste sono formati da personalità molto diverse per credo politico, confessione e origine socia– le. Si trovano cattolici, politici democristiani, uomini di chiesa, accanto a strenui difensori della morale e settari oppositori di ogni forma di modernizzazione della società. Ad esempio, presidente di una di queste orga– nizzazioni fu l'ex-consigliere federale Roger Bonvin. In un editoriale pubblicato dal suo or– gano di informazione scrisse nel 1976: "Da al– cuni anni dobbiamo registrare sistematici at– tacchi alla famiglia, aperti o meno dichiarati. Ricordiamo l'ondata contraria alla vergogna, contro la purezza, la disciplina sessuale, contro l'amore e per la zoologia. Poi un larvata cam– pagna contro la figura del padre, del genitore, del capofamiglia che si è tradotta in una oppo– sizione verso il capo, confro ogni forma di su– periore, e persino contro Dio, inteso come il padre di ognuno di noi. . L'ondata seguente, che continua ancor'oggi, tocca la madre, con le dimostrazioni contrarie al ruolo della donna nel matrimonio, nella casa. Cosa ne è conseguito? Che la donna libe– rata dai compiti oppressivi di casalinga va in fabbrica, i bambini negli asili; da questo nasce l'ondata contro il bambino. (...) Una strategia a livello mondiale è in piena attività, con il chiaro obiettivo gi distruggere la società occi- dentale". - Un'altra organizzazione molto attiva nella rac– colta di firme per il 'Diritto alla vita', denomi– nata significativamente 'Aiutare invece di ucci– dere', è invece impegnata a diffondere 'nonne ausiliari per l'etica sessuale della Bibbia'. Da questi testi possiamo imparare che frequenti pratiche sessuali aumentano il pericolo del cancro; che l'omosessualità è una 'malattia ne– vrotica' e che l'educazione sessuale nella scuola è una creazione di chi vuole cambiare la so– cietà diffondendo negli scolari 'insolenza, sfac– ciataggine e impossibilità di creare legamì fa– miliari'. Questo gruppo era anche contrario alla parifi– cazione dei sessi,-introdotta recentemente nella CÒstituzione federale. La donna parificata sa-

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