Fine secolo - 23 aprile 1985

C'era da aspettarselo «Nelle loro bath-houses e nei retrobottega dei bar di Castro fanno cose incredibili. Venti, trenta, tutti mischiati. Vestiti di cuoio. Nudi. Non mi meraviglio di quello che succede, non mi meraviglio affatto. Hai mai visto la loro sfi– lata? AIDS é la loro malattia, eh. Chiaro, eh, é roba loro. Tutta loro. E nessuno deve spendere i dollari delle mie tasse per le loro malattie». Un bacio «A San Bruno un uomo la cui moglie é morta di AIDS contratto attraverso trasfusione di sangue, é malato e mostra i sintomi classici dell'AIDS». <<Alcunefonti dicono che l'uomo di 72 anni e sua moglie morta nel settembre dello scorso anno, avevano cessato ogni rapporto sessuale per motivi di salute molti anni prima che la si– lmora Bauer ricevesse la trasfusione. I ricerca– tori stanno esaminando la possibilità che la malattia sia stata trasmessa tramite la saliva». «Il medico curante di Donald Bauer, dott. Illa sostiene che il malato potrebbe aver contratto AIDS baciqndo sua moglie». (dalla Prima Pagina del Quotidiano "San Franciscò Chronicle", 9 marzo 1985) Il meglio Esquire, numero speciale del dicembre 1984 Il meglio della nuova generazione Uomini e donne sotto i 40 anni che stanno cambiando l'America. Thc Warrior (Il guerriero): Licenziati, sfrattati, lasciati soli. Le vittime dell'AIDS sono evitati dalla società. Rodger McFarlane dà loro di– gnità. (R.McFarlane é executive director dal luglio 1983 di "Gay Men 's Health Crises" fondata nel 1981 a New York) La marcia delle candele Gary: li mio amante Mark é diventato la mia rocca di Gibilterra. Invece di scappare da me e dall'AIDS é rimasto al mio fianco nella buona e nella cattiva sorte. E' stata mia l'idea della Candlelight March. Volevo che fa gente di San Francisco mostrasse la sua solidarietà alla gen– te con AIDS. Sono venute l 5 mila persone. Il mio cuore era così pieno d'amore. Sano, e salvo D. «Stiamo facendo questa ricerca sull'AIDS. E' incredibile il numero delle persone che vo– lontariamente ha deciso di sottoporsi al test e all'intervista. Molti che temono di avere il vi– rus v0gliono sapere. Alcuni si ripromettono di non avere più rapporti sessuali se il risultato é negativo». B. «Che grado di attendibilità ha questo test?» F. «Ci sono trenta possibilità su cento di erro– re, cioé trenta volte su cento potrebbe dire che c'é e invece non c'é e viceversa». B. «E' una percentuale molto alta. Non si può fare una ricerca così. Quando ripetete il test. a sci mesi, un anno di distanza, non sapete mai se magari· -la persona "positiva" ha cambiato partner o·ppure il test aveva dato un risultato negativo». D. «L'80% dei richiesti ha deciso di aderire. Poi questa percentuale é calata al 30-40% quando un giornale ha scritto che i "positivi" sarebbero stati registrati. Ora si é stabilizzata al 60%» S. «Naturalmente voi garantite all'interessato l'anonimato. Questo voi potete farlo tranquil– lamente proprio perché il test non dà un risul- tato certo. La volatilità e l'imperfezione del test vi mettono al riparo da un importante pro– blema. Mi chiedo che cosa fareste se il test avesse il l 00% di attendibilità e foste in grado di prevedere esattamente che quella persona ha una capacità attiva di contagio. Che cosa fare– ste? Lo lascereste andare tranquillamente? Non sentireste nessuna responsabilità verso la società?» D. «Io ho sempre risolto questo problema di– cendomi che la responsabilità di un ricercatore sociale é solo rispetto alla professione che svol– ge». T. «Anche nel mezzo di un'epidemia?» R. «Io ho i miei figli là fuori e mi pongo il pro– blema di intervenire, cercare di indirizzarli». A. «Certo, anche i figli, ma io penso anche a me stesso!» Risate. R. «Sei un tipo coraggioso». Risate. M. «La storia dell'anonimato é interessante. Il Chronicle sbatte in prima pagina un uomo di 72 anni, Donald Bauer, sua moglie, la sua fa– miglia. figlie, nipoti, e tutti potrebbero avere AIDS dal momento che secondo quell'articolo del Chronicle l'AIDS potrebbe trasmettersi at– traverso la saliva. Dov'é finito il diritto alla ri– servatezza? E poi scrive che l'uomo non aveva .da anni rapporti sessuali con la moglie e dun– que l'AIDS poteva arrivargli attraverso la sali– va. E se fosse andato a letto con un'altra don- American Gothic, 1942 "Questa è la prima foto che ho fatto lavorando con Roy Stryker alla Farm Security Administration in Washington, DC., nel 1942. lo volevo ritrarre il razzismo e il pregiudizio ma Stryker pensava che ero troppo naif e così mi portò via la macchina fotografica e mi disse di andarmi a comprare un cappotto, di andare al cinema e poi al ristorante. Fui scacciato da ognuno di questi posti, prima dal grande magazzino, poi dal cinema e da/ristorante, perchè sono nero. Tornai da Stryker che ero furibondo. E lui mi disse: "Vedi quella donna laggiù nella hall? Va' a parlarci. Può insegnarti parecchie cose e illuminarti". lo andai a parlarle e lei mi raccontò la sua vita. Mi ripresi la macchina fotografica e le chiesi di posare davanti alla bandiera (alla maniera dei contadini dipinti da Grant Wood nel suo famoso "American Gothic").' Quando Stryker vide la foto disse: "Dio mio, sei svelto a imparare. Ci farai licenziare tutti quanti!"(Gordon Parks). na'? O con un altro uomo? Sua moglie che é morta é l'indiziata perché l'uomo in questione é un marito e rappresenta la famiglia. Se fosse un giovane omosessuale il procedimento sareb– be diverso, non ci sarebbe un'altra persona a cui risalire». T. «Da un punto dt vista sociologico credo sa– rebbe interessante indagare quali forme di ri– nascita della religiosità possono procedere da questa crisi, che é crisi della scienza, in questo caso della medicina, incapace di affrontare una epidemia». A. «Io ho insegnato per anni e sono affetta dai modelli classici. Mi pare si vada delineando una distinzione tra ciò che é "~ano" e tutti i comportamenti, azioni, costumi che non lo sono. E questa distinzione mi ricorda la pola– rità weberiana tra "salvo" e "dannato". (Da una discussione tra professori e ricercatori del Dipartimento di Sociologia dell'Università di California a Berkeley) Fatale e costosa «I casi alla fine del 1984 erano 7 mila in tutto il paese e 2 mila a San Francisco. Quasi raddop– piati nel giro degli ultimi 9 mesi. In tutto il paese diventerebbero 42 mila nel giro di due anni. Entro la fine del secolo questo paese non esisterebbe più se venissero rispettati gli attuali tassi di crescita. D'altra parte, siccome il costo medio di ospedalizzazione per ogni malato é di 42 mila dollari, forse ancor prima della fine del secolo il paese andrebbe incontro a una crisi economica senza precedenti». Avevo una sorella Mio: Torno a casa dal lavoro, una settimana dopo la diagnosi, e trovo la serratura del mio appartamento sostituita e tutta la mia roba sulle scale. Le persone con cui dividevo la casa avevano paura. Quella notte ho dormito in strada. Il giorno dopo ho fatto richiesta per un alloggio d'emergenza al San Francisco AIDS Foundation. Mi hanno trovato una stanza in un hotel. La settimana seguente i giornali han– no pubblicato una storia a proposito di perso– ne con AIDS alloggiate in hotel. Era scritta in modo tale che chiunque avrebbe pensato: per prendersi l'AIDS basta dormire nella stanza accanto. Fui indirizzato a Shanti Project e adesso ho una casa. Ero molto legato a mia so– rella. I nostri genitori sono morti da un pezzo. e mia sorella era la mia famiglia. E' venuta a trovarmi dopo 4 mesi. Poi é rimasta incinta e il suo dottore le ha consigliato di non visitarmi più durante la sua gravidanza. Si é rifiutata di discutere con il mio dottore e ha rifiutato di leggere ciò che le ho mandato. Ora ha due ge– melli e ancora si rifiuta di vedermi. Le ho scrit– to una lettera dicendole quanto ferito e arrab– biato mi fossi sentito. Ho deciso di dimenticar– la perché mi fa troppo m_ale. E' stato difficile. Una mattina mi si chiese di apparire a uno show televisivo molto popolare. Volevano che parlassi di AIDS per riuscire a dissipare questo clima oscuro che circonda la malattia. Fui fat– to accomodare da solo in una stanza. Poi ven– ne il produttore e mi disse con faccia triste: "I tecnici scenderanno in sciopero se entri nello studio". Ero devastato. Dovunque vado la gente mi fissa. E' come essere una stella del ci– nema, ma nella parte del mostro. Finalmente un giorno ho avuto il coraggio di dire a una persona: "Non é educato fissare gli altri in questo modo". (Si ringraziano Helen Schietinger, Direttore dello Shanti AIDS Residence Program, per avere messo a disposizione il materiale presen– tato nel programma «AIDS: la cura dei malati al di fuori dell'ospedale». E Simo Neri per averlo reperito e procurato).

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